Dissesto idrogeologico: i dati Ispra e le proposte di Anpas

Dissesto idrogeologico presentati i dati ISPRA: quasi il 20% della fascia costiera italiana occupata dal cemento.  Anpas: piccole opere e un grande piano nazionale straordinario di pulizia e manutenzione.

DagheZena: 14 ottobre

Roma, 6 maggio 2015 - Quasi il 20 per cento della fascia costiera entro i 300 metri dal mare impermeabilizzato, il 60 per cento del consumo di suolo riguarda terreni agricoli, il 40 per cento del territorio occupato è coperto di strade. Questi i dati presentati oggi nel "Rapporto sul consumo di suolo 2015" dell'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISPRA). 

Il 19,4%  dei litorali entro i 300 metri dal mare (quasi 500 chilometri quadrati) è stato impermeabilizzato, con una punta del 40 per cento in Liguria.

I dati  evidenziano come siano stati spazzati via complessivamente 34mila ettari all’interno di aree protette, e siano stati impermeabilizzati il 9 per cento delle zone a pericolosità idraulica e il 5 per cento delle rive di fiumi e laghi.  Le strade  rappresentano circa il 40 per cento del totale del territorio consumato (dati relativi alla fine del 2013). Dagli anni 50 al 2014 siamo passati dal 2,7% (8100 km2) di suolo consumato a livello nazionale al 7% del suolo consumato (21.000 kmquadrati), dai 167 metri quadrati di suolo pro capite consumato negli anni 50 a 345 metri quadrati del 2014 (dati ISPRA )

Le proposte di Anpas. Aldilà della importanza della redazione della diffusione capillare dei piani di protezione civile (solo 5.887 comuni su 7.759 ne dispongono uno), Anpas propone la promozione della cultura della protezione civile e della difesa del territorio, dall’autoprotezione e dall'altra dalla manutenzione del territorio e della mitigazione degli effetti. "È necessario che parte dei fondi ordinari vengano impiegati per effettuale una ricognizione puntuale dello stato di manutenzione delle opere idrauliche presenti", dichiara Carmine Lizza, geologo e responsabile nazionale Protezione Civile.

"In seguito sarà necessario approntare, in tempi rapidi, un grande piano nazionale straordinario di pulizia e manutenzione del realizzato. Da geologo posso affermare che da un quadro di elevata pericolosità geomorfologica e idraulica del territorio italiano, la cementificazione diffusa, fuori controllo e non conforme alle caratteristiche dei territori, ha incrementato l’entità delle condizioni complessive di rischio. Dall’altro lato dobbiamo denunciare che troppo spesso le amministrazioni affidano la progettazione e l’esecuzione dei lavori con il criterio del massimo ribasso, oltre a non prevedere un necessario specifico di manutenzione dell’opera. Dal nostro punto di vista non abbiamo bisogno di

“grandi opere”, ma di piccole opere che di fatto nel loro insieme possono costituire un grande piano di investimento diffuso capillarmente sull’intero territorio nazionale che non dimentichi la messa in sicurezza delle scuole, degli ospedali e degli edifici pubblici in generale".

I dati Ispra

Riforma Protezione Civile

L'audizione di Anpas alla CameraI lavori preparatori

Il testo della Proposta di Legge

4 marzo 2015 - Il Capo Dipartimento alla Commissione Ambiente alla Camera


Anpas e la Protezione Civile


Formazione formatori di protezione civile


Organigramma del settore Protezione Civile Anpas

 

 

 

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