Gente d'ANPAS

Impressioni 

Ost Anpas 2014

Indimenticabile come esperienza quella dell’assemblea precongressuale di ANPAS, e sorprendente il nuovo metodo utilizzato. L’OST è davvero la messa in pratica del concetto di democrazia che contraddistingue e impreziosisce Anpas.

Essere un volontario dell’assemblea mi ha riempito di orgoglio e mi ha fatto vivere 3 giorni intensi e colorati, 3 giorni di impegno, organizzazione, creatività, scambio e condivisione, di tensione nello sperimentare qualcosa di nuovo e nel gestire un gruppo di persone molto più esperte di me, tensione che però è subito calata quando l’OST è iniziato e ci siamo ritrovati ad essere ognuno uguale all’altro, conduttori, facilitatori, presidenti, volontari, ognuno con la possibilità di esprimere la propria idea e di partecipare alla creazione di un futuro comune.

È stato emozionante vedere gli spazi piano piano riempirsi e colorarsi con i colori che rappresentavano le tematiche, e con le idee che le concretizzavano, è stato appagante vedere la partecipazione positiva di tutti, subito a loro agio con un metodo così nuovo, e vedere come le fatiche di tutti si siano concretizzate in 5 documenti pieni di idee e voglia di crescere e migliorare. Senz’altro parte del merito va alla Cup Song, il momento di team- building che ci ha predisposto ad una partecipazione e collaborazione serena e allegra.

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Ost Anpas 2014            

Torna a Laboratoro Pontassieve #ostanpas14

Per seguire i lavori in diretta su twitter #ostanpas14

Approvazione del Bilancio 2013: scarica e consulta il bilancio economico e il bilancio sociale

L'assemblea nazionale - Vedi pagina

OST - Open space tecnlogy: i tavoli di lavoro  


Pensieri e parole di partecipazione

La libertà è una forma di disciplina.
Difendere il diritto alla disobbedienza
Bravi tutti. Angela grazie per il gioco, anche quello serve
Parlare, comunicare, partecipare … “la libertà è partecipazione” (Gaber)
L’orgoglio e l’emozione di “Essere Anpas”
Libera”mente” ci siamo confrontati … è dura precisare cosa vuoi essere e fare … ma l’OST è una bella pratica
Condividere le proprie idee nel movimento, ma soprattutto con voi non è solo democrazia ma sentire una libertà interiore che mi aiuta a sentirvi vicini. Grazie
Esperienza positiva, tante idee per crescere insieme
Bene!! Nuovo modo di discussione, speriamo che sia molto produttivo per il futuro. Andiamo avanti …
Esperienza positiva. Stanco ma soddisfatto (solo 2 gruppi!!)
Gestione del dibattito eccellente! Stimolante! Critiche spesso rese costruttive … faticosissimo! Spero di ripetere l’esperienza. Bravi!
Sempre un piacevole momento stare con gli amici di Anpas, perché non siete colleghi ma amici!!
Nuova esperienza favolosa! Grazie a tutti!
Assemblea ricca e stimolante. Ottima metodologia ed organizzazione. Grazie
Sono fiero di aver partecipato
Grazie 1000. Giorni indimenticabili! A presto
Innanzitutto, grande idea quella di questo “quadernetto del pensiero” e sempre grazie a tutti per la partecipazione, l’ospitalità, la simpatia dimostrata!
W l’OST, W l’Anpas … coriacea e convinta. Vi voglio bene!

 


La galleria fotografica dei gruppi di lavoro

 

 

 DOCUMENTI:

 

LE PUBBLICHE ASSISTENZE, LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E IL TERZO SETTORE

- documento di apertura

- report finale

 

LE PUBBLICHE ASSISTENZE NELLO SCENARIO EUROPEO E INTERNAZIONALE

- documento di apertura

- report finale

 

LE PUBBLICHE ASSISTENZE, SCUOLE DI DEMOCRAZIA

- documento di apertura

- report finale

 

L'IDENTITA' SOCIALE E SOLIDALE DELLE PUBBLICHE ASSISTENZE

- documento di apertura

- report finale


LE PUBBLICHE ASSISTENZE E LO SVILUPPO DEL MOVIMENTO

- documento di apertura

- report finale



 

La bellezza 

Ost Anpas 2014

Le giornate precongressuali di Pontassieve sono state fondamentali per tanti motivi e fra questi due in particolare mi paiono innovativi: il primo riguarda il processo, che ha visto i volontari per l’assemblea protagonisti della conduzione autonoma, autogestita, consapevole ed entusiasta dell’OST. Questo è un risultato che dimostra come il movimento abbia al suo interno risorse umane ed energie intellettuali da valorizzare con costanza ed attenzione perché ciò consente una crescita ed una spinta verso il nuovo, verso ciò che c’è da immaginare e costruire per il futuro.

L’altro aspetto che mi ha colpito, e su cui credo bisognerebbe riflettere, è stato il coincidere della dimensione estetica con quella etica. Il lavoro di cura che i volontari hanno svolto per rendere accogliente, colorato: in una parola “bello”. Lo spazio di lavoro ha aiutato tutti i partecipanti ad intervenire con interesse, impegno e rispetto. Ecco, credo che questo sia un risultato molto nuovo e da non sottovalutare perché ci aiuta ad avere attenzione per i particolari, per i dettagli, per ciò che è un dovere svolgere in un certo modo, e non in un altro.
È come se in queste giornate avessimo praticato, anche, la bellezza che Peppino Impastato opponeva quale arma all’abitudine e alla rassegnazione.

- di Angela Spinelli

OST Anpas 14 - I lavori della mattina

 

 

 

 

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Pensieri e parole di partecipazione

La libertà è una forma di disciplina.
Difendere il diritto alla disobbedienza
Bravi tutti. Angela grazie per il gioco, anche quello serve
Parlare, comunicare, partecipare … “la libertà è partecipazione” (Gaber)
L’orgoglio e l’emozione di “Essere Anpas”
Libera”mente” ci siamo confrontati … è dura precisare cosa vuoi essere e fare … ma l’OST è una bella pratica
Condividere le proprie idee nel movimento, ma soprattutto con voi non è solo democrazia ma sentire una libertà interiore che mi aiuta a sentirvi vicini. Grazie
Esperienza positiva, tante idee per crescere insieme
Bene!! Nuovo modo di discussione, speriamo che sia molto produttivo per il futuro. Andiamo avanti …
Esperienza positiva. Stanco ma soddisfatto (solo 2 gruppi!!)
Gestione del dibattito eccellente! Stimolante! Critiche spesso rese costruttive … faticosissimo! Spero di ripetere l’esperienza. Bravi!
Sempre un piacevole momento stare con gli amici di Anpas, perché non siete colleghi ma amici!!
Nuova esperienza favolosa! Grazie a tutti!
Assemblea ricca e stimolante. Ottima metodologia ed organizzazione. Grazie
Sono fiero di aver partecipato
Grazie 1000. Giorni indimenticabili! A presto
Innanzitutto, grande idea quella di questo “quadernetto del pensiero” e sempre grazie a tutti per la partecipazione, l’ospitalità, la simpatia dimostrata!
W l’OST, W l’Anpas … coriacea e convinta. Vi voglio bene!

 


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 DOCUMENTI:

 

LE PUBBLICHE ASSISTENZE, LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E IL TERZO SETTORE

- documento di apertura

- report finale

 

LE PUBBLICHE ASSISTENZE NELLO SCENARIO EUROPEO E INTERNAZIONALE

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LE PUBBLICHE ASSISTENZE, SCUOLE DI DEMOCRAZIA

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- documento di apertura

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- documento di apertura

- report finale



 

Radici di memoria 

Le emozioni da dentro il corteo della "Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie" organizzata da Libera, in collaborazione con Anpas, Latina 22 marzo 2014.

ANPAS alla "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie"

Radici di memoria è, da oggi, una memoria colorata di arancione, come le nostre divise, ma anche di verde come gli occhi di Vittoria che ride continuamente.

È l’urgenza di fare presto, di andare più veloce per raggiungere il gruppo che sta davanti al corteo.

Radici di memoria è il sapore delle tigelle che preparavano i ragazzi del gruppo Niscemi, che non erano di Niscemi, ma di Modena.

È Don Ciotti che dice a centomila persone che non è più tempo di parole: è il momento di fare, di avere coraggio.

E abbiamo iniziato oggi ad avere coraggio ricordando tutti quelli che hanno avuto coraggio.

Per ogni nome detto al megafono c’era un applauso e un vuoto allo stomaco, per ogni frase di Don Ciotti c’era un applauso e il cuore che batteva più forte.

Radici di memoria è (ri)partire dai ricordi per andare avanti.

È la stretta di mano dei ragazzi del gruppo giovani di Anpas con don Luigi Ciotti, e poi un abbraccio e un grazie che lui dice a noi.

-Miriam Colaleo, Corpo Volontari Enna

La fotogallery

      

L'assistenza di Anpas

Si svolgerà a Latina il prossimo 22 marzo la diciannovesima edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", promossa dall'associazione Libera e Avviso Pubblico.  La Giornata della Memoria e dell'Impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie. Oltre 900 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell' ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perchè, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.'Ma da questo terribile elenco - sottolinea Libera - mancano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e da contare'.

Anpas Legalità

XIX giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, Latina 22 marzo.

Sul sito www.memoriaeimpegno.it i 100 passi verso la XIX giornata della memoria e dell'impegno

 


"Che rabbia: chiude la Jerry Masslo" Leggi l'appello di Roberto Saviano

                                              


Legalità e partecipazione a Casal di Principe: la P.A. Jerry Masslo
                                       

 


Il sito della pubblica assistenza Jerry Masslo www.associazionejerrymasslo.it/

Altri articoli:Legalità e partecipazione a Casal di Principe: la P.A. Jerry Masslo

 

L'ultimo giorno di Servizio Civile alla Croce Blu di San Prospero

Un racconto dell'esperienza di Abi, dal bando speciale per la ricostruzione dell'Emilia "Per Daniele straordinario come voi"

I giorni son passati in fretta, molto.

Siamo stati accolti da due dipendenti e da dei volontari veramente meravigliosi. Con loro abbiamo riso, discusso, condiviso, imparato, cresciuto, ma soprattutto stretto dei rapporti che valgono tutto l'anno trascorso qua dentro e molto molto di più.

Il Servizio Civile è finito ma io qui ho una seconda casa, una comunità e un gruppo di amici e questa non è una cosa che finisce.

Grazie mille di tutto e anche per questo ultimo bellissimo giorno.

di Abi, Croce Blu San Prospero

Servizio Civile: la storia di Abi

Il ringraziamento del Comune di Modena

Ai 450 giovani in servizio civile volontario del progetto "Per Daniele: straordinario come voi", rivolto alle popolazioni dell'Emilia colpita dal sisma del maggio 2012, l'Amministrazione comunale, a nome di tutta la comunità modenese, vuole dire grazie. Un'impronta significa esserci. Grazie.

Nella nostra terra d’Emilia esiste un gruppo di 450 giovani che all’appello lanciato in occasione del sisma del maggio 2012 ha risposto con slancio e generosità facendo un passo avanti. 
E’ una squadra silenziosa, che ha operato nelle quattro province del cratere impegnandosi quotidianamente e con sensibilità per favorire la ricostruzione, la ripresa della vita sociale, il ritorno alla normalità. 
L’anno di servizio civile volontario previsto dal bando straordinario per le zone terremotate dell’Emilia con il progetto “Per Daniele: straordinario come voi” è giunto al termine. 
A tutti i giovani che ne sono stati protagonisti, l' Amministrazione comunale, a nome di tutta la comunità modenese, vuole dire grazie. 
Grazie per non essere rimasti indifferenti, grazie per aver voluto partecipare, grazie per l’impegno, grazie per la serietà.


Le storie della Gente d'Anpas

             


19 marzo, festa del papà: Non farò mai volontariato

Una storia, come le tante che si incontrano nelle pubbliche assistenze, di una figlia che vede l'esempio del padre, volontario...

19 marzo: auguri papà

“Non farò mai volontariato”. Così era deciso e così sarebbe stato. A nove anni, forse, ero ancora troppo piccola per fare programmi a lungo termine, ma di questo ne ero certa: era la cosa più normale e giusta da dire! Arrabbiata e con il broncio pensavo a quegli individui in arancione: sempre allegri, sempre pronti a lasciare tutto per aiutare qualcuno.

Era il 1999, l’anno della “Missione arcobaleno”, delle serate passate insieme ai miei genitori e agli altri volontari a smistare la roba da mandare al campo di Comiso. L’anno in cui ho visto uscire mio padre con un grande zaino blu con la scritta gialla “Protezione Civile”.

L’ho visto uscire e tornare mesi dopo stanco, dimagrito e senza voce. Era anche l’anno della mia prima comunione. Tutto era pronto: la tunica bianca (che mi aveva lasciata scontenta, perché avrei preferito non metterla), il ristorante per festeggiare con i parenti, gli inviti alle amichette di scuola. C’era tutto e mancava tutto. Mamma continuava a insistere e cercava di convincermi che sarebbe stato meglio rinviare la comunione, perché probabilmente mio padre non avrebbe potuto raggiungerci quel giorno. Avrebbero parlato con il prete e, magari, avrei potuto farla da sola, e con il vestito che piaceva a me invece della tunica.Però, anche solo l’idea di fare tutto da sola, al centro della chiesa, senza i compagni del catechismo m’innervosiva. Mi terrorizzava.

Che avevano di speciale quei bambini kosovari di cui mi parlavano tutti e così tanto, che avevano per prendersi mio padre e per costringere me a rinviare la comunione? Era davvero così importante quella divisa? Più importante di me?Negli anni quell’idea si consolidò: mai e poi mai avrei indossato una divisa e nessuno avrebbe meritato così tanto del mio tempo.Era un pensiero che prendeva forza ogni volta che dovevo rinunciare a qualcosa per via dell’associazione: per i cenoni di capodanno fatti di fretta perché poi si doveva correre chissà dove, per i ferragosto passati in città invece che al mare, per le vacanze a cui si rinunciava, per i saggi di danza che mio padre si era perso, per tutte le domeniche senza di lui.

Quelle quattro mura tinte di blu dagli stessi volontari, sembravano tutto il loro mondo. Il loro mondo, appunto: non il mio! Li osservavo uno ad uno e non riuscivo mai a capirli fino in fondo. Quando la tua sorellina minore è un’associazione di volontariato, se è nata due mesi dopo di te e c’è sempre stata, anche più di te, è difficile far capire alla gente cosa si provi ed è ancora più complicato spiegarlo a te stessa. È insieme un sentimento buono per un posto che conosci come casa, dove hai detto le prime parole e buttato i primi passi, ma è anche la rabbia per quel qualcosa che ha assorbito il tempo di chi avresti voluto lo dedicasse solo a te. Durante gli anni del liceo mi dicevano di provarci, perché mi sarebbe piaciuto fare volontariato. E io ci provavo per qualche mese, ma poi tornavo sui miei passi. Era troppo lontano da me e da quello che volevo. Non m’interessava sapere montare una tenda o utilizzare una spinale. Iscrivermi in associazione, mettere la divisa, sarebbe stato come procurarmi una violenza, distruggere quel castello di idee dietro cui mi ero trincerata.Non immaginavo affatto che sarebbe bastato un niente per cambiare tutto. Il 2 ottobre del 2009, la pioggia si porta via una montagna. C’è tutta una città invasa dal fango, si parla di morti, forse più di trenta, di feriti, di sfollati.

Non c’è troppo tempo per riflettere e non me lo chiedo nemmeno. Arriva naturale l’istinto di andare, con l’incoscienza dei miei 19 anni e l’inconsapevolezza di quello che poi avrei trovato. Arrivata a Giampilieri e Scaletta mi guardo intorno e vedo solo fango. Le strade non esistono più e su case e macchine si vede solo terra. L’aria è pesante e c’è un odore che ti entra in testa e non esce.Sono rimasta lì per quasi un mese senza sentire mai il bisogno di tornare a casa. Ogni volta che la pioggia tornava incessante e qualcuno aveva paura, sapevo che anche una pacca sulle spalle avrebbe fatto la differenza.Una mattina di Novembre, quando eravamo quasi al termine dell’emergenza e io tutta presa dalle carte della segreteria, è venuto Manuel. Era alto quasi quanto la scrivania, una felpa rossa con il cappuccio e gli occhi grandi. Si è avvicinato con delicatezza, ha messo le mani sulle mie gambe e guardandomi mi ha detto: “Tu sei quella che è venuta a togliere il fango dai miei giocattoli?”. Quella mano sulla mia divisa arancione, quel sorriso spontaneo, quegli occhi pieni di fiducia mi hanno dato le risposte a tutte le domande che per anni mi ero posta.

Vicino alle tende blu dei volontari, mentre Manuel mi tirava la palla per giocare, ho capito che la vita che mi ero imposta di non fare era quella che, probabilmente, mi avrebbe resa più felice. Dopo Giampilieri non sono più riuscita a fermarmi. È stato facile preparare la divisa e partire per l’Emilia a qualche giorno dal sisma, ancora più facile tornarci la seconda volta. Mi dicono spesso che sono cresciuta “a latte, biscotti, zucchero e volontariato”, ed è vero: sono cresciuta tra queste divise arancio e sono stata una ragazzina arrabbiata. Ma con gli anni, ogni volta che ho incontrato il sorriso di un bambino, la mano di un anziano, gli occhi di qualcuno che aveva bisogno, ho capito che tutto il tempo che mi era stato tolto, tutte le attenzioni che non avevo ricevuto, erano servite a qualcosa di più importante e più grande. Non sono mai mancate le difficoltà sul campo: il confronto, lo scontro con i compagni di viaggio, i problemi che nell’emergenza finiscono sempre per moltiplicarsi, l’identità fragile di volontario che viene spesso considerato come qualcuno che ti “deve” qualcosa, subito e senza compromessi. Ma sono cresciuta e adesso so che è sempre utile avere un cambio veloce a disposizione in associazione, so che se fuori nevica è meglio tenersi pronti per una notte da passare in bianco, so che se il telefono suona è perché bisogna correre.

Un giorno, in Emilia, al Campo Costa di Mirandola, una donna mi ha fermato e mi ha detto che era bello vedere giovani come me, che il mio sorriso le migliorava la giornata. Poi ha pianto e mi ha abbracciato. Stretta in quell’abbraccio, ho pensato alla bambina che ero, alla determinazione che avevo messo nel non diventare come mio padre, a tutte le parole cattive che in certi momenti avrei voluto dirgli. In quella morsa di amore gratuito ho capito quanto, invece, sono diventata come lui. Quanto sarei stata una donna diversa se lui non fosse stato il padre che è stato.

“Io non farò mai volontariato” avevo detto, e non sapevo quanto mi sbagliavo.

-Miriam Colaleo, volontaria

 

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