Basta aggressioni ai soccorritori!

Continuano le aggressioni ai volontari soccorritori. L’articolo su Venerdì di Repubblica.

10 ottobre 2018 - “Botte e Minacce (…). E ancora: insulti, critiche feroci e ingenerose sui social. Dalla Toscana alla Lombardia, dalla Campania al Piemonte, i volontari delle ambulanze sono diventati un bersaglio”. Così inizia l’articolo comparso sul Venerdì di Repubblica, firmato da Gerardo Adinolfi.

Dopo la lettera scritta a prefetto, sindaco e questore della pubblica assistenza di Pisa, dopo la denuncia di Anpas Toscana, Anpas nazionale porta all’attenzione dei media nazionali il dibattito su come sia cambiato l’approccio dei cittadini con i volontari.  “Nemici da aggredire e da apostrofare com’è accaduto ai volontari del 118 sui lungarni di Pisa che soccorrevano un cittadino straniero: “Lasciatel perdere. Buttatelo in Arno, perché lo portate in ospedale?”, si legge nell’articolo.

“La misura è colma. C’è un senso di sfiducia e distacco da parte dei cittadini che è diventato insopportabile” ha confermato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas, su Repubblica. “Non si riconoscono più dalla nostra stessa parte. Eppure in Italia il 118 è un servizio efficiente (...) A Rho dopo un incidente eravamo nell’ambulanza in attesa dei primi interventi di rianimazione. Qualcuno ha pensato che fossimo lì a perdere tempo. Invece ci attenevamo soltanto ai protocolli. Risultato? Il mezzo è stato assalito dai parenti”

Per denunciare il clima di ostilità e violenza verbale che si respira nel pisano, i volontari della Pubblica assistenza Anpas di Pisa, insieme a Misericordie e Croce Rossa, avevano richiamato l’attenzione di tutti con una lettera ad agosto. “Offesi per strada se aiutiamo uno straniero, massacrati sui social network se qualcuno è convinto che siamo arrivati in ritardo”.

Basta Aggressioni ai soccorritori

La denuncia su Il Tirreno, 23 agosto 2018 

“Buttatelo in Arno, perché lo portate all’ospedale?”, si sono sentiti dire mentre soccorrevano un tunisino sui lungarni. Oppure: “Pezzi di m..., vagabondi. Spegnete l’incendio invece di pensare a fermare le macchine”, le offese partite da un automobilista lungo la Bigattiera, dove stava andando a fuoco un’auto. «La nostra squadra era di passaggio – racconta Daniele Vannozzi, presidente della Pubblica Assistenza di Pisa – e si è fermata. Non potendo intervenire sul rogo per il fatto che la nostra competenza è limitata all’antincendio boschivo, i volontari si sono assicurati che stessero intervenendo i vigili del fuoco e si sono resi utili per il servizio di viabilità contenendo i rischi per chi transitava. Troppa gente parla e scrive senza aver azionato il cervello. Siamo stufi di certe persone».

Troppo spesso - questo il succo della loro presa di posizione - i volontari vengono aggrediti verbalmente durante lo svolgimento dei servizi oppure vengono derisi e offesi sui social network. È giunto il momento, quindi, di rivolgere un accorato appello a tutti i cittadini per più rispetto e attenzione. «Il nostro – scrivono nella lettera Cerrai, Dini e Vannozzi – è un impegno gravoso e oneroso sotto tanti punti di vista (operativi, organizzativi, funzionali ed anche economici), che richiede una continua formazione ed addestramento dei volontari e del personale e l’acquisto ed il mantenimento di mezzi ed attrezzature necessari allo svolgimento del servizio, affinché il livello qualitativo sia sempre di prim’ordine. Non ci limitiamo al trasporto sanitario, ma anche ad attività di prossimità sociale, di promozione della donazione, di protezione civile, intervenendo in caso di calamità e di incendi boschivi per difendere il nostro patrimonio naturale. Inoltre, ci occupiamo di informazione sanitaria in favore dei cittadini e i ragazzi delle scuole, il tutto sempre e solo in maniera gratuita e solidaristica mettendo a disposizione risorse umane e strumentali», si legge nell’articolo di Cristiano Marcacci.

I responsabili delle tre associazioni si rivolgono poi direttamente a questore, prefetto e sindaci. «Riteniamo sia necessario ed importante che anche le istituzioni – continuano – si adoperino in tutti modi e nelle occasioni e sedi opportune affinché si plachi questo clima di “ostilità” e di “violenza verbale” che ci coinvolge perfino durante lo svolgimento dei servizi, nonché a causa dell’uso improprio dei social network, con critiche ed offese gratuite, che alla lunga mettono a dura prova le motivazioni e lo spirito di servizio dei volontari. Ricordiamo che il sistema di welfare locale beneficia a piene mani dell’opera delle associazioni di volontariato, che sono una colonna su cui poggiano diversi servizi essenziali necessari alla vita quotidiana delle nostre comunità. Senza la nostra opera la vita sarebbe peggiore per tutti, anche per i “leoni da tastiera” che sui social network ci deridono e ci insultano. Le nostre sedi, capillarmente presenti sul territorio pisano, sono aperte e a disposizione di chiunque voglia consapevolmente essere utile a se stesso e al prossimo, ricevendo tra l’altro anche indicazioni ed informazioni sulle modalità con cui si attivano e funzionano i soccorsi sanitari».

 

 

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