Angelo, prrrroprio Angelo

Angelo, prrrroprio Angelo

Siamo alla metà di giugno, mi arriva una telefonata da parte del comune dove risiedo: ”Domenico vuoi fare l’assistente alla colonia?”

La mia risposta non è stata immediata nel dire di sì, ma gli ho chiesto un paio di giorni per pensarci anche se in questo momento non lavoro. Sai: fare l’assistente alla colonia è una bella  responsabilità.

A pochi giorni dall’inizio della colonia mi reco in Comune per una riunione con l’assessore al sociale e il dirigente responsabile del sociale. A questa riunione era presente anche il responsabile organizzatore degli assistenti, ed erano stati invitati anche alcuni genitori. Al momento mi viene comunicato che mi sarei dovuto occupare di un bambino con disabilità di nome Angelo. Questo ragazzinodi tredici anni ha la sindrome di Down.

Al papà del ragazzo è stato detto che sarei stato io ad occuparmi di Angelo e ha subito mostrato nei miei confronti quella fiducia che si può dare ad un parente o ad un amico, nonostante, Io e il papà di Angelo non ci conoscessimo di persona.

Il tempo passa velocemente ed arriva il primo giorno di colonia. Nella nostra comunità si sono iscritti circa un centinaio di ragazzini al primo turno. Ad uno ad uno arrivano sul posto ancora con gli occhietti assonnati per la levataccia mattutina, ma tutti contenti di andare al mare. A distanza vedo il papà e di fianco Angelo, come si  avvicina si presenta: “ciao sono Angelo”. Rispondo: ”Ciao sono Domenico!”. E' la prima volta che parlo con lui. La sensazione è stata bellissima. Angelo? Cordiale, vivace, dolcissimo.

Nel frattempo arriva il pulmino e  così inizia la mia prima assistenza ad un ragazzino con la sindrome di Down. Durante il percorso verso il  mare facciamo un po’ di conoscenza, non sapevo cosa aspettarmi. Ma Angelo inizia subito a fare delle  domande: se ero sposato, se avevo dei figli.. Poi altre domande ed ancora domande, tutte pertinenti e intelligenti, cosa che lì per lì non mi sarei mai aspettato, ma ho capito subito che avevo a che fare con un ragazzo semplicemente fantastico.

Si arriva al mare, metto la crema protettiva ad Angelo che si presta senza nessun lamento e mi chiede subito di andare in spiaggia a giocare.

Arriviamo sulla riva e mi chiede di aiutarlo a costruire un castello. "Io sono il capo e Tu l’operaio” mi dice; lo guardo fisso per un attimo e gli rispondo “Va bene”. In venti giorni di colonia con Angelo che non ne ha saltato neanche uno, abbiamo fatto di tutto: pallavolo calcetto, le carte, asso pigliatutto, il tappeto elastico ed in particolare tante belle figure costruite sulla sabbia.

Ma la cosa più importante per lui è fare il bagno: l’acqua è il suo ambiente naturale in cui dà sfogo a tutta la sua voglia di vivere, di divertirsi, di essere un adolescente.

Il passare del tempo insieme ad Angelo ha fatto si che il modo di pormi nei suoi confronti sia passato da quello di “assistente” a quello di “allievo”, in cui lui diventa per me fonte di ispirazione e crescita personale.

Angelo è innamorato del papà e del fratello, adora le zie e i nonni e non vede l’ora di andare da loro ad accudire Romolo e Remo (i suoi maialini) e a mangiare gli gnocchi speciali della nonna.

Complimenti caro papà, tu e la tua famiglia avete fatto e state facendo un miracolo eccezionale con  Angelo, lo merita tutto!

E ora dopo questa esperienza stupenda mi faccio alcune domande: che cosa è la normalità? Chi definisce il concetto di normalità? Siamo noi? Non lo so.  So solo che in questi giorni un ragazzo con disabilità mi ha insegnato tante cose, cose che rimangono dentro e che segnano per sempre. Dicendo ad Angelo che la colonia stava finendo e che non ci si vedeva più, mi ha risposto: "qual è il problema? Abitiamo nello stesso paese”. Risposta semplice e diretta, com’è nella sua natura, che mi ha fatto subito riflettere: “ma chi ha il problema?”.


L’ultimo giorno ho ricevuto il ringraziamento più bello. Al ritorno dal mare Angelo era triste. Gli ho chiesto: “Che hai fatto?” E lui: "Mannaggia, oggi finisce la colonia, stavo prrrrroprrrrio bene con te”. Quel “prrrrroprrrrio” scandito come fa lui con la erre!

Grazie Angelo, anche Io sono stato "prrrrrroprrrrio” bene con te e ho imparato più io da te che tu da me!

Non conoscevo così da vicino la disabilità, ma questa prima esperienza mi ha colpito in modo positivo facendomi ricredere sui tanti pregiudizi che si creano attorno alla diversità.
 

di Domenico Pompei, Anpas Abruzzo - Croce Bianca Val Vibrata  di S. Egidio alla Vibrata (TE)

 

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