Eventi

Anche quest'anno Anpas ha concesso il patrocinio alla decima edizione di TERRA FUTURA, la mostra convegno delle buone pratiche di sostenibilità Firenze, Fortezza da Basso, dal 17 al 19 maggio 2013. “UNA NUOVA GOVERNANCE PER UNA NUOVA DEMOCRAZIA EUROPEA” il titolo della decima edizione.

Firenze, 30 aprile 2013 – Dal 17 al 19 maggio 2013, a dieci anni dal primo Forum Sociale Europeo, torna alla Fortezza da Basso di Firenze Terra Futura, la mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale.Al centro della manifestazione - promossa da Fondazione culturale Responsabilità etica per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’economia sociale, insieme ai partner Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente - le buone pratiche di vita, di governo e di impresa all’insegna della sostenibilità. Prodotti, progetti e percorsi per lo più nati dal basso, che oggi - tanto sul piano teorico quanto su quello pratico -, si rivelano percorsi obbligati, non solo alternative possibili. Terra Futura vuole anche in questa decima edizione alimentare il dibattito su un modello diverso di sviluppo e avanzare proposte concrete per nuovi modi di vivere, consumare, coltivare, abitare, produrre, viaggiare, comunicare, governare…La rassegna espositiva sarà organizzata secondo diverse sezioni tematiche: Abitare naturale (edilizia sostenibile, prodotti e tecnologie costruttive a basso impatto ambientale), Azioni globali&welfare (intercultura, pace, diritti umani, volontariato, sussidiarietà, welfare partecipativo, campagne di sensibilizzazione, finanza etica e cooperazione internazionale), Mangiare e produrre sostenibile (agricoltura biologica e biodinamica, km zero, prodotti ecologici e tessile naturale), Comunicare la sostenibilità (media, editoria, web e comunicazione), Eco-Idea-Mobility mobilità sostenibile), EquoCommercio (commercio equo e solidale), Itinerari educativi per la sostenibilità (educazione, orientamento, formazione e ricerca), NuovEnergie(energie rinnovabili, risparmio energetico ed ecoefficienza), Governare responsabile (reti associative pubbliche e istituzioni), Salute+Benessere (prevenzione, medicine non convenzionali e discipline bionaturali), Turismo eco&esponsabile (viaggi e vacanze sostenibili e accessibili), TutelAmbiente (tutela dell’ambiente e della biodiversità, riciclo e riuso).Presenti enti e istituzioni, realtà del terzo settore (associazioni, cooperative, ong, fondazioni…), imprese eticamente orientate.Ricco e articolato anche il programma culturale, che vedrà in calendario incontri, convegni, workshop e dibattiti alla presenza di illustri esperti e noti personaggi del mondo del terzo settore, dell’economia, della politica, della cultura. E ancora spettacoli, momenti di animazione e laboratori, per coinvolgere direttamente il pubblico. Nel 2012 sono stati oltre 80mila i visitatori, 550 le aree espositive e oltre 4.000 gli enti rappresentati (associazioni, reti e movimenti, cooperative, enti e istituzioni, imprese eticamente orientate...), 250 gli appuntamenti culturali, 1.000 i relatori, 230 le proposte di laboratori, animazione e mostre. E ancora, 600 gli incontri della “Borsa delle imprese responsabili”, a cui hanno partecipato oltre 120 realtà provenienti da tutto il mondo. L’ingresso è libero, con i seguenti orari: venerdì 17 ore 9 – 20; sabato 18 ore 9.30-21 (area esterna fino alle 24); domenica 19 ore 10-20. Terra Futura è un evento green (nel 2008 è stata premiata da Italia For Events come “evento green di eccellenza”, vincendo il Premio Greenmeeting): un impegno che cresce di anno dopo anno, con un preciso percorso di responsabilità sociale e ambientale condiviso tra i partner. Risponde a questa logica la scelta di materiali certificati per la realizzazione degli strumenti di comunicazione, la selezione attenta dei fornitori, e nei tre giorni la raccolta differenziata dei rifiuti, gli incentivi ai mezzi di trasporto sostenibili, e ancora l’utilizzo di stoviglie biodegradabili, le azioni di ecoefficienza come la riduzione e la compensazione della produzione di Co2, …A ogni espositore, inoltre, è richiesto di seguire il regolamento di sostenibilità della manifestazione e di autocertificare le buone pratiche presentate. Quest’anno si è scelto anche di non utilizzare la moquette per l’allestimento degli stand espositivi, per ridurre la quantità di materiali non riciclabili e difficili da smaltire al termine dell’evento. Un’attenzione tutta particolare, infine, alle proposte gastronomiche che, anche in rispetto alle diverse esigenze e sensibilità dei partecipanti, saranno etiche e sostenibili.  Per informazioni, iscrizioni e prenotazioni stand: segreteria organizzativa Adescoop tel.049 8726599.

Terrafutura

Vedi anche l'intervista a Paul Connett al Congresso Anpas


                       

28 gennaio 2013 a Firenze presso il cinema Odeon (piazza Strozzi) alle ore 21, la presentazione del film "Trashed", con Jeremy Irons. Anpas ha dato il suo patrocinio.  

Un documentario che segna un altro passo importante verso la piena presa di coscienza sulla necessità di un cambio di rotta mondiale rispetto al modello consumistico e capitalistico sfrenato che ha generato ad oggi solo invivibilità , insostenibilità, disastri ambientali e distruzione del pianeta.
I rifiuti ne sono la dimostrazione piu’ evidente e tangibile: collocati alla fine di un processo di consumo spinto lineare e non circolare, rappresentano oggi in questo sistema viziato solo qualcosa di cui doversi sbarazzare in qualsiasi modo. E i governi non vogliono capire che una via ecosostenibile circolare, alternativa alla distruzione della materia, e’ l’unica che potra’ salvare il pianeta.Questo film, da non perdere, è un contributo significativo che farà discutere molto e, c’e’ da giurarci, sarà osteggiato e boicottato dai circuiti cinematografici nazionali legati alle grandi lobbies.

 

            

 

JEREMY IRONS parla del film TRASHED, in un'intervista al “Guardian” dell'11 dicembre2012:
L’attore vincitore di un premio Oscar spiega il motivo per cui ha viaggiato per il mondo mettendoin evidenza i problemi ambientali provocati dai nostri rifiuti. Jeremy Irons, l’attore vincitore diun premio Oscar, ha collaborato con la produttrice britannica Candida Brady per la produzione diun nuovo lungometraggio documentario dal titolo Trashed, per “scoprire l’estensione e gli effettidel problema globale dei rifiuti, mentre viaggia per il mondo attraverso bellissime destinazionicontaminate dall’inquinamento”....Volevo aiutare a creare un film su di un soggetto di realeimportanza sociale. Candida Brady ed io abbiamo parlato di vari soggetti possibili, ma nessuno,sentivamo, poteva essere paragonato al problema dei rifiuti, che ci influenza tutti, e che, a dispettodelle evidenze e delle ricerche disponibili, non è stato seriamente affrontato.
Credo che una iniziativa nazionale di gestione dei rifiuti dovrebbe venire progettata e attuata daogni governo. Non per bruciarli o seppellirli ma per progettare ed incoraggiare la loro riduzione ericiclaggio.
Questo periodo in cui la disoccupazione cresce sembra idealmente adatto alla creazione di unanuova industria capace di guardare avanti che potrebbe essere profittevole e creare nuovi posti dilavoro. Se diventassimo leader nel mondo nella tecnologia del riciclo, allora l’esperienza potrebbeessere esportata per il mondo.
Il film è veramente critico nei confronti dell’incenerimento e degli inceneritori, in particolareverso le diossine che essi rilasciano nell’atmosfera.
Il pericolo delle diossine nel nostro ambiente, sulla catena alimentare e sui i nostri corpi è difficileda illustrare, dato che non sono visibili ad occhio nudo. Il tempo trascorso in Vietnam mi hapermesso di vedere il risultato provocato dalla loro presenza in grandi quantità, e quindi di capiremeglio l’insidiosità delle quantità più piccole di esse che hanno trovato accesso nelle nostre vitee nei nostri corpi........Così la verità è che la quantità reale delle emissioni di diossine provenientidagli inceneritori rimane sconosciuta....Infine, è importante ricordare che, nel passato, la ricercamedica generalmente ha indagato solo sugli effetti di queste sostanze in alti dosaggi, mentrerecentemente è stato evidenziato che le diossine hanno un effetto sui feti a dosi veramente basse.
La sua visita di San Francisco alla fine del film la dipinge ampiamente come un faro disperanza - un posto che “fa la cosa giusta” quando si tratta di gestione dei rifiuti. Quali altriesempi di “speranza” e di buone pratiche può fare?
Fortunatamente, molti. Ci sono cose meravigliose che accadono per il mondo. Dalla Nuova Scoziaa Kerala, da Bristol a Melbourne, e perfino nelle Filippine, rifiuti zero è in agenda. Penso chesia particolarmente stimolante quando le comunità non aspettano di essere istruite su cosa fare,ma semplicemente vanno avanti a farlo. Nel nord d’Italia molti paesi e città hanno usato la loroiniziativa e raggiunto il 70% di RD, in alcuni casi, in meno di un anno.
Quando faceva indagini per il film, quali erano le sue fonti per trovare informazioni eispirazione?C’era per esempio un libro, un film, o un documento accademico, che l’hainfluenzata particolarmente?
Candida Brady ha collezionato un ammontare incredibile di ricerche su questo soggetto. Miha passato informazioni se e quando ne avevo bisogno. Ci sono più di 81 documenti scientificiselezionati da specialisti del settore pubblicati nel sito del film, molti dei quali fonti per il film.
Penso che lei sarebbe concorde nel dire che il documento che l’ha turbata maggiormente è statouno studio del 2009 sul sangue del cordone ombelicale, che ha trovato fino a 232 sostanzeindustriali fatte dall’uomo e inquinanti presenti in un bambino addirittura prima di essere nato.Dieci su dieci neonati mostravano di avere diossine clorurate nel loro sangue.
Cosa vuole che la gente faccia una volta visto il film?
Vorrei che indagassero se esiste o no la pianificazione di un inceneritore nella loro area, e senel caso esistesse, si opponessero.
Vorrei che facessero pressione sui loro parlamentari per una legislazione finalizzata a ridurrei rifiuti e a regolare la produzione degli imballaggi, specialmente le plastiche contenentitossine non dichiarate, in particolare nei casi in cui l’imballaggio viene usato per il cibo el’acqua imbottigliata. Vorrei che eliminassero tutto l’imballaggio al momento dell’acquisto,spingendo così il problema un passo indietro verso i produttori. Vorrei che usassero la loroingenuità per scoprire come ridurre rifiuti sia a casa che nel posto dove lavorano.

 

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Vedi anche l'intervista a Paul Connett al Congresso Anpas


                      

L'incontro del 9 ottobre 2011

 


 

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#grazie1000!

tweet1000

14 gennaio 2013 - Mille follower, mille amici (veri) per il profilo twitter di Anpasnazionale. Ogni giorno le storie e la passione dei volontari delle pubbliche assistenze Anpas di tutta Italia passano anche per questo social network e vengono condivise, retwittate, commentate con il resto della rete, con altri volontari, associazioni di volontariato, centri di servizio o "semplici" amici e amiche.

 

Con i primi 1000 follower abbiamo condiviso immagini e storie provenienti da tutta Italia, ma anche informazioni utili e notizie dei settori facenti parti del movimento delle Pubbliche Assistenze Anpas: trasporto sanitario, protezione civile, formazione, cittadinanza attiva, attività ricreative. Abbiamo segnalato corsi gratuiti di pronto soccorso, abbiamo festeggiato i riconoscimenti alle nostre pubbliche assistenze e ai nostri volontari. Abbiamo raccontato il terremoto, la neve e #laltronatale fondendo altri social network come facebook e instagram.

 

Una rete destinata a crescere anche grazie all'apporto del Giornale Radio Sociale, della quale Anpas fa parte: l'informazione sociale attraverso il network di associazioni di volontariato del terzo settore. 

 

Per ora #GRAZIE1000!

 

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A 89 anni muore Maria Eletta Martini, “madre” del volontariato italiano

Lucca, 1984 - M.E. Martini al III Convegno sul volontariato

 

ANPAS nazionale esprime il suo cordoglio per la morte di Maria Eletta Marini.

Il 2011, Anno Europeo del Volontariato, si chiude con la scomparsa di una delle figure piiù significative del Volontariato italiano che ha contribuito, da parlamentare, alla redazione della Legge Quadro ed al successivo consolidamento di questa componente importante della società civile.

Ma il suo impegno sociale e politico ha investito anche altri ambiti importanti di lavoro per ANPAS come la riforma del Sistema Sanitario nazionale, l'obiezione di coscienza, le adozioni e la cooperazione internazionale.

Il Movimento nazionale delle Pubbliche Assistenze si stringe attorno alla famiglia ed al Centro Nazionale del Volontariato per la perdita.


 

29 dicembre 2011 di Gianluca Testa (da VolontariatOggi) 

La “madre” del volontariato italiano è morta alle 7 di stamani nella casa natale di Lucca, a San Marco, all’età di 89 anni. Maria Eletta Martini era nata il 24 luglio 1922. La sua ultima apparizione pubblica risale ormai al marzo 2007, nel corso della conferenza regionale del volontariato Toscano che il Cnv -da lei fondato insieme a Giuseppe Bicocchi nel 1984 e di cui è stata presidente fino al 2008, assumendo dal 2009 la carica di presidente onorario- organizzò in collaborazione con la Regione Toscana. Oltre ad aver contribuito alla genesi della legge 266 del 1991, organizzando a Lucca con il Centro Nazionale per il Volontariato i primi convegni nazionali, Maria Eletta Martini, a lungo parlamentare Dc, fu anche staffetta partigiana nella seconda Guerra mondiale. I funerali si terranno domani, venerdì 30 dicembre, nella chiesa di San Marco (ore 15).

“Con Maria Eletta Martini se ne va una parte pezzo della nostra storia”. Le prime parole di cordoglio arrivano dall’attuale presidente del Cnv, nonché ex Ministro e padre della protezione civile moderna, Giuseppe Zamberletti. “Maria Eletta era una donna estremamente sensibile ai temi del volontariato. La sua storia è stata segnata dalla forte passione civile e sociale. Già organizzando i primi convegni nazionali aveva voluto fare di Lucca la capitale del volontariato italiano. Ma non è tutto. Perché se consideriamo le sue radici valoriali, possiamo riconoscere nel volontariato il centro e l’origine della sua cultura, che non ha trascurato neppure nelle sue attività parlamentari. Al volontariato si è sempre dedicata con grande impegno. Ed è grazie alla sua attenzione che si deve la nascita non solo del Cnv, ma anche di grandi progetti. A Maria Eletta va inoltre il merito di aver saputo cogliere le sfide della contemporaneità. Ci mancherà”.

Suo padre, Ferdinando Martini, fu il primo sindaco di Lucca e senatore. Maria Eletta, insieme alle sorelle, raccontò la sua storia perché i nipoti “sapessero”. Un racconto pieno di fatti e sentimenti che nel 2003, a cinquant’anni dalla morte, prese forma nel libro edito dalla Maria Pacini Fazzi col titolo di “Nonno Nando”. La stessa casa editrice, nel 1997, ha stampato anche l’ultimo libro della Martini, “Anche in politica cristiani esigenti”, che ritrae in copertina una giovanissima Maria Eletta durante una comizio tenuto a Camaiore nell’aprile 1948.

Maria Eletta Martini era solita ricordare alle persone più care episodi della sua giovinezza. Nelle sue storie non c’erano solo i lunghi trasferimenti a piedi per raggiungere la scuola in cui ha insegnato, giovanissima, dopo il diploma ottenuto al liceo classico Machiavelli di Lucca e quella laurea in lettere conseguita all’Università di Pisa. No, nelle sue storie c’era anche la guerra. Raccontava delle invasioni tedesche, del suo impegno partigiano, dell’occupazione della casa-madre nel quartiere San Marco. Poi c’era la politica, che l’appassionò a tal punto da farla iscrivere alla Dc nel 1946. C’erano i racconti delle lunghe discussioni con Aldo Moro di fronte a un caffè.

Membro e dirigente delle organizzazioni giovanili cattoliche, dal 1951 al 1963 (prima) e dal 1990 al 1993 (poi) è stata consigliere comunale a Lucca. Nel 1984 Maria Eletta Martini ha fondato insieme a Giuseppe Bicocchi il Centro Nazionale per il Volontariato e per dieci anni, dal 1991 -anno della legge sul volontariato- ha fatto parte dell’Osservatorio Nazionale per il Volontariato su nomina del Presidente del Consiglio dei ministri.

Dal 1963 fu deputato al Parlamento e dal 1978 al 1983 fu anche vicepresidente della Camera dei deputati sotto le presidenze di Pietro Ingrao e di Nilde Iotti. Eletta nuovamente nel 1987, nel corso della sua lunga carriera ha lavorato per le commissioni lavoro, giustizia, antimafia e sanità (di cui è stata presidente). Ma anche per servizi segreti, per gli esteri e gli affari europei. Vicepresidente nazionale del Centro Italiano Femminile, si era interessata alla tutela dei diritti umani e alla promozione delle fasce di emarginazione sociale. Fra le altre cose è stata relatore delle leggi sull’aborto e il divorzio, ha portato a conclusione la legge istitutiva del servizio sanitario nazionale e si è impegnata nelle leggi sull’adozione e l’obiezione di coscienza. E stata inoltre relatore della legge per la cooperazione ai paesi in via di sviluppo e delle normative Stato-Chiesa.

“Esemplare è il suo impegno per il bene comune. Ed è grazie a lei e a Giuseppe Bicocchi che si deve la genesi del Cnv” dichiara il vicepresidente vicario del Centro, Maria Pia Bertolucci. “Pensando a Maria Eletta, poi, è inevitabile porre l’accento sulle sue straordinarie capacità di sintesi. Quei due hanno portato il Centro in una dimensione nazionale, facendo di Lucca la capitale del volontariato. Un percorso di cui noi, oggi, siamo testimoni. Un lavoro, il loro, iniziato già alla fine degli anni Settanta. Un impegno in cui Maria Eletta ha creduto fino in fondo”. Maria Pia Bertolucci ricorda inoltre l’ultimo atto concreto compiuto dalla Martini: cioè la firma per la costituzione della Fondazione Volontariato e Partecipazione, di cui il Cnv è il primo socio fondatore. “Questo -aggiunge la Bertolucci- testimonia come le sue ultime preoccupazioni siano sempre state per il volontariato, per la partecipazione e per l’impegno e la passione civile”. La firma dell’atto costitutivo avvenne nella casa di Maria Eletta, a San Marco, il 17 novembre 2008.

Fra i presenti, nel ruolo di presidente Cesvot, c’era anche Patrizio Petrucci, attuale vicepresidente del Cnv. “Maria Eletta ha avuto una grande intuizione. Quella di pensare, in un momento particolarmente difficile, a un Cnv aperto” dice Petrucci. “Ne è testimone il rapporto personale che abbiamo avuto. Al tempo ero presidente nazionale Anpas. Con quel ruolo mi trovai a costruire insieme a Maria Eletta una strada di dialogo fino ad allora assente. Fu un rapporto costruttivo. Da quel momento sono nati grandi progetti. Non solo quel tipo di dialogo fu trasferito all’intero del Cnv, di cui cominciai a far parte. Ma il rapporto personale, fatto di reciproca stima, è perfino cresciuto nel tempo. Presi in mano il Centro in un momento di difficoltà, riconoscendo nella Martini un’interlocutrice politica di alto livello, aperta e chiara nelle discussioni. Nel segno della continuità, durante l’ultima Conferenza regionale del volontariato dedicai a lei parte della mia relazione. Anche perché c’era una sorta di unicità in quella sua capacità di intuire i cambiamenti”.

Lei che era strettamente legata ad Aldo Moro, nel 1994 fu tra i fondatori del Partito Popolare Italiano insieme a Rocco Buttiglione, mentre nel 2001 ha partecipato alla fondazione del gruppo “La Margherita”. Il 2 giugno 2002 è stata insignita della massima onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per “l’alto servizio reso al Paese durante la sua lunga carriera parlamentare”.

Gianluca Testa

MeYouMe: Cronaca di un'esperienza

di Mauro Giannelli, Responsabile  Formazione ANPAS nazionale

 

meyuoumeNon si dovrebbe fare (gli esperti di comunicazione ce lo dicono continuamente) ma devo iniziare, questa breve cronaca di una sensazione più ancora che di una esperienza, con una considerazione di attacco.

Ebbene ho capito che forse sono vecchio! (e non solo forse), sono vecchio e quindi potrei dire solo cose da “adulto” (vedete comincio ad avvicinarmi ai giovani almeno con un concetto definitorio: meglio adulto che vecchio no?)

Con questa (lunga) premessa (ma necessaria) vengo alla questione e cioè ad una domanda che via via ha preso sostanza e urgenza dentro di me. Ma noi in Anpas, nei gruppi di lavoro, nelle Pubbliche Assistenze, nei nostri ragionamenti formali ed anche informali fino ad oggi di cosa abbiamo parlato, indagato, su cosa abbiamo lavorato? Insomma il soggetto (o meglio, forse l’oggetto) del contendere erano i “giovani” o un idea astratta di essi, il “giovanilismo”?

Non voglio fare sterile e accattivante demagogia (sarebbe fin troppo facile) o opera di distruzione sistematica di un impegno che anche io ho contribuito a strutturare, non rinnego ne processo ne risultati del percorso importante che abbiamo fatto nella nostra riflessione su “giovani e accessibilità” (che invito tutti a rileggere dopo queste mie semplici riflessioni), mi riferisco a qualcosa di più alto, e al tempo stesso di concreto e determinante, mi riferisco non a “contenuti” ma alla chiave di lettura di un processo per un impegno comune.

Sono i giovani in carne ed ossa, i giovani con lacrime e sangue ma anche con piaceri e felicità, sono i giovani con un volto, un corpo e un cervello al centro delle nostre intenzioni?

Oppure, inconsapevolmente, colpevolmente e semplicemente, ci riferiamo ad una “idea”, ad uno status solo anagrafico, ci riferiamo insomma alla “concezione” astratta che lega (questo si in maniera demagogica) alla parola “giovane” le parole (solo positive) quali bene (nonostante tutto), futuro (nonostante la realtà), miglioramento, cambiamento, bellezza, forza, coraggio,….. o a parole (solo negative) quali distruzione, disinteresse, violenza, confusione, egoismo, vuotezza…..

E allora? dove voglio arrivare? Voglio arrivare qui: io mi dissocio, voglio scendere, non ci sto!

Voglio dissociarmi perché a Cosenza ho incontrato “persone” che valgono o non valgono oltre la loro appartenenza anagrafica; valgono o non valgono per le istanze, i comportamenti individuali, le idee e i processi che mi hanno spiegato; che hanno cercato di condividere con gli altri e anche con le modalità, non solo per i contenuti, che hanno usato per farsi capire anche da me, per esserci in somma in maniera autentica e totale.

Mi sono accorto di essermi stufato del “giovanilismo” anche dei giovani. Abbiamo costruito un coro di cantori dissonanti che in bassi profondi e cupi dicono ogni male dei giovani ed in acuti alti e assordanti di riscontro, cantano ogni bene.

Basta perché tutto questo uccide i giovani e gli adulti, i giovani e i bambini, i giovani e i vecchi, insomma per usare una parola grossa e seriosa (cosa che mi accade spesso) la società!

Basta perché tutto questo cancella i giovani nelle loro aspirazioni, nelle loro idee, nelle loro azioni, nelle loro speranze, e insieme a loro cancella anche noi perché cancella il futuro comune, l’unico futuro possibile: il nostro futuro.

Noi, i non più giovani, (ma con i giovani, almeno alcuni, complici e consenzienti , anche se a volte per la verità inconsapevoli) secondo questo modo di intendere e di volere releghiamo i giovani nella sfera del “loro”, nella sfera di qualcosa che appartiene solo a loro, perché abbiamo paura, perché in questo modo cerchiamo di liberarci delle nostre responsabilità, cerchiamo una riduzione di pena per una colpa, che in fondo cerchiamo di rendere minore.

Ho sentito recentemente un direttore di un importante quotidiano nazionale, Vittorio Feltri, dire, rispetto alle istanze portate avanti anche in Italia dagli “indignati” che si affrettava ad identificare con i giovani, che “per risolvere i problemi dei giovani basta aspettare che invecchino”. Sul momento ho avuto un moto d’ira (fra l’altro mi è facile) e ho avuto un impulso violento e subitaneo di mettergli le mani a dosso (solo in senso metaforico eh!) oggi ci ripenso e mi chiedo se non avesse ragione e che forse la sua ragione nasceva da un modo di sentire e di vedere che aveva il paradigma del giovanilismo come l’unico possibile.

Bene allora dico nuovamente che non ci sto! Non voglio più starci perché (e questo meeting ne è un esempio) voglio contribuire, come posso, a sostituire la parola “loro” con quella di “noi”; sostituire l’aggettivo possessivo escludente appunto quello di “loro” (nel senso di loro proprietà e loro responsabilità), con quello includente di “nostro”, nostra proprietà e nostra responsabilità. Suona meglio no? E’ meno pesante, meno difficile, è una responsabilità condivisa e quindi più sopportabile e anche con più energie a disposizione per reggerla ed soddisfarla.

Si sono stufo del giovanilismo, anche dei giovani lo ripeto, voglio, pretendo un incontro, che metta la parola “noi” davanti alle parole sogno, speranza, fiducia, futuro, diritti, e in fondo, ma non da ultimo accanto a quella grandissima e irrinunciabile di “felicità”.

Questo ho sperimentato a Cosenza, durante il meeting dei giovani del mediterraneo, questo vorrei trasmettere a chi ha avuto la pazienza di leggermi sino a questo punto; questo vorrei promuovere dal basso all’interno dell’ANPAS…anche questo credo che sia un sogno per cui lavorare e se necessario anche combattere. (ma che dite sarò solo un vecchio malato di giovanilismo? Uno che cerca di rimanere giovane? ...un dubbio rimane anche a me aiutatemi a fugarlo!)

Leggi  

Many, una rete con l'uomo al centro di Giuseppe Trimarchi

Le impressioni, di Ilaria Lucaroni


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Dal Meeting dei Giovani del Mediterraneo la testimonianza di May Eddib, 30 anni, ingegnere informatico, Libia.

     

"It’s a great opportunity to exchange cultures and knowledge by making new relationships with people from different backgrounds



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http://meyoume.rexpo.it/

 

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