Autoconvocazione del volontariato italiano, Roma 9 maggio 2015

9 maggio - Si è svolta oggi a Roma, prsso il DIpartimento Comunicazione e Ricerca Sociale dell'Università Sapienza di Roma l'AUTOCONVOCAZIONE DEL VOLONTARIATO ITALIANO. 

Fabrizio Pregliasco all'autoconvocazione del volontariato

 

Per Anpas era presente Fabrizio Pregliasco, presidente Nazionale che ha coordinato il gruppo di lavoro Volontariato: forme di sostegno e CSV: "Dobbiamo ribadire il concetto di rete e l'importanza che esso ricopre per il volontariato. Anpas è una rete da oltre 110 anni di cui fanno parte migliaia di volontari di territori e comunità lontane e che però insieme riescono a rafforzare il welfare: questo deve essere valorizzato e rafforzato. Oggi è stato importante anche ribadire il concetto di volontariato da non intendere come lavoro gratuito: il lavoro deve essere lavoro vero senza essere sporcato o spacciato per forme di collaborazione poco legali. Per questo dobbiamo continuare a impegnarci in un lavoro di trasparenza e di motalità uniforme di rendicontazione. Dall'altra parte però anche alla luce del DDL in discussione al Senato dobbiamo ribadire che il volontariato non deve essere dato per scontato e per il riconoscimento che gli va tributato non può bastare la solita pacca sulle spalle. Per questo c'è bisogno di una chiarezza e di un'armonizzazione delle varie forme associative e contemporaneamente avvertiamo il rischio che con l'attuale riforma crei degli svantaggi al volontariato che rischia di veder destinate sempre meno risorse ai centri di servizio".

 

L'evento a Roma - Più di 300 volontari presenti a Roma da tutta Italia per costruire il messaggio che il volontariato vuole dare al Paese. Un volontariato che rivendica prima di tutto la propria identità e la propria autonomia e non solo la capacità di rispondere a bisogni sociali sempre più urgenti in questo delicato momento di crisi del nostro Paese.

Un volontariato che rappresenta più di 4 milioni e mezzo di cittadini e che esprime centinaia di migliaia di organizzazioni, che chiede di essere riconosciuto per i suoi valori e per la sua azione. I volontari sono presenti ovunque e nei più diversi ambiti che vanno dal piano educativo, a quello dell’accoglienza, dall’inclusione sociale alla tutela dei diritti, alla salvaguardia dell’ambiente e del territorio e del patrimonio artistico e culturale, fino agli interventi di protezione civile, all’impegno internazionale, al contrasto alla povertà e alla emarginazione sociale. Tutti temi, questi, che sono stati affrontati negli otto gruppi di lavoro durante la giornata dell’Autoconvocazione: dal tema dei valori del volontariato a quelli della coesione sociale, dal volontariato e legalità, alla sussidiarietà e ai beni comuni, toccando ancora i temi del rapporto con la comunicazione e la globalizzazione della solidarietà, le reti e il volontariato generazionale.

Il volontariato insomma rivendica il suo ruolo e chiede di poter contribuire a giocare un ruolo anche politico all’interno del nostro Paese, con particolare riferimento al Disegno di Legge Delega di Riforma del Terzo settore.

La giornata di oggi è l’avvio di un percorso partecipato che consentirà al volontariato protagonismo e opportunità di descrivere quel paese che vuole contribuire al cambiamento.

Appuntamento conclusivo al prossimo 5 dicembre Giornata Internazionale del Volontariato.

 

 

L'auto convocazione del volontariato italiano è promossa da Forum Nazionale del Terzo Settore, Consulta del Volontariato presso il Forum, Coordinamento nazionale dei Centri di Servizio per il volontariato (CSVnet), Conferenza permanente delle Associazioni, Federazioni e Reti di Volontariato (ConVol), Caritas Italiana e Centro Nazionale Volontariato (CNV).

 

Ventiliberi: Bologna 21 marzo 2015 

Gruppi di Lavoro      

1) I valori del volontariato
Dono, gratuità, sussidiarietà e partecipazione: tra previsione costituzionale, riforma del Terzo Settore e istanze di cambiamento.

Alcuni spunti per il confronto:
E’ consapevolezza diffusa la “tipicità” della azione volontaria anche come forma compiuta della idea di cittadinanza solidale presente nella Costituzione? Questa consapevolezza aiuta a costruire forme organizzative e strategie operative capaci di evidenziare i valori del volontariato? Non si rischia una distanza tra dimensione testimoniale personale e collettiva ed effettiva capacità di contaminazione valoriale dei territori? La parola volontariato ha conservato la sua efficacia comunicativa nel tempo che stiamo vivendo? Il volontariato organizzato sta raccogliendo le sfide poste dai processi globali di cambiamento, sul piano sociale, organizzativo e culturale?

2) Volontariato e coesione sociale
Azione volontaria e animazione comunitaria, contrasto alla povertà e lotta alla disuguaglianza, strategie di inclusione, produzione di beni relazionali e promozione di economia sociale.

Alcuni spunti per il confronto:
Come può il volontariato organizzato – conservando la sua specificità – promuovere cambiamenti nei modelli economici e favorire lo sviluppo di una economia solidale? Quali spazi e quali forme di impegno può privilegiare oggi il volontariato per dare voce a chi non ne ha? Come diffondere il senso della democrazia come pratica solidale per l’assunzione delle scelte collettive?

3) Volontariato, sussidiarietà, beni comuni
Autonomia delle organizzazioni e delle reti e relazioni con le istituzioni. Le forme regolative della sussidiarietà, fra sperimentazioni e rigidità, per la cura dei beni comuni.

Alcuni spunti per il confronto:
La riforma del titolo V della Costituzione ha rappresentato una vera svolta nell’autoconsapevolezza del volontariato e nei suoi rapporti con le istituzioni? Quali sono le questioni irrisolte nella relazione con gli enti locali e le amministrazioni regionali? Si sono costruiti sistemi di governance sussidiaria territoriale negli ambiti in cui il volontariato è particolarmente significativo? Il modello “consultivo” delle amministrazioni è efficace? Quali prospettive vanno auspicate in questo ambito?

4) Volontariato e legalità
Volontariato come espressione del “dovere inderogabile di solidarietà” (art. 2  Costituzione), ruolo culturale e azione di cambiamento, advocacy e anticipazione. Le sfide della legalità e della lotta a tutte le illegalità.

Alcuni spunti per il confronto:
Il tema della legalità è una dimensione ordinaria dell’azione del volontariato?  Quale può essere il contributo concreto che il Volontariato può offrire in questo ambito? Quali le pratiche significative realizzate?

5) Volontariato, comunicazione, cultura
La “costruzione dell’uomo solidale” è un impegno che sfida il volontariato particolarmente in un tempo di prevalenza dell’individualismo egoista.

Alcuni spunti per il confronto:
Come può il volontariato oggi comunicare i propri valori e la propria visione per contribuire ad un cambiamento della mentalità e degli stili di vita? Quali sono le derive comunicative  (come ad esempio la tv del dolore, l’enfasi sull’emergenza,…) che vanno contrastate? Il volontariato riesce a comunicare non solo il proprio fare, ma anche una idea complessiva di cittadinanza solidale? In questi anni come è cambiata la percezione sociale del volontariato?

6) Volontariato e globalizzazione della solidarietà
Diritti fondamentali, partecipazione e solidarietà declinati a dimensione nazionale e internazionale.

Alcuni spunti per il confronto:
Quali responsabilità per il volontariato italiano nella situazione attuale? In che misura le pratiche territoriali di solidarietà intercettano fenomeni globali come quello delle migrazioni, non solo per gli effetti, ma anche  per la costruzione di strategie di soluzione? Quali connessioni/contaminazioni sono possibili tra le diverse forme di volontariato e di pratiche solidali impegnate sui problemi nazionali e internazionali?

7) Volontariato: reti, forme di sostegno e Csv
La dimensione della rete fa parte dell’agire operativo e politico del volontariato: reti e partenariati; reti locali e reti nazionali; reti tematiche e reti orizzontali; reti di sole odv e reti miste. I CSV sono, essi stessi, espressione di reti locali: la risposta del volontariato italiano per l’autogestione della propria promozione.

Alcuni spunti per il confronto:
Reti: come, per quali obiettivi, per fare cosa, organizzate come, sostenute da chi? Quali lezioni si possono apprendere dall’esperienza sin qui maturata? Quali rischi e opportunità nella riforma dei Csv? C’è un “oltre” ancora da chiedere ai CSV?  Cosa serve per un efficace sostegno ed una lungimirante promozione del volontariato organizzato nei prossimi anni?

8) Volontariato e generazioni
Promuovere il volontariato fra i giovani:  scuola, generazioni, pratiche e nuovi linguaggi, comunicazione. Sfide di cambiamento per le organizzazioni.

Alcuni spunti per il confronto:
OdV e capacità di dare responsabilità gestionali ai giovani. Sono sufficienti i canali esistenti di dialogo esperienziale tra le generazioni? Esistono dei nodi, di linguaggio, di modelli culturali e organizzativi, che impediscono o rendono difficoltoso questo dialogo? Il termine volontariato è capace di suscitare, senza ambiguità, i valori di una cittadinanza ispirata ai valori della Costituzione?

L’iniziativa è promossa dal Forum Nazionale del Terzo Settore, il Centro Nazionale Volontariato (CNV), la Conferenza permanente delle Associazioni, Federazioni e Reti di Volontariato (ConVol), la Caritas Italiana, la Consulta del Volontariato presso il Forum Nazionale del Terzo Settore e da CSVnet, in un momento storico particolare per il nostro mondo in cui si discute in Parlamento la Legge di riforma del Terzo Settore.

 

Il documento “Il Volontariato italiano si auto convoca


I gruppi di lavoro


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