Protezione civile

DIECI LINEE DI LAVORO (più una)

 

1. Le regole poste a tutela della salute e della sicurezza dei volontari di protezione civile sono regole speciali, elaborate espressamente per loro: non seguite gli abituali schemi in uso nelle aziende private, ma leggete con attenzione tutte le norme speciali emanate: il decreto del 13 aprile e il decreto del 12 gennaio 2012 (G.U. n.82 del 6/04/2012) con i suoi 4 allegati. Abbiate la pazienza di leggere i provvedimenti parola-per-parola: quasi ogni termine è stato frutto di una lunga riflessione e di una scelta consapevole, realizzata insieme dal Dipartimento, dalle strutture di protezione civile delle Regioni e delle Province Autonome e dalle Associazioni nazionali. Per i volontari della Croce Rossa Italiana e del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico valgono, inoltre, le disposizioni interne che regolano queste particolari strutture.

 

2. La tutela della salute e della sicurezza dei volontari non si ottiene acquisendo una 'patente' o scrivendo un documento. Non è un'azione da compiere una tantum: si tratta di una modalità organizzativa, vale a dire che deve essere la regola che governa e disciplina ogni attività o nuova attività che l'associazione svolge o intende svolgere, in modo continuativo.

 

3. Quali sono le conoscenze di cui l'associazione dispone sugli scenari di rischio di protezione civile individuati nell'ALLEGATO 1 al decreto del 12 gennaio 2012? L'associazione organizza o partecipa ad iniziative informative e di approfondimento culturale su questi temi?

 

4. Come è organizzata la tua associazione? Quali dei compiti individuati nell'ALLEGATO 1 al decreto del 12 gennaio 2012 è in grado di svolgere? Per ciascuno di essi esiste un percorso di formazione o addestramento interno, che preveda anche periodici aggiornamenti? Esiste una visione chiara di chi fa e può fare che cosa? Procedi al censimento e alla verifica dei compiti attribuiti a ciascun volontario facente parte dell'associazione e dei percorsi formativi e di addestramento cui è sottoposto.

 

5. Quale è la 'storia formativa' dell'associazione? Esiste una ricostruzione di tutte le attività formative ed addestrative realizzate negli anni precedenti? Esiste un programma delle attività formative da organizzare o a cui partecipare (se promosse da altri soggetti) per il 2012? Esistono delle regole sulla periodicità di specifici attività addestrative (ad esempio, per l'uso di attrezzature speciali)? Elabora subito il percorso formativo e addestrativo fatto dall'associazione (ALLEGATO 2 al decreto del 12 gennaio 2012).

 

6. La principale misura prevista a tutela della salute e della sicurezza dei volontari è lo svolgimento costante, sistematico e accurato di attività formative e addestrative, all'interno delle quali gli aspetti relativi alla sicurezza siano esplicitamente ed adeguatamente presenti. Quali iniziative ha in corso l'associazione in questo settore o come intende incrementarle nel futuro? Sei a conoscenza dei supporti, anche di natura organizzativa o economica, che l'associazione può chiedere e ricevere da altri soggetti qualificati a questo scopo quali il Dipartimento della Protezione Civile, Regione, Provincia, Comune, Associazione Nazionale, Coordinamenti territoriali? (ALLEGATO 2 al decreto del 12 gennaio 2012).

 

7. Programma come organizzare l'attività di controllo sanitario dei volontari dell'associazione, ricorrendo a tutte le possibilità previste e illustrate nell'ALLEGATO 3 al decreto del 12 gennaio 2012. Fondamentale è ricordare che si tratta di una ricognizione delle condizioni di salute e che deve essere considerata in correlazione ai compiti che il singolo volontario svolge all'interno dell'associazione.

 

8. Entro i prossimi sei mesi il Dipartimento nazionale e le Regioni definiranno gli elenchi dei medici competenti all'interno dei quali i volontari potranno scegliere per sottoporsi, ricorrendone gli specifici requisiti, alla sorveglianza sanitaria e contestualmente stabiliranno e renderanno note le modalità per lo svolgimento delle visite. Dovranno anche provvedere a chiarire ai medici individuati le necessarie informazioni e conoscenze sul sistema di protezione civile e sulle attività in esso svolte dai volontari. L'attività di sorveglianza sanitaria - anch'essa - non è un adempimento isolato, ma un percorso che si svilupperà nel tempo. La prima ricognizione dei volontari da sottoporre a sorveglianza avverrà nel gennaio 2013, sulla base dei dati di presenza e attività svolta nel 2012. La Tua associazione dispone di un meccanismo di registrazione delle presenze (giorni/ore)? In caso affermativo verificane l'efficienza. Se manca organizzalo (ALLEGATO 4 del decreto del 12 gennaio 2012).

 

9. A partire dal 2012 e per i prossimi anni: focalizza le richieste di contributi per il potenziamento dell'associazione all'attività formativa. In particolare cura l'addestramento all'uso dei mezzi e delle attrezzature e la formazione per compiti di particolare delicatezza e complessità. L'attività formativa, anche se organizzata autonomamente (ad esempio avvalendosi di volontari esperti nei diversi ambiti), deve essere dimostrabile e quindi deve essere formalizzata nelle modalità che successivamente saranno concordate e divulgate a livello nazionale e regionale. La copertura dei costi non deve necessariamente essere finalizzata al pagamento di docenti esterni, ma anche, o soprattutto, alla realizzazione dell'azione formativa.

 

10. A partire dal 2012 e per i prossimi anni: stabilisci e condividi con i volontari delle regole e procedure interne all'associazione per la registrazione e l'aggiornamento periodico delle attività formative con riferimento ai compiti svolti dai volontari, in raccordo con le regole specifiche che ciascuna regione o associazione nazionale stabilirà per le organizzazioni ad esse riferite.

 

11. Le regole contenute nel decreto del 12 gennaio 2012 costituiscono 'standard' minimi di base, validi per l'intero territorio nazionale. Ciascuna Regione è autorizzata a specificarle, articolarle e integrarle. Altrettanto possono fare le associazioni nazionali, per le organizzazioni ad esse affiliate. Altrettanto puoi fare tu per la tua associazione, partendo da questi punti di base e costruendo percorsi modellati 'su misura' per la tua realtà. I decreti approvati non prevedono l'obbligo né di elaborare i Documenti di Valutazione dei Rischi (DVR), né di nominare i Responsabili per i i Servizi di Prevenzione e Protezione (RSPP). Ciò non toglie che delle riflessioni su questi punti si possano fare, se l'associazione è in grado di realizzarli e sostenerli. Come sono considerate operative associazioni che dispongono solo di una panda 4x4 e associazioni che hanno un parco-risorse composto da decine di mezzi speciali, analogamente vale per il percorso della sicurezza. Il livello di organizzazione delle attività deve essere proporzionato al livello generale dell'associazione, alla sua capacità operativa e di intervento. In questo caso gli adempimenti ulteriori non risponderanno (come avviene per le aziende private) ad un obbligo di legge, ma saranno regole interne, a presidio della migliore efficienza e funzionalità dell'associazione.

Il percorso della sicurezza per i volontari di protezione civile

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Con il Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile del 12 gennaio 2012 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 82 del 6 aprile 2012, è stato completato l'iter per la definizione delle attività che le Organizzazioni di volontariato dovranno attuare per garantire la sicurezza dei volontari di protezione civile.

 

Tali disposizioni non cambiano le norme previste per i lavoratori dipendenti delle Associazioni (ai quali si applica in pieno il Decreto 81/08), né quelle per i volontari ed i giovani in servizio civile durante lo svolgimento dell'attività "ordinaria" (in questo caso si continuano ad applicare le disposizioni relative ai lavoratori autonomi di cui all'art. 21 del Decreto 81/08), ma interessano solo i volontari durante l'attività di protezione civile.

Lo stesso Decreto 81 aveva infatti rinviato ad un successivo provvedimento la definizione delle misure da applicare in merito alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per le attività di volontariato di protezione civile.

Il decreto interministeriale del 13 aprile 2011 aveva poi provveduto a fissare i princìpi basilari di tali misure. In particolare, sempre riferendosi alla protezione civile, il decreto aveva equiparato il volontario ad un lavoratore dipendente per le attività di formazione, informazione, addestramento, controllo sanitario, sorveglianza sanitaria e dotazione dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Il decreto stabiliva anche che ciascuna organizzazione di protezione civile, con il supporto delle Pubbliche Amministrazioni, ha la responsabilità di definire un proprio piano formativo ed addestrativo che dia risalto ai temi della sicurezza, e dava particolare rilievo alla cura della salute dei volontari prevedendo il controllo e la sorveglianza sanitaria.

Il decreto del 12 gennaio 2012, elaborato da un gruppo di lavoro della Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile (uno dei componenti era il consulente dell'ANPAS sulla materia, Nicola De Rosa) ed approvato dalla Conferenza delle Regioni, ha definito infine le misure organizzative finalizzate a consentire la sorveglianza sanitaria nei casi necessari, senza oneri a carico delle Associazioni e dei volontari.

Più volte abbiamo espresso la visione dell'ANPAS su questo tema: garantire la sicurezza dei volontari e dei lavoratori che operano nelle nostre associazioni, ma evitando appesantimenti burocratici e sanzionatori insostenibili.

Con piacere pertanto prendiamo atto che il Dipartimento di Protezione Civile, oltre ad aver concertato con il Volontariato la definizione del decreto, ha più volte sottolineato che la sicurezza non deve essere intesa come l'adempimento di una procedura burocratica, ma come un processo continuo finalizzato a tutelare i volontari nelle loro attività di protezione civile.

Invitiamo le Associazioni ad avviare tale processo nei confronti dei volontari di protezione civile.

Contestualmente la definizione di questo decreto ci spinge a riflettere seriamente su come avviare un processo simile per tutelare maggiormente la salute e la sicurezza anche a tutti gli altri volontari (indipendentemente da quanto previsto dal Decreto 81).

Vi informiamo inoltre che l'ANPAS sta valutando la prossima realizzazione di strumenti informativi (con un aggiornamento del contenuto del CD "Volontariamente sicuri") e formativi (piattaforma FAD) per supportare le Associazioni.

Sul sito trovate anche una definizione del quadro normativo, i testi dei tre decreti e le "Dieci linee di lavoro (più una)" che sono una specie di vademecum predisposto dal Dipartimento Protezione Civile. I quattro allegati che trovate citati in quest'ultimo documento sono gli allegati al decreto 12 gennaio 2012. Sempre sul sito trovate la versione integrale dei quattro allegati.

 

Allegato 1: Vengono definiti gli scenari di rischio ed i compiti svolti dai volontari raggruppandoli in categorie minime di base. Questo allegato serve per capire quali sono gli scenari di rischio individuati per le attività di protezione civile e quindi poter proseguire - incrociando le attività svolte da ogni singolo volontario con le categorie minime di base – all'individuazione di percorsi di formazione o addestramento interno all'associazione ed agli aggiornamenti periodici.

Allegato 2: Viene ribadita la necessità di dotare i volontari degli specifici Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) richiesti sulla base delle attività che questi svolgono. Viene anche definita la necessità di inserire nei percorsi formativi uno specifico spazio dedicato alle tematiche della sicurezza, provvedendo ad attestare in maniera certa i percorsi formativi seguiti. I percorsi formativi devono essere certificati dalle associazioni, avendo cura di allegare al registro dei partecipanti ai corsi il programma degli argomenti trattati prevedendo la definizione di specifici spazi dedicati alle tematiche della sicurezza. I volontari devono essere dotati di DPI specifici per le attività che svolgono. Per quanto riguarda i supporti richiamati anche al punto 6. del "Dieci linee di lavoro (più una)" entro ottobre 2012 dovrebbero essere emanati i criteri di massima per la definizione degli standard minimi.

Allegato 3: Si tratta l'attività di controllo sanitario dei volontari indicandone finalità, contenuti, periodicità e procedure. Rispetto a questi aspetti è bene segnalare che l'attestazione del medico, a prescindere dall'esito della visita, non conterrà dati personali sanitari e quindi per la conservazione non sono richiesti all'associazione adempimenti diversi rispetto a quelli previsti per le generalità dei dati personali comuni.

Allegato 4: In questo allegato si tratta la sorveglianza sanitaria e vengono definite le soglie di esposizione agli agenti di rischio basate sulle ore o giornate di attività dei volontari. La sorveglianza sanitaria non prevede oneri per le organizzazioni di volontariato. E' importante prevedere sistemi di rilevazione delle attività orarie svolte dai volontari.

 

VENERDI’ 27 Maggio - dalle ore 8.00 alle 13.00

Accoglienza volontari - Montaggio campo base presso area Campus Università sede di Baronissi in via Salvatore Allende - Accoglienza e insediamento dei volontari con unità cinofile presso il campo di addestramento in località “Nuova variante Baronissi”.

Attività di condivisione dei principi, metodi, obiettivi e nozioni in possesso di ognuno dei
partecipanti (istruttori e unità cinofile)

ore 11.30 - Presentazione ufficiale dell’evento - Conferenza stampa presso il Campo Base

ore 18.00 Convegno presso Sala Consiliare del Comune di Baronissi:

EVOLUZIONE DEL RUOLO DEL VOLONTARIATO ORGANIZZATO: ATTIVITA’ E CONFRONTO CON LE ISTITUZIONI
Saluti

Antonio Aliberti - Presidente Associazione Il Punto di Baronissi
Cesara Maria Alagia - Presidente Regionale ANPAS Campania
Edoardo Cosenza - Assessore Regionale Protezione civile e Difesa del Suolo
Antonio Fasolino - Assessore Provinciale Protezione civile, Infrastrutture ed Università
Gabriella De Micco- Settore programmazione interventi della Regione Campania
Giovanni Romano- Sindaco di Mercato San Severino - Assessore Regionale all’Ambiente
Giovanni Moscatiello- Sindaco del Comune di Baronissi
Franco Gismondi - Sindaco del Comune di Calvanico
Carmine Lizza - Responsabile Nazionale Protezione Civile ANPAS
Giuliano Califano- Governatore Misericordia Salerno
Roberto Tuorto- Banco Alimentare Salerno
Concetta Mattia- Responsabile Regionale Protezione Civile ANPAS Campania

 

SABATO 28 Maggio

Esercitazioni sul territorio: simulazione di un’evento sismico con verifica delle funzioni del piano di emergenza scolastico, soccorso sanitario, recupero infortunati, dispersi etc.

dalle ore 9.00 alle 11.30 Presso il Comune di Calvanico, spazio adiacente l’Istituto Comprensivo di via Roma

dalle ore 11.30 alle 14.00 Presso il Comune di Mercato San Severino, Direzione Didattica I Circolo via Municipio

dalle 15.00 alle 19.00 Inaugurazione ufficiale del campo pratica in località “Nuova variante Baronissi” a seguire le attività di Certificazione degli Istruttori delle Unità Cinofile per il Soccorso ANPAS.

 

DOMENICA 29 Maggio

Smontaggio campo, consegna attestati, pranzo e chiusura evento

Durante le giornate sono previste attività di addestramento teorico/pratico tra i formatori ANPAS,V.V.F., C.F.S.,
C.C., POLIZIA DI STATO, G.D.F., Regione Campania sul tema il nuovo regolamento ANPAS di P.C. “Analisi e valutazione sull’evoluzione della metodologia di intervento e delle attività dei volontari”.

 

LA CITTADINANZA E’ INVITATA A PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE
SARA’ POSSIBILE VISITARE IL CAMPO BASE E IL CAMPO ADDESTRAMENTO UNITÀ CINOFILE PER IL SOCCORSO

Concluso il primo corso di Formazione per gli operatori della Sala Operativa Nazionale

Firenze, 3 ottobre 2011. Si è conclusa ieri, con la consegna degli attestati ai corsisti da parte del Presidente Nazionale ANPAS, Fausto Casini, il primo corso di Formazione per gli operatori della SON (sala operativa nazionale) e delle SOR (sale operative regionali). Iniziata con  l’esercitazione del 25-28 novembre 2010, l’ANPAS ha realizzato un percorso di 5 incontri formativi / esercitazioni che si sono tenuti nella sede dell'ANPAS Nazionale, a Firenze.

 

La SON è il cuore nevralgico di tutte le attività inerenti alla Protezione Civile dell’ANPAS e nella gestione dell’emergenze e pertanto deve potersi avvalere di personale altamente specializzato e formato in grado di gestire e coordinare in modo efficiente e razionale tutte le attività ad essi delegate.

 

Nella galleria fotografica, gli ultimi due giorni di formazione, con la visita al Dipartimento di Protezione Civile a Roma.

 

 

homeSulla scia del dibattito in rete e sui media delle ultime settimane, il Dipartimento di Protezione Civile ha aperto, sul proprio sito, un dossier dedicato alla prevedibilità dei terremoti e al rischio sismico nella città di Roma.

In questo dossier è possibile trovare alcune risposte alle domande più frequenti sulla questione del rischio sismico : che allo stato di avanzamento della ricerca scientifica è impossibile prevedere con esattezza e a breve termine la data, il luogo, l'intensità di un terremoto; che l’unico modo efficace per ridurre le conseguenze di un terremoto è quindi la prevenzione. Tra le misure più recenti e sistematiche, trovate in questo dossier anche il Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico, che prevede una programmazione pluriennale degli interventi su tutto il territorio nazionale.


Sul sito è anche possibile trovare la classificazione sismica di Roma, ossia alla sua suddivisione in zone sulla base della probabilità che sia colpita da terremoti di una certa intensità e ai principali terremoti che nella storia hanno avuto effetti sulla città.

 

Info: http://www.protezionecivile.it/jcms/it/view_dossier.wp?contentId=DOS23630

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