Archivio storico

8 - PROGETTO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER IL CAMPO PROFUGHI DI POSUSJE NELLA EX-JUGOSLAVIA1

 

 

1993_Foto_Posusje

1. Nella relazione di Myriam D’Andrea, responsabile del progetto “Campo profughi di Posusje” e membro della Commissione internazionale Anpas sulle attività svolte al campo profughi nella prima settimana del gennaio 1993, si legge l'intera settimana della missione. I volontari partono da Ancona e arrivano a Spalato. Portano con sè mezzi e medicinali e sono a supporto del campo, ma anche delle strutture sanitarie locali.

Particolarmente interessante la descrizione della ricognizione delle strutture ospedaliere di Mostar: la parte vecchia della città non è raggiungible perché tutti i ponti che solcano il fiume Neretva sono stati minati, e in città si continua a sparare.

"è necessario, per quanto comprensibilmente difficile, selezionare i partecipanti all'iniziativa . In ogni caso è indispensabili renderli consapevoli del fatto che non sono responsabili solo di fronte a se stessi", spiega Myriam nei suggerimenti in fondo alla relazione, "ma all'intera riuscita del progetto"- scarica in pdf

1993_pianta_di_Posusje

 

2. Piantina di Posusje con dislocazione del campo e del dormitorio volontari

 

 

 

 

 

 

 

 

1Fra la fine del 1992 ed il 1993, le Pubbliche Assistenze hanno gestito, insieme ad altre organizzazioni (Arci, Girasole) e con la collaborazione delle Nazioni Unite un campo per l'accoglienza di profughi musulmani durante la guerra nella ex-Jugoslavia.

Posusje si trova al confine fra la Croazia e la Bosnia-Erzegovina.


Clicca qui per vedere la cartina della zona dove si trova Posusje

 

 

 

 

 

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9 - IX CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLE SOCIETA' E SCUOLE DI PUBBLICA ASSISTENZA


Firenze, 22-24 aprile 1922

 

 

Ner_001

1-3. Programma ufficiale (scarica in pdf) con allegata corrispondenza intercorsa con la pubblica assistenza "L'Avvenire" di Prato (scarica in pdf) circa l'inserimento del seguente punto nell'ordine del giorno: «riconoscimento e finanziamento delle Società e loro 'Scuole di pubblica assistenza, di pronto soccorso e d'igiene' con riconoscimento legale del diploma» da loro rilasciato.

Locandina del Congresso (scarica il pdf) che invita le oltre 500 associazioni confederate italiane ad esporre in quella sede «il compito altissimo di questa nostra missione civile [...] attraverso l'opera compatta, indefessa e tenace della Federazione nazionale delle associazioni di pubblica assistenza».

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

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5. CRONACHE DALL’UNIONE REGIONALE TOSCANA - il servizio di ambulanza

 

Piombino inaugurazione sezione e ambulanza

I tre documenti, estrapolati dall’archivio storico del Comitato Regionale Anpas Toscana, intendono mettere insieme esperienze storiche diverse, ma concordi nel ritenere essenziale il servizio di ambulanza.

Nell’articolo di Maresca si riporta un aneddoto del 1910 a fronte del quale si deve la nascita di un carro lettiga antesignano della moderna ambulanza.

Veicolo il cui acquisto, ancora nel 1954, rappresentava una conquista fondamentale di riconoscimento e prestigio delle pubbliche assistenze.

Nell’articolo de «La Nazione» si riporta la cronaca di una vera e propria celebrazione che coinvolse autorità e personalità artistiche per l’inaugurazione della «seconda potente auto-ambulanza, dotata di un motore FIAT della forza di 34 hp e capace di due lettucci per il trasporto degli infermi e di n. 8 posti per i militi di servizio».

Un analogo evento inaugurale doveva essere stato quello di Piombino, popolato da un folto corteo di pedoni e di ciclisti.

 

1. Piombino, 11 aprile 1920. Fotografia del corteo per l’inaugurazione della Nuova sezione e Autoambulanza “Ilva” nella frazione di Cotone

 

 

La nazione - Prato L'Avvenire-2

 

 

 

 

 

 

 

2. Articolo estratto da «La Nazione» del 16 maggio 1922, Cronaca di Prato, dal titolo L’inaugurazione dell’Autoambulanza n. 2 alla pubblica assistenza di Prato ‘L’Avvenire’ - scarica

 

3. Articolo estratto da «Il Giornale del mattino» del 5 febbraio del 1954, notizie da Maresca, dal titolo “Storia e sviluppo della Società di pubblica assistenza” - scarica


 

 

 


4. I notiziari storici

 

Per gli appassionati di storia e di comunicazione (e non solo), vi proponiamo tre notiziari storici che abbiamo ritrovato nel nostro archivio storico.

 

1908 il bollettino della Federazione

1. Primo numero del «Bollettino della Federazione nazionale delle società di pubblica assistenza e soccorso» (gen. 1908), bimestrale diretto da Vincenzo Bidolli e pubblicatoa Spoleto.

Lo scopo dichiarato fu di «diffondere e mettere in evidenza l’utilità socialedelle associazioni [...] le quali si uniranno in un unico intento, quello della propaganda».

Propaganda mirata anche a sensibilizzare gli enti morali, i comuni, le province, le congregazioni di carità, che, con tale strumento potranno «interessarsi col loro appoggiomorale e per quanto è possibile col soccorso pecuniario, alla vita di esse».

 

                

 


2. «Il Volontario del soccorso» notiziario della Federazione nazionale delle società di pubblica assistenza. Il periodico fu dato di nuovo alle stampe a partire dall’agosto 1948 per «darevoce e collegamento fra loro di tutte le [società di pubblica assistenza] consorelle», e «per rendere noto a tutti cosa fanno, come vivono, come esplicano la loro attività profondamenteumanitaria [...] nel raggiungimento sublime del bene svolto in favore della Umanità sofferente.»

Direttore generale: Vittore Menichelli Redattore: Carlo Bonapace Stampa: Milano, Grafica Giuliani

        

 

Capodanno Assistenziale

3. «Capodanno assitenziale», numero unico del 15 gen. 1971 dedicato al saluto di commiatode «Il Volontario del soccorso», cessato nel dicembre 1970 a causa di «mille e mille difficoltà impreviste ed imprevedibili».

 

 

 

          

 

 


 

 


3. Tra Fascismo e Croce Rossa Italiana – le Associazioni cercano prima di sopravvivere e poi di rinascere

 

Firenze. E' il 19 aprile del 1934 e Mario Cioni, Presidente delle pubbliche assistenze riunite di Empoli, firma, sotto giuramento, il passaggio di tutte le associazioni che non erano sparite in precedenza in IPAB (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza organismi di diritto pubblico che sono stati istituiti con il regio decreto n. 2841 del 1923)

"Si modificano gli statuti", si legge. "L'elezione del presidente viene fatta dal prefetto e le cariche sono controllate dal Governo". Il corpo volontari è disciplinato, militarizzato e ridotto al semplice servizio di ambulanza.

Dopo lo sviluppo del primo ventennio del ‘900 sarà il fascismo a bloccare lo sviluppo del Movimento sia asservendo queste realtà al suo potere, ma anche creando il primo stato sociale che, se da un lato dà risposte organiche ed efficaci ai bisogni primari, dall’altro esclude dalla loro gestione i corpi intermedi e le stesse amministrazioni locali. Nel 1930 fu emanato il decreto legge n. 84 del 12 febbraio contenente «provvedimenti necessari per assicurare il funzionamento della Croce Rossa Italiana». All'articolo 2, laddove venivano elencati gli scopi di questa istituzione, si leggeva fra l'altro: «La Croce Rossa può istituire così servizi ordinari di pronto soccorso nei Comuni nei quali non vi sia sufficientemente provveduto dagli ospedali esistenti, come posti di prima assistenza dove se ne manifesti la necessità». Con decreto reale, su proposta del ministro per l’Interno, possono essere sciolte le associazioni di assistenza non ancora erette in ente morale, e possono essere destinate le relative attività patrimoniali alla Croce Rossa, che si sostituirà nei compiti delle associazioni disciolte. Tutti gli immobili sedi delle Pubbliche Assistenze passati alla Croce Rossa nel 1930 non saranno da allora più restituiti e oggi lo schema di Decreto Legislativo di riorganizzazione della Croce Rossa italiana prospetta la dismissione del patrimonio della CRI (imponente per il settore immobiliare e del quale fanno parte anche i beni già appartenuti alle Pubbliche Assistenze) destinato ad essere dismesso e magari svenduto per la copertura dei debiti dell’Ente. Le Associazioni che riuscirono a sopravvivere subirono una pesante riduzione dei meccanismi di democrazia interna. Vennero inquadrate nella normativa sulle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB organismi di diritto pubblico istituiti con il regio decreto n. 2841 del 1923) con nuovi statuti che, oltre a cancellare tutti i riferimenti agli ideali laici e umanitari della storia passata dell'associazione, le sottoposero al rigido controllo delle autorità governative.(Fonte: Conti Fulvio, I Volontari del Soccorso, Venezia, Marsilio, 2004) 

1. Decreto del Prefetto di Firenze del 4 maggio 1934: il presidente della pubblica assistenza di Empoli Mario Cioni, prestando giuramento di fedeltà nelle nuove disposizioni di legge (decreto 40/1930), acconsente alla trasformazione della società in Istituzione di pubblica assistenza e beneficenza - IPAB. In una nota di commento dattiloscritta, si osserva come in generale tale processo abbia comportato una ingerenza del Governo nella vita istituzionale delle Pubbliche assistenze ed un loro ridimensionamento «...nel quale la presenza delle istanze popolari e della partecipazione è ridotta a finzione».

 

                

 

Archivio: tra Ventennio e CRI2. Lettera in data 22 luglio 1947 del presidente della Federazione Ezio Pontremoli all'Alto Commissario per l'Igiene e la Sanità pubblica: la Federazione auspica che la commissione incaricata di determinare i compiti della C.R.I in tempo di pace tenga in considerazione il movimento di rinascita delle Pubbliche assistenze, già incorporate col decreto 40/1930 nella Croce Rossa. Si richiede la piena autonomia delle PP.AA. con una nuova legge che superi i limiti del quadro normativo risalente al 1890. Nell'allegato alla lettera si riportano le proposte di mozione formulate durante il Congresso di Genova del novembre 1947, primo tassello del processo di ricostruzione delle Pubbliche Assistenze di nuovo riunite in una Federazione.

 

 

 

 

            

 

 


 

 


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