Protezione civile

Firenze, 22 Agosto 2017

 

A seguito del sisma che ha colpito nelle ultime ore l’isola di Ischia, il Dipartimento di Protezione Civile ha richiesto la disponibilità ad Anpas Nazionale della colonna mobile.

La colonna mobile nazionale  è composta da due moduli di intervento diversi per dimensioni e collocazione geografica.

Per questo evento, l’Anpas è pronta a garantire, qualora il Dipartimento lo ritenga utile, l’attivazione di un campo di assistenza per ospitare circa 250 persone, oltre ad addetti e soccorritori.

 

Il presidente Anpas Fabrizio Pregliasco ha dichiarato: “A nome di tutti i Volontari Anpas esprimo la nostra solidarietà ai cittadini ischitani per gli effetti del terremoto e un buon lavoro alle strutture della Protezione Civile direttamente impegnate. Siamo pronti a dare una mano nella malaugurata necessità di dover intervenire”.

Terremoto centro Italia: il campo Anpas di Amatrice

 

 

Aggiornamento del 23 Agosto 2017

 

Il Dipartimento della Protezione Civile (funzione volontariato) ha ringraziato Anpas per la disponibilità per l’emergenza sisma Ischia comunicando che non è tuttavia necessario un intervento della Colonna Mobile Nazionale. Al momento non si evidenziano ulteriori necessità.

Il debriefing della campagna nazionale per le buone pratiche di protezione civile 


7 novembre 2015 -  
Dopo il successo della quinta edizione della campagna di sensibilizzazione Io non rischio – che si è svolta il 17 e 18 ottobre in 400 piazze in tutta Italia – nella sede del Dipartimento della Protezione Civile si è svolto un incontro con i 70 volontari formatori nazionali, che nei mesi scorsi hanno avuto il compito di curare la formazione e la preparazione dei volontari che per la prima volta hanno allestito i punti informativi in piazza.

Alcuni dati. Quattromila volontari, oltre 400 piazze 209 nuove pizze rispetto all’edizione precedente, 383 comuni coinvolti  Oltre 80mila visualizzazioni delle pagine del sito sito www.iononrischio.it, ventimila visitatori unici Seicentomila visualizzazioni per l’hashtag #iononrischio.

"Siamo contenti che il modello di formazione giò sperimentato e proposto da Anpas sia stato utile anche per questa campagna" dichiara Carmine Lizza, responsabile nazionale Protezione Civile Anpas. "Non avevamo dato per scontato che il modello della cascata formativa, che prevede la formazione di volontari formatori che a loro volta vadano a formare altri volontari, potesse essere efficace anche per altre situazioni e associazioni non Anpas come le realtà che hanno fatto parte della campagna 2015 di Io non rischio. Oggi, grazie a questo sistema siamo soddisfatti di aver avuto ottimi risultati da persone che che propongono scelte innovative anche pe la campagna stessa".

Carmine Lizza al debriefing Io non rischio

Un’occasione per riflettere sulla loro esperienza di formatori insieme ai partner della campagna e ai referenti regionali e per raccogliere osservazioni sul nuovo modello formativo. In particolare, saranno approfonditi gli aspetti relativi alla didattica e alla parte logistico-organizzativa. Durante il debriefing c'è stato  spazio per brevi testimonianze da parte dei formatori nazionali Io non rischio e una discussione sui temi emersi, in vista dei futuri appuntamenti della campagna.

 



Consulta su www.iononrischio.it l’elenco dei comuni che partecipano a “Io non rischio” e ricorda che la Campagna è anche social: segui "io non rischio" anche su facebook, twitter e instagram, per trovare informazioni utili e condividere la tua esperienza.

 

 

#iononrischio @Anpasnazionale

 


LE FOTOGALLERY

Tutte le foto della campagna 2015 di #iononrischio


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Il sito della campagna

http://www.iononrischio.it/


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La recente esperienza di Anpas nella gestione dei campi di emergenza dopo il terremoto in Emilia del 2012 ha dimostrato la necessità di una preparazione adeguata dei volontari e professionisti, non solo per la risposta alle emergenze, ma anche per la gestione degli affari sociali all'interno di un campo di emergenza. La presenza di famiglie e abitanti di Paesi terzi richiedono un approccio diverso nella gestione della vita quotidiana, all'interno del campo di emergenza.

Con SAMETS, Anpas intende sviluppare un modulo di gestione della formazione per volontari e professionisti in grado di affrontare in queste situazioni particolari e testarli a livello locale per individuare linee guida utili per tutti i volontari o professionisti coinvolti nel meccanismo di protezione civile.

Gli obiettivi del progetto Samets

 Rafforzare le competenze e i curricula dei volontari nel sistema di gestione delle questioni sociali, su tre focus - anziani, disabili, bambini - all’interno dei campi di emergenza;

 Aumentare la capacità dei volontari di lavorare in un ambiente multiculturale e multietnico;

 Migliorare le competenze dei volontari e dei professionisti in contesti di emergenza;

 Creazione dell’effetto moltiplicatore della formazione a cascata (Metodologia campagna Io Non)

Le attività di progetto

1) Impostazione di una ricerca sugli aspetti sociali in emergenza, basandosi sull’esperienza di tutti i partner

2) Tre laboratori transnazionali di Peer review (PREW) focalizzati su tre specifici temi sociali: Bambini,

Multiculturalità, Anziani e Disabili, con il contributo di esperti e collegati con l'esperienza del partner

3) Un seminario transnazionale al termine dei laboratori di Peer Review per impostare linee guida che saranno

utilizzati dai formatori

4) Un meeting transnazionale di formazione e valutazione per formare e testare i volontari formati

5) Quattro eventi di diffusione locale / nazionale

6) un Meeting finale di divulgazione

I risultati attesi sono:

- Mappatura dell’esperienze europee nella gestione degli Affari sociali in emergenza

- Banca dati on-line sul risultato dell’Indagine.

- La Formazione di 15 Istruttori Volontari sulla Gestione degli Affari Sociali in emergenza
- Realizzazione di un Manuale d’uso sui tre temi individuati da utilizzare come Linee Guida dai Volontari Istruttori – 10.000 copie in 4 lingue

- Edu – Train: manuale di raccomandazioni per i volontari istruttori

Partner del progetto:

Organizzazioni partner partecipanti sono: ASB Arbeiter Samariter Bund – Germania, ASBÖ Arbeiter Samariter Bund Österreichs – Austria, ASSR Asociácia Samritánov Slovenskej Republiky – Slovacchia e Croce Bianca/Landesrettungsverein Weisses Kreuz onlus Bolzano - Italia.

Durata del progetto

Il progetto durerà 24 mesi, a partire da gennaio 2014.

Contatti e informazioni

Aurelio Dugoni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

SAMETS Civil Protection Financial Instrument – Prevention and preparedness

Il progetto intende sviluppare un modulo di gestione di formazione dei volontari e professionisti per affrontare queste particolari situazione e si propone di individuare Linee guida utili a tutti i volontari o professionisti coinvolti nei vari sistemi di protezione civile.
Il progetto si propone di: - Attuare le competenze dei volontari esperti nel sistema di gestione dei campi, con particolare attenzione alle questioni sociali in relazione alla multi-etnicità; - Aumentare la capacità dei volontari di lavorare in un ambiente multiculturale di emergenza.
Partner del progetto: ASBO (SAMI Austria) - Croce Bianca Bolzano - ASB (SAMI Germania) – ASSR (SAMI Slovacchia)
Durata: 24 mesi
Status: finanziato e in corso. Avviato il 01/01/2014

Progettazione europea ANPAS partner

Anpas in Europa

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Io non rischio è una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile. Ma ancora prima di questo, Io non rischio è un proposito, un’esortazione che va presa alla lettera. L’Italia è un paese esposto a molti rischi naturali, e questo è un fatto. Ma è altrettanto vero che l’esposizione individuale a questi rischi può essere sensibilmente ridotta attraverso la conoscenza del problema, la consapevolezza delle possibili conseguenze e l’adozione di alcuni semplici accorgimenti. E attraverso conoscenza, consapevolezza e buone pratiche poter dire, appunto: “io non rischio”.

 

Il sistema più efficace per difendersi da un rischio è conoscerlo. Questo tipo di conoscenza, per essere realmente utile, di solito comporta un livello di approfondimento che difficilmente può essere comunicato con un semplice spot radiofonico o televisivo. L’ideale, per un cittadino, sarebbe poter parlare con qualcuno capace di raccontargli tutto quello che occorre sapere sul terremoto, sul maremoto o su qualsiasi altro rischio, magari incontrandolo direttamente nella sua città, in piazza, un sabato o una domenica mattina. Ed è qui che si è accesa la lampadina: i volontari di protezione civile!

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Da questi presupposti è nata l’idea originaria di Io non rischio di Anpas. Formare i volontari di protezione civile sulla conoscenza e la comunicazione del rischio per poi farli andare in piazza, nella loro città, a incontrare i cittadini e informarli. Un’idea concepita e proposta da Anpas e subito sposata dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’Ingv e da ReLuis, e poi progressivamente allargata ad altre associazioni di protezione civile. 

Io non rischio è anche lo slogan della campagna, il cappello sotto il quale ogni rischio viene illustrato e raccontato ai cittadini insieme alle buone pratiche per minimizzarne l’impatto su persone e cose. E in questo caso il termine slogan, che in gaelico significa “grido di battaglia”, è particolarmente appropriato: è la pacifica battaglia che ciascuno di noi è chiamato a condurre per la diffusione di una consapevolezza che può contribuire a farci stare più sicuri.

 

L’elaborazione dei dati del monitoraggio evidenzia un gradimento, da parte dei corsisti, decisamente lusinghiero

I dati aggregati si attestano su medie molto alte sia per ciò che riguarda le attività d’aula, sia per le metodologie formative utilizzate, che includono attività esperenziali e di educazione non formale.
Nel complesso i corsisti sono stati molto soddisfatti (tutti i dati si attestano fra il 5 e il 6 su una scala da 0 a 6), accusando solo un po’ di stanchezza per la logistica e i tempi molto serrati.
Grande soddisfazione, dunque, ed un eccellente risultato per i formatori delle diverse aule che sono - principalmente - i volontari Anpas già iscritti all’Albo Nazionale. L’esperienza ha anche evidenziato il gradimento per un modello formativo che, oltre a competenze e conoscenze, valorizzi un approccio altamente relazionale, in linea con i valori del movimento.

La metodologia - I dati sono stati rilevati con un questionario anonimo semi-strutturato pensato per indagare l'attività di formazione, principalmente, sotto tre profili:
una sezione introduttiva con focus su metodologie e organizzazione d’aula;
un dettaglio individuale sulle performance dei formatori e tutor;
specifiche su organizzazione e logistica.
Tutti i partecipanti hanno restituito il questionario compilato, dunque il dato è decisamente rappresentativo.

Formazione formatori Protezione Civile

 I video del corso

 

La prima sessione del corso formazione formatori 

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