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Gente d’Anpas

Il diario del Presidente 2014-2018, Fabrizio Pregliasco

Genova 6  giugno, Anpas Day in Liguria – sito

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Milano, 6 giugno dalle ore 10:00 alle 13:00 presso il CAM Garibaldi (C.so Garibaldi 27, Milano) sul tema “La riforma del terzo settore: sfide ed opportunità partecipano: FRANCESCO AURISICCHIO Operatore sociale, CARLO BORGHETTI Consigliere regionale PD Lombardia, EMILIA DE BIASI Presidente Commissione Sanità Senato, JOHNNY DOTTI Presidente Welfare Italia, MASSIMO MINELLI Presidente Federsolidarietà Confcooperative Lombardia, LISA NOJA Reposansabile Dipartimento Politiche Sociali PD Metropolitano Milanese, EDOARDO PATRIARCA Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati, FABRIZIO PREGLIASCO Presidente Anpas Nazionale, PATRIZIA TOIA Capodelegazione PD Parlamento Europeo, coordina ELIONA MARGJONI associazione Democratici per Milano sito


Bergamo, 30 maggio: Inaugurazione ambulanza Croce Bianca Bergamo sito


XV Meeting nazionale della solidarietà: Siamo qui a festeggiare i 150 anni della prima associata che poi ha creato un flusso continuo che continua fino a oggi. Il nostro meeting è  un momento importante con cittadini che vogliono essere parte viva e concreta in uno spirito di presenza nel quotidiano: eroi senza superpoteri. Siamo pronti, insiee al Dipartimento di Protezione civile, non solo per fronteggiare le future emergenze,ma anche per continuare a fare formazione” sito


Andora, 5 maggio: Il volontariato come risorsa: gratuità e valore di un impegno. Un convegno durante il corso di formazione organizzato da Fondazione Sacra Famiglia sito 


Bologna, 21 marzo: XX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Ventiliberi: Bologna 21 marzo 2015

Workshop: “La prevenzione della corruzione in sanità”: il segmento del trasporto sociale è sempre più importante: importante fare una rete di specialisti. Nell’emergenza-urgenza e servizi secondari ci sono problemi di corruzione gravi e alto è il rischio di infiltrazione. A volte anche le associazioni di volontariato sono in difficoltà: il nostro impegno è essere dei segnalatori e comunicatori nei punti di rischio che ci sono e sono reali  – sito

Illuminiamo la salute: il workshop di ventiliberi

 


Genova, 20 marzo, tavola rotonda: Il sistema territoriale di soccorso sanitario sito


Baronissi, 6 marzo formazione Anpas – sito

Formazione Baronissi 6 marzo


Salerno, 5 marzo lectio magistralis sul tema “L’Europa ai tempi dei Virus” presso l’Università degli Studi di Salerno (Dipartimento Farmacia, aula 10) – sito


Roma, 12 febbraio: Workshop Servizi di Emergenza territoriale 118, risultati da Laboratorio FIASO – sito


San Donnino, 31 gennaio: prima conferenza di organizzazione Rete PAS – sito


Firenze, 24 e 25 gennaio: Consiglio e Direzione Nazionale

La direzione di Anpas Nazionale


Signa, 17 gennaio apertura corso Essere Anpas – sito

Signa, 17 gennaio: Essere Anpas


Buon 2015

Cari Amici

Gli auguri che quest’anno ci scambiamo sono un ideale continuazione del percorso che ci ha visto impegnati nel corso dell’anno che stà per finire culminati nel 52 Congresso Nazionale e di cui abbiamo traccia nel nostro sito web www.anpas.org e sui nostri social network.

Quella di Anpas è una storia lunga ed interessante che non è solo il ricordo del passato, ma soprattutto la base per nuovi stimoli e per nuovo entusiasmo.

Io spero che tra tutti noi volontari, dirigenti di pubbliche assistenze venga riconosciuta l’importanza di essere parte di una rete di volontariato che è una peculiarità della nostra Italia.

Io spero che in ogni nostra pubblica assistenza si possano percepire i valori di riferimento di Anpas: uguaglianza, fraternità e libertà. Sono questi tre valori a caratterizzare l’identità di un’associazione che si riconosce nel nostro Movimento e a tradursi attraverso la partecipazione sociale in un più completo e complesso sistema etico. Laicità, democrazia, gratuità, universalità, mutualità e volontariato distinguono l’agire delle associate ad Anpas e traducono nel quotidiano i suoi valori fondamentali: ognuno di essi preso singolarmente ha un valore etico e morale insostituibile per un’associazione di volontariato ma solo se interpretato insieme con gli altri dà il senso di cosa è Anpas. I valori sono trasversali all’intero Movimento e rappresentano il “filo rosso” che unisce e che permette di conoscersi e di riconoscersi.

Oggi è utile ricordare e ricordarci che le pubbliche assistenze sono nate in gravi condizioni di bisogni sanitari e sociali, senza che il settore pubblico vi fosse e svolgesse un ruolo in questi ambiti. Le Pubbliche assistenze, quindi, non sono state supplenti dello Stato, ma l’hanno anticipato. Questo è ciò cui oggi siamo ancora chiamati.

Per farlo, abbiamo bisogno di stabilire la prospettiva in cui vogliamo inquadrare il nostro lavoro e il nostro pensiero nei prossimi mesi e anni, tenendo conto della situazione attuale di crisi e delle possibilità che ci pone di fronte, ma anche del sistema di regole in cui siamo inseriti e che possiamo – e forse dobbiamo – contribuire a riscrivere nell’ottica di un benessere generale che ci sta a cuore e che cerchiamo di perseguire.

Un abbraccio fraterno a tutti i Volontari e specialmente alle Nostre famiglie che ci sopportano e ci permettono di fare quello che ci piace, che ci fa star bene e che sopratutto crediamo sia utile alle nostre comunità e alla nostra bella Italia!

Anche quest’anno è passato, tra gioie e dolori, ma è comunque andato. Il desiderio è sempre lo stesso di tutti gli anni e, con la speranza nel cuore, aspetto il 2015… e che sia migliore!

Fabrizio Pregliasco


Signa, 21 dicembre, consegna dell’ambulanza per il Gambia

Domenica 21 dicembre, in Piazza della Stazione a Signa oltre alla inaugurazione di tre nuovi automezzi della pubblica assistenza di Signa (un’Ambulanza di Soccorso e Rianimazione, un fuoristrada per il servizio di Protezione Civile e un’autovettura per il trasporto sociale), i volontari consegneranno a Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas, un’ambulanza della pubblica assistenza signese che verrà inviata in Gambia, per prendere servizio presso il Centro Socio-Sanitario di Bakoteh… sito


13 dicembre, di nuovo Presidente Nazionale Anpas

Firenze, «Il Consiglio Nazionale di oggi ha voluto darmi un consenso unanime per continuare questa esperienza di vita che rappresenta l’appartenenza al movimento di Anpas e mi ha permesso di continuare, dopo una lunga discussione, di poter disporre della competenza dei miei due collaboratori Mauro Giannelli nominato vicepresidente vicario e Ilario Moreschi, vicepresidente»…il comunicato.

 

Fabrizio Pregliasco Presidente Anpas

 

Chi è Fabrizio Pregliasco

 Nato a Milano l’11 novembre 1959 volontario e dal 1981 a tutt’oggi Presidente della Pubblica Assitenza Rho Soccorso (MI). Vicepresidente di SAMI (Samaritan International) rete europea di associazioni di volontariato a cui Anpas aderisce. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Universita’ degli Studi di Milano nel 1986 con lode, ha conseguito successivamente la Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva (1990) e la Specializzazione in Tossicologia (1994).Dal 1991 a tutt’oggi Ricercatore Universitario per la Disciplina Igiene Generale ed Applicata presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Universita’ degli Studi di Milano. Direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano (vedi news)

 


Il diario del Presidente, 2013-2014



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Garibaldo Benifei è Cavaliere della Repubblica

19 dicembre 2014 – Il prefetto di Livorno Tiziana Costantino ha consegnato le onorificenza “al merito della Repubblica italiana” conferite dal capo dello Stato a cittadini livornesi Osmana Benetti, Garibaldo Benifei.

Garibaldo Benifei

Dall’infanzia a Campiglia, all’arresto nel 1933 per attività sovversiva, passando per partecipazione e l’appartenenza alla pubblica assistenza di Livorno. Le storie di volontariato e della resistenza raccontate da Garibaldo Benifei, 101 anni: così l’Anpas ha avuto il piacere di festeggiare l’inaugurazione del suo archivio storico con una testimonianza di un volontario d’eccezione, il più anziano (anche come appartenenza) d’Italia. Volontario, consigliere ed ex presidente della pubblica assistenza SVS di Livorno, Garibaldo Benifei racconta gli interventi fatti nei primi anni del secolo scorso con i carri a mano, ma anche episodi di resistenza al momento della chiusura delle pubbliche assistenze durante il fascismo. Partigiano della “III brigata d’assalto Garibaldi”, Benifei conobbe Osmana Benetti, anche lei partigiana, nel 1943, anche lei nel video. Qualunque cosa si poteva fare nell’interesse del popolo”… Ecco perché si chiama Garibaldo.


 

 

 

 

 

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La notte del 31 a Firenze #arancionatale

Il turno di Capodanno raccontato dall’Humanits di Firenze #arancionatale

Humanitas Firenze

La situazione è perfetta: lasciato da poco (mio malgrado), nessun programma, nessun invito particolare, e allora sai cosa? Io la sera e la notte del 31 vado a fare servizio! Così sto in compagnia, mangio insieme a quelli che partecipano alla cena in Sede, e sicuramente faccio del bene. Seratona assicurata! Che poi in questa scelta c’è anche un pizzico di sana incoscienza, di voglia di vedere cosa succede per le strade quella notte, di poter assistere magari a qualche caso particolare che poi usi e riusi negli anni avvenire quando racconti i servizi più strani che ti sono capitati. Inutile negarlo: è così. Certo, mica speri che tu debba partecipare a servizi drammatici o pericolosi, tantomeno speri che la gente stia male e abbia bisogno di una Ambulanza, però però dentro la tua anima di Volontario del Soccorso Sanitario 118 se decidi di fare servizio la notte del 31 speri un po’ che capiti un qualcosa che ti permetta di poter dire il classico sempre amato “io c’ero”.

 

Arrivo con largo anticipo, che quasi sembra che fossi arrivato in ritardo per il turno precedente; saluto, firmo il registro e guardo un po’ chi c’è e che succede. Inizio a dare una mano per la preparazione della cena e mi rendo conto di come la nostra associazione sia davvero una bella famiglia, strana, allargata, di quelle che non sai mai chi c’è e a che ora torna, ma pur sempre una famiglia. Stare lì mi cura, mi fa dimenticare un po’ la tristezza che in quei giorni mi attanagliava per la fine di un rapporto per il quale avevo combattuto molto e nel quale nessuno credeva tranne me. Insomma era proprio il posto giusto per quella notte di San Silvestro di qualche anno fa.

 

Il turno del pomeriggio termina e la mia squadra del prenotte e notte è già al completo: non perdo tempo e, dato che poi non voglio brutte sorprese, prendo tutti per il bavero e li porto con me a fare la check list dell’Ambulanza. Questo c’è, questo pure, ghiaccio bende e lenzuoli anche ma dato che mi aspetto una sera movimentata forse è meglio prenderne qualcuno in più, ossigeno ok, DAE presente e operativo (sperando sempre che non serva), una pulitina qua e là e la nostra Delta13 è pronta ad affrontare la notte più senza regole di tutto l’anno.

 

Arriva il momento della cena con tutti quelli che hanno deciso di passare quella sera insieme: una lunga tavolata di gente allegra, affamata, ciascuno con i propri problemi ma con la voglia di dare un pochino di sé che insieme al pochino dell’altro fa la grande associazione che siamo. Gli antipasti scorrono lisci, nel senso che non ci chiamano. Arrivano le lasagne fumanti: lo stomaco gongola ma ogni tanto lo sguardo cade sul telefono del 118 come a esorcizzare la chiamata durante la cena. Che ovviamente arriva a metà lasagna, maremma impestata! Impreco (gentilmente), poso la forchetta, trangugio mezzo litro d’acqua per mandare giù il boccone e ripulire un po’ il palato, e via… si parte per il primo servizio di questi due lunghi turni.

 

Rientriamo giusti giusti per non perderci i secondi, che, insieme alle lasagne lasciate a mezzo, qualcuno ci aveva gentilmente messo da parte. Passano i secondi, con abbondanti contorni, e passano anche i dolci. Arriva la mezzanotte e come ogni San Silvestro accogliamo il nuovo anno con uno spiegamento di sirene da far invidia a una contraerea. Tutte le nostre ambulanze lampeggiano e suonano insieme come mai fanno durante l’anno, quasi a cercare di esorcizzare l’arrivo di un nuovo anno che possa essere il più possibile sereno e benevolo per tutti noi e per tutta la nostra cittadinanza.

 

La notte trascorre, ormai già entranti nel primo giorno di Gennaio, con qualche uscita. Neanche a farlo apposta vengo a contatto con le realtà più disparate: ragazzi giovani che si preparano ad andare a una festa ma che hanno fatto un po’ di casino facendosi in malo modo una ceretta; una coppia di mezza età preda della depressione e delle proprie miserie che nella loro casa cercavano di passare una cena del 31 un po’ serena e invece sono caduti nella trappola della droga; un signore anziano che forse aveva chiesto un po’ troppo al proprio fisico in un locale pieno di donne; una ragazzina appena adolescente che pensava che il vero sballo fosse sbronzarsi fino al coma etilico; la disperazione di una vecchietta abbandonata a se stessa e ai propri problemi respiratori. Alcuni dei mali del nostro tempo, insomma; mali con i quali si viene a contatto spesso facendo servizio su di una Ambulanza di emergenza e che quando finisce il turno non ti lasciano mai uguale a quando l’hai iniziato.

 

E così arrivano le 8. E insieme alle 8 arriva anche la squadra che ci da il cambio. Me ne torno a casa mia, in quella pace che sa di tregua dopo la guerra della notte di San Silvestro. Penso che alla fine ho fatto la scelta migliore: fare servizio quella notte mi ha fatto bene, mi ha dato la possibilità di non restare solo, di ridere, di scherzare, di fare del bene, di farmi sentire parte di un tutto tanto che se mi chiedessero “ma tu servizio lo fai per gli altri o per te?” io avrei difficoltà a rispondere.

 

Fettona di pandoro avanzato, caffelatte, doccia. In questa sequenza. E poi sono crollato a letto pensando che, in fondo in fondo, io di fare servizio ne ho proprio bisogno. Buonanotte. O se preferite, buongiorno.

 




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Il racconto della notte del 31 dicembre dell’Humanitas di Firenze


CALENDARIO – Eventi e mercatini di Natale delle pubbliche assistenze

6 dicembre, Molfetta (Puglia) – la tradizione di San Nicola e i volontari di Ser Molfetta (info)

12, 13 e 14 dicembre, Cologno: stand nei diversi quartieri della città con le stelle di Natale con i volontari Avis Cologno

13 dicembre, Milano – Babbo Running, la corsa dei babbo natale: il ricavato dell’iscrizione per il “progetto scuola” di Rho Soccorso  (info)

13 dicembre, Siena – il banco dei volontari della pubblica assistenza di Siena in pian dei Mantellini (info)

14 dicembre, Bagnolo (Piemonte) – in piazza con i volontari della Croce Verde (info)

14 dicembre, Prato – dalle ore 10.00 fino a sera “Mercatino di Natale ” per le vie del paese di Santa Lucia dove i volontari dell’Avvenire sforneranno lampredotto, ficattole, porchetta, tortelli fatti in casa (dalle volontarie) vin brulè e tanto altro per raccogliere fondi per l’acquisto di una nuova ambulanza

18 dicembre, Prato – “Cena di Natale” dei volontari di Santa Lucia, Avvenire di Prato.

19 dicembre, Cologno: stand al Concerto di Natale con i volontari Avis Cologno

20 e 21 dicembre, Chiaravalle (ore 9-13 e 16-20), corso matteotti. La Croce Gialla di Chiaravalle sarà presente per la vendita di Stelle di Natale alla presenza di Babbo Natale. Volontari e personale medico effettuerà controlli di pressione, saturazione e glicemia a quanti lo vorranno. Per info: info@crocegiallachiaravalle.it 071948156

20 dicembre, Cologno: dalle 09.00 alle 19.00 presso Piazza XI Febbraio, stand confezioni regalo vasetti di miele con i volontari Avis Cologno

21 dicembre, Prato dalle ore 21.00 “Gran brindisi di Natale” a Santa Lucia, Avvenire di Prato.

21 dicembre, Ploaghe: i volontari della Croce Gialla travestiti da Babbo Natale faranno alle strutture sanitarie della Fondazione San Giovanni Battista e del ricovero di San Vincenzo. Chiusura della serata in piazza San Pietro attendendo l’uscita della Novena.

(fino al 24 dicembre), San Donnino (Toscana) – impacchettamento dei doni al Centro Commerciale I Gigli (info)

(fino al 24 dicembre), Roma  – i volontari di RNS Roma impacchettano i doni al Centro Commerciale Euroma 2  (info)

(fino al 24 dicembre), L’Aquila  – i volontari di Gran Sasso Soccorso L’Aquila impacchettano i doni al Centro Commerciale L’Aquilone.

24 dicembre, Pula: i volontari Babbo Natale della LAVS di Pula porteranno i doni ai bambini. info 34025550707

24 dicembre, Cologno: sei volontari  di Avis Cologno vestiti da Babbo Natale consegneranno i doni presso le abitazioni delle famiglie

24 dicembre, Taverne d’Arbia – Babbo Natale a Casa tua: la visita di Babbo Natale con i volontari della pubblica assistenza (prenotazioni e info entro lunedì 22 tel 05577365000)

24 dicembre, Pavullo (Emilia)  – i volontari della Croce Verde con Babbo Natale in piazza  (info facebook)

Firenze (Toscana) – i volontari dell’Humanitas di Firenze portano Babbo Natale nelle case (info)

  


Racconta #arancionatale

Come fare? 

Foto – Scaricate l’applicazione Instagram sul vostro smartphone, scattate la foto della vostra sede, delle vostre attività natalizie e inserite la scritta #arancionatale e taggate @anpas nel commento

 

Scrivere una storia – Raccontate i turni, i servizi speciali durante le feste con una storia a comunicazione@anpas.org


I racconti del 2013

#arancionatale di Alessandro (Pisa)

#arancionatale di Paul (Sestri Ponente)


“There are two faces of Christmas: the one in which we are all better, and then there’s another Christmas. Christmas of those who are on the side of those who do not pass good holidays, who passes it close to the other, serving their community, in the streets, with the banks of rivers swelling and snow walls rising.

#arancionatale is the Christmas holidays that volunteers of Anpas public assistance groups (@ Anpas), in collaboration with Instagramers Italy, will try to tell from 8 December to 6 January: the nights spent hoping not to be called for emergency, the Eve spent in uniform, the head office of association decorated, Santa Claus dressed in orange who brings gifts to the less fortunate children in many areas of Italy.”


 

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Il tempo di un cuore birichino

Si è sempre pronti ad essere volontari, ad andare dove le persone hanno più bisogno. Poi però, arriva, piccola, dai grandi occhi marroni e una boccuccia a forma di cuore che un giorno ha bisogno di un “passaggio” verso l’ospedale di Ancona: il suo cuoricino è un po’ birichino.

 

Era il 22 dicembre. Al Soccorso Amico di Mosciano ci si riuniva per scambiarci gli auguri di Natale, mangiando un boccone insieme e quella sera, abbiamo ricevuto un grande dono: lei ha scelto noi!

 

La visita è durata tanto: tutto il giorno. Quindi Angelica ed Errico hanno deciso di riportare lei e i suoi genitori in sede per mangiare con noi. Arriviamo in associazione e vediamo loro, ma soprattutto lei! Ogni volta che la vediamo è una festa. Lei ti sorride e ti ricorda il perché hai deciso di essere volontario, di dedicare il tuo tempo per gli altri. Lei riesce ad unirci, ogni giorno di più, con il solo decidere quando poter andare di nuovo da lei, tutti insieme.

E così si parte la domenica mattina per portare cose di prima necessità e per rivederla e “spupazzarla” un po’! Non possiamo salvarle la vita ma, per quel poco che possiamo fare, cerchiamo di alleviarle il suo tempo incerto.

 

In questi giorni non ci si ferma a pensare che il dono più bello da fare a una persona a cui vuoi bene è il tuo tempo. Ma lei ce l’ha ricordato.

di Simona Sacchetti

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I giovani d'Anpas

 

 

 

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Pazzia lucida, la storia di Gerardo

La storia di Gerardo, pubblica assistenza Grottaminarda

Li chiamano interventi, ma credo che sia troppo superficiale. Per quanto mi riguarda si possono chiamare atti umani. Sono convinto che l’esperienza insegni, ma le prime armi sono le più traumatiche, infatti chi possiede “l’esperienza” giusta cerca di distogliere lo sguardo su tutto e tutti e si concentra su di te. Vede che sei in difficoltà, cerca di capirti, ti aiuta e noti che i gesti più banali e stupidi diventano opere d’arte che non sei in grado di raffigurare. Si perché tutto diventa complicato per te, che hai deciso all’ultimo di seguirli. 

Sono le undici passate, una telefonata ti allarma del fatto che in un centro per anziani qualcuno sta male, che il suo cuore sta per arrivare all’ultimo battito. Saliamo al secondo piano, il che significa “vecchi e fuori di testa”. Ad aspettarci ci sono infermieri specializzati, ma sei tu, tu insieme ai medici, i più scrutati, osservati, visti solo come un bambino può guardare il suo eroe preferito dal vivo. Tutti si fanno da parte, sei tu soccorritore che adesso hai le redini. Ovvio, tu scarichi tutto ai medici.
Ci accorgiamo che il paziente non è in grado di dire neanche il nome, il suo di nome. L’ossigeno fa il resto. Dalla cartella riesco a sbirciare un nome comune, semplicemente come il mio. Questo mi terrorizza ancor di più. Non so cosa avesse ma di certo il suo cuore era ancora vivo, invece il suo addome sembrava gonfiarsi come una mongolfiera. Senza consulto, così di primo colpo, pensai che quel poverino non andasse al bagno da un bel po’, infatti l’ostruzione risaliva per scorciatoie secondarie; l’odore ti risaliva con il semplice respirare.
Qualcosa però distolse lo sguardo facendomi dimenticare anche della fifa. Un secondo signore, un coinquilino del mio omonimo era su un lettino spoglio, vicino ad una finestra, raggomitolato in angolo del materasso su se stesso, a piedi nudi con un semplice pantalone di pigiama, le mani incrociate sulla testa come per proteggersi, ci dava le spalle, come se qualcosa lo terrorizzasse, forse eravamo noi. Forse il colore arancio delle nostre divise. Si era completamente isolato, era fuori da quella stanza come se non ci fosse mai stato, e mi piace pensare che l’abbia pensato. Non conoscevo nessuno, ne l’ambiente, ma quell’uomo avrei voluto toccarlo e dirgli: senti, noi siamo qui, io sono qui, e non c’è niente al mondo che mi possa far allontanare finché non mi dirai il tuo nome, come stai, cosa vuoi o magari abbracciarlo, non so. Avrei voluto tanto ma non l’ho fatto. Alcuni non l’hanno visto nemmeno.

Quell’uomo era un uomo ma gli mancava qualcosa, un qualcosa di naturale, la natura di cui ci riempiamo la bocca facendoci dimenticare noi stessi. La cosa che mi ha aggrovigliato per tutta la notte è stato sentirmi dire: “non toccare!”, “non toccare!” e tutto mi è stato più difficile, anche se volevamo occuparcene. La priorità era un’altra.
Abbiamo traghettato la nostra necessità in ospedale e siamo ritornati. Abbiamo parlato del più e del meno, come sempre, abbiamo riso su qualche battuta, ci siamo salutati e dati la buona notte. Per me però, in un angolo della mia testa, quella persona mi è rimasta. Tolta la maschera della divisa, di notte, da solo, ho pensato: bisogna restare umani! Bisogna toccare con mano

di Gerardo Lieto, pubblica assistenza Grottaminarda

 

I giovani d'Anpas

 

 

Gente d’Anpas: le storie dei volontari Anpas

 

 

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A Dino Ardoino il premio Gattamelata 2014

Consegnato sabato 6 il premio Gattamelata a Dino Ardoino.

Dino Ardoino, volontario dal 1950

È il nostro Dino Ardoino il premio Gattamelata 2014 per la categoria “Volontario”. Giunto alla decima edizione, il premio Gattamelata promuove la cultura e la pratica del volontariato e della solidarietà e che quest’anno in occasione della decima edizione sono stati ampliati a livello nazionale.

Bernardo Ardoino di Albenga è stato premiato per il suo impegno costante nel mondo del volontariato fin da quando, giovanissimo, diventa volontario della Croce bianca di Albenga (1 gennaio 1950). Disponibilità e competenza sono i suoi tratti distintivi, uniti a un grande senso civico che gli consentono di divenire presidente regionale Anpas e dal 2009 presidente della Croce bianca di Albenga.  

 

 

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Indicativo presente, futuro anteriore

Il 52 Congresso Anpas dei giovani

I giovani d'Anpas

di Valerio De Pinto (Ser Molfetta)

I loro sorrisi sono tesi come le loro mani quando prendono il pranzo a sacco. Tesi per l’emozione, per molti di loro è il primo congresso nazionale, per altri è la prima assemblea nazionale del gruppo Giovani d’Anpas a cui partecipano. Sono tanti, inaspettati, furiosi, timidi, alti, bassi, robusti, longilinei, dagli occhi di ghiaccio e dalla pelle olivastra. Hanno dialetti diversi, tratti somatici che provengono dalla nordica Valle d’Aosta fino alla Sicilia con quegli occhi color nocciola e l’accento inconfondibile.

Sabato 29 novembre si è svolta la quarta assemblea dei giovani: un incontro cardine del movimento delle politiche giovanili che ha messo insieme le energie emerse durante la prima assemblea a Bari in occasione del Meeting del 2012, assorbire il bisogno di dotarsi di una struttura a livello nazionale emerso durante la seconda assemblea svoltasi in occasione dell’esercitazione di Protezione Civile “Isole d’Anpas” (Pergusa giugno 2014) e consolidarsi in occasione della terza assemblea dei giovani durante il Sami Contest (Adria, agosto 2014).


Scopo della quarta assemblea nazionale doveva essere quello di eleggere un portavoce nazionale ed il suo vice, trasformandosi poi in un incontro sorprendente, dalle dinamiche insolite e dai risultati inaspettati.
Più che individuare subito un nome, i ragazzi hanno ragionato sulla descrizione ideale di un portavoce, si sono analizzate le sue attitudini, pregi, difetti, carattere e aspettative.


Il pensiero pulito di questi ragazzi ha dimostrato che i valori di Anpas hanno trovato terreno fertile, coltivati costantemente durante l’assemblea ragionando sul concetto del “noi” e non su quello dell’io, sforzandosi di cooperare per il bene comune, scopo purtroppo spesso dimenticato in altri ambienti ed in altre età. È così emerso un portavoce che sarebbe dovuto essere coraggioso, altruista, capace di collaborare e farsi aiutare, consapevole del proprio ruolo di vettore delle istanze che dal basso sarebbero emerse durante gli incontri dei gruppi giovanili, grande viaggiatore e votato alla nobile qualità del saper ascoltare. 

I giovani d'Anpas

Noi siamo gli altri”, come è stato detto da una giovane volontaria, è una frase che è base comune di incontro e scambio di energie.
A questo è seguito un momento di confronto a livello regionale ed interregionale durante il quale i giovani volontari hanno discusso e si sono confrontati sullo sviluppo o la creazione del movimento politiche giovanili nella propria regione, riassumendo con tre termini o concetti la visione futura: si è passati dalla colorita Puglia che ha disegnato le fasi di implementazione del movimento nel proprio territorio (la Chiamata alle Armi!) alla Liguria che ,forte della maggiore esperienza rispetto alle altre regioni in quanto il movimento è nato già nel 2012,ha proposto concetti determinanti per lo sviluppo futuro regionale e nazionale.
Ogni gruppo ha poi scritto su una forma in cartone della regione di provenienza i propri termini e concetti, affiancandole poi per ricreare la sagoma dell’Italia: un avvicinamento simbolico di pensieri e azioni, convergenza di intenti di un movimento che si preannuncia rivoluzionario a livello nazionale  anche in quelle regioni, come la Calabria e il Molise ad esempio, che sono rimaste vuote ma che presto verranno contagiate da tutto questo entusiasmo e “colonizzate” dai giovani d’Anpas.

Forse tutto questo, però, ha spaventato i candidati al ruolo di portavoce, i quali al momento di “avvicinarsi all’Italia” (invito meraviglioso per cui i candidati dovevano avvicinarsi alla sagoma della nostra nazione posta per terra al centro della sala compiendo quei 4 o 5 passi faticosi come un cammino di molte ore) sono risultati solo in due: Simone Calcagni dal Lazio e Pasquale Rana dalla Puglia.

Momenti di silenzioso imbarazzo, palpabile tensione, occhi verso il basso e labbra serrate dei candidati per l’emozione e lo sguardo incredulo di volontari e formatori presenti: sono solo in due. Bene, è cosi che doveva andare.

L’elezione si è svolta in modo trasparente ed onesto, dando ad ognuno dei presenti diritto di voto, dopo aver spremuto per bene i due candidati con domande insidiose e cattive, si sentiva nell’aria l’ammirazione verso i due coraggiosi candidati e la voglia di eleggere qualcuno che nel movimento giovanile ci crede realmente, pronto a combattere e a fare da cocchiere per questo bellissimo calesse rumoroso e colorato.

L’esito degli scrutini di voto ha visto l’elezione di Simone come portavoce e Pasquale come viceportavoce.


Voci di corridoio riportano che i due candidati si siano votati l’un l’altro: io voglio crederci. Voglio credere che un’altra Anpas è possibile, che questi ragazzi abbiano trovato un loro equilibrio. Non si siano “scannati a vicenda” e che un movimento migliore stia nascendo su basi solide, un altruismo ed una correttezza tale da non votare per se stessi perché “io sono l’altro”.


Quella che si è svolta sabato pomeriggio è stata a tutti gli effetti una piccola favola piena di metafore sulla forza del volontariato e sulla fatica di cercare una propria identità, divorando bellezza per riuscire poi a restituire al mondo valori, puliza e felicità che è vera solo quando è condivisa.
E il movimento Giovani d’Anpas trova così necessità di esistere nel quesito conclusivo della relazione del Presidente Nazionale Fabrizio Pregliasco: “come ci immaginiamo tra 20 anni?”.

È il movimento giovani ad essere chiamato a rispondere a questa domanda utilizzando nella risposta due tempi dei verbi italiani: l’indicativo presente, raccontandoci chi sono e che visione hanno, ed il futuro anteriore con tutta quella fame di affermazione e miglioramento che solo la gioventù ha nel proprio DNA precedendoci nel cammino di sviluppo del movimento, indicandoci una direzione e anticipandoci il futuro.



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La fotogallery delle politiche giovanili Anpas al 52°Congresso

Politiche giovanili Anpas

Contest Samaritan International, Adria-Venezia 2014 Movimentiamoci! – I giovani di Anpas Liguria

MeYouMe Anpas e i giovani del Mediterraneo

Lazio e Sicilia fanno rete

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Maltempo Liguria: la poesia di Alessio

Genova ferita

Genova che piange

lacrime amare di fango e sangue

Dolore, morte

Genova che ha paura

Di nembo, insicura

Genova si stringe

Genova più forte

Genova che si rialza

Mani visi

Uniti

Sorrisi

Genova che spera

Genova futura

Genova di Volontari Lanterna

Genova eterna Superba


– di Alessio Conti, Croce Rosa Rivarolese

DagheZena: Croce Rosa Rivarolese

 


 

I racconti dei volontari

Genova non è in ginocchio, il racconto di Paul – leggi

Lombardi, emiliani e toscani, il racconto di Michela – leggi

 

Protezione Civile Genova: info e necessità 800.17.77.97

 

#dagheZena: i racconti dei volontari Anpas delle pubbliche assistenze liguri 

 

Le immagini dell’intervento dei volontari Anpas



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Maltempo Liguria: la poesia di Alessio Leggi tutto »

Maltempo Liguria: il racconto di Michela

C’è una strana sensazione nell’aria. C’è un clima irreale. L’aria è calda e afosa e l’umidità raggiunge livelli elevati. Non c è un filo di vento. Eppure alzi gli occhi al cielo e ci sono molte nuvole che girano tra loro come un turbinio. Una marea di lampi e fulmini squarcia un cielo da colori scuri. All’improviso un tuono rompe il silenzio. Sembra una bomba esplosa in guerra.

Non ci troviamo in un film catastrofico: siamo a Genova in un comune giovedi autunnale. E dopo il tuono il rumore che sentiamo è peggiore: è quello dell’acqua che inizia a scendere.
Scende piano piano, con un tic toc irregolare. Poi guardi fuori e c’è un muro d’acqua. Non vedi manco davanti al tuo naso. In altri parti del mondo la pioggia è cosa comune, ma a noi genovesi la pioggia fa paura. Si, non ci vergogniamo a dirlo che a noi la pioggia fa paura.

Dalla meta’ del 1900 l’acqua è stata per noi liguri il primo nemico da combattere. Nel 1972, nel 1992, nel 2011: acqua e fango hanno provato a piegarci, a distruggerci. Ci sono riusciti in un primo momento, ma noi genovesi siamo stati più forti e ogni volta, tra i nostri famosi mugugni la nostra freddezza e il distacco che ci distinguono ci siamo sempre rialzati. E lo abbiamo fatto da soli!!!

Siamo nel 2014, dopo anni e anni di alluvione. Siamo di punto a capo. Ormai la nostra città la conosciamo e il nostro presentimento sul clima di giovedi non era sbagliato. Le piogge della notte di giovedi e poi di venerdi hanno alluvionato la città, i fiumi sono esondati, le strade hanno ceduto, le colline franato e l’acqua, come ogni volta, ha anche ucciso e ha messo in ginocchio la nostra città

Alle ore 13 di venerdi squilla il telefono: è il regionale (il comitato regionale Anpas Liguria): c’è da radunare volontari nella mia associazione e andare in centro a dare una mano. La risposta e ovvia: noi CI SIAMO. Ma ci siamo non solo come Anpas. Noi ci siamo in primis come cittadini!!!

Muniti di pale, di guanti, di buona volontà e soprattutto di tanto amore per la nostra città partiamo per andare a spalare fango.

Si va a spalare fango perché noi non siamo quelli che vogliamo la gloria, noi non siamo quelli che vogliono le grandi imprese e i grandi applausi perchè  gli eroi stanno tutti al cimitero. Noi siamo quelli a cui importa solo tornare a casa con la divisa sporca consapevoli di avere fatto del nostro meglio per e con i nostri cittadini.

La città é devastata: il fango ha distrutto tutto. Si è portato via tutto quello che ha trovato davanti senza distinzione e si è fermato in strada e non si muove sta lì con una certa arroganza a intasare tombini e negozi come a dirci ho vinto io. Ma si sa non c è fango che tenga.

In tutta questa distruzione mi scappa un sorriso. Mi scappa un sorriso perché vedo in mezzo a tutto questo centinaia di persone munite di cuore, volontà e pala e non sono governanti e sindaci. Sono cittadini e volontari con le divise rosse arancioni blu. Quello non importa ma ci sono. Ci sono i vigili del fuoco che elogiarli e raccontare il loro lavoro sarebbe ormai troppo superfluo. E tra tutta questa gente ci sono anche loro. Loro che sono piccoli, che la pala e molto piu’ alta di loro. Si a spalare fango ci sono anche i bambini !!

Piccoli e indifesi a primo avviso spalano come gli adulti: la città è anche la loro, è il loro futuro e questo futuro vogliono difenderlo.

Per le strade noto un’altra cosa che mi fa sorridere: tra tanti e possenti uomini c’ è anche il sesso debole, le donne. Sono tantissime e anche loro spalano con forza, hanno fango fin sopra i capelli: queste di debole non hanno proprio nulla.

I loro sorrisi sono il sole di questo cielo buio. 

Spalano anziani, ragazze, commercianti, bambini, studenti, Angeli del fango, volontari... Spala la gente comune, con pale secchi mani e rastrelli. La pioggia non ci dà tregua. Cade tanta e forte almeno fino a domenica sera.
Speriamo di farcela da soli ad affrontare quello che ci attende dopo la tempesta. Sarà dura, ma aspetta… C’è una colonna di strani mezzi che lampeggiano sulla sopraelevata. É domenica sera e alla foce arrivano rinforzi. Ci sono circa 100 volontari specializzati in interventi di emergenza idrogeologica con pompe idrovore, moduli alta pressione e macchine per movimentazione terra.

Ci sono i toscani che sanno farti ridere anche quando il fango ti ha distrutto, gli emiliani che sono molto riservati e un poco freddi come noi genovesi, ma che con un piccolo gesto sanno farti commuovere. Ci sono i lombardi forti e duri come vengono descritti, ma con un cuore grande così. Sono angeli del fango? No, sono volontari di protezione civile!
Non piango, ma tremo nel vedere oggi la mia città. Schiarisce il cielo. C’è ancora buio in Genova. Mi chiedo se é vero e se qualcuno pagherà. Ma sono certa che qualcuno come loro ci aiuterà!

– di Michela Gaggero, Croce Verde Sestri Ponente

DagheZena

 


 

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Maltempo Liguria: la storia di Paul

Tre sono le parole-chiave che meglio possono descrivere i miei sentimenti per questa alluvione: apprensione, rassegnazione, rinascita.
Quando la tua città viene travolta da un disastro di queste dimensioni, il cuore ti salta in gola e nella mente scorrono veloci pensieri e immagini purtroppo già viste e conosciute.
Genova non è in ginocchio, Genova è devastata, straziata, ma non è in ginocchio!
La rabbia si percepisce in giro per le strade, è nelle labbra della gente, nelle lacrime di chi ha perso di nuovo tutto.
Giovani, ragazzi, adolescenti e talvolta bambini: questi sono i protagonisti della rivincita, della rinascita di questa superba città.
– di Paul Tacchino, Croce Verde Sestri Ponente

Daghe Zena!

 

 

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