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LAVORO: FORUM DEL TERZO SETTORE SUL PROVVEDIMENTO.

IL GIUDIZIO E’ POSITIVO, MA ANCORA UNA VOLTA IL TERZO SETTORE VIENE TRASCURATO

Roma,  12 aprile

Il Forum del Terzo Settore, ricevuto dalla 11° Commissione permanente Lavoro e previdenza sociale del Senato esprime un giudizio di sostanziale positività sul disegno di legge in materia di riforma del mercato del lavoro.

 

Il provvedimento – dichiara Andrea Olivero, Portavoce del Forum – contiene elementi che vanno in direzione di una crescita del mercato del lavoro: si torna infatti ad avere una visione del lavoro che, pur non rinunciando alla flessibilità, prevede elementi per una sua stabilizzazione, liberando quindi il concetto di flessibilità dalla sua caratterizzazione negativa.”

 

Sul tavolo, tra i temi discussi, quelli dei contratti a termine, partite Iva, co.co.pro e lavoro intermittente. Nel provvedimento si individuano elementi volti alla riduzione degli abusi nell’utilizzo distorto di tali forme contrattuali che alimentano così la precarietà. “Se infatti aumenta l’esigenza di lavoro flessibile – continua il Portavoce –  il rischio di una precarizzazione del lavoro viene scongiurato, per la prima volta, attraverso l’individuazione di criteri volti alla valorizzazione e professionalizzazione del lavoro flessibile, vincolando quelle tipologie contrattuali che nascondono forme di lavoro subordinato.”

 

Sul tema della flessibilità in uscita il provvedimento si muove nella direzione del contrasto al fenomeno delle ‘dimissioni in bianco’, che riguarda più spesso le donne lavoratrici, attraverso misure di tutela che dovranno essere convalidate dal servizio ispettivo del Ministero del lavoro.  In un’ottica di maggiore tutela per tutte le forme contrattuali, da quelle tipiche a quelle atipiche, anche l’introduzione dell’Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego che sostituirà le indennità di mobilità e di disoccupazione, estendendo la copertura agli apprendisti, confermandola ai dipendenti privati e pubblici con contratto non a tempo indeterminato che abbiano lavorato almeno 52 settimane nell’ultimo biennio.

 

Tuttavia è da evidenziare –  prosegue Andrea Oliverocome la riforma non tiene conto in alcun modo del terzo settore e del lavoro nell’ambito del sociale. Un segnale ulteriore che il nostro mondo viene ancora una volta trascurato. Sappiamo bene quanto, specie in momenti di crisi come quello che il nostra paese sta attraversando, il nostro mondo rappresenti una risorsa e un’opportunità da sostenere e valorizzare. E questo non è stato fatto.”

 

La riforma non tiene infatti conto del fatto che i servizi per l’occupazione, e più in generale le politiche attive per il lavoro del nostro paese, quasi non esistono. Se è vero che vengono inserite delle proposte interessanti nell’ottica della flessibilità, è altrettanto evidente che non vengono individuati gli strumenti affinché questa flessibilità possa essere oggettivamente gestita. “Basti pensare al fatto che in Italia solo il 3% dei lavoratori trova impiego attraverso l’intermediazione pubblica o che la formazione riguarda solo il 7% per i giovani e il 6% per gli adulti. Percentuali assolutamente irrisorie per tutta la popolazione lavorativa italiana.”

“Questo ci dice –  prosegue il Portavoce – che se non ci si apre a un nuovo modello e a nuovi servizi al lavoro,in cui il terzo settore sia chiamato a svolgere una funzione importante, non si riuscirà certamente a dar seguito a quelli che sono i principi ispiratori di questa riforma: contribuire a fare crescere l’occupazione in Italia.”

 

Pietro Barbieri, presidente della FISH, e presente all’audizione, ha sottolineato che “questa riforma contiene aspetti interessanti sul tema dei diritti delle persone con disabilità ed ha accolto gran parte delle sollecitazioni che sono state rivolte al Governo dalle organizzazioni dei disabili.” Tuttavia – ha proseguito Barbieri – deve essere fatto un ulteriore passo in avanti rispetto al tema del collocamento, anche per i lavoratori con disabilità, intraprendendo, a livello nazionale, forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati con il terzo settore, per l’avviamento al lavoro delle persone con disabilità.” Il modello indicato come buona prassi è quello della Regione Veneto che ha affidato proprio a soggetti del terzo settore il compito di occuparsi dell’accompagnamento al lavoro dei lavoratori con disabilità, in mancanza di competenze sia tra soggetti del pubblico che del privato profit.

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Cresce il welfare, cresce l’Italia: Lettera al Presidente Mario Monti

“Cresce il welfare, cresce l’Italia”: 35 organizzazioni sociali scrivono al presidente Monti e chiedono sviluppo e rilancio delle politiche sociali

Presentazione a Firenze il 26 maggio, nell’ambito di Terrafutura, con Rossi e Vendola


Roma, 22 maggio. Rigore e crescita, obiettivi da perseguire insieme: all’indomani del G8 di Camp David, le 35 organizzazioni sociali che danno vita alla rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” scrivono al presidente del Consiglio Monti e chiedono una netta discontinuità nelle politiche sociali del governo.

La lettera verrà presentata e discussa a Firenze sabato 26 maggio, ore 18, nell’ambito di Terrafutura, che si tiene alla Fortezza da Basso. All’incontro pubblico, dal titolo “Caro governo, è l’ora del sociale- La Rete Cresce il welfare, cresce l’Italia presenta le sue proposte”, interverranno, tra gli altri, Enrico Rossi, presidente Regione Toscana e Nichi Vendola presidente Regione Puglia.

“La nostra rete ha organizzato i giorni 1 e 2 marzo una prima Conferenza nazionale a Roma – si legge nella lettera a Monti – le conseguenze dei continui tagli al welfare si sono avvertite già lo scorso anno, ma oggi gli effetti sono disastrosi con gli enti locali che si trovano costretti a ridurre i servizi o ad aumentare le quote di compartecipazione a carico delle famiglie. Eppure la persistente crisi economica richiederebbe maggiori servizi e minori costi a carico delle famiglie”.

 

Nella lettera si denuncia che il governo Monti ha “continuato a produrre misure disorganiche e inefficaci, rinunciando a definire un quadro strategico di intervento che avesse come base la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali”.

“Si sta vivendo una situazione paradossale che non si era mai verificata: al pesante aumento delle tasse corrisponde una diminuzione dei servizi e delle tutele”.

 

Nella lettera si chiedono “atti concreti che definiscano i Livelli essenziali delle prestazioni sociali” e il rifinanziamento del Fondo nazionale delle politiche sociali che fino alla attuazione del federalismo fiscale resta l’unico strumento di finanziamento dei diritti soggettivi e delle politiche sociali nelle Regioni e nei Comuni”. Infine le proposte: definizione di un Piano nazionale per la non autosufficienza, un Piano di attuazione del Programma Nazionale di Riforma (PNR) che contenga misure di sostegno al reddito delle persone e delle famiglie e programmi di attivazione dei destinatari, un percorso graduale per raggiungere su tutto il territorio nazionale i tassi di copertura dei servizi per l’infanzia previsti dal QSN (12%) e da Lisbona (33%).

 


IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA

 

Onorevole Presidente Mario Monti,

 

“Cresce il welfare, cresce l’Italia” è una rete interassociativa promossa da 35 organizzazioni sociali tra le più rappresentative del nostro Paese che operano nel campo dell’economia sociale, del volontariato e del sindacato.

La nostra rete ha organizzato i giorni 1 e 2 marzo una prima Conferenza nazionale a Roma a cui hanno partecipato settecento persone tra operatori, ricercatori, rappresentanti istituzionali e del mondo del credito, sindacalisti, dirigenti associativi, della cooperazione e del volontariato.

La Conferenza ha segnato un punto alto di analisi e di confronto che ha registrato una importante condivisione di obiettivi e proposte. Il risultato è importante anche in considerazione del fatto che i vari soggetti che la costituiscono hanno ruoli e compiti diversificati nell’ambito del welfare.

Il dibattito è partito dai tagli alle politiche sociali degli ultimi anni.

Tagli che hanno azzerato il Fondo nazionale per la non autosufficienza e ridotto a poche decine di migliaia di euro il Fondo nazionale per le politiche sociali. In pratica sono stati annullati i fondi nazionali a sostegno delle famiglie, dei giovani, degli immigrati.

Le conseguenze si sono avvertite già lo scorso anno, ma oggi gli effetti sono disastrosi con gli enti locali che si trovano costretti a ridurre i servizi o ad aumentare le quote di compartecipazione a carico delle famiglie. Eppure la persistente crisi economica richiederebbe maggiori servizi e minori costi a carico delle famiglie.

 

Inoltre i tagli e gli effetti della crisi si stanno ripercuotendo drammaticamente anche sulle condizioni di lavoro delle migliaia di persone che ogni giorno costruiscono il welfare del nostro paese. Centinaia di posti di lavoro di giovani, soprattutto nel Sud del paese, sono già stati messi in discussione. In questi settori, più che in altri, assistiamo all’esplosione dei dati relativi alla Cassa Integrazione in deroga.

Sulla base dell’esperienza e del lavoro nel sociale svolto dall’ampia base associativa che aderisce alla Rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” e ai contributi raccolti nel corso della Conferenza, Le rivolgiamo le seguenti osservazioni e proposte.

1.Le politiche sociali e la crisi

La rete assistenziale era, già prima della crisi, inadeguata e profondamente squilibrata fra le diverse aree del Paese. I processi di riforma avviati nel decennio trascorso, in primo luogo la legge 328/2000, che impegnavano lo Stato, le regioni e gli Enti locali, con il concorso del terzo settore e delle organizzazioni sindacali, a potenziare la rete dei servizi e le politiche di promozione economica e sociale, sono stati attuati in modo inadeguato.

A livello centrale si è continuato a produrre misure disorganiche e inefficaci, rinunciando a definire un quadro strategico di intervento che avesse come base la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali.

A livello regionale i processi di riforma contenuti nei piani sociali e sanitari hanno trovato applicazione solo in poche realtà.

A livello locale la programmazione partecipata ha registrato criticità sia nell’adeguamento dell’offerta dei servizi alla domanda sociale, sia in termini di reale partecipazione degli attori sociali alle scelte contenute nei piani di zona. Le imprese sociali che hanno contribuito a generare la rete dei servizi nel paese, sono sottoposte ad un processo diffuso di appalti pubblici guidato da puri calcoli economici che mette in ombra tante iniziative in cui amministrazioni e cittadini hanno dato avvio a buone pratiche di sussidiarietà orizzontale.

Si può affermare con certezza che se il Paese avesse potuto contare su una rete di servizi adeguatamente finanziata e qualificata, gli effetti dovuti alle difficoltà economiche e occupazionali che oggi le famiglie stanno sopportando sarebbero stati meno pesanti e, di conseguenza, il tessuto sociale esprimerebbe oggi più coesione, più fiducia e una conflittualità meno accesa e confusa.

Occorrerebbe calcolare i costi materiali, umani e occupazionali derivanti dalla mancanza di una politica preventiva di promozione sociale in termini di spesa assistenziale, previdenziale, sanitaria. Ci accorgeremmo, così come sta avvenendo per la politica di tutela del territorio, che i costi per riparare i danni sono di gran lunga superiori a quelli occorrenti per attuare una politica di prevenzione e di rispetto dei diritti.

I due milioni di giovani che rinunciano a cercare un posto di lavoro perché lasciati soli, senza speranze concrete, testimoni di ingiustificabili diseguaglianze e di immeritati privilegi, sono solo la punta più drammatica di una realtà molto diffusa composta da lavoratori adulti espulsi dal mercato del lavoro, da milioni di pensionati poveri, da famiglie povere con minori dal destino già scritto. Tutto ciò produce perdita di capitale umano e di energie per far fronte alla crisi.

 

2.Le politiche sociali sono un investimento

Le misure adottate dal governo sino ad oggi non sono state contrassegnate da equità e, cosa ugualmente grave, stanno precludendo la possibilità di ripresa dell’economia e dell’occupazione.

Si sta vivendo una situazione paradossale che non si era mai verificata: al pesante aumento delle tasse corrisponde una diminuzione dei servizi e delle tutele.

Qualche elemento di novità a livello europeo e nazionale comincia ad emergere.

Un cambiamento della politica economica europea, fino ad oggi fondata solamente sul rigore, è auspicabile. Impiegare risorse per far crescere i consumi e rendere il nostro sistema europeo più produttivo e competitivo è fondamentale per uscire dalla stagnazione e dalla recessione che stanno contrassegnando l’economia europea e quelle italiana in particolare.

Gli sforzi che il governo sta compiendo per combattere l’evasione fiscale al fine di reperire risorse utili a diminuire la pressione fiscale sui redditi da lavoro e sulle imprese, sono importanti. Ma tutto ciò appare insufficiente in una situazione di crisi economica, politica e morale.

Occorre che il suo Governo prenda decisioni che rendano tangibile la ripresa economica a chi oggi è maggiormente penalizzato dalla recessione.

La storia ci insegna che a volte l’uscita dai periodi più difficili, se ben governata, può correggere i dati congiunturali negativi. Nello stesso tempo promuovere cambiamenti culturali e politici che superino visioni ristrette dell’agire politico, assicurando sviluppo economica e progresso sociale.

La rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” ritiene che il più importante cambiamento da attuare consiste nel ridefinire il rapporto tra politiche sociali e sviluppo economico.

Le politiche sociali sono state considerate una voce di spesa che, come tale, va condizionata ai vincoli di bilancio e subordinata ad altre spese ritenute più urgenti o più convenienti a fini elettorali.

Le conseguenze di questa sciagurata e diffusa concezione del sociale le pagano i più deboli, ma anche il Paese nel suo complesso.

Nel nostro paese non viene riconosciuto il peso economico, occupazionale, relazionale, inclusivo, delle politiche sociali, nonostante le quote di reddito prodotto dall’economia sociale, i dati relativi all’occupazione, il valore dell’impegno di milioni di volontari, il supporto professionale e solidale a tante persone e famiglie che vivono situazioni transitorie o permanenti di grave difficoltà.

 

Vogliamo ricordarLe, onorevole Presidente, che a fronte della preoccupante sfiducia nei confronti della politica e della classe dirigente in generale, il mondo del non profit con le sue espressioni imprenditoriali, associative e di volontariato, riscuote la fiducia e l’apprezzamento della larga maggioranza dei cittadini. Ciò è dovuto ai risultati concreti che ciascuno può direttamente o indirettamente verificare.

Le politiche sociali svolgono una funzione propulsiva allo sviluppo in quanto creano ricchezza materiale e umana. Investire sulle persone, sulle famiglie, sulle loro capacità di tenuta, di reazione, d’intraprendenza vuol dire rendere il Paese più produttivo, più forte, più giusto, più inclusivo. Vuol dire anche intraprendere una decisa azione anticiclica.

Non erano questi gli obiettivi che il governo da Lei presieduto si è dato al momento in cui ha chiesto la fiducia alle Camere?

 

Un povero che esce dalla povertà, un anziano che invecchia in modo attivo, un bambino e un anziano ben curati, una persona diversamente abile impegnata nel lavoro e nel sociale, chi recupera il valore della vita e del lavoro dopo aver attraversato momenti bui della sua esistenza sono processi di emancipazione e di rispetto dei diritti sociali. Allo stesso tempo rappresentano azioni esemplari per il recupero e l’impiego di energie umane, saperi, occupazione, professionalità, sperimentazione, relazionalità, a tutto beneficio delle comunità locali e del Paese.

Se questa visione del rapporto tra politiche sociali e sviluppo economico rimane convinzione di pochi e non diventa pratica attiva di governo a tutti gli effetti e a tutti i livelli, l’auspicabile ripresa economica sarà valutata sulla base di indicatori inadeguati a registrare la reale ricchezza economica e sociale di un paese civile.

 

Pertanto chiediamo che gli investimenti per lo sviluppo delle politiche sociali entrino a pieno titolo tra gli interventi finalizzati alla ripresa economica del paese che il Governo vorrà decidere.

 

3.Quali scelte fare

La rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” Le chiede di promuovere alcuni atti significativi che marchino una decisa inversione di tendenza rispetto al passato.

 

Per prima cosa le chiediamo atti concreti che definiscano i Livelli essenziali delle prestazioni sociali. La Costituzione conferisce allo Stato questo compito. La legge 42/2009 sul federalismo fiscale è a supporto di questo obbligo costituzionale dove prevede che i Livelli vengano definiti con una legge delle Stato.

La definizione dei Livelli essenziali è la scelta propedeutica alla fase di passaggio dalla spesa storica ai costi standard delle prestazioni sociali, scelta cardine di attuazione di un equo federalismo fiscale e, in prospettiva, di un graduale superamento delle profonde   differenze nella rete dei servizi esistenti tra il Centro nord e il Mezzogiorno.

La definizione dei livelli rappresenta, a nostro avviso, il quadro di riferimento principale per costruire una politica organica di intervento nel sociale da attuare con decisione pur se con la necessaria gradualità.

 

Coerentemente con questa impostazione la scelta principale consiste nel rifinanziare il Fondo nazionale delle politiche sociali che fino alla attuazione del federalismo fiscale resta l’unico strumento di finanziamento dei diritti soggettivi e delle politiche sociali nelle Regioni e nei Comuni. Occorre che la dotazione del Fondo recuperi tutti i tagli della quota destinata alle Regioni effettuati negli ultimi anni, destinando 1000 milioni di euro alle politiche territoriali. Ciò consentirebbe di evitare la chiusura dei servizi e di riorganizzare, con il concorso delle risorse regionali e comunali, l’offerta di welfare locale. Il Governo che trasferisce le risorse alle regioni senza vincoli di destinazione può fissare alcuni obiettivi standard da raggiungere nella erogazione dei servizi nei diversi territori.

All’interno del quadro generale dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali e al rifinanziamento del Fondo Nazionale vanno definite alcune aree di intervento prioritario. Esse riguardano: il sostegno alle persone non autosufficienti, la lotta alla povertà, le politiche per l’infanzia.

 

Pertanto chiediamo che il Governo, d’intesa con le Regioni e gli enti locali:

–              Definisca un Piano nazionale per la non autosufficienza e ripristini il Fondo nazionale cancellato nel 2011.

–              Presenti al paese un Piano di attuazione del Programma Nazionale di Riforma (PNR) che contenga misure di sostegno al reddito delle persone e delle famiglie e programmi di attivazione dei destinatari.

–              Fissi un percorso graduale per raggiungere su tutto il territorio nazionale i tassi di copertura dei servizi per l’infanzia previsti dal QSN (12%) e da Lisbona (33%).

 

Inoltre è urgente che l’Italia recepisca la direttiva europea sui tempi di pagamento da parte delle PPAA.

 

Le recenti misure varate dal governo a favore delle regioni obiettivo convergenza, vanno nella giusta direzione, ma sono del tutto insufficienti.

Le risorse necessarie a finanziare gli investimenti nel sociale debbono essere reperite destinando al settore una parte dei proventi derivanti dalla lotta alla evasione fiscale, da una maggiore integrazione tra sociale e sanitario, dalla diminuzione delle spese militari, dal pieno utilizzo delle risorse europee e da misure fiscali sui redditi alti e sui grandi patrimoni.

 

Onorevole Presidente,

La rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” chiede che il Suo governo inserisca scelte importanti di investimento per la promozione sociale nel Documento di economia e finanza, superando, in questo modo, i ritardi culturali e politici che hanno considerato i servizi sociali una voce di spesa assistenzialistica e improduttiva.

 

La rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” presenterà questa lettera aperta a Lei indirizzata nei prossimi giorni a Firenze in occasione della manifestazione “Terra Futura”.

 

Gli obiettivi contenuti in questa lettera saranno al centro di una iniziativa che la “rete” ha già programmato per il prossimo autunno.

 

La ringraziamo per l’attenzione e per l’impegno che Ella vorrà rivolgere agli importanti temi che Le abbiamo proposto.

 

 

 

 

Rete Cresce il welfare, cresce l’Italia

Ada, Altramente, Anpas, Antigone, Arci, Arci ragazzi, associazione Nuovo Welfare, Auser, Campagna I diritti alzano la voce, Cgil, Cilap-Eapn, Cittadinanzattiva, Cnca, Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo “Franco Basaglia”, Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali, Coordinamento nazionale nuove droghe, Federconsumatori, Fish, Fondazione Franca e Franco Basaglia, Forum Droghe, Forum nazionale Salute Mentale, Fp-Cgil, Grusol, Handy Cup onlus, Inca, Ires, Itaca associazione Europea degli Operatori Professionali delle Tossicodipendenza, Legacoopsociali, Mama Africa onlus, Rivista delle Politiche Sociali, Sos Sanità, Spi-Cgil, Stop Opg, Uisp, Università del Terzo Settore.

(adesioni al 21 maggio 2012)

 

 

 

 Vedi la giornata Cresce il Welfare, cresce l’Italia dell’1-2 marzo

 

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Alcamo, 24 marzo: rifiuti zero in Sicilia

I comuni Rifiuti Zero in Sicilia

Si svolgerà sabato 24 marzo 2012 alle ore 9,30 presso Sala Congressi Marconi Corso 6 Aprile, 119 ad Alcamo (Trapani), il convegno “I comuni Rifiuti Zero in Sicilia: buone pratiche per una gestione sostenibile dei rifiuti”. Saranno presenti come relatori, per la parte scientifica, i maggiori esperti  nazionali ed internazionali tra i quali spiccherà la presenza di Paul Connett, professore emerito di chimica ambientale e tossicologica della St. Lawrence University di New York, promotore nel mondo della strategia Rifiuti Zero.
L’obiettivo del convegno è dare un punto di slancio per le amministrazioni che intendono intraprendere il percorso delle buone pratiche con l’adesione alla strategia internazionale “Rifiuti Zero”. Il protocollo internazionale “Zero Waste”, seguito, in gran parte del mondo, da numerose amministrazioni e in Italia da 71 comuni (di cui 7 in Sicilia), permette attraverso dei passi graduali, l’utilizzo delle migliori pratiche possibili finalizzate alla riduzione, al riuso e al riciclo dei rifiuti. L’obiettivo del convegno è quello di favorire un incontro costruttivo tra il mondo scientifico, politico-amministrativo, la cittadinanza attiva e il volontariato ma anche in-formare, attraverso il workshop pomeridiano dal titolo “Passi concreti verso Rifiuti Zero 2020” rivolto agli amministratori e ai cittadini, sui percorsi amministrativi che un comune può intraprendere per mettere a segno scelte a difesa del pianeta.

Il Convegno è aperto a tutte le persone interessate.
scheda partecipazione convegno
brochure del convegno

Durante il convegno sarà presentato, in prima assoluta in Sicilia, il libro “Rifiuti Zero: una rivoluzione in corso” di Paul Connett con Rossano Ercolini e Patrizia Lo Sciuto, ed. Dissensi (in libreria da marzo prossimo)


Vedi anche l’intervista a Paul Connett al Congresso Anpas
  
     


 

 

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Rifiuti zero per due milioni di italiani: al primo incontro nazionale degli osservatori Rifiuti Zero

Rifiuti Zero: per due milioni di italiani. Anpas al primo incontro nazionale degli osservatori Rifiuti Zero

Firenze 5 febbraio. E’ stato presentato ieri a Capannori -primo Comune nel 2007 ad aderire alla strategia- il rapporto della Fondazione Volontariato e Partecipazione nel corso del primo incontro nazionale degli “Osservatori Rifiuti Zero”. Sono 2.176.896 milioni -il 3,6% della popolazione- le persone che in Italia vivono nei Comuni che hanno adottato la strategia “Rifiuti Zero”, hanno cioè deciso di attuare politiche di gestione e prevenzione -basate su riduzione, riuso e riciclo-, che porteranno nel giro di alcuni anni ad un drastico calo della produzione dei rifiuti. Il boom di adesioni si è verificato nel 2011, anno in cui 54 comuni, sui 70 totali fino ad oggi, hanno aderito alla strategia rifiuti zero.

In totale i Comuni italiani che hanno adottato la strategia “Rifiuti Zero” sono 70 e coprono una superficie di oltre 3500 chilometri quadrati. La maggior parte di loro, il 41%, si trova nell’Italia centrale, il 34% nell’Italia meridionale, il 13% nelle Isole e il 12% al nord. Le regioni con il più alto numero di Comuni aderenti alla strategia rifiuti zero sono Lazio e Campania (14) seguiti dalla Toscana (12). La Provincia a maggiore densità è quella di Roma con 11 Comuni. I più numerosi sono quelli con meno di 10.000 abitanti e a fare la parte del leone è il Comune di Napoli con oltre 959.000 abitanti.
I dati sono contenuti nel working paper che la Fondazione Volontariato e Partecipazione ha dedicato al tema. La Fondazione svolge ricerca sui temi sociali ed ha aperto un filone di ricerca sui temi della sostenibilità e dei beni comuni, mettendo in campo collaborazioni con numerose realtà del volontariato ed istituzionali, in particolare Anpas e Centro di Ricerca Rifiuti Zero (CRRZ) del Comune di Capannori (Lu). Il working paper verrà presentato da nel corso della giornata del 4 febbraio alla quale parteciperanno, fra gli altri, il sindaco di Capannori Giorgio del Ghingaro, il professor Paul Connett presidente di numerosi osservatori Rifiuti Zero e Joan Marc Simon di Zero Waste Europe.

L’incontro nazionale sarà preceduto dalla riunione aperta del team operativo del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori in programma venerdì 3 febbraio alle 17 e dalla presentazione del libro “Meno 100 chili-ricette per la dieta della nostra pattumiera’ di Roberto Cavallo (Edizioni Ambiente) che sarà presentato alle ore 21 all’Auditorium di piazza Moro a Capannori alla presenza dell’autore. Le due giornate sono promosse dal Comune di Capannori in collaborazione con Osservatorio Rifiuti Zero, progetto Active, Ascit, Ambiente e Futuro, Rete Nazionale Rifiuti Zero, Zero Waste Italy e Zero Waste Europe.

Il percorso “Verso Rifiuti Zero 2020” risponde negli obiettivi, nei modi e nei tempi agli indirizzi definiti dalla ZWIA (Zero Waste International Alliance) nella “Carta di Napoli” approvata nel corso del suo V° Meeting Mondiale del 2009. Con l’approvazione delle DELIBERE RIFIUTI ZERO i comuni italiani aderenti alla strategia Zero Waste si impegnano a perseguire tale “protocollo” con il supporto determinante degli OSSERVATORI RIFIUTI ZERO.
Questi, infatti, rappresentano il cuore critico del percorso sia perché chiamati a fare costantemente il “punto” dei risultati raggiunti sia così come ad evidenziare eventuali “criticità” ed anche inadempienze. Sia perché al loro interno collaborano, da un lato, gli amministratori rappresentanti di giunta e di consiglio e i gestori del servizio rifiuti, sia perché negli Osservatori Rifiuti Zero sono inseriti “i soggetti dal basso” (grassroots) rappresentanti delle istanze dei movimenti e della società civile spesso alla base della spinta che ha portato gran parte dei comuni ad aderire alla strategia Rifiuti Zero. Gli Osservatori sono quindi una sorta di garanzia del sistema instaurato con l’approvazione della delibera Rifiuti Zero.
Per questo ed anche perché con l’incontro internazionale del 9 ottobre 2011 svoltosi a Capannori è iniziato un percorso di Coordinamento Operativo Nazionale dei comuni italiani Rifiuti Zero, il Comune di Capannori, il Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori, il progetto Active, la Zero Waste Italy, la Rete Nazionale Rifiuti Zero, la Zero Waste Europe e la Zero International Alliance.

 

Il programma (scarica in pdf)

Venerdì 3 febbraio 2012
ore 17:00 Sala riunioni del Comune di Capannori
Riunione aperta del team operativo del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori
ore 21:00 Auditorium del Comune di Capannori – Piazza Aldo Moro
Presentazione in presenza dell’autore del libro “Meno 100 chili – ricette per la dieta della nostra pattuminera” di Roberto Cavallo, Edizioni Ambiente (vedi su Amazon)

 

Sabato 4 febbraio 2012
ore 9:00 – 18:00 Auditorium del Comune di Capannori Piazza Aldo Moro
Incontro Nazionale degli Osservatori Rifiuti Zero
Introduzione: Giorgio Del Ghingaro (sindaco del Comune di Capannori)
Coordinamento: Rossano Ercolini (Rete Italiana Rifiuti Zero), Alessio Ciacci (assessore all’Ambiente del Comune di Capannori)

 

Partecipano:
Prof. Paul Connett (presidente di numerosi Osservatori RZ di vari comuni a partire da quello di
Napoli), Joan Marc Simon (Zero Waste Europe), Enzo Favoino (membro di numerosi Osservatori RZ), Roberto Cavallo (coinvolto in numerosi osservatori), Concetta Mattia (Anpas Nazionale), Riccardo Pensa (Fondazione Volontariato e Partecipazione), Patrizia Lo Sciuto (Zero Waste Italy), Franco Matrone (comitati Vesuviani), Agostino di Ciaula (Cittadinanzattiva‐Puglia), Massimo Piras (Zero Waste Lazio)
Saranno presenti numerosi sindaci, amministratori, esperti ed attivisti.

 


 

La lettera ai sindaci (.doc)

Caro signor sindaco,

nel porgere a Lei e alla Sua amministrazione e comunità gli auguri per il nuovo anno, siamo ad invitarla  AL PRIMO INCONTRO NAZIONALE DEGLI OSSERVATORI VERSO RIFIUTI ZERO istituito dal suo comune in quanto aderente alla strategia internazionale Zero Waste.
Infatti come concordato nel corso dell’ultimo (e riuscitissimo) incontro internazionale del 9 ottobre avvenuto proprio a Capannori continua IL PERCORSO DI COORDINAMENTO dei comuni RZ ed in particolare viene individuato negli OSSERVATORI RIFIUTI ZERO il luogo nevralgico dove si incontrano le volontà dei “decisori” con la “spinta” della società civile che attraverso i membri degli OSSERVATORI RZ ha il compito di “monitorare” la “road map” intrapresa dal suo comune. Nel corso dell’incontro verrà fatto il punto dei progressi avvenuti nel suo comune ( ed ovviamente negli altri comuni) mettendo a disposizione anche competenze e sostegno per risolvere eventuali criticità.
Infatti il “percorso rifiuti zero” si configura QUALE PERCORSO CONCRETAMENTE PARTECIPATO E CONDIVISO rispondendo alla logica “bottom up” che caratterizza il movimento internazionale ZW.
Verrà infine formalizzato UN OSSERVATORIO NAZIONALE RIFIUTI ZERO che faccia da supporto ai singoli Osservatori ed alle Municipalità che hanno adottato la Delibera Rifiuti Zero.
Le comunichiamo che oltre ai numerosi sindaci ed assessori parteciperanno attivisti ed esperti membri degli Osservatori tra i quali ENZO FAVOINO, ROBERTO CAVALLO, RAPHAEL ROSSI, PATRIZIA LO SCIUTO, AGOSTINO DI CIAULA, FRANCO MATRONE, MASSIMO PIRAS nonchè rappresentanti di importanti associazioni di volontariato come CONCETTA MATTIA per Anpas Nazionale e RICCARDO PENSA per la Fondazione Volontariato e Partecipazione. Dato il carattere internazionale del movimento non potevano mancare nè PAUL CONNETT (presidente di numerosi Osservatori RZ a partire da quelli di Capannori e di NAPOLI) nè JOAN MARC SIMON referente europeo di GAIA ( Global Alliane for Incinerator Alternatives) e di Zero Waste Europe.
A breve seguirà il programma completo. Per qualsiasi informazione telefonare a 3382866215.

Ricordiamo che l’iniziativa che si svolgerà a Capannori (Lu) sabato 4 febbraio a partire dalle ore 9 sino alle ore 18 sarà promossa da:
Comune di Capannori
Centro Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori
Progetto Active
Ascit
Zero Waste Italy
Zero Waste Europe
Rete Italiana Rifiuti Zero
Ambiente e Futuro
Zero Waste International Alliance

P. la segreteria organizzativa
Rossano Ercolini

Il sito della Fondazione Volontariato e Partecipazione


Vedi anche l’intervista a Paul Connett al Congresso Anpas
  
   

L’incontro del 9 ottobre 2011


La lista dei Comuni Italiani che hanno adottato la strategia Rifiuti Zero (dal sito www.rifiutizerocapannori.it)

01. CAPANNORI (Lucca) 45.855 abitanti

02. CARBONIA (Carbonia Iglesias) 29.821

03. AVIANO (Pordenone) 9.277

04. GIFFONI SEI CASALI (Salerno) 5.271

05. VINCHIO (Asti) 677

06. COLORNO (Parma) 8.979

07. SERAVEZZA (Lucca) 13.449

08. CALCINAIA (Pisa) 11.396

09. MONSANO (Ancona) 3.223

10. MONTIGNOSO (Massa Carrara) 10.553

11. LA SPEZIA 95.641

12. VICO PISANO (Pisa) 8.417

13. CORCHIANO (Viterbo) 3.796

14. SOMMA VESUVIANA (Napoli) 35.097

15. BOSCOREALE (Napoli) 26.920

16. MONTE SAN PIETRO (Bologna) 10.976

17. MAIORI* (Salerno) 5.649

18. COLLESANO (Palermo) 4.254

19. FORTE DEI MARMI (Lucca) 7.760

20. SASSO MARCONI (Bologna) 14.719

21. MARINEO (Palermo) 6.814

22. VILLA BASILICA (Lucca)   1.789

23. PIETRASANTA (Lucca) 24.833

24. BORGO A MOZZANO (Lucca)  7.381

25. PORCARI (Lucca) 8.121

26. MASSAROSA (Lucca) 22.933

27. VILLA VERDE (Oristano) 384

28. ALESSANO (Lecce) 6.552

29. CORSANO (Lecce) 5.693

30. GAGLIANO DEL CAPO (Lecce) 5.485

31. MORCIANO DI LEUCA (Lecce) 3.460

32. PATU’ (Lecce) 1.740

33. SALVE (Lecce) 4.708

34. TIGGIANO (Lecce) 2.931

35. MIRABELLO MONFERRATO (Alessandria) 1.399

36. CALATAFIMI SEGESTA (Trapani) 7.258

37. SAN SEBASTIANO AL VESUVIO (Napoli) 9.561

38. PORTICI (Napoli) 53.981

39. TRECASE (Napoli) 9.311

40. TORRE DEL GRECO (Napoli) 87.197

41. BOSCOTRECASE (Napoli) 10.645

42. UMBERTIDE (Perugia) 16.890

43. ALCAMO (Trapani) 45.835

44. BUSETO PALIZZOLO (Trapani) 3.095

45. CASTELNUOVO CILENTO (Salerno) 2.614

46. ANGUILLARA (Roma) 18.882

47. BRACCIANO (Roma) 18.889

48. CERVETERI (Roma) 36.229

49. LADISPOLI (Roma) 40.855

50. MANZIANA (Roma) 6.951

51. ORIOLO ROMANO (Roma) 3.759

52. TREVIGNANO ROMANO (Roma) 5.949

53. BIANCAVILLA (Catania) 23.947

54. SENIGALLIA (Ancona) 45.027

55. CARRARA (Massa-Carrara) 65.573

56. NAPOLI 959.574

Totale abitanti 1.924.425

 

 

 

Rifiuti zero per due milioni di italiani: al primo incontro nazionale degli osservatori Rifiuti Zero Leggi tutto »

Pisa, 20 gennaio: convegno UNITS

DEMOCRAZIA E CAMBIAMENTI SOCIALI: RUOLO DEL VOLONTARIATO E DEL TERZO SETTORE   

L’Università del Terzo settore promuove il 20 gennaio a Pisa un convegno sul ruolo che il volontariato ed il Terzo settore hanno e potranno avere per lo sviluppo della democrazia nel nostro Paese. Un’occasione per riflettere e valorizzare le esperienze che facciano della partecipazione democratica il mezzo e il fine di un nuovo tipo di benessere, di dialogo sociale e un percorso d’uscita dalla crisi.


Il convegno vuol essere un momento di riflessione e confronto sui forti segnali di volontà di partecipazione e cambiamento che ci giungono dalla società civile italiana. Il 2011 e l’inizio del 2012 sono fortemente caratterizzati dalla gravità della crisi economico-finanziaria che fa vacillare alcuni principi della stessa democrazia alla base dello sviluppo sociale dal dopoguerra. I principi a cui il volontariato si riferisce sono quelli della solidarietà, della giustizia sociale e dell’uguaglianza, che hanno segnato la sua storia facendone “scuola di democrazia”: sono questi stessi principi a risultare oggi più critici, ma anche i necessari presupposti di innovazioni e dei cambiamenti sociali . Le reti di volontariato hanno quindi una responsabilità di interpretazione delle nuove istanze della società civile, di una nuova cittadinanza attiva anche in chiave europea, su cui ridisegnare il proprio ruolo e quello dell’intero terzo settore quale interlocutori autonomi delle istituzioni sui temi connessi a welfare, ma soprattutto ai beni comuni. Un ruolo che crediamo potrà essere strategico se porrà al centro la valorizzazione della democrazia. Il convegno vuole fornire strumenti concreti e valorizzare esperienze che fanno della partecipazione democratica il mezzo, ma anche il fine, di un nuovo tipo di benessere.

Il convegno avrà luogo il 20 gennaio 2012 presso la Sala del Consiglio Provinciale Provincia di Pisa Piazza Vittorio Emanuele II, 14, Pisa Ore 9.30 – 18.00

 


ASCOLTA L’INTERVISTA SU GIORNALE RADIO SOCIALE DEL PRESIDENTE DI UNITS LUIGI BULLERI

Il volontariato: una risorsa per la democrazia: leggi l’articolo di Gregorio Arena su Labsus.it

Programma

www.uniterzosettore.it

 

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5 novembre, Roma: Rifiuti Zero Lazio in piazza

Rifiuti Zero Lazio il 5 novembre in piazza: Anpas aderisce

  Comitati Rifiuti Zero e Zero Waste Lazio

 La chiusura della discarica di Malagrotta, pubblicizzata come un importante traguardo raggiunto dalla Regione Lazio, nasconde in realtà un sostanziale fallimento perché Malagrotta chiuderà (e di questo tutti siamo sinceramente contenti), ma si apriranno altre discariche nel Lazio, andando ad inquinare irrimediabilmente altre centinaia di ettari della campagna laziale, distruggendo verde, ambiente, aria, acqua ed economia.

La chiusura di Malagrotta, voluta dalla Commissione Europea, dovrà invece segnare il passaggio ad una seria raccolta differenziata porta a porta. Questo è il motivo per cui si battono Comitato Rifiuti Zero Corcolle, Fiumicino e Riano, Rifiuti Zero Ente Nazionale e Zero Waste Lazio, manifestando uniti sabato 5 Novembre alle ore 10.00 in piazza SS. Apostoli.

La manifestazione, oltre a chiedere alla Regione Lazio un grande impegno al cambiamento, mira a sensibilizzare tutti i cittadini sulla raccolta differenziata porta a porta che, oltre ad evitare situazioni di emergenza e distruzione di intere aree, darebbe una gestione più trasparente e legale dei rifiuti che porterebbe serenità, salute e aria pulita, sia nell’ambiente che nella politica! Basta con gli affari sulla pelle delle persone, basta discariche!

Roma Capitale dovrà dimostrare di essere all’altezza, anche nella gestione rifiuti, così come avviene in tutto il resto del Nord Europa.

Info http://www.zerowastelazio.it/

Adesioni zerowastelazio@gmail.com

Dai cittadini ai Sindaci, dai Sindaci alle Province , dai Sindaci e dalle Province agli imprenditori che
vogliono oggi investire in un settore di green economy che risulta oggi l’unica forma di
imprenditoria non assistita da contributi pubblici, come la truffa dei CIP6 ed i certificati verdi per
gli inceneritori, ed in grado di assicurare la tutela sanitaria – ambientale ed insieme l’occupazione
locale con basso tasso di investimento.

Saranno presenti in piazza:

  • Il portavoce della RETE NAZIONALE RIFIUTI ZERO e diverse delegazioni regionali,
  • I soggetti costituenti della Rete Zero Waste Lazio: Ass.ne Non Bruciamoci il Futuro, Ass.ne
  • Diritto al Futuro/Rete Naz. Rifiuti Zero, Movimento Naz. ecologista EcoItalia Solidale, Ass.ne Comitato Rifiuti Zero Fiumicino, Ass.ne Comitato Rifiuti Zero Riano, Ass.ne Comitato Rifiuti Zero Corcolle, Coordinamento Rifiuti Zero Rieti, Ass.ne Grilli Viterbesi, Eco della Rete Frosinone, Forum ambientalista Valle del Sacco (Colleferro), Coordinamento Naz. Spiaggia Bene Comune, Ass.ne Ostia che cammina – Mun. 13 Roma, Ass.ne Grilli Eretini Monterotondo (RM), Ass.ne Piazza Pulita Civitavecchia (RM), Ass.ne Vivere in Salute-Canale Monterano (RM), Ass.ne Naz. Robin Hood Lazio, Casa dei Diritti sociali FOCUS Roma, Ass.ne Apertamente Oriolo Romano (VT), Comitato Rifiuti Zero Lago Bracciano(RM), Rete dei Cittadini di Aprilia (LT), Ass.ne Salviamo Bracciano (RM), Casa Internazionale delle Donna Roma, Forum Otherearth Roma, Ass. Giuristi Democratici Roma, Ass. cult. Il Calabrone Trevignano(RM), Ass. POSTRIBU’ Onlus Rieti, Cittadinanzattiva Rieti,
  •  I Sindaci del Lazio Verso Rifiuti Zero: Il Sindaco di Ladispoli, Il Sindaco di Cerveteri, Il Sindaco di Anguillara, Il Sindaco di Bracciano, Il Sindaco di Trevignano, Il Sindaco di Oriolo Romano (VT), Il Sindaco di Corchiano (VT), Il Sindaco di Manziana (RM), Il Sindaco di Bassano (VT), Il Sindaco di Gallicano, Il Sindaco di Rignano.

 

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Capannori: nasce il Coordinamento dei comuni che aderiscono a Rifiuti Zero

 

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22-24 settembre, Torino: SIS 118 IX Congresso nazionale

9° Congresso nazionale S.I.S. 118:L’IMPEGNO FA LA DIFFERENZA

 

Anpas PROTAGONISTA ATTIVA NEL SISTEMA DI EMERGENZA 118

23 settembre, Torino.  All’IX Congresso Nazionale Sis 118 in programma al Lingotto Fiere di Torino, dal 22 al 24 settembre, si è discusso di volontariato nel Sistema di emergenza 118 con Fausto Casini, presidente nazionale Anpas (associazione Nazionale pubbliche assistenze), Paolo Emilio Ferreri, presidente della Croce Verde di Torino, Gianpiero Del Tito, Commissario Provinciale Cri di Asti e Aldo Galliano, presidente Soccorso Alpino Speleologico del Piemonte. A moderare il dibattito Francesco Enrichens, vicepresidente nazionale Sis 118 e direttore dip. Chirurgia – Ao Cto/M. Adelaide di Torino.

 

«Voglio sottolineare – ha detto in apertura Francesco Enrichensche il nostro Sistema a livello regionale e nazionale è cresciuto perché non solo chi lavora nell’emergenza per mestiere ha cercato di elevare qualitativamente le componenti tecniche, quelle culturali e delle regole organizzative, ma anche perché il volontariato ha saputo professionalizzarsi. Qui in Piemonte esiste un percorso formativo obbligatorio per i volontari che è lo stesso, con gli stessi principi e stesse regole e con la certificazione regionale, una garanzia di Sistema e condizione essenziale per poter accedere alle convenzioni di ambulanza. In tempi di piano di rientro però c’è il rischio di considerare il volontariato non già come una formidabile risorsa di programmazione e confronto, ma di nuovo come un risparmio».

 

Secondo il presidente nazionale Anpas Fausto Casini il Sistema di emergenza 118 è in costante evoluzione perché cambiano le condizioni ambientali, sociali, politiche ed economiche quindi occorre un continuo lavoro di rielaborazione. «Un processo, o più propriamente un patto, – precisa Fausto Casini – che deve necessariamente coinvolgere tutti gli attori che mettono in campo risorse, i quali devono poter dire la loro in un ambito di sussidiarietà. Bisogna inoltre prevedere canali attraverso i quali il volontariato possa svilupparsi, rafforzarsi e partecipare sempre di più.

«Il Sistema di emergenza 118 – prosegue Casini – deve poter dar vita anche a una fase extrastrutturale che punti sulla capillarità della presenza sul territorio e sui cittadini. Ad esempio tutti dovrebbero sapere usare il defibrillatore o come fare la rianimazione. In questo momento l’unico soggetto che fa promozione sociale fino in fondo è il volontariato. Un movimento di persone organizzate alle quali il Sistema dovrebbe riconoscere anche i costi delle attività divulgative, della ricerca di nuovi volontari, dei corsi di formazione e prevenzione per la cittadinanza».

 

Per Fausto Casini lo slogan scelto per il IX Congresso Nazionale Sis 118, “L’impegno che fa la differenza”, significa: «Cittadini e non consumatori, sussidiarietà e non esternalizzazione, relazione e non delega, responsabilità condivisa nella consapevolezza dei ruoli e rivendicazione di legalità e merito contro corruttela e spartizione. Questo per noi – conclude Casini – è l’apporto in più del volontariato all’interno del Sistema».

 

«In Piemonte lavoriamo assieme da sempre – spiega Andrea Bonizzoli, presidente Anpas Piemonte – la prima Centrale operativa del Sistema 118 nella nostra Regione venne gestita dal Cpe, il Consorzio Piemonte Emergenza quindi da Anpas, Croce Rossa e Soccorso Alpino Speleologico del Piemonte. Gli ottimi rapporti e la collaborazione fra le diverse organizzazioni coinvolte nel Sistema 118 sono certamente i punti di forza del volontariato in Piemonte.

Questo è un periodo di riorganizzazione dell’emergenza sanitaria perciò chiediamo di venir coinvolti ai Tavoli di consultazione, come è avvenuto nel passato, e auspichiamo che non ci siano tagli, ma un miglioramento del Sistema che oggi si rende necessario dopo oltre quindici anni di lavoro».

 

Il IX Congresso Nazionale Sis 118 si concluderà sabato 24 settembre, in piazza San Carlo a Torino. Un pomeriggio, dalle ore 15.00 alle 18.00, in cui gli operatori tecnici, medici, infermieri e volontari operativi nel Sistema di emergenza 118 incontreranno la cittadinanza per un momento di festa, informazione e prevenzione. Anpas sarà presente con uno stand in cui promuoverà la pubblicazione “Salute ed educazione sanitaria pediatrica” realizzata in collaborazione con la Pediatria d’Urgenza dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Un manuale dedicato ai ragazzi tra gli 11 e i 15 anni nato con l’obiettivo di trasmettere poche, semplici, ma basilari tecniche di primo soccorso. Sarà inoltre possibile assistere a dimostrazioni di Pbls (Supporto di base delle funzioni vitali in età pediatrica) a cura dei volontari delle pubbliche assistenze Anpas.

 

L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta oggi 81 associazioni di volontariato con 10 sezioni distaccate, 8.656 volontari (di cui 2.986 donne), 7.932 soci, 346 dipendenti e 172 ragazzi e ragazze in servizio civile che, con 399 autoambulanze, 114 automezzi per il trasporto disabili, 195 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile, 5 imbarcazioni e 15 unità cinofile, svolgono annualmente 395.314 servizi con una percorrenza complessiva di quasi 13 milioni di chilometri.

 

Le fotografie del IX Congresso Nazionale Sis 118 sono disponibili sul sito di Anpas Piemonte alla seguente pagina web:http://www.anpas.piemonte.it/galleria/IX_Congresso_Sis118/index.htm

Segui la diretta streaming del Congresso

Tutte le foto di Anpas al Congresso SIS

 

PROGRAMMA DEL CONGRESSO

COMITATO ORGANIZZATORE

COMITATO SCIENTIFICO

 

Info e prenotazioni:

Il Melograno Servizi

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9-11 settembre, Rimini: Assemblea nazionale della UISP

ASSEMBLEA NAZIONALE delle UISP

Rimini 9-11 settembre 2011

 

Come fare dello sport un diritto per tutti i cittadini? L’Uisp cercherà di dare una risposta all’interrogativo insieme al presidente Vasco Errani, coordinatore della Conferenza delle Regioni, che parteciperà all’Assemblea nazionale dell’Unione Italiana Sport Per tutti, a Rimini Fiera dal 9 all’11 settembre, nell’ambito di “Sports Days”.

 

Il Presidente nazionale Anpas Fausto Casini interverrà al workshop su Sport ed inclusione Sociale che si terrà sabato 10 settembre presso la Sala Neri di Rimini Fiera.

Filippo Fossati, presidente nazionale Uisp: “A Sports Days di Rimini porteremo le nostre idee di sport, le proposte di riforma del sistema sportivo e presenteremo un percorso fatto di buone pratiche, attività e ricerche. Chiameremo il Coni e il mondo sportivo al confronto per lo sviluppo dello sport italiano, tema intorno al quale coinvolgeremo rappresentanti delle istituzioni territoriali e nazionali“.

L’Uisp chiamerà a raccolta circa 250 dirigenti territoriali, regionali e nazionali per questo appuntamento che proseguirà durante tutto il week end attraverso una serie di incontri pubblici e workshop per tutta la durata di “Sport Days”. L’Assemblea Uisp si concluderà domenica 11 settembre alle ore 13, con l’intervento di Vincenzo Manco, vicepresidente nazionale Uisp.

 

Scarica il programma completo di workshop ed incontri

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FORUM TERZO SETTORE: Una manovra ingiusta contro la crescita del paese

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

UNA MANOVRA INGIUSTA CHE TAGLIA OGNI PROSPETTIVA DI CRESCITA PER IL PAESE


Roma 31 agosto 2011

Il coordinamento nazionale del Forum del Terzo Settore ha esaminato la recente manovra finanziaria presentata dal governo. Ne emerge un giudizio negativo per i suoi contenuti e per le modalità con cui è stata concepita.

Ogni provvedimento finanziario, tanto più in una situazione di grave emergenza economica come quella che il nostro Paese sta attraversando, deve assicurare gli obiettivi di equità e giustizia sociale, ambedue clamorosamente disattesi dalle misure che vengono proposte.

Trascurando le raccomandazioni del Presidente della Repubblica – dichiara Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo settore e le stesse assicurazioni di numerosi esponenti del governo, questa ennesima versione della manovra finanziaria è stata elaborata senza alcun confronto con le parti sociali e i partiti di opposizione.”

Nel merito la manovra finanziaria continua a colpire sempre gli stessi soggetti, rischiando di essere inefficiente ed inefficace. “Famiglie, giovani, anziani, disabili e tutte le fasce di popolazione più debole, sono caricate di ulteriori tasse e vedono, in prospettiva, la diminuzione dei servizi e delle opportunità di impiego.” – prosegue il Portavoce – “In una situazione come questa la riduzione dei cosiddetti costi della politica sono spariti o rimandati a futuri imprecisati.”

I tagli previsti per gli enti locali, nonostante siano stati ridotti rispetto alle precedenti ipotesi, avranno forti ricadute sui servizi e sulla spesa sociale. “Colpire l’amministrazione locale, alla quale è affidata la gestione del welfare locale e di quello assistenziale – prosegue Oliverosignifica cancellare molti servizi alle persone e alle famiglie. Senza contare che la nuova manovra seppellisce ogni tentativo di attuare quel federalismo fiscale ‘buono’ che si stava faticosamente mettendo in atto”.

Un’altra spia di allarme viene dal Forum sulla norma che prevede la soppressione degli enti sotto i 70 dipendenti. In questo modo l’Agenzia per il Terzo Settore verrebbe soppressa, facendo venir meno “un importante punto di riferimento istituzionale e un interlocutore tra Governo e il terzo settore – dichiara il Portavoce proprio in questa sua delicata fase di crescita.”.

Forte preoccupazione per la riduzione delle misure di vantaggio fiscale per le cooperative: il loro regime agevolato deriva dal divieto di distribuire i propri utili tra i soci. “Ci chiediamo – prosegue Olivero quale possa essere l’effettivo e sostanziale contributo che questa misura apporterebbe.

Sul percorso di definizione della riforma fiscale e assistenziale il Forum chiede “che si apra uno spazio di dialogo e un processo di ascolto, dal quale finora gran parte della rappresentanza sociale è stata esclusa”. Il terzo settore è disposto a “rimettersi in gioco e ripensare strategie di investimento che servano a rilanciare il futuro del welfare e quello del nostro Paese.”

Auspichiamo che nell’iter parlamentare si verifichino le condizioni per una modifica sostanziale della manovra finanziaria, – conclude Oliveronella direzione del contrasto all’evasione fiscale e di un’equa distribuzione degli oneri fiscali tra tutti i cittadini, a partire da quelli a maggior reddito.”


 


 

Tagli all’assistenza: azione dimostrativa della FISH

COMUNICATO STAMPA

40 miliardi di tagli

Stop al massacro delle persone con disabilità!


La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ha effettuato oggi una azione dimostrativa in Piazza del Popolo, a Roma, calando dal Pincio un’enorme striscione per attirare l’attenzione sui pesantissimi interventi della Manovra sulle politiche sociali.

È l’ennesimo tentativo della FISH (in meno di una settimana ha raccolto oltre 17mila firme tramite il proprio sito) di contrastare le misure contenute nella Manovra di luglio e in quella in via di approvazione: vi è prevista una delega al Governo per la riforma assistenziale e fiscale che deve recuperare 40 miliardi di euro in tre anni.

La riforma dell’assistenza, sulla quale il Governo ha già depositato un disegno di legge di delega, comporterà una forte compressione della spesa sociale, la revisione di molti supporti economici (invalidità, reversibilità, indennità di accompagnamento), il taglio di molti servizi sociali, la delega al volontariato dell’assistenza.

A ciò si aggiungono i tagli agli Enti locali: saranno fortemente ridimensionati i servizi per i bambini in difficoltà, per gli anziani, per le persone con disabilità, per i non autosufficienti.

Una questione tutt’altro che marginale poiché interessa, con maggiore o minore intensità, oltre 10 milioni di famiglie italiane.

“Chi intende comprimere ancora l’assistenza sociale, piegandola alle esigenze di cassa, sarà responsabile dell’impoverimento, esclusione, confinamento, segregazione di centinaia di migliaia di persone. – ha dichiarato Pietro Barbieri, presidente della FISH – In queste ore si gettano le basi per il definitivo smantellamento di quel po’ di sistema dei servizi che ancora esiste in Italia e per la negazione dei diritti costituzionali.”

La richiesta della Federazione non è dissimile da quella che proviene dal mondo delle associazioni e dell’impegno civile: togliere dalla Manovra il “vincolo di cassa” imposto alla riforma assistenziale.

Prosegue infatti Barbieri: “Si faccia una riforma assistenziale in Italia – non chiediamo di meglio! – ma che comporti servizi migliori, più efficienti e vicini ai diritti e ai bisogni delle persone, moderni e volti all’inclusione anziché alla segregazione, che sostenga le persone e le famiglie, che fissi dei livelli essenziali di assistenza. Tutto ciò non è pensabile con la spada dei 40 miliardi che dondola sopra le nostre teste.”

Con l’approvazione della Manovra alle porte e con l’attenzione concentrata su altre misure, la pur evidente gravità della questione sollevata dalla FISH rischia davvero di passare in secondo piano e di essere ignorata anche dalla Camera, dopo l’indifferenza dimostrata dal Governo e dalla Commissione Bilancio del Senato.

Tutto lascia supporre un autunno molto caldo, con forti tensioni sociali al momento della discussione della riforma fiscale e assistenziale e, ancor peggio, al momento della sua reale applicazione.

Vedi l’azione dimostrativa della FISH

 


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