Tesi – Lo sviluppo della Federazione Nazionale delle pubbliche assistenze tra il 1970 e il 1991
“Lo sviluppo della Federazione Nazionale delle pubbliche assistenze tra il 1970 e il 1991”, la tesi di Francesco Vegni sulla storia di Anpas
L’Archivio Storico non è Google, di Maurizio Garotti
2 marzo 2018 – Un Archivio non è un motore di ricerca che sciorina, con un semplice click, una sfilza di risultati che surrogano tutta la realtà in una e-memoria volatile e temporanea, racchiusa in una lista di link. Un achivio è il luogo dove si concentra ciò che Guido Ceronetti definisce la memoria verace. La ricerca in archivio, tra le carte, costa fatica; non la fai con un click, e per far riaffiorare e riaccendere di suoni e di rumori quei documenti, ti devi armare di buona volontà, di un paziente lavoro e di una visione del mondo e della Storia, che vada ben oltre i 7’’ dello smartphone.
Per la cura e l’impegno che deve avere chiunque si cimenta nella consultazione delle carte d’archivio, ma anche per tutta la gioia che si prova nel momento in cui quei documenti riaperti, si riempiono di persone e di eventi, riprendendosi il posto che loro compete nella realtà storica; per tutti questi motivi, il lavoro di tesi di laurea di Francesco Vegni, dal titolo “Lo sviluppo della Federazione Nazionale delle pubbliche assistenze tra il 1970 e il 1991”, ci inorgoglisce e ci rende fieri.
Ci inorgoglisce perché la sua tesi è basata principalmente “su materiale archivistico, ovvero sul fondo archivistico di Anpas nazionale, che ha sede a Firenze”, ci rende fieri perché è la conferma che la scelta politica che facemmo nel 2009 di tutelare e mettere a disposizione i nostri documenti, come patrimonio da condividere con studiosi e associati, fu la scelta giusta.
Lo stesso principio che ora anima Francesco nel mettere a disposizione di tutti, volontari e soci, la sua tesi; di questo non possiamo che ringraziarlo, perché parla di noi, della nostra memoria verace che, pur se la diffonderemo in formato elettronico, in quel mare magnum della e-memoria che va surrogando la realtà stessa (citando Ceronetti), sappiamo che non si perderà, perché ha alla base la solidità della nostra storia ultra centenaria e conservata tra le carte del nostro Archivio e, anche, ha tutto l’impegno e la fatica (e la gioia) di una ricerca d’Archivio svolta da Francesco.
“Lo studio che ho condotto in archivio, mi ha permesso di ricostruire la storia del movimento nel ventennio decisivo per il suo sviluppo, ovvero il periodo che va dal 1970 al 1991, anno dell’approvazione della legge quadro sul volontariato” scrive Francesco Vegni a proposito della sua tesi per il Corso di Laurea Magistrale in Storia e Filosofia, presso l’Università di Siena, Dipartimento Scienze Storiche e dei Beni culturali. “In questo lasso di tempo, segnato in gran parte dalla presidenza di Patrizio Petrucci, il movimento delle pubbliche assistenze è cresciuto in maniera esponenziale. Il dialogo con le forze politiche, con le altre organizzazioni di volontariato e con tutte le parti sociali, ha prodotto risultati importanti come il primo riconoscimento del volontariato nell’ambito della riforma sanitaria del 1978”.
L’abstract della tesi di Francescoo Vegni
La Federazione Nazionale delle pubbliche assistenze, oggi denominata A.N.P.AS, è una organizzazione di volontariato che è stata fondata a Spoleto nel 1904 per coordinare e rappresentare a livello nazionale le associazioni di pubblica assistenza, sorte in Italia a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Tali associazioni hanno raccolto l’eredità delle prime forme di organizzazione della società civile d’ispirazione laica formatesi nell’Ottocento, come le Società di Mutuo Soccorso e i movimenti risorgimentali di matrice democratica, nate per affrontare i problemi sociali e per reclamare i diritti fondamentali dei cittadini, segnando il passaggio da un volontarismo di tipo politico e militare verso un volontariato moderno di tipo sociale, che offre il proprio aiuto a chiunque versi in uno stato di bisogno, e non solo ad una parte della popolazione. La Federazione, sciolta dal regime fascista nel 1933 e ricostituitasi a Milano nel 1946, ha attraversato tutti i cambiamenti politici, economici e sociali del nostro Paese nel corso del Novecento, rinnovando la propria struttura e allargando il raggio d’azione, agendo sempre in base a principi solidaristici e umanitari.
Oggi rappresenta una delle più grandi organizzazioni di volontariato presenti in Italia, con più di 800 associazioni distribuite su tutte le regioni. Il grande sviluppo del movimento si è verificato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, in un ventennio in cui il volontariato ha superato una dimensione marginale per diventare una forma partecipativa in grado di coinvolgere gran parte della società civile, culminando nella legge quadro sul volontariato del 1991, che ha legittimato definitivamente il fenomeno. Pertanto, questo elaborato analizza il periodo di svolta per la Federazione, che nel 1987 diventa associazione Nazionale pubbliche assistenze, alla fine di un percorso che l’ha portata a raggiungere una certa rilevanza sul panorama nazionale, con la diffusione anche nelle zone in cui mancava un tessuto associativo, e a dirigere la propria azione verso tutti i campi del sociale, non più soltanto nei settori tradizionali di queste associazioni, ovvero sanitario e assistenziale.
La tesi, pur prendendo spunto da alcune pubblicazioni dell’Anpas a vari livelli, nazionale, regionale e della singola associazione, e dal libro di Fulvio Conti dal titolo I volontari del soccorso. Un secolo di storia dell’associazione nazionale pubbliche assistenze, che ripercorre la storia del movimento dalle origini fino all’inizio del nuovo millennio, è basata principalmente su materiale archivistico, ovvero sul fondo archivistico dell’Anpas nazionale, che ha sede a Firenze.
Lo studio si è concentrato principalmente sui documenti del Congresso nazionale, in particolar modo la fase che va dal Congresso di Pisa del 1970 a quello di Milano del 1990, e sui documenti del Consiglio nazionale, in particolare sui verbali dal febbraio del 1969 all’ottobre del 1991. Inoltre, per comprendere meglio i rapporti tra dimensione nazionale e locale, è risultata molto utile l’analisi della corrispondenza della Federazione con le Unioni regionali e con le associazioni aderenti nel ventennio preso in esame. Dopotutto, la grande crescita della Federazione registrata in quel periodo è basata su un processo di rafforzamento del movimento nazionale, che ha creato una linea programmatica comune all’interno del variegato mondo delle pubbliche assistenze, rappresentando e valorizzando allo stesso tempo l’operato delle Unioni regionali e delle singole associazioni.
La tesi è articolata in tre capitoli. Il primo ripercorre le tappe che hanno portato al rinnovamento della Federazione negli anni ’70, dopo la ricostruzione del dopoguerra e le difficoltà dei primi venticinque anni, caratterizzato da una crescita interna e da un impulso riformistico che ha rilanciato la sua azione, soprattutto con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale nel 1978, che ha rappresentato il primo riconoscimento del volontariato. Il secondo capitolo affronta il grande sviluppo del movimento negli anni ’80, che ha reso necessario un cambiamento strutturale, con il rinnovo statutario e il cambio di denominazione, in un periodo segnato anche dall’intervento in occasione del terremoto dell’Irpinia, che ha evidenziato la grande organizzazione di queste associazioni in materia di protezione civile. Il capitolo finale, invece, è dedicato all’impegno sociale e alle innovazioni nel settore dell’emergenza sanitaria della Federazione tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, in particolar modo la sperimentazione dell’ambulanza con il medico a bordo per le urgenze, il cosiddetto servizio S.P.A.M.U. (Soccorso pubblica assistenza con Medico per le Urgenze), e del soccorso con mezzo aereo, che perfezionava il primo tipo di servizio e migliorava significativamente la qualità del primo soccorso grazie ad un perfetto coordinamento tra i mezzi a disposizione per l’emergenza, la centrale operativa e gli ospedali (tali innovazioni risultarono molto importanti in vista dell’attivazione del ‘118’, il numero unico dell’emergenza sanitaria). All’inizio degli anni ’90 l’associazione Nazionale pubbliche assistenze era ormai una realtà rilevante del mondo del volontariato, impegnata in molti campi, tra i quali: sanitario, assistenziale, protezione civile, donazione di sangue, servizi ambulatoriali, tutela ambientale, servizio civile per gli obiettori di coscienza. Inoltre, forte della sua capacità aggregativa, era fortemente impegnata nella trasmissione di valori di educazione civica e solidarietà popolare, contrastando l’emarginazione e la solitudine, favorendo il reinserimento sociale dei carcerati, dei tossicodipendenti, dei malati di AIDS e assistendo i bambini, gli anziani e i portatori di handicap.
La svolta interna al movimento si è verificata in occasione del Congresso di Sarzana del 1978, nel quale la vittoria del programma toscano su quello ligure, due regioni in cui storicamente le pubbliche assistenze hanno radici più profonde, ha sancito l’inizio di un percorso che nel decennio successivo avrebbe portato ad una maggiore compattezza all’interno del movimento, saldando la dimensione nazionale con quella locale, e ad una maggiore apertura verso l’esterno. In particolare,
la Federazione ha cominciato progressivamente ad instaurare un dialogo costruttivo con tutte le parti sociali, con le istituzioni e con i rappresentanti politici, ponendo le basi per le leggi regionali degli anni ’80, che per prime hanno preso in considerazione l’opera svolta dalle associazioni di volontariato, e per la legge quadro del 1991. L’avvicinamento delle istituzioni è stato possibile anche grazie alla collaborazione fra associazioni laiche, come quelle di pubblica assistenza, e associazioni cattoliche, che hanno rotto il muro politico e ideologico che ha caratterizzato i primi trent’anni dell’Italia repubblicana per creare un volontariato unito, basato sui principi comuni della solidarietà e dello spirito umanitario, e impegnato quotidianamente per migliorare la qualità della vita e per eliminare le ingiustizie sociali della nostra società.