Anpas, Croce Rossa e Misericordie all’incontro presso la Conferenza Regioni e Province: sì a standard formativi, ma senza fermare le ambulanze e i volontari.

Roma, 24 maggio 2019 -  Dopo la forte preoccupazione espressa all’unanimità da Croce Rossa Italiana, Anpas, e Misericordie per non essere state ascoltate dalle Commissioni competenti sul tema relativo all’istituzione e al riconoscimento della figura professionale dell’autista soccorritore, si è tenuto in data 23 maggio l’atteso incontro presso la Conferenza Regioni e Province.

In tale sede si è rafforzata la posizione delle Reti Associative tutela del ruolo del volontariato e degli Enti del terzo settore, ribadendo la piena disponibilità ad avviare un dialogo con i sindacati che rappresentano il personale che attualmente presta servizio nell’ambito del soccorso sanitario, confermando l’apertura alla possibilità che venga dato riconoscimento a nuove figure professionali nel contesto del soccorso sanitario, ma sottolineando alcuni punti fondamentali, recepiti dalla Commissione.
È stata espressa la preoccupazione che la creazione di tale nuovo profilo possa creare un’impropria sovrapposizione tra la figura dell’autista soccoritore e il personale sanitario qualificato a bordo delle ambulanza, con particolare riferimento alla figura dell’infermiere, rispetto alla quale si è inteso confermare il carattere di ausiliarietà dell’autista soccorritore.
In sede di incontro è stato altresì sostenuto con forza che il percorso di formazione didattico professionalizzante della figura dell’autista soccorritore, non deve strutturarsi sulla previsione di percorsi differenziati per volontari e “dipendenti”. Una scelta del genere, infatti, condurrebbe ad una disomogeneità qualitativa nell’offerta finale dei servizi erogati sui territori regionali, con l’inevitabile retrocessione dell’autista soccorritore volontario a figura di secondo piano nel contesto del soccorso sanitario in emergenza e urgenza.
Si ritiene che un modello formativo che preveda una durata di 200 ore, sia assolutamente ragionevole per le mansioni che la figura è chiamata a svolgere e che, da sempre, le Reti Associative impiegano per formare il proprio personale allo svolgimento di tale compito. Una formazione eccessivamente lunga, infatti, rischia di escludere dal circuito dell’assistenza sanitaria l’opera dei volontari che attualmente coprono oltre la metà dei servizi di emergenza e, come emerso nell’incontro, la cui fuoriuscita dal sistema dell’emergenza-urgenza comporterebbe una spesa di € 70.000.000 in più per la sola Regione Lombardia.
Inoltre, la formazione, non deve essere demandata in assoluto alle Regioni, ma stabilita a livello nazionale, al fine di evitare interpretazioni estensive che possano condurre a differenze importanti su base territoriale.
Le Reti Associative hanno ribadito che è di fondamentale importanza che le stesse svolgano, comunque, un ruolo primario nella formazione da erogare ai propri appartenenti ed essere riconosciute quali soggetti accreditati alla formazione specifica.
“Si tratta, a nostro avviso, dell’unica proposta sostenibile per il volontariato e a garanzia di un servizio omogeneo e di qualità in tutte le regioni italiane, che contemperi le professionalità già riconosciute e previste dal nostro ordinamento, consentendo alla fondamentale risorsa del volontariato di garantire la propria costante presenza nel circuito dell’emergenza-urgenza.”
Il prossimo incontro è programmato in data 20 giugno 2019, rispetto alla quale le Reti Associative si faranno portatrici di una proposta che tenga conto di tutti questi profili.

 

Il comunicato stampa Dopo la forte preoccupazione espressa all’unanimità da Croce Rossa Italiana, Anpas, e Misericordie si è tenuto in data 23 maggio l’atteso incontro presso la Conferenza Regioni e Province sul tema dell’autista soccorritore.

Ringraziando per l’occasione di confronto, siamo aperti al riconoscimento di figure professionali nel contesto del soccorso, mantenendo al centro il ruolo dei Volontari ma anche dei professonisti sanitari, quali medici e infermieri.

Condividiamo l’ipotesi di un percorso formativo per chi opera a bordo dei mezzi di soccorso, purchè fissi uno standard nazionale, sia omogeneo tra volontari e dipendenti e preveda una formazione ragionevole e proporzionata alle mansioni svolte. Una formazione di 200 ore garantisce competenze teorico pratiche, senza rischio di sovrapposizone con il personale sanitario e mantiene i Volontari al centro del sistema, i quali ad oggi garantiscono risparmi, nella sola Lombardia, di circa 70 milioni, garantendo, al contempo, un alto standard di qualità dell’assistenza. Nel prossimo incontro del 20 giugno siamo pronti a presentare proposte per superare il gap su punti che non ci sembrano ancora risolti, che riguardano il ruolo delle Reti Associative, quali soggetti accreditati per formare i propri volontari, l’omogeneità di percorsi tra volontari e dipendenti e la proporzionalità della formazione. Tre pilastri per salvaguardare il Mondo di oltre 300 mila volontari che rappresentiamo, il quale garantisce, oggi, oltre la metà del sistema di emergenza nazionale.

Corso autisti Croce Verde Torino
Le iniziative legislative sul tema - da ultimo, il disegno di legge presentato al Senato a firma dell’On. Gaspare Antonio Marinello, che prevede l’istituzione di un corso di abilitazione di circa 1000 ore per conseguire il titolo - sono state molte.
Tuttavia, il mondo delle Associazioni e del volontariato non è mai stato ascoltato in merito.
Il ddl del Senatore del Movimento 5 stelle dovrebbe essere discusso in Commissione - verosimilmente la Commissione Igiene e sanità - il prossimo 2 giugno 2019.
Con una richiesta a firma congiunta, Anpas, Croce Rossa e Misericordie, hanno richiesto alle competenti Commissioni di Camera e Senato di essere ascoltate sul tema, in quanto, ad oggi, risultano essere tra i principali gestori del servizio di trasporto sanitario di emergenza e urgenza e conoscono, pertanto, approfonditamente e concretamente le necessità e i fabbisogni del sistema emergenza-urgenza e degli operatori del settore.
È quindi allarmante che, nonostante le richieste formali fatte pervenire alle opportune sedi, attraverso richieste di audizioni, il Governo e il Parlamento non stiano prendendo in considerazione il mondo del volontariato che da sempre svolge servizio di trasporto in emergenza.

 

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