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Si chiama Zika ed è l’oggetto di un allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ne parla Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas e virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano.
Non è un virus cattivo: più del 25% dei casi decorre in modo asintomatico, tanto da somigliare a una normale influenza: si manifesta con mal di ossa, esantemi, eruzioni cutanee, febbre. Può determinare effetti sui nascituri se la mamma incita dovesse infettarsi: questo potrebbe potrebbe provocare la microcefalia del feto.
Il virus è trasmissibile per contatto sessuale e trasfusioni di sangue: ma solo una zanzara che infetta un soggetto anche sintomatico ad un’altro. Si diffonde ad una velocità altissima.
Non deve far pensare ad una pandemia come per Ebola, ma è é un problema di sanità pubblica che dobbiamo affrontare e che non va sottovalutato.
È un virus vecchio che fu scoperto nel 1947: Zika è il nome legato a una foresta dell’Uganda ed è trasmesso dalla zanzara aedes aegypti, responsabile anche di chikungunya e di dengue. Le prime epidemie preoccupanti sono state registrate nel 2007 in alcune regioni della Micronesia, in Colombia e in Nuova Caledonia. In questo momento c’è una forte epidemia in Brasile, tanto che i responsabili della sanità di Brasilia hanno raccomandato alle donne brasiliane di rimandare eventuali gravidanze.
Il contagio può essere diffuso in Europa anche dalla zanzara tigre, com’è avvenuto con una piccola epidemia di chikungunya che ha contagiato circa duecento persone.
In Italia, dove ad oggi non ci sono casi di decesso, i rischi sono quasi nulli, visto il periodo invernale e l’Aedes aegypti, che è il vettore anche della degne e della febbre gialla, vive in climi tropicali. Non esiste alcun vaccino contro il virus, per il quale l’unica forma di protezione è evitare la puntura della zanzara che trasmette la malattia. Occorre quindi intervenire con i sistemi di bonifica ambientale per ridurre la presenza di zanzare.
Sul sito del Ministero della Salute