La segreteria di campo e la vita da mediano: il viaggio di Alice
Per l’ennesima volta, la sveglia suona presto, il borsone è pronto, ma questa volta per andare più lontano. Si parte per il terzo residenziale di formazione per formatori di Protezione Civile: destinazione Baronissi, in provincia di Salerno. Il nostro treno arriva puntuale e con i miei compagni della Liguria siamo pronti ad affrontare un viaggio lungo, ma l’adrenalina è a mille e la voglia di vedere i tuoi compagni di percorso è tanta. Non è stato un viaggio semplice per tutti: l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, e questa volta, la neve, è arrivata puntuale.
Questo residenziale è diverso rispetto a quelli fatti prima: ci dividiamo in Formatori base di Protezione Civile, e Formatori specifici, per Responsabile di Campo, Responsabile Logistica, Responsabile Cucina, ed Operatori di Segreteria e Sala Operativa Nazionale.
Quest’ultimo, è quello che ho scelto di seguire io, per il quale sono stata selezionata, e per il quale ho deciso di buttarci tutta me stessa:
Stancarsi, imparare, emozionarsi quando, nel raccontarti della Segreteria di Campo, viene citato Luciano Ligabue, in una delle sue più belle canzoni, “Una vita da mediano”, e ti rendi conto di quanto quelle parole la rappresentino a 360 gradi.
Ma la vita in Anpas è così: strana, imprevedibile e bella. Ti svegli alla mattina ed è normale condividere la stesso tavolo con chi non conosci bene, ma parli come se ti conoscessi da sempre, è divertente dire “Buon Appetito” durante i pranzi e le cene, a quelli che sono seduti vicino a te, è tra le cose più emozionanti notare che durante il discorso del tuo Presidente Nazionale, gli stessi brividi che vengono a te, spuntano anche a qualcun’altro.
Chi non c’è dentro non può capire quello che regala, quello che c’è dietro, e che non esiste stanchezza per farti mollare il colpo, non esiste un ginocchio operato da poco per non permetterti di aggiungere quest’altro tassello in questo percorso.
Non ti viene nemmeno in mente di perderti quello che si può condividere, di imparare parole di un dialetto nuovo, e soprattutto conoscere sempre persone e storie nuove.
Tre giorni volano e senza nemmeno accorgertene è il momento di prendere il treno del ritorno, la stanchezza è doppia, il bisogno di dormire è alto, e lo stesso viaggio dell’ andata questa volta sembra infinito.
Quando la stanchezza raddoppia si diventa più folli e allora, in treno, si parla di tutte quelle cose che ci accomunano, per passare poi ad un dibattito per capire se quello che vedi all’orizzonte è il Vesuvio o meno, fai una foto ma mentre la scatti, uno dei tuoi compagni di viaggio ha la tua stessa idea, allora ecco che ne esce una foto che per me rappresenta noi folli: viaggiamo sempre nella stessa direzione, e di come l’idea di uno sia l’idea di chissà quanti altri.
Arriviata a casa, contenta, stanca, con il t sapere un pò aumentato, ma sempre più ricca e consapevole di quello che fai e farai sempre con lo stesso entusiasmo della prima volta durante il tuo primo Campo di Protezione Civile Anpas.
Grazie a chi ci regala e permette tutto questo.
“Una vita da mediano, con dei compiti precisi, a coprire certe zone, a giocare generosi..”
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