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La neve se ne frega: il viaggio di MichelaSette febbraio: è mattina quando mi sveglio in un Italia quasi tutta imbiancata. È scesa così tanta neve in poche ore: è candida, ovatta soffice ma pronta a sciogliersi e a rivelare un altro mondo. Un aereo vedrebbe uno stivale bianco macchiato di arancio svegliarsi quella mattina perché se come dice un noto cantante “la neve se ne frega”. A noi non importa di lei e partiamo lo stesso: chi dalla Calabria, chi dalla Valle d’Aosta, chi dalla Sardegna, chi dall’Emilia Romagna. Centoquarantadue divise arancioni, 142 uomini e donne, 142 volontari, 142 futuri formatori di Protezione Civile con la valigia in mano partono per la Campania direzione Baronissi per il terzo modulo di una cascata formativa. Quando Anpas chiama sfido chiunque e qualsiasi cosa a fermarci: chi in ritardo di poche ore, chi di qualcosa di più, in treno, aereo, in macchina arriviamo tutti alla nostra terza tappa di un percorso chiamato formazione. Un percorso in salita fatto di ciottoli non stabili e mille difficoltà. Ma arrivati in cima dicono che il panorama sia sempre fantastico.
Siamo sempre i soliti. Siamo sempre noi. E siamo ancora qua. Tanti volontari da ogni parte d’Italia che saranno formati per diventare a loro volta formatori di Protezione Civile base e specifica. I ritmi di questo terzo modulo sono molto alti, l’impegno richiesto è molto elevato e le varie specialitá iniziano a percorrere strade differenti con temi fondamentali per la loro materia. Vedo i compagni intorno a me realmente stanchi e provati da un corso pieno di contenuti e tematiche interessanti come la comunicazione in emergenza e il rischio sismico. Ma siamo volontari Anpas e come sapete neanche terremoti e alluvioni riescono a piegarci. Cosi le ore e i giorni passano tra come gestire lo stress e una sfogliatella tra come allestire un campo Anpas e il latte che cola quando tagli la bufala. Acquisiamo nuovo conoscenze mentre riflettiamo sulle vecchie sullo sfondo di una regione dai mille colori magici, dai mille sapori, dalle mille sfumature culturali. In questo panorama suggestivo si delineano mille maschere. Io che vesto il costume del responsabile cucina. C’è chi prova a indossare la maschera variopinta del responsabile di campo, chi quella del mediano come gli operatori di segreteria e sala operativa e chi si veste da giocoliere per fare acrobazie su i pali della logistica, chi nell’aula vicina affronta l’ultimo ostacolo prima di arrivare in cima alla montagna e godersi il panorama. C’è un alternarsi di albe e tramonti di abiti civili e divise arancioni di lingua italiana e dialetti regionali, le nostre valigie sono di nuove ammuchiate sul marcipiede;abbiamo molta strada da fare ancora. Ma non importa la strada è la vita. Il giorno dopo nevica anche in Campania.
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La galleria fotografica dei #baronissipc
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