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Comunicato stampa
Dichiarazione del Portavoce del Forum del Terzo Settore, Andrea Olivero
Roma 13 novembre 2012 – Torna con impeto, sulle prime pagine dei giornali, il tema dell’IMU e della sua applicazione o meno “alla Chiesa” in una maniera che rischia, tuttavia, di essere semplicistica e di far passare una comunicazione parziale, se non errata. In effetti la materia riguarda l’IMU e la sua applicazione o meno agli enti non commerciali. Fra essi vi è certamente “la Chiesa”, o meglio le tante attività che vengono svolte da organizzazioni religiose, un sottoinsieme del più vasto mondo composto da decine di migliaia di associazioni non profit. Affrontare il tema in modo approssimativo mette a rischio molte attività che vanno, ad esempio, dalle mense ai dormitori, dall’assistenza ai disabili alla cura degli anziani, dalla protezione civile alla difesa del patrimonio culturale. Va da se che le attività commerciali debbano essere assoggettate all’IMU, ma i locali dove vengono svolte attività non commerciali da soggetti non profit (che siano di loro proprietà o affidate in uso ad altri soggetti non profit), dovrebbero, per la meritorietà delle attività svolte, essere preservate dall’IMU e poter continuare a essere vera risorsa a beneficio del Paese. Al contrario, verrebbero penalizzate e messe a rischio le tante attività che molte associazioni garantiscono, senza che si abbia gettito né, soprattutto, servizi per le persone spesso le più fragili.