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I Gomitoli di Terralba
Siamo i cinque ragazzi de “Il Gomitolo d’Argento”, che a settembre del 2012 hanno iniziato alla Livas il “Piano straordinario per l’occupazione e il lavoro 2012”, indetto dalla Regione Sardegna per avviare i giovani sardi allo svolgimento di progetti di utilità e rilievo sociale. All’inizio di quest’esperienza la maggior parte di noi era un po’ dubbiosa su quanto potessimo dare alla Livas e su quale sarebbe stato il nostro ruolo all’interno dell’associazione: era la nostra prima esperienza nel mondo del volontariato e un po’ ci spaventava l’idea dei viaggi in ambulanza, del contatto con persone in difficoltà, con la malattia. Ci chiedevamo se saremmo stati all’altezza: avevamo quella giusta dose di preoccupazione che sempre c’è quando si inizia qualcosa di nuovo.Tuttavia ci siamo voluti mettere alla prova ed eccoci arrivati ormai alla chiusura di questo nostro percorso. Le nostre preoccupazioni iniziali ora sono passate: le nostre tutor, i volontari e il resto dell’associazione, ci hanno messo subito a nostro agio, accogliendoci e spiegandoci in cosa consisteva il nostro compito. Il clima familiare che si respira all’interno della Livas ha fatto sì che ci inserissimo e capissimo velocemente le dinamiche dell’associazione.
Quest’esperienza ci ha dato la possibilità di confrontarci con situazioni di sofferenza, malattia e solitudine, ben lontane dalla nostra realtà abituale: dietro ognuna delle storie vissute in questi mesi, abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano la forza e il coraggio che spesso nascono dalla malattia. Nessuno di noi dimenticherà mai i sorrisi di chi, nonostante tutto, non smetteva di ringraziarci per i servizi prestati, rendendoci più coscienti di quanto la vita ogni giorno ci possa dare. Inoltre pensiamo che il senso di responsabilità che nasce dalla fiducia che i pazienti e i loro parenti ripongono in noi, sia una grande opportunità di maturazione: infatti siamo spinti a ripagare questa fiducia stando attenti a quello che facciamo durante i nostri servizi e mettendoci impegno e passione. Questo può essere uno stimolo per entrare nel mondo del volontariato, in particolare per i giovani, che nella società impazzita dei nostri tempi avrebbero indubbiamente bisogno di essere responsabilizzati. E così, un’occupazione nata quasi per caso, è diventata un’occasione di crescita e confronto che resterà per sempre nel nostro patrimonio personale, rendendoci più vicini a chi, senza saperlo, è riuscito ad aprirci il cuore e a farci capire che a volte basta veramente poco per darsi agli altri con amore e fiducia. Il Gomitolo d’Argento: Valentina Broccia, Maurizio Cannas, Valeria Favaretto , Veronica Frongia, Edoardo Lai.
Chi pensa che la P.A. Livas Terralba sia solo ed esclusivamente servizio d’emergenza in 118 fa un grosso errore, certamente tale servizio è una colonna portante, visto i 379 interventi d’emergenza nel 2012. Un po’ per scommessa, abbiamo dedicato delle ore di volontariato, non per andare incontro a chi ne aveva necessità (questi erano al sicuro per la disponibilità di tutti gli altri volontari), ma per buttar giù un progetto, rispondendo alla richiesta da parte della Regione Sardegna per la realizzazione di percorsi di inclusione sociale per giovani disoccupati: al fine di poter dare la possibilità all’associazione di contagiare qualcun altro di quella strana malattia che si chiama volontariato, dare alla comunità la garanzia di maggiori servizi e a qualcuno l’opportunità di metter da parte qualche soldino. Il progetto presentato, è stato poi accettato dalla Regione Sardegna, con estrema soddisfazione di chi era riuscita a trasformare un’idea in realtà. A settembre 2012 in associazione sono arrivati i Gomitoli, come li chiama qualche volontario in sede; dal nome del progetto “Gomitolo d’argento” ad indicare quel filo sottile, resistente e nutritivo che lega nuove leve a quelle anziane. Certo la realtà non è così rosea, spesso ci si trova sottopagati, senza un lavoro, ma l’importante è impiegare al meglio il proprio tempo, un detto recita più o meno così: “Quel che facciamo nel tempo del lavoro determina ciò che abbiamo. Quel che facciamo nel tempo libero determina ciò che siamo” G. Estman, e donare il proprio tempo libero in una realtà come la Livas non fa che arricchire i nostri cuori. Da tutor non nego la difficoltà nella gestione del progetto e dei ragazzi, perché sappiamo bene che il tempo del volontario è quello che rimane una volta che son stati assolti i doveri lavorativi, familiari e altri impegni. Lodevole è stata l’ala protettrice dell’altra tutor, molto presente per i ragazzi e in ogni caso riferimento per eccellenza è stato il Presidente e il resto dei volontari.In quanto volontaria, passante per servizio civile, ho appurato sulla mia pelle l’importanza di una scelta di vita simile, è un’esperienza che ti entra nella carne, e una volta dentro non te ne liberi più, anche quando non sei in associazione l’anima del volontario guida ogni azione e quando non ci sei in associazione ti manca, tanto, ti manca quello stimolo per il cuore e per l’anima. È anche per questo che è bello progettare per dare a chi ci sta attorno la possibilità di fare una meravigliosa esperienza di vita, quella vera. Da tutor nel leggere queste righe non posso che entusiasmarmi all’idea che il segno a distanza di ormai un anno sia già comparso, ci saranno stati momenti in cui sicuramente non vedevano l’ora di chiudere il percorso, per la presenza di altri impegni come gli studi o altre difficoltà, ma son certa che nel momento in cui si chiuderà il progetto farà da padrona un’immensa nostalgia.Penso di parlare a nome di tutta l’associazione grazie di cuore per quel che fate e come lo fate, l’associazione è fatta di persone e voi insieme al resto della banda qualsiasi cosa facciate per voi e per il prossimo lo fate in maniera egregia. Complimenti e grazie per aver condiviso con noi un anno della vostra vita e ci auguriamo i prossimi a venire. – Francesca Orrù
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