Il 23 novembre del 1980, alle ore 19:34, un forte terremoto (magnitudo 6.9) colpì una zona dell’Appennino Campano-Lucano, un’area estesa tra le province di Avellino, Salerno e Potenza. Eravamo agli albori della Protezione Civile. Emblematico rimase il titolo del Mattino di Napoli del 26 novembre, tre giorni dopo il terremoto :FATE PRESTO.

Oggi il racconto dell’intervento delle pubbliche assistenze Anpas e la nascita della pubblica assistenza Grottaminarda. Di Rosanna Morelli, volontaria pubblica assistenza Grottaminarda.

Grottaminarda 1980

Sono cresciuta con l’idea del terremoto come un ricordo sbiadito, ma ben radicato. Da ragazzini ci piaceva andare alla “fratta”: la parte “terremotata” del paese, dove le vecchie case mezze cadute si trasformavano in un presepe vivente nel periodo di Natale. In mezzo alle macerie ancora vive giocavamo sereni come in uno scenario costruito ad arte.Una volta a Firenze nella sede di Anpas, Andrea, un volontario, mi ha detto: “Grottaminarda. Ma te un ti ricordi di quando si è venuti giù per il terremoto?” e con marcato accento toscano mi racconta la sua esperienza  come volontario a Grottaminarda, a “casa” mia, durante l’emergenza per il terremoto dell’Ottanta. Io me lo ricordo, ma non c’ero. Quell’episodio che mi aveva raccontato Andrea, l’avevo sentito da mio padre forse solo una volta. Mio padre parla molto, ma non del terremoto. Oltre a questa storia mi ha raccontato che si trasferirono in campagna, che avevano una vecchia tenda trovata non so dove, ma che dormivano in macchina, che faceva molto freddo e che mia sorella era piccola. “C’era Juventus-Inter, quella sera”: tutti i maschi iniziano a raccontarlo così.

Poi è venuta L’Aquila e, a parte il freddo  pungente, il terremoto continuava ad essere un racconto un po’ più a colori rispetto a quello dell’ottanta. Poi c’è stato da “scienzaperta” ad “iononrischio” e una serie di conoscenze tecniche  hanno fatto si che  il terremoto  per me diventasse  un po’ più reale, meno romanzato, meno opaco. La cosa più bella di iononrischio è stata la “memoria storica”: il corso di Grottaminarda la domenica mattina è pieno di anziani che passeggiano, che hanno trovato spunto per i loro ricordi, si riconoscevano in foto, luoghi, sensazioni, e poi magari litigavano perché i ricordi non combaciavano. 

Stamattina Antonello mi ha chiesto “ma oggi è il compleanno della pubblica assistenza?”. Si siamo nati oggi, grazie alla nostra storia, grazie a quel maledetto terremoto, che nella mia mente è color “seppia”, a grazie a chi ci ha dato una mano e ci ha fatto venire la voglia di continuare a dare una mano sempre e comunque.

Ciao Doc

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