Nel giorno della festa dei nonni un approfondimento sull’invecchiamento attivo, di Fabrizio Pregliasco, presidente Nazionale Anpas

Cominciamo da un dato, facilmente verificabile da ciascuno degli over 50 tra di noi: siamo anni luce dall’essere anziani. Un tempo era così, ora non lo è più. È come se, pur avendo 50, 60 o 70 anni, non avessimo gli stessi 50, 60 o 70 anni che hanno avuto, appena qualche decina di anni fa, i nostri genitori.
La ragione è che, non solo si è allungata l’età media, si è allungata anche la salute media. La nostra età biologica non corrisponde più all’età anagrafica e questo ci dà l’illusione di sentirci ancora giovani e invincibili. In parte è così – continuiamo ad essere giovani – ma allo stesso tempo cominciamo a non esserlo pienamente più.

Per questo è importante mantenere uno stile di vita sano e attivo il più a lungo possibile, limitando al massimo i fattori potenziali di problemi alla salute.
Se, per esempio, siamo abituati a svolgere un’attività fisica, come la corsa, sappiamo anche quanto benefico sia fare stretching prima di cominciare. Lo stretching non ci rende più forti nel correre né più resistenti o più giovani, ma aiuta a prevenire e limitare danni e dolori a tendini e muscoli. E alla nostra età, se ti fa male un tendine, non corri più per un mese!

A 50, 60 o 70 anni possiamo continuare a essere attivi e produttivi. Dobbiamo anzi aiutarci ad esserlo regolarmente, rimuovendo, con dei semplici accorgimenti e nessuna privazione, i potenziali ostacoli alla nostra salute.
In questo blog, desidero parlare di questo: non prescrizioni ma consigli, spunti, punti di vista di un insider della medicina con un piede nella ‘terza giovinezza’!

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