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“Una nuova offensiva russa in Polonia”. E’ il titolo del Corriere del Mattino di mercoledì 17 gennaio 1945. Costo di una copia: una lira. E’ il giorno in cui le truppe del maresciallo Zhukov passano all’attacco a Sud di Varsavia marciando verso ovest parallelamente a quelle di Koniev. “Più della metà di Budapest occupata”, dice l’occhiello del giornale. Scorrendo il giornale si legge anche: “Energiche affermazioni di Churchill sulla condotta politica della guerra”. Ma è un articolo al centro della pagina che richiama l’attenzione ad un elogio di una pubblica assistenza: quello del Corpo Volontario della Libertà alla fratellanza Militare recita: «Il corpo volontario della Libertà, comando Militare Toscano, ha inviato alla Fratellanza Militare Vittorio Emanuele II la lettera seguente che ci piace rendere di pubblica ragione: Questo Comando sente il dovere di esprimere il suo riconoscimento ed elogio per l’opera altamente umanitaria e patriottica svolta con sprezzo del periocolo ed instancabilità, dai militi di contesta compagnia durante il periodo dell’emergenza e delle operazioni per la liberazione della città dal giogo nazi-fascista (3-31 agosto 1944) a favore dei Patrioti combattenti. Plaude inoltre all’opera svolta dai dirigenti di cotesta Società che hanno saputo occultare e salvare al completo dalla rapina nazi-fascista le auto-ambulanze così necessarie per svolgere la sua attività destinata al bene di tutti i cittadini. La Fratellanza Militare ha acquistato un altro ed indimenticabile dei tanti titoli di riconoscenza dei fiorentini che la considerano come uno dei più benemeriti istituti della Città -Il Commissario Politico: Cap. Dino Del Poggetto. Il Vice Comandante: Magg. Luigi Trenti»
Lo stesso giorno la stampa italiana dedica tanto spazio al “problema” della partecipazione italiana alla guerra. L’Unità scrive: «Chiunque ha coscienza di italiano ha accettato entusiasticamente questa parola d’ordine: tutto per la guerra! Anche se questa comporta sacrifici ulteriori ori,misure eccezionali, limitazioni rigorose per i ceti più abbienti, provvedimenti straordinrari , questa parola d’ordine deve essere assolutamente applicata» Sull’Avanti, Giuseppe Saragat (il quinto presidente della Repubblica) nel suo editoriale scrive: «Venti milioni di italiani soffrono sotto l’oppressione nazista. Venticinque milioni di italiani sanno che è dal loro contributo alla guerra che la unità nazionale uscirà rinsaldata».
Una curiosità. Anche la comunicazione, in tempi di guerra, ha bisogno di spazi contingentati. È interessante leggere nella stessa pagina: “Per il crescente affluire delle notizie di cronaca, la disponibilità si va facendo sempre più ristretta. Invitiamo perciò gli Enti, i Partiti e le associazioni a volere ridurre i loro comunicati al minimo indispensabile. Solo attenendosi a una rigorosa sobrietà potranno facilitarne, come è interesse e desiderio di tutti, una sollecita pubblicazione”.
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