Una sala gremita di cittadini e volontari, quella di ieri al centro ludico ricreativo di Cavaliere (Messina), dove Anpas Sicilia e la pubblica assistenza Rivivere a colori Saponara hanno voluto ricordare l’alluvione che cinque anni fa colpì le zone del messinese e che causò la morte di tre persone.

Saponara, 5 anni dopo l'alluvione

 

La serata è iniziata proprio con un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione per poi proseguire con i ricordi dei volontari intervenuti nell’emergenza.
“A parte il fango che era ovunque e che arrivava fin sopra gli sportelli delle macchine, mi ricordo l’emozione di andare via da Saponara con tutti i cittadini affacciati al balcone che applaudivano e ci ringraziavano”, ha ricordato Graziella, volontaria che in quell’occasione aveva gestito la cucina del campo.
Egidio Pelagatti, responsabile operativo di protezione civile di Anpas, ha voluto ringraziare i volontari che in quelle settimane si sono adoperati per i comuni colpiti dall’alluvione ma ha soprattutto voluto ribadire l’importanza della prevenzione: “Siamo qui anche e soprattutto per non dimenticare quello che è successo cinque anni fa, il nostro impegno da volontari è anche quello di diffondere la cultura di protezione civile. La campagna “Io non rischio” che Anpas ha ideato insieme al dipartimento di protezione civile nazionale mira proprio verso quella direzione: una maggiore consapevolezza dei rischi da parte di tutti i cittadini”.
Tutti gli intervenuti si sono trovati d’accordo sulla necessità dei comuni, soprattutto in Sicilia, di fare prima di tutto prevenzione: Lorenzo Colaleo, presidente di Anpas Sicilia, ha voluto sottolineare il fatto che molti comuni non hanno ancora il piano comunale di protezione civile, “strumento di primaria importanza se vogliamo che non succeda mai più un 22 Novembre come quello del 2011 o un 2009 come a Scaletta Zanclea. La memoria collettiva dimentica in fretta questi avvenimenti e il nostro compito, invece, è ricordare che viviamo in una terra piena di rischi e che tutti noi possiamo fare qualcosa per mitigarli”.
Dello stesso avviso anche Calogero Foti, capo dipartimento di protezione civile regione siciliana, che ha ringraziato i volontari e si è complimentato con la pubblica assistenza di Saponara perché ha saputo tramutare le emozioni di quel tragico evento in forza per nascere, formarsi e informare i cittadini sui rischi.
Foti, ha continuato ricordando anche l’impegno del dipartimento regionale: “Abbiamo creato un’app che si chiama “Anch’io segnalo” che è aperta a tutti i cittadini e serve per segnalare i rischi in tempo reale.”

Saponara, 5 anni dopo l'alluvione

Nel corso della serata è stato presentato anche Adapt, progetto europeo con capofila Samaritan international e che vede tra i partner anche Anpas.
Il progetto, che ha coinvolto anche i cittadini di Saponara, vuole migliorare i tempi di assistenza a disabili e persone anziane durante un’emergenza.
Aurelio Dugoni, presente come referente del progetto, ha mostrato il data base che verrà affidato al comune di Saponara e nel quale si potrà avere un’elenco delle persone vulnerabili così da velocizzare la macchina dei soccorsi in caso di bisogno.
A fine serata è stata presentata la mostra Penta Pinta Pin Però, ideata da Anpas nazionale, e che ha come soggetto le foto dei bambini del campo Anpas di Amatrice, per vedere il campo visto dai loro occhi, un po’ più in sù del terremoto. 

Saponara, 5 anni dopo l'alluvione

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