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ANPAS A MONTECITORIO CON IL TERZO SETTORE

CASINI (ANPAS): "L'eguaglianza non si fa con i tagli lineari"

Roma,23 giugno 2011. Grande partecipazione questa mattina in piazza Montecitorio a Roma per la manifestazione nazionale promossa dal Terzo Settore per protestare contro i tagli che mettono in ginocchio la sussidiarietà in Italia. Tanti volontari e rappresentanti delle associazioni di volontariato, ma anche tanti cittadini scesi in piazza con lo slogan "Basta tagli, ora diritti! Sussidiarietà non scaricabarile!".

 

ANPAS_a_Montecitorio2

In piazza anche una rappresentanza dell'ANPAS. Il presidente nazionale Fausto Casini, richiamando l'articolo 3 della Costituzione, ha dichiarato: "L'eguaglianza tra i cittadini non si ottiene con i tagli lineari alle risorse per il sociale, che invece producono esclusione e marginalità. La partecipazione di tutte le persone che hanno manifestato dimostra che il cambio di rotta verso le politiche sociali è una priorità auspicata da tutto il Paese."

 

Nel corso della manifestazione i rappresentanti delle associazioni sono stati ricevuti dai gruppi parlamentari e, nei prossimi giorni, ci saranno nuovi incontri per rilanciare le Politiche Sociali per il futuro del Paese.

 

 


 

MIGLIAIA IN PIAZZA CONTRO I TAGLI
ALLE POLITICHE SOCIALI

Oggi davanti a Montecitorio, e in altre 22 città italiane, grande mobilitazione organizzata
dal Forum del Terzo Settore e dalla campagna I diritti alzano la voce

Roma, 23 giugno 2011 - Diverse migliaia di persone hanno gremito questa mattina piazza Montecitorio, a Roma, per dire: “Basta tagli alle politiche sociali!”, che stanno provocando la drastica riduzione e chiusura di tanti servizi sociali in tutto il Paese, con drammatiche conseguenze per i cittadini e le famiglie italiane.

Dalle ore 11 si è tenuto il presidio organizzato dal Forum del Terzo Settore e dalla campagna I diritti alzano la voce, che ha portato in piazza cittadini, volontari, anziani, operatori del sociale, famiglie, rappresentanti di oltre 100 organizzazioni del terzo settore italiano. Una manifestazione colorata e rumorosa con striscioni, cartelli, adesivi e slogan come “I diritti sociali non sono privilegi”, “Lo sviluppo non si fa con l’elemosina” e ancora “Chi nega i diritti cancella le persone”.

Una mobilitazione nazionale che si è svolta contemporaneamente in altre 22 città italiane: Torino, Milano, Como, Varese, Monza, Sondrio, Lodi, Cremona, Mantova, Pavia, Brescia, Venezia, Verona, Padova, Vicenza; Belluno, Bologna, Firenze, Ancona, Napoli, Catanzaro, Palermo.

I promotori dell’iniziativa ritengono che l’uscita del Paese dalla crisi economica non possa avvenire azzerando, di fatto, gli investimenti nelle politiche sociali. Serve, invece, una riforma del welfare che deve basarsi sulla definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali, che garantiscano diritti uguali ed esigibili per tutti i cittadini del Paese, un forte aumento delle risorse destinate al Sociale, una reale e concreta applicazione del principio di sussidiarietà, una misura universalistica di sostegno al reddito contro la povertà, il ripristino e il potenziamento del fondo per le non autosufficienze.

Una manifestazione che ha visto una grandissima partecipazione – dichiara Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore – e che ha intercettato un sentire diffuso dal basso, da un forte disagio dei cittadini,  stanchi di vedere i loro diritti calpestati”. “Ci aspettiamo – prosegue  Oliveroun reintegro delle risorse destinate alle politiche sociali e che si dia inizio a quella riforma del welfare tanto necessaria e attesa, ma di fatto risolta nei tagli lineari.”

Siamo molto soddisfatti” dichiara Lucio Babolin, portavoce della campagna I diritti alzano la voce. “Cittadini, volontari e operatori sono stufi, vogliono che i loro diritti siano presi in considerazione dalle Istituzioni. Nell’incontro che avremo a breve con il sottosegretario alle Politiche sociali ci attendiamo risposte precise e puntuali rispetto alle proposte che abbiamo avanzato. Talloneremo la politica in tutti i passaggi fondamentali che ha di fronte il Paese, a partire dalla manovra finanziaria e dalla riforma fiscale.

Alla manifestazione hanno dato il loro sostegno, tra gli altri, tutte le principali sigle sindacali – Cgil, Cisl, Uil e Ugl –, diverse forze politiche: Partito Democratico, Udc, Prc, Partito Liberale e la Regione Emilia Romagna.


Il comunicato stampa della FISH: Indignati in piazza contro i tagli al sociale

 


 

MOBILITAZIONE NAZIONALE: ROMA, PIAZZA MONTECITORIO
 23 GIUGNO 2011 ORE 11.00

La campagna I diritti alzano la voce e il Forum nazionale del Terzo Settore organizzano una Giornata di protesta e proposta, il 23 giugno prossimo, a difesa dei diritti sociali e per la riforma del welfare. E lanciano per questo un  appello alla mobilitazione: Basta tagli, ora diritti! Sussidiarietà, non scaricabarile!.

Le decisioni assunte anche recentemente dal Governo, a cominciare dai tagli pesantissimi ai fondi nazionali per le politiche sociali, stanno aggravando ulteriormente una situazione già molto difficile. I diritti fondamentali non sono più garantiti in molte parti del paese, servizi rilevanti vengono tagliati a causa delle sofferenze di bilancio subite da Regioni ed Enti locali. Il dibattito pubblico, la politica e i media non sembrano avvertire con la necessaria urgenza e forza una questione che riguarda la vita di buona parte degli italiani.

Appello-mobilitazione-23-giugno-2011-3Le organizzazioni sociali sono strozzate dai ritardi nei pagamenti dovuti dalla Pubblica amministrazione, che le costringono a indebitarsi ulteriormente e, in diversi casi, a chiudere i servizi.

Dinanzi a questa situazione non si può restare passivi, né limitarsi ad appelli e comunicati stampa. Dobbiamo mobilitarci!

La campagna I diritti alzano la voce(vedi il sito) chiama tutti i cittadini, i volontari, gli operatori sociali, gli utenti dei servizi e le loro famiglie, le organizzazioni sociali di qualunque tipo a mobilitarsi - insieme - per una riforma del welfare che assicuri l'universalità dei diritti sociali - prima di tutto definendo i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale -, garantisca stanziamenti adeguati per servizi e prestazioni sociali, introduca il reddito minimo di inserimento, assicuri un fondo per la non autosufficienza non simbolico.

A Roma verrà organizzato un evento di rilievo nazionale, ma i gruppi regionali della campagna organizzeranno eventi simili in altre parti del paese. A breve pubblicheremo il prospetto completo delle iniziative.

Alla mobilitazione ha aderito il Forum del Terzo Settore.

 

 

 

Il testo dell'appello (scaricabile in pdf)

Basta tagli, ora diritti!
Sussidiarietà, non scaricabarile!

Il nostro Paese sta attraversando una grave crisi, che ha portato via posti di lavoro e risparmi, in molti casi spingendo persone e famiglie verso la povertà e l’insicurezza.
Nonostante le difficoltà molti hanno continuato a lavorare per mantenere la coesione sociale e per garantire che i problemi comuni non producessero lacerazioni sociali né condannassero molte persone ad essere marginalizzate. A fronte di questo il Governo ha continuato ad operare tagli massicci alla spesa, riducendo e talvolta azzerando le risorse per il sociale.
Nel 2008 i fondi nazionali per le politiche sociali erano oltre i 2,5 miliardi, nell’anno 2011 ammontano a soli 538 milioni di euro: un taglio dell’80%. Ciò significa riduzioni e chiusure di servizi, diritti negati ai cittadini, rischio di disoccupazione per molti lavoratori e per tante persone svantaggiate, e problemi che tornano a scaricarsi per intero sulle famiglie.
Ora è venuto il momento di dire basta. Sosteniamo la centralità della persona e crediamo nella possibilità di dare voce a ciascuno dando opportunità e garantendo diritti.
Affrontare la crisi solo “tenendo a posto i conti”, senza affrontare riforme e investire in ciò che garantisce un autentico sviluppo è suicida e condanna l’Italia al declino.
Il Terzo Settore non chiede per sé, ma per tutti i cittadini, a partire da quelli più in difficoltà esclusi dalla comunità oppure a rischio di esclusione. E, prima di chiedere, offre il suo contributo di azione volontaria, di professionalità sociale, di innovazione a fianco delle persone.
Le politiche sociali sono un investimento nel futuro del Paese, tanto più preziose quanto più esso è in difficoltà. Eppure l’Italia investe in esse meno di quanto si investa nel resto d’Europa. Anzi le considera un costo e le taglia senza criterio.
La nostra capacità di tirare la cinghia e di trovare soluzioni dignitose per assicurare diritti alle persone si sta esaurendo: senza un cambiamento si avvia la liquidazione del welfare italiano e si cancellano i tanti sforzi fatti per costruire sussidiarietà.
Governo, Regioni ed Enti Locali debbono fare ciascuno la propria parte e decidere quale futuro vogliono per il nostro Paese. Noi abbiamo fatto e faremo la nostra parte, ma non vogliamo essere presi in giro.

 

RINNOVARE E RILANCIARE LE POLITICHE SOCIALI PER UN NUOVO PATTO SOCIALE PER IL FUTURO DEL PAESE
CHIEDIAMO

  • La definizione dei” livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”, come previsto dalla nostra Costituzione (art. 117).
  • Un forte investimento nelle politiche sociali, attraverso un congruo aumento delle risorse destinate al sociale, all’educazione e alla scuola, da connettere alla reale esigibilità dei livelli essenziali.
  • Una reale e concreta applicazione del principio di sussidiarietà previsto dalla Costituzione (art. 118) e dalla legge 328/00 sul sistema dei servizi sociali, che dia un effettivo riconoscimento di pari dignità alle organizzazioni della società civile;
  • Una misura universalistica di sostegno al reddito contro la povertà e un concreto aiuto a ridurre i rischi di vulnerabilità sociale;
  • Il ripristino del fondo per le non autosufficienze e il suo potenziamento;
  • Adeguato finanziamento del Piano Nazionale Infanzia e Adolescenza e un adeguato ripensamento delle Politiche Giovanili
  • La definizione del Piano Nazionale per la Famiglia e il suo adeguato finanziamento;
  • Il rilancio del Servizio Civile Nazionale, quale esemplare esperienza di cittadinanza attiva dei giovani, con investimenti coerenti.

E OCCORRE

  • Scegliere le priorità nel gestire le risorse piuttosto che i tagli lineari, intervenendo sia sul fronte delle entrate (in particolare con la leva fiscale e la lotta all’evasione) sia sul fronte delle uscite (riduzione degli sprechi, riduzione delle spese militari…).
  • Declinare al meglio il percorso federalista, responsabilizzando tutti per ridurre le disparità nel Paese e per riqualificare la spesa pubblica.
  • Potenziare e innovare le politiche sociali orientandole al benessere e alla ricerca della felicità, dando protagonismo alle persone, alle famiglie, ai corpi sociali.
  • Ridefinire ruoli e compiti degli Enti Pubblici e il loro rapporto con i cittadini attivi e gli attori sociali secondo il principio di sussidiarietà.

 

IL TERZO SETTORE È PRONTO A FARE LA SUA PARTE,
CON I TAGLI AL SOCIALE NON C’È VITA BUONA NÉ SOCIETÀ ATTIVA
I DIRITTI SOCIALI NON SONO PRIVILEGI
SVILUPPO E COESIONE NON SI FANNO CON L’ELEMOSINA

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Terremoto centro Italia, l'intervento Anpas

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