Protezione civile: aperta consultazione sui documenti fondativi della rete #socialProCiv. Anpas parte del progetto 

Lunedì, 8 giugno 2015. È disponibile da oggi sul sito del Dipartimento della Protezione civile , il dossier dedicato all’iniziativa della rete #socialProCiv: si tratta di un lavoro, ideato e promosso da diverse realtà del sistema di protezione civile italiano, dedicato alla comunicazione di protezione civile sui social media.

#socialprociv Anpas

Coloro che entreranno nel dossier troveranno – oltre al racconto delle attività svolte negli ultimi due anni da un tavolo di lavoro molto variegato, formato da diverse realtà del sistema di protezione civile, tra cui anche operatori dell’informazione e della comunicazione sui social media – il manifesto della rete #socialProCiv e due documenti aperti alla consultazione pubblica: le indicazioni per la redazione di policy e le linee guida per la gestione degli account.

#SocialProCiv vuole essere una community digitale formata da tutte quelle realtà operanti nel campo della protezione civile italiana che intendono fare una corretta comunicazione del rischio e dare precise informazioni in emergenza anche attraverso i social media.

Il dossier disponibile sul sito del Dipartimento vorrebbe fornire agli attori del Servizio Nazionale della Protezione Civile che desiderano far parte della rete #SocialProCiv indicazioni pratiche e di principio per la loro presenza responsabile sui social, sia in emergenza sia in ordinario.

L’obiettivo è, quindi, favorire lo sviluppo di una rete digitale aperta a tutte le strutture pubbliche e private; una rete aperta, ovviamente, anche agli operatori dell’informazione che decidessero di veicolare sui territori i temi della prevenzione e della conoscenza dei rischi; una rete, quindi, al servizio dei cittadini come punto di riferimento per la comunicazione di protezione civile a trecentosessanta gradi.

 

Il manifesto di #socialprociv

I social media sono strumenti di comunicazione potenti e flessibili che veicolano informazioni in modo capillare e tempestivo. La libertà che consentono, l’alto tasso di interattività, la capacità di rendere virale un messaggio attraverso la condivisione rappresentano l’enorme potenzialità comunicativa di questi mezzi. Nella comunicazione di protezione civile queste stesse caratteristiche possono porre problemi di chiarezza dell’informazione, affidabilità delle fonti e rumore di fondo tali da disorientare gli utenti. Ciò nonostante questi strumenti, se utilizzati correttamente e integrati in un piano di comunicazione complessivo che non dimentichi tutti gli altri strumenti e canali di informazione possono rappresentare una risorsa importante sia per la prevenzione dei rischi che per la comunicazione in emergenza.


Con queste convinzioni nasce – dal confronto di numerosi soggetti del Sistema Nazionale – la rete #socialProCiv che si fonda sui seguenti principi:

1. #socialProCiv è una community aperta di soggetti che intendono fare comunicazione di protezione civile in ordinario e in emergenza sui social media in modo responsabile e confacente alla delicatezza del contesto in cui si opera. La rete è composta da istituzioni, enti, organizzazioni di volontariato e media operators che si riconoscono nel percorso di omogeneizzazione e autoregolamentazione della comunicazione di protezione civile sui social media, pur mantenendo l’autonomia delle proprie scelte e assumendosene tutte le conseguenti responsabilità. #socialProCiv vuole essere al servizio dei cittadini come punto di riferimento per la comunicazione di protezione civile in emergenza e in ordinario; cittadini che possono diventare essi stessi protagonisti della rete, contribuendo a rilanciare le informazioni che trovano in #socialProCiv.

2. Gli aderenti alla rete adottano un comune approccio comunicativo per consentire agli utenti di orientarsi sui social media in ordinario e in emergenza rispetto ai temi di protezione civile e di riconoscere le fonti di informazione che hanno sottoscritto il manifesto #socialProCiv.

3. Gli account che aderiscono alla rete #socialProCiv offrono una gestione trasparente e il più possibile omogenea dei vari profili social su cui operano, secondo le linee guida della rete.

4 Ogni aderente della rete #socialProCiv redige e pubblica una propria social media policy secondo le indicazioni condivise che la rete potrà discutere, elaborare e implementare in fasi successive. Tutti coloro che sottoscivono il manifesto si impegnano inoltre a seguire gli aggiornamenti del percorso individuati dalla rete #socialProCiv e ad adottare eventuali nuove indicazioni.

5. Le singole policy redatte dai soggetti aderenti alla rete chiariscono agli utenti gli standard di servizio offerti dai profili social (livello di interattività, orari di attività e monitoraggio del servizio, regole di moderazione, netiquette etc.)

6. In ordinario gli aderenti alla rete si impegnano a tenere vivo l’account attraverso la comunicazione del rischio (info sui rischi; norme di comportamento) così da accrescere la consapevolezza degli utenti sui temi di protezione civile. In emergenza gli aderenti alla rete pongono particolare attenzione a diffondere, sui profili social, informazioni e dati verificati provenienti da fonti attendibili.

7. Le policy redatte e pubblicate da ciascun soggetto aderente a #socialProCiv rappresentano un contratto etico con gli utenti, un patto che si pone l’obbiettivo di sensibilizzare ogni cittadino a una comunicazione responsabile e consapevole di protezione civile.

8. L’appartenenza dei soggetti alla rete #socialProCiv deve essere dichiarata e graficamente evidente sui relativi account e profili.

9. L’elenco degli account e dei profili social attivi degli aderenti alla rete è riportato in un database pubblico consultabile dagli utenti.

10. La rete #socialProCiv elabora, condivide e implementa glossari tematici e vocabolari di hashtag utili agli operatori e agli utenti della comunicazione di protezione civile sui social.

 

 

 

Social Prociv AnpasLa consultazione online – sito

La consultazione pubblica sulle versioni “beta” delle policy e delle linee guida per la gestione degli account resterà aperta per 30 giorni ai contribuiti che perverranno da parte di rappresentanti di amministrazioni, enti, organizzazioni di volontariato e operatori dell’informazione, contributi che saranno la base per gli aggiornamenti successivi dei documenti stessi.

 

1° pagina del dossier – Protezione Civile e social media. I social media e l’attendibilità delle informazioni. I social media sono strumenti di comunicazione molto potenti, divenuti negli ultimi anni parte integrante della vita quotidiana di tantissime persone. La loro caratteristica rivoluzionaria, rispetto ai media tradizionali, è quella di creare delle reti sociali in cui ogni singolo individuo può partecipare e contribuire illimitatamente sia alla trasmissione che alla condivisione di informazioni di qualsiasi genere. Questo fa sì che, in ambito di protezione civile, i social media rappresentino, allo stesso tempo, un’enorme potenzialità e una sfida impegnativa. In questo contesto, infatti, l’attendibilità, la correttezza e la precisione delle informazioni sono, letteralmente, di vitale importanza.

Il sistema italiano di Protezione civile. La “protezione civile italiana” è un sistema complesso che opera a livello locale, regionale e statale nel rispetto del principio di sussidiarietà. Autorità di protezione civile è il sindaco, l’istituzione più prossima al cittadino che, sia in ordinario sia in emergenza, detiene le informazioni più dettagliate e attendibili su quanto avviene sul proprio territorio, le strutture operative del Servizio nazionale, le aziende che erogano servizi essenziali, gli organi di informazione e i cittadini. Immaginare, nel nostro sistema, un unico profilo social della Protezione Civile sarebbe improprio, perché la protezione civile, in Italia, non è una singola istituzione ma una funzione attribuita a tante istituzioni e organizzazioni.

Che cos’è #socialProCiv. La protezione civile, nelle sua tante declinazioni, opera già da tempo sui social media. Comuni, province, regioni, forze armate e di polizia, organizzazioni di volontariato, istituti e gruppi di ricerca scientifica, enti e aziende pubblici e privati da anni, nella propria autonomia, comunicano utilizzando Facebook o Twitter. La rete #socialProCiv nasce per stabilire uno standard che, nel rispetto dell’autonomia di ciascun attore, possa aiutare a rendere più riconoscibile, chiara, utile e omogenea la comunicazione sui social media in ambito di protezione civile agli utenti. Con questo obiettivo, il Dipartimento della Protezione civile ha avviato dapprima una fase di studio, raccogliendo le buone pratiche emerse soprattutto dal territorio, per poi costituire un tavolo di lavoro che ha coinvolto diversi attori del sistema incontrati strada facendo.

Le tappe Il percorso ha avuto inizio con una prima giornata di studio dal titolo “Comunicare il rischio e il rischio di comunicare” organizzata a Roma, il 15 novembre 2013, dal Dipartimento della protezione civile. Già in quell’occasione, quando vennero delineati sia il contesto che le prospettive del lavoro da svolgere, emerse l’esigenza di individuare policy e linee guida comuni capaci di rappresentare una sorta di bench-mark italiano per la comunicazione sui social media in ambito di protezione civile.

In occasione della seconda giornata di studio, che si è svolta a Lucca il 15 aprile 2014 nell’ambito del Festival del Volontariato, il Centro Nazionale per il Volontariato, in collaborazione con il Dipartimento e con il giornaledellaprotezionecivile.it, ha indetto una call aperta a tutto il mondo del volontariato e alle altre componenti del sistema di protezione civile per raccogliere e far emergere gli esempi di buone pratiche nell’utilizzo dei social media in ambito di comunicazione del rischio e d’emergenza. Quelle esperienze sono poi servite come base di partenza per il lavoro successivo.

La terza giornata di studio si è svolta a Nuoro, in Sardegna, il 29 ottobre 2014. Si è trattato di un workshop rivolto alle strutture operative ed alle componenti del sistema di Protezione Civile, soprattutto a livello regionale, organizzato dall’AILUN (associazione per l’Istituzione della Libera Università Nuorese) e dal Centro di Simulazione avanzata SIMANNU, in collaborazione con il Dipartimento e ilgiornaledellaprotezionecivile.it.

La tappa seguente è stata il dar vita a un tavolo di lavoro aperto innanzitutto alle organizzazioni incontrate nei primi due appuntamenti, incluse quelle selezionate dalla call, allo scopo di redigere una bozza di Linee guida e Policy da condividere, infine, con l’intera rete, dando modo a tutti i possibili aderenti al progetto #socialProCiv di poter contribuire proponendo integrazioni o modifiche.

I documenti #socialProCiv Il tavolo di lavoro si è riunito tre volte, sempre a Roma, nella sede del Dipartimento della Protezione civile, giungendo all’elaborazione di tre documenti. Il primo, che è stato chiamato Manifesto #socialProCiv, ha il compito di raccontare che cos’è #socialProCiv, a chi è rivolto, quali obiettivi si propone. Il secondo è il documento che riguarda le Policy, ovvero il patto di chiarezza e la carta dei servizi che ogni aderente alla rete #socialProCiv dovrà redigere autonomamente seguendone le indicazioni. Il terzo è il documento delle

Linee guida: una sorta di manuale per aiutare gli aderenti a #socialProCiv a organizzare il lavoro dei propri profili social secondo una comune strategia.

Il manifesto

La consultazione su policy e linee guida

 

Il primo incontro di #socialprociv


           

 

Approfondimento: Magazine Protezione Civile

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