- Home
- Chi Siamo
Chi siamo
Le pubbliche assistenze nascono nel 1860 come associazioni di volontariato, libere e laiche.
- Cosa Facciamo
Cosa facciamo
L’Anpas è un movimento di volontari che promuove uguaglianza, solidarietà, soccorso, protezione civile, cultura della pace e partecipazione attiva alla comunità.
- Cosa puoi fare tu
Cosa puoi fare tu
Unisciti ad Anpas per fare la differenza: diventa volontaria/o, sostieni le nostre attività oppure coinvolgi la tua azienda e associazione.
Fai la tua parte per una società migliore! - Anpas informa
- Utilità
Utilità
Benvenuto/a nell’area dedicata all’Utilità Anpas! In questa sezione, troverai informazioni essenziali e risorse utili per le pubbliche assistenze e i nostri partner.
- SEDE NAZIONALE
- MAPPA SEDI
- CONTATTI
- Dona Ora
- Anpas SHOP
Protezione civile: aperta consultazione sui documenti fondativi della rete #socialProCiv. Anpas parte del progetto
Lunedì, 8 giugno 2015. È disponibile da oggi sul sito del Dipartimento della Protezione civile , il dossier dedicato all’iniziativa della rete #socialProCiv: si tratta di un lavoro, ideato e promosso da diverse realtà del sistema di protezione civile italiano, dedicato alla comunicazione di protezione civile sui social media.
Coloro che entreranno nel dossier troveranno – oltre al racconto delle attività svolte negli ultimi due anni da un tavolo di lavoro molto variegato, formato da diverse realtà del sistema di protezione civile, tra cui anche operatori dell’informazione e della comunicazione sui social media – il manifesto della rete #socialProCiv e due documenti aperti alla consultazione pubblica: le indicazioni per la redazione di policy e le linee guida per la gestione degli account. #SocialProCiv vuole essere una community digitale formata da tutte quelle realtà operanti nel campo della protezione civile italiana che intendono fare una corretta comunicazione del rischio e dare precise informazioni in emergenza anche attraverso i social media. Il dossier disponibile sul sito del Dipartimento vorrebbe fornire agli attori del Servizio Nazionale della Protezione Civile che desiderano far parte della rete #SocialProCiv indicazioni pratiche e di principio per la loro presenza responsabile sui social, sia in emergenza sia in ordinario. L’obiettivo è, quindi, favorire lo sviluppo di una rete digitale aperta a tutte le strutture pubbliche e private; una rete aperta, ovviamente, anche agli operatori dell’informazione che decidessero di veicolare sui territori i temi della prevenzione e della conoscenza dei rischi; una rete, quindi, al servizio dei cittadini come punto di riferimento per la comunicazione di protezione civile a trecentosessanta gradi.
Il manifesto di #socialprociv I social media sono strumenti di comunicazione potenti e flessibili che veicolano informazioni in modo capillare e tempestivo. La libertà che consentono, l’alto tasso di interattività, la capacità di rendere virale un messaggio attraverso la condivisione rappresentano l’enorme potenzialità comunicativa di questi mezzi. Nella comunicazione di protezione civile queste stesse caratteristiche possono porre problemi di chiarezza dell’informazione, affidabilità delle fonti e rumore di fondo tali da disorientare gli utenti. Ciò nonostante questi strumenti, se utilizzati correttamente e integrati in un piano di comunicazione complessivo che non dimentichi tutti gli altri strumenti e canali di informazione possono rappresentare una risorsa importante sia per la prevenzione dei rischi che per la comunicazione in emergenza.
|
La consultazione online – sito La consultazione pubblica sulle versioni “beta” delle policy e delle linee guida per la gestione degli account resterà aperta per 30 giorni ai contribuiti che perverranno da parte di rappresentanti di amministrazioni, enti, organizzazioni di volontariato e operatori dell’informazione, contributi che saranno la base per gli aggiornamenti successivi dei documenti stessi.
1° pagina del dossier – Protezione Civile e social media. I social media e l’attendibilità delle informazioni. I social media sono strumenti di comunicazione molto potenti, divenuti negli ultimi anni parte integrante della vita quotidiana di tantissime persone. La loro caratteristica rivoluzionaria, rispetto ai media tradizionali, è quella di creare delle reti sociali in cui ogni singolo individuo può partecipare e contribuire illimitatamente sia alla trasmissione che alla condivisione di informazioni di qualsiasi genere. Questo fa sì che, in ambito di protezione civile, i social media rappresentino, allo stesso tempo, un’enorme potenzialità e una sfida impegnativa. In questo contesto, infatti, l’attendibilità, la correttezza e la precisione delle informazioni sono, letteralmente, di vitale importanza. Il sistema italiano di Protezione civile. La “protezione civile italiana” è un sistema complesso che opera a livello locale, regionale e statale nel rispetto del principio di sussidiarietà. Autorità di protezione civile è il sindaco, l’istituzione più prossima al cittadino che, sia in ordinario sia in emergenza, detiene le informazioni più dettagliate e attendibili su quanto avviene sul proprio territorio, le strutture operative del Servizio nazionale, le aziende che erogano servizi essenziali, gli organi di informazione e i cittadini. Immaginare, nel nostro sistema, un unico profilo social della Protezione Civile sarebbe improprio, perché la protezione civile, in Italia, non è una singola istituzione ma una funzione attribuita a tante istituzioni e organizzazioni. Che cos’è #socialProCiv. La protezione civile, nelle sua tante declinazioni, opera già da tempo sui social media. Comuni, province, regioni, forze armate e di polizia, organizzazioni di volontariato, istituti e gruppi di ricerca scientifica, enti e aziende pubblici e privati da anni, nella propria autonomia, comunicano utilizzando Facebook o Twitter. La rete #socialProCiv nasce per stabilire uno standard che, nel rispetto dell’autonomia di ciascun attore, possa aiutare a rendere più riconoscibile, chiara, utile e omogenea la comunicazione sui social media in ambito di protezione civile agli utenti. Con questo obiettivo, il Dipartimento della Protezione civile ha avviato dapprima una fase di studio, raccogliendo le buone pratiche emerse soprattutto dal territorio, per poi costituire un tavolo di lavoro che ha coinvolto diversi attori del sistema incontrati strada facendo. Le tappe Il percorso ha avuto inizio con una prima giornata di studio dal titolo “Comunicare il rischio e il rischio di comunicare” organizzata a Roma, il 15 novembre 2013, dal Dipartimento della protezione civile. Già in quell’occasione, quando vennero delineati sia il contesto che le prospettive del lavoro da svolgere, emerse l’esigenza di individuare policy e linee guida comuni capaci di rappresentare una sorta di bench-mark italiano per la comunicazione sui social media in ambito di protezione civile. In occasione della seconda giornata di studio, che si è svolta a Lucca il 15 aprile 2014 nell’ambito del Festival del Volontariato, il Centro Nazionale per il Volontariato, in collaborazione con il Dipartimento e con il giornaledellaprotezionecivile.it, ha indetto una call aperta a tutto il mondo del volontariato e alle altre componenti del sistema di protezione civile per raccogliere e far emergere gli esempi di buone pratiche nell’utilizzo dei social media in ambito di comunicazione del rischio e d’emergenza. Quelle esperienze sono poi servite come base di partenza per il lavoro successivo. La terza giornata di studio si è svolta a Nuoro, in Sardegna, il 29 ottobre 2014. Si è trattato di un workshop rivolto alle strutture operative ed alle componenti del sistema di Protezione Civile, soprattutto a livello regionale, organizzato dall’AILUN (associazione per l’Istituzione della Libera Università Nuorese) e dal Centro di Simulazione avanzata SIMANNU, in collaborazione con il Dipartimento e ilgiornaledellaprotezionecivile.it. La tappa seguente è stata il dar vita a un tavolo di lavoro aperto innanzitutto alle organizzazioni incontrate nei primi due appuntamenti, incluse quelle selezionate dalla call, allo scopo di redigere una bozza di Linee guida e Policy da condividere, infine, con l’intera rete, dando modo a tutti i possibili aderenti al progetto #socialProCiv di poter contribuire proponendo integrazioni o modifiche. I documenti #socialProCiv Il tavolo di lavoro si è riunito tre volte, sempre a Roma, nella sede del Dipartimento della Protezione civile, giungendo all’elaborazione di tre documenti. Il primo, che è stato chiamato Manifesto #socialProCiv, ha il compito di raccontare che cos’è #socialProCiv, a chi è rivolto, quali obiettivi si propone. Il secondo è il documento che riguarda le Policy, ovvero il patto di chiarezza e la carta dei servizi che ogni aderente alla rete #socialProCiv dovrà redigere autonomamente seguendone le indicazioni. Il terzo è il documento delle Linee guida: una sorta di manuale per aiutare gli aderenti a #socialProCiv a organizzare il lavoro dei propri profili social secondo una comune strategia. Il manifesto La consultazione su policy e linee guida
Il primo incontro di #socialprociv
Approfondimento: Magazine Protezione Civile |