Le emozioni di Michela, della Croce Verde Sestri Ponente

Campo Costa (Mirandola). Ore 10. Valigia in mano, sacco a pelo sulla spalla. Si varca la carraia, quel cancello che, dopo ore di cucina, non vedevo l’ora di passare per staccare un attimo. Stamattina faccio fatica a passarlo. Non voglio, ma devo. Mi sento piu’ leggera. Mi manca qualcosa …e poi realizzo che dentro quel campo ci ho lasciato il cuore.

Michela
Si parte. Il campo rimane dietro le spalle. Gli occhi si fanno lucidi e gonfi, le lacrime bagnano il viso, i ricordi soffocano il cuore, le emozioni mi distruggono. La 492 parte, fa il giro di Mirandola, davanti al campo accendiamo le sirene, il suono è forte e aspro in mezzo a tanto silenzio di terrore: è un fischio di saluto alla popolazione emiliana, per fare capire che noi partiamo ma per loro ci saremo sempre e ritorneremo.È un fischio di felicità, della nostra felicità di essere stati con loro. È una sirena che, per una volta, suona per un lieto evento. Ci si allontana piano piano. Il campo sparisce alle nostre spalle ma rimangono i ricordi: è allora che vedo una tenda blu con delle brandine: casa mia e dei miei compagni di viaggio. Vedo una panca gialla davanti ai bagni, sede di discorsi importanti, ora vuota
Campo Costa
Vedo il campo come l’ho visto appena arrivata: pieno di gente e di speranza. Poi vedo la nostra cucina sede di tutta la nostra fatica, del nostro lavoro. Sotto i fornelli c’è una seggiola vuota: per me lo rimarra’ per sempre. Poi affiorano i volti dei miei colleghi. Tutti,  dal primo all’ultimo, i bei momenti insieme, gli abbracci, i pianti, le emozioni: loro non sono colleghi, sono AMICI e VOLONTARI. E non posso che ringraziarli per tutto cio’ che mi hanno dato, fatto provare, insegnato.. Vi portero’ nel cuore. Sarete una parte di esso, una parte importante che ogni volta gli dara’ la forza di battere. La forza di dire si ce la posso fare: si posso tornare con la divisa sporca e l’anima pulita. Affiora l’immagine del bar, di quei lunghi discorsi davanti a un caffè che pareva eterno.
Campo Costa
E poi i volti delle persone: il sorriso di un bambino che copre gli occhi terrorizzati e che vuole il latte. I volti delle madri che chiedevano suna minestrina. I padri che chiedevano il pranzo da portarsi a lavoro:loro che hanno continuato a lavorare per potersi rialzare. A VOI EMILIANI DEVO DIRE GRAZIE. I vostri sorrisi sono stati l’ossigeno della settimana. I vostri abbracci sono stati l’antidoto della mia stanchezza. Le vostre mani hanno asciugato i miei pianti. La vostra speranza è stata la mia forza e i vostri grazie sono state le mie medaglie appese dentro il cuore. Mi piace ricordarvi cosi’ con il sorriso in bocca. Mi avete insegnato che si puo’ andare avanti senza niente anche quando la vita ti porta via tutto. Spero di tornare presto…ma ora siamo a Carpi: i lampeggianti della 492 tra questi campi aridi sembrano stelle nel cielo. Ma non si avvicinano a Mirandola. Si fanno sempre piu’ piccole e fioche in questa strada che ci riporta a casa e ci porta lontano da voi. Lontano dal mio primo campo. Il primo campo che non tornera’ mai piu’, ma posso dire essere stato splendido. Parto con la speranza che mi richiamino al piu’ presto per ripartire e tornare da voi, momenti che restano cosi’, impressi nella mente. Tu ci hai mostrato la paura, noi ti mostriamo l’orgoglio… “TORNATE CON LA DIVISA SPORCA....MA L’ANIMA PULITA” (CIT Alessandro di Cicco) di Michela Gaggero, Croce Verde Sestri Ponente

 

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Come aiutare le pubbliche assistenze Anpas colpite dal sisma


I racconti dei volontari

  
     

Le storie di Aldo, dal campo di Mirandola

Il 20 maggio di Valentina

Noi, sciacalli di emozioni, di Rosanna Morelli

Campo Costa Timbuktu, di Alessandro Nassisi

Campo Costa: un laboratorio multiculturale, di Rosanna Morelli

Qui per dare tanto: la settimana di Fabio

Un’antropologa al campo: l’esperienza di Rita

Le emozioni di Michela

La storia di Fabio e Elena

Maria e Andrea dal campo di Novi

La settimana-imbuto di Enzo

Sconcerto d’amore a Mirandola

Il gradino di Nicole

Tante care cose, di Valentina Tienghi

La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


Anpas all’Hackathon terremoto (Bologna, 16-17 giugno)

 


La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


I Gas dei volontari Anpas: un sostegno alle aziende


La cucina del Campo Costa (video)

  
                     


Di terremoti, false leggende e info utili (approfondimento)

  
                     


Anpas a lavoro a poche ore dal sisma

  
                           

 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio
Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica). Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


La pagina in inglese

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