- Home
- Chi Siamo
Chi siamo
Le pubbliche assistenze nascono nel 1860 come associazioni di volontariato, libere e laiche.
- Cosa Facciamo
Cosa facciamo
L’Anpas è un movimento di volontari che promuove uguaglianza, solidarietà, soccorso, protezione civile, cultura della pace e partecipazione attiva alla comunità.
- Cosa puoi fare tu
Cosa puoi fare tu
Unisciti ad Anpas per fare la differenza: diventa volontaria/o, sostieni le nostre attività oppure coinvolgi la tua azienda e associazione.
Fai la tua parte per una società migliore! - Anpas informa
- Utilità
Utilità
Benvenuto/a nell’area dedicata all’Utilità Anpas! In questa sezione, troverai informazioni essenziali e risorse utili per le pubbliche assistenze e i nostri partner.
- SEDE NAZIONALE
- MAPPA SEDI
- CONTATTI
- Dona Ora
- Anpas SHOP
Le emozioni di Michela, della Croce Verde Sestri Ponente
Campo Costa (Mirandola). Ore 10. Valigia in mano, sacco a pelo sulla spalla. Si varca la carraia, quel cancello che, dopo ore di cucina, non vedevo l’ora di passare per staccare un attimo. Stamattina faccio fatica a passarlo. Non voglio, ma devo. Mi sento piu’ leggera. Mi manca qualcosa …e poi realizzo che dentro quel campo ci ho lasciato il cuore. Si parte. Il campo rimane dietro le spalle. Gli occhi si fanno lucidi e gonfi, le lacrime bagnano il viso, i ricordi soffocano il cuore, le emozioni mi distruggono. La 492 parte, fa il giro di Mirandola, davanti al campo accendiamo le sirene, il suono è forte e aspro in mezzo a tanto silenzio di terrore: è un fischio di saluto alla popolazione emiliana, per fare capire che noi partiamo ma per loro ci saremo sempre e ritorneremo.È un fischio di felicità, della nostra felicità di essere stati con loro. È una sirena che, per una volta, suona per un lieto evento. Ci si allontana piano piano. Il campo sparisce alle nostre spalle ma rimangono i ricordi: è allora che vedo una tenda blu con delle brandine: casa mia e dei miei compagni di viaggio. Vedo una panca gialla davanti ai bagni, sede di discorsi importanti, ora vuota
Vedo il campo come l’ho visto appena arrivata: pieno di gente e di speranza. Poi vedo la nostra cucina sede di tutta la nostra fatica, del nostro lavoro. Sotto i fornelli c’è una seggiola vuota: per me lo rimarra’ per sempre. Poi affiorano i volti dei miei colleghi. Tutti, dal primo all’ultimo, i bei momenti insieme, gli abbracci, i pianti, le emozioni: loro non sono colleghi, sono AMICI e VOLONTARI. E non posso che ringraziarli per tutto cio’ che mi hanno dato, fatto provare, insegnato.. Vi portero’ nel cuore. Sarete una parte di esso, una parte importante che ogni volta gli dara’ la forza di battere. La forza di dire si ce la posso fare: si posso tornare con la divisa sporca e l’anima pulita. Affiora l’immagine del bar, di quei lunghi discorsi davanti a un caffè che pareva eterno.
E poi i volti delle persone: il sorriso di un bambino che copre gli occhi terrorizzati e che vuole il latte. I volti delle madri che chiedevano suna minestrina. I padri che chiedevano il pranzo da portarsi a lavoro:loro che hanno continuato a lavorare per potersi rialzare. A VOI EMILIANI DEVO DIRE GRAZIE. I vostri sorrisi sono stati l’ossigeno della settimana. I vostri abbracci sono stati l’antidoto della mia stanchezza. Le vostre mani hanno asciugato i miei pianti. La vostra speranza è stata la mia forza e i vostri grazie sono state le mie medaglie appese dentro il cuore. Mi piace ricordarvi cosi’ con il sorriso in bocca. Mi avete insegnato che si puo’ andare avanti senza niente anche quando la vita ti porta via tutto. Spero di tornare presto…ma ora siamo a Carpi: i lampeggianti della 492 tra questi campi aridi sembrano stelle nel cielo. Ma non si avvicinano a Mirandola. Si fanno sempre piu’ piccole e fioche in questa strada che ci riporta a casa e ci porta lontano da voi. Lontano dal mio primo campo. Il primo campo che non tornera’ mai piu’, ma posso dire essere stato splendido. Parto con la speranza che mi richiamino al piu’ presto per ripartire e tornare da voi, momenti che restano cosi’, impressi nella mente. Tu ci hai mostrato la paura, noi ti mostriamo l’orgoglio… “TORNATE CON
|
Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna Come aiutare le pubbliche assistenze Anpas colpite dal sisma I racconti dei volontari Le storie di Aldo, dal campo di Mirandola Noi, sciacalli di emozioni, di Rosanna Morelli Campo Costa Timbuktu, di Alessandro Nassisi Campo Costa: un laboratorio multiculturale, di Rosanna Morelli Qui per dare tanto: la settimana di Fabio Un’antropologa al campo: l’esperienza di Rita Maria e Andrea dal campo di Novi Tante care cose, di Valentina Tienghi La struttura protetta del campo di Mirandola (foto) Anpas all’Hackathon terremoto (Bologna, 16-17 giugno)
La struttura protetta del campo di Mirandola (foto) I Gas dei volontari Anpas: un sostegno alle aziende La cucina del Campo Costa (video) Di terremoti, false leggende e info utili (approfondimento)
Anpas a lavoro a poche ore dal sisma
COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO Durante il terremoto • Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche. E’ possibile che si verifichino incidenti • Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso Prima del terremoto • Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso • Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti • A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza. Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza Terremoto: io non rischio |
{loadposition acaso}