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Hai poco più di 20 anni, vivi a Milano e un bel giorno decidi di fare servizio in Ambulanza. Entri in un’associazione, ti ci trovi bene e, tra turni e corsi, ci passi una bella fetta del tuo tempo libero. Un bel giorno decidi di entrare nel reparto di Protezione Civile. Il perché lo ignori tutt’ora: forse avevi ancora troppo tempo libero o, forse, eri semplicemente attratto dalla polo blu. Fatto sta che ti tirano dentro, la gente è simpatica e l’ambiente è piacevole, ti fanno montare 3 tende in un campetto da calcio, fai da baby-sitter ad un paio di classi delle elementari… fin qui nessun problema. Poi ti fan seguire un corso sulla gestione delle emergenze, la cosa comincia a preoccuparti un po’ ma il corso è pieno di belle ragazze quindi fai finta di nulla e ti illudi di poter gestire la cosa.Una notte capisci che qualcosa però è cambiato… il letto inizia a tremare. Dopo qualche secondo realizzi che non sei tu ad aver mangiato pesante ma è proprio la stanza che si muove. Per fortuna dopo un attimo finisce tutto, ma mentre ti rimetti giù per continuare a dormire ti balena in mente una cosa: il cellulare; è spento e in un’altra stanza. Corri ad accenderlo pensando a chi te lo ha fatto fare. Ma ormai è tardi.
La mattina trovi un messaggio (chiaramente, nonostante avessi il telefono sotto il cuscino, non lo hai sentito): allerta, per adesso nessuna emergenza ma forse è richiesto nostro intervento tra un paio di settimane. Non ci pensi più di tanto, tanto sei l’ultimo arrivato, figurati se mandano giù te! Dormi pure sonni tranquilli. Passa una settimana, un’altra scossa, di mattina. Tu stai dormendo della grossa nonostante l’ora tarda e non ti accorgi di nulla. Questa volta il cellulare è acceso…. squilla. Rispondi ancora addormentato; dall’altra parte il capo-reparto ti chiede: “Allora sei disponibile per partire?”. Tu, che stai ancora cercando di capire chi diavolo è che ti ha svegliato, riesci solo a rispondere : “Ma veramente quest’anno le ferie le faccio ad Agosto”. Poi pian piano riacquisti lucidità e percepisci il messaggio: nuova scossa, nuove macerie, altri sfollati. Prepara lo zaino che ci si trova tra un paio d’ore in sede e vediamo chi mandar giù. Tu obbedisci …. prepari lo zaino anche se non sai assolutamente cosa metterci dentro. Alla fine prepari l’indispensabile e ci aggiungi 25 paia di calze, perché sei convinto che con ai piedi calzini puliti tu possa risolvere qualsiasi problema. Inizi a fartela un po’ addosso ma ancora ti culli nella tua illusione: sei l’ultimo arrivato, devi ancora certificarti, figurati se mandano giù te.Arrivi in sede, i responsabili sono in riunione per decidere…. figurati se mandano giù te. Il capo-campo, l’infermiera e l’educatrice per primi, poi servono due paia di braccia robuste. Per qualche strana ragione si convincono che la tua conformazione fisica (non sei propriamente un fantino) sia quella adatta a montar su un campo da zero e a scaricare bancali. Tu e il tuo collega nuovo inserimento (un altro che non potrebbe decisamente fare il ballerino classico) venite buttati nella mischia. Non capisci neanche come, ma due ore dopo sei su una Lan Rover lanciata in autostrada , il lampeggiante è acceso e la destinazione non l’hai ancora capita. Ed ecco che inizi a fartela sotto sul serio. La mezzanotte è passata da un po’, arrivi fuori da un campo sportivo. Dove ti trovi esattamente non l’hai mica capito, ma a questo punto importa poco. C’è un cancello d’entrata; parcheggiati all’esterno, un sacco di mezzi diversi, provenienti dai posti più disparati. C’è però una costante che ti rassicura un minimo: hanno tutti ben visibile la scritta PROTEZIONE CIVILE sulla fiancata e degli stemmi dell’ Anpas. Riprendi a respirare. Finalmente con la vescica vuota sei pronto per varcare il confine di quello che, fino al cambio di sabato, sarà il tuo mondo.Varchi il cancello, c’è una gran confusione, ovunque ti giri vedi persone in arancione; non riesci a fare neanche 2 passi che un tizio vestito di blu con un caschetto rosso ti rivolge la parola. Sei ancora un po’ confuso, per cui non afferri subito cosa ti dice, però se c’è qualcosa che ti ricordi dal corso, oltre alle facce delle ragazze, è che quelli con il caschetto rosso di solito è meglio ascoltarli! Ti concentri e gli chiedi di ripetere.“Ragazzi appena arrivati? Date un mano alla catena dell’acqua!”Ci sono una trentina di ragazzi che stanno scaricando un camion di acqua. Fanno un passamano e ammassano i pacchi in un angolo riparato. Tu ed i tuoi colleghi vi buttate nella catena. Tra una pacco e l’altro osservi i 2 ragazzi di fronte a te…le divise sono di 2 colori leggermente diversi, ma al buio sembrano assolutamente uguali. C’è però una cosa che non ti torna: eri convinto che il campo fosse gestito solo da associazioni italiane eppure questi 2 parlano lingue straniere: ti si rivolgono e tu non capisci nulla. Alla fine provi il tutto per tutto: vai con l’inglese! Questi si guardano sgomenti, uno si gira verso il tuo collega e con un forte accento gli chiede: “ma che l’amico tua mi sta’ppijia per li fondelli?”. Il suo vicino lo tranquillizza: ”Ma vai vecio, non sé da prendersela massa…sè un mona che non capise mia”. In quel momento realizzi: alla tua destra c’è l’Abruzzo mentre sulla sinistra il Veneto, Rovigo nello specifico. Probabilmente non sareste in grado di disquisire di massimi sistemi, ma a scaricare il camion ve la state cavando bene. Non vi siete mai visti, ma i pacchi da 6 passano veloci di mano in mano come se vi foste allenati insieme tutto l’inverno ed in meno di mezz’ora il camion è vuoto. Passi altre 2 ore tra i picchetti ed i tiranti, il tuo braccio ti odia come non mai, ma ora può venire anche un uragano e quelle tende staranno su. Fai un corso accelerato di distribuzione elettrica e dialetto ligure, tiri decine di metri di cavi e cambi una presa via l’altra; stai quasi per prenderci gusto quando ti accorgi che le tue colleghe sono sparite. Ti dicono che sono nella palestra affianco al campo. Vai a cercarle così tiri il fiato 10 minuti. Entri nella palestra: la casa di cura per anziani del paese non è agibile, li hanno sistemati tutti li, e loro sono andate a dare una mano. Sono 18 mesi che fai servizi in ambulanza e stai nei PS,ormai sei abituato alla gente che sta male… almeno così credevi. A quella vista ti rendi conto che tutto è molto relativo. Senti all’improvviso l’irrefrenabile necessità di un tranquillo lavoro di fatica, ti rimangi tutto il male che hai detto sui picchetti nelle ultime ore. Incroci lo sguardo di una tua collega; ti sorride,ti ha già capito. Con la spasmodica voglia di usare un martello, nonostante il tuo braccio che tenta di ucciderti, giri i tacchi e torni di corsa al campo. Sera arriva in un attimo, e la doccia che ti fai a mezzanotte la ricorderai a lungo. Lo spogliatoio da calcio del campo sembra una SPA e anche la turca non ti sembra più così male. Sai già che presto o tardi dovrai cederle. Stai quasi per andare a dormire, ma alle 2 arrivano i camion con le brande da scaricare. Stai direttamente alzato. Alle 3 stai già sognando il letto, ma il mulettista viene da un altro campo e qualcuno deve accompagnarlo. Prendi il Defender, ti perdi per la campagna emiliana, vedi una tenda in ogni giardino per le villette e quelli dei palazzi tutti ai giardinetti, passi su un ponte che al mattino dopo crollerà miseramente per l’ennesima scossa, ritorni al campo e alle 4 finalmente ti sdrai. La paura è quasi scomparsa e non c’è russare che ti impedisca di dormire.I 2 giorni successivi sono un po’ confusi; di sicuro vai a fare la spesa, più volte, con il pick-up prima e poi, quando ti rendi conto che tutto è molto relativo, compresa la capacità di carico , con il camion. Ormai conosci le coop della provincia di Modena come casa tua, i direttori ti riconoscono. Uno che sembra la controfigura del modenese tipo ti regala 100 kg di pane, ti fa i complimenti e ti lascia anche usare il suo bagno (la turca ti aspetterà ancora per un po’). All’Ipercoop di Modena ritiri bancali di cibo per 12.000 euro ma non riesci a farti regalare le cartucce per il fax da un direttore coi baffi che, anzi, ti guarda male per averglielo chiesto. Più roba hanno meno sono gentili. Gli rubi la Bic e ti senti subito un po’ meglio.Alla tenda infermieristica del campo ci sono 2 infermieri e 4 soccorritori. Assistono una media di 70 persone al giorno. Si spazia dalle punture di zanzara agli arresti cardiaci. Sono a corto di medicinali così ti spediscono a ritirarli alla farmacia dell’ospedale di Carpi. L’ospedale. L’ospedale di Carpi è un posto strano. Gli emiliani son gente strana. L’edificio non è più agibile? Loro si sistemano in giardino. Entrando dal cancello si aprono 2 file di tende: la prima a destra è il PS, con tanto di Triage, la prima a sinistra Ortopedia e cosi via per 12 tende. Dottori ed infermieri sono seduti agli ingressi, su sedie da giardino… a loro lavorare dentro o fuori cambia poco, l’importante è lavorare, è non fermarsi. Nei minuti subito dopo la prima scossa su quel prato sono nati 2 bambini, e le tende non c’erano ancora. La sera arriva sempre più in fretta: il carrello-cucina è scomparso insieme ad un albero e ad un pezzo di muro, per lasciare posto ad un container-cucina ed i cuochi non si fermano un secondo, i moduli bagni sono spuntati come funghi (si mormora ci sia anche l’acqua calda) e le segreterie hanno lavorato ininterrottamente per sistemare tutti gli sfollati possibili nelle tende.La doccia è bella quasi come quella del giorno prima, vorresti solo andare a letto il più in fretta possibile. Il capo-campo però ti frega: blocca te ed il tuo collega proprio mentre state chiudendo il sacco a pelo. “Ragazzi stanotte la vigilanza in carraia tocca a voi”. Non hai mai odiato qualcuno cosi tanto in vita tua, vorresti ucciderlo e metterti a dormire, ma ti controlli e annuisci. Prima o poi tocca. Siete fortunati: 2 ragazzi piemontesi si offrono di darvi il cambio alle 5. Siete sfortunati: quei 2 ragazzi piemontesi con la sveglia hanno proprio un brutto rapporto. Alle 5 non si presenta nessuno. Alle 6 vi siete rassegnati a rimanere li fino al cambio. Arriverà alle 8. Siete fortunati: imparate di più in quelle 3 ore che in un mese a scuola. Imparate verso dove è La Mecca, che alcuni gatti possono stare al guinzaglio mentre altri no, che le turche non sono poi così male e che una doccia ed una maglia pulita possono ringiovanire di 10 anni. Alle 8.15 siete decisamente alla frutta. Ti infili in tenda e tenti finalmente di dormire, se non fosse che la tenda continua a tremare leggermente. Ci metti qualche minuto a capire che quello che sta tremando in realtà sei tu. Perché tu sarai anche soddisfatto, ma “loro” nella merda ci sono ancora. Certo gli hai dato una mano, ma ora sei tornato a casa, mentre “loro” sono ancora giù, ancora in tenda, e ci rimarranno un bel pezzo. Quattro giorni ti sono sembrati lunghi? Tutto è molto, molto relativo.
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