La P.A. Papa Charlie di Pagani(SA) organizza nei mesi di Luglio ed Agosto 2009

 

 

un servizio di avvistamento e antincendio nei territori di Pagani e di S. Egidio del Monte Albino.Il servizio viene svolto in turni settimanali con il cambio squadra da effettuare nella giornata della domenica con orari 09/18 con pranzo in associazione insieme agli altri volontari.

 

Visita il nostro sito: www.papacharlie.it

 

Le squadre settimanali sono composte da circa 15 volontari. 

Per l’ospitalità abbiamo a disposizione 4 letti presso la sede associativa..

 

 

Le spese di viaggio sono a carico del volontario 

 

Offriamo:

– 4 posti letto

– 3 pasti giornalieri

Richiediamo:

– maggiore età

– certificato di sana e robusta costituzione

– lenzuola o coperta personale

-propria divisa

– cortesia e simpatia

Pagani è al centro dell’agro-nocerino-sarnese a 15km da Salerno e 33km da Napoli, inoltre e’ a 10 minuti dalla costiera amalfitana (traffico permettendo) J
Le adesioni dovranno pervenire presso la sede non oltre il 30 giugno 2008 al numero di fax 081 914589 oppure allo 081 5155757 o tramite mail a segreteria@papacharlie.it in carta intestata dell’ associazione di appartenenza

 

 

Itinerario del Comune di Pagani

La città di Pagani sorge a mezza costa, tra la pianura del basso Sarno e le pendici del Montealbino, sviluppandosi lungo gli assi viari che congiungono, oggi come nell’antichità, Nocera con Pompei e Napoli, la costiera amalfitana e la penisola sorrentina. Nel suo territorio, parte dell’ager nucerinus, sono state rinvenute tracce romane (ville, strade, monumenti funerari) ma l’insediamento urbano risale al Medioevo. All’epoca si formò, dall’unione dei numerosi casali sparsi nell’ampio territorio tra Cava e Angri una conurbazione che divenne l’università di Nocera de’ Pagani, esistita fino all’Ottocento e di cui il casale di Pagani era il centro più popoloso.
Il tessuto urbano si distingue in due aree: il quartiere pedemontano, Cortimpiano, sorto nel medioevo all’imbocco della strada (la via Amalfitana) che inerpicandosi verso il valico di Chiunzi metteva in contatto l’agro con Amalfi, caratterizzato da un doppio sistema difensivo: una torre pedemontana ancora esistente (da cui deriva il toponimo), in contatto con un’altra struttura, perduta, posta sul culmine della collina di S. Pantaleone, ai cui piedi si stende l’abitato; la città quadrata, frutto dell’espansione in età moderna, che occupa lo spazio tra i due assi viari principali, con la significativa appendice della frazione di Barbazzano, già casale autonomo in età medievale.
Possiamo iniziare la visita dall’estremità occidentale della città, dove, lungo la strada che conduce ad Angri, presso un’ampia piazza sorge il grandioso complesso della Basilica pontificia di S. Alfonso Maria de’ Liguori, complesso settecentesco e casa madre dell’ordine dei Redentoristi, che ospita le spoglie del Santo, il Museo Alfonsiano e una ricca biblioteca.

Dalla basilica inizia corso Padovano (asse cittadino principale), ai cui lati sono visibili Palazzi settecenteschi con portali riccamente decorati; al primo incrocio sorge il complesso della Chiesa di S. Maria della Purità con annesso convento (oggi trasformato in centro di accoglienza), adiacente al quale compare la villa comunale dominata dal secolare pino. Il corso finisce nella piazza cittadina centrale perno tra i due nuclei, dominata dalla Chiesa parrocchiale del Corpo di Cristo (che conserva i corpi dei due santi martiri Felice e Costanza e una ricca quadreria cinque-settecentesca); di fronte alla chiesa una lapide e una grande edicola segnalano l’antica sede del municipio cittadino.
Dalla piazza possiamo iniziare la visita del quartiere pedemontano di Cortimpiano risalendo via Malet (in un cortile si vede la torre circolare che dà il nome alla zona), caratterizzata da palazzi sette-ottocenteschi (tra cui la casa natale del beato Tommaso Maria Fusco); a questa via si ricongiunge via Perone (che sale verso S. Egidio del Montealbino), dove sorge il significativo edificio settecentesco di Palazzo Tortora degli Scipioni, notevole e ben conservato esemplare dell’architettura del XVIII secolo e via Marrazzo, che punta verso la collina di S. Pantaleone e ridiscende verso via Striano (entrambe le strade presentano la successione di cortili e case palaziate). Alla fine di via Striano si raggiunge di nuovo l’asse cittadino principale presso il Santuario della Madonna delle Galline, chiesa in cui si venera una famosa immagine su tavola della Madonna, oggetto di un’importante festa annuale. Nella piazza D’Arezzo è visibile il palazzo municipale (seicentesco convento di S. Carlo, degli Scolopi) e, poco discosto, ad angolo con via Matteotti, una statua reimpiegata, la ‘Dea Lamia’, con una colonna romana infissa nel muro.
Da via Matteotti (lungo la quale troviamo il complesso seicentesco della Chiesa del Carminiello ad Arco con annesso Conservatorio) possiamo intraprendere la visita della parte di città sviluppatasi tra Medioevo ed età moderna, dall’impianto quadrangolare, con palazzi sei-settecenteschi, dai portali con stemmi, dalle ampie facciate ornate e dai cortili chiusi abbelliti da elementi decorativi e da giardini e profondi e dedalici cortili con i segni dell’abitato povero e rurale. Il percorso si snoda da via Matteotti a via S. Francesco (alla fine della quale sorge l’importante chiesa di S. Francesco di Paola con annesso convento); da via Amendola alla Piazza Martiri d’Ungheria (da cui si snoda la strada per Barbazzano, antico casale di pianura che conserva tracce dell’insediamento medievale e rinascimentale); dalla piazza a via Astarita, ricca di palazzi settecenteschi, anche di notevoli dimensioni e dai significativi caratteri architettonici.
Risalendo per via Astarita si ritorna sul corso principale all’altezza della chiesa della Purità e si riprende la visita a partire dal palazzo municipale. Lungo via Diaz vediamo palazzi sette-ottocenteschi e cortili che risalgono verso la collina di S. Pantaleone e, alla fine, si incrocia via Tortora dalle caratteristiche analoghe, rintracciabili anche proseguendo sull’asse principale che conduce a Nocera, lungo via Carmine, alla fine della quale troviamo il complesso della Chiesa del Carmine (con annesso convento oggi scuola), dalla scenografica facciata settecentesca adorna di statue in stucco.

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