Il reportage di Cristina Bucciaglia, studentessa del Corso di Fotografia, Cinema e Televisione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

“Nel periodo di lockdown per l’Emergenza COVID-19 ho avuto il privilegio di documentare il lavoro dell’Anpas (associazione Nazionale pubbliche assistenze), un’organizzazione laica composta da volontari quotidianamente impegnati, citando alcune parole di Giacomo Mellini, <<a ingentilire i cuori, a diffondere e praticare sentimenti di amore, di pace, di fratellanza, dimenticando ogni distinzione sociale, ricordando solo di essere uomini, tutti eguali.».

Caserta: l'assistenza Anpas

Tra i volontari c’è Carmine, iscritto all’Anpas da ventidue anni. Tra le varie attività di aiuto che svolge c’è quella di consegna della spesa solidale e dei farmaci salvavita a persone in quarantena o auto quarantena (perché potenzialmente positive al COVID-19); persone che vivono sole e che non hanno alcuna possibilità di procurarsi i beni di prima necessità. Carmine ha deciso di fare il volontario perché aiutare le persone in difficoltà gli dà l’opportunità di apprezzare di più la vita e di ridimensionare i problemi personali. Per lui quella dell’Anpas è una seconda grande famiglia in cui trovare conforto, leggerezza, aggregazione, come quando a fine giornata prepara uno snack per tutti i volontari di turno. Lui stesso consiglia di provare a dedicarsi al volontariato: basta fare un colloquio in una qualsiasi sede Anpas e poi seguire un corso di formazione.
Tutti i volontari si sentono protetti dalla possibilità di proteggere gli altri, perché gli altri siamo sempre noi, e sono motivati dal desiderio di abbattere l’indifferenza, agendo in maniera totalmente gratuita, con dedizione e coraggio, per dare una mano, offrire ascolto, donare conforto, salvare la vita, profondamente convinti che l’unica cosa che può salvare l’intera umanità è avere umanità”.

Cristina Bucciaglia.

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