Piano quadriennale Anpas 2019-2022

Piano quadriennale Anpas 2019-2020: DARE VALORE - Una SFIDA per le Pubbliche  Assistenze e per la rete ANPAS

Documento Unitario di Programma del presidente nazionale Fabrizio Pregliasco. IL DOCUMENTO - PDF

Le sfide verso le quali ci siamo confrontati nell’ultimo Congresso nazionale - partendo dalla mia relazione, le note dei settori, i documenti delle Assemblee regionali e il dibattito precongressuale per arrivare al documento finale approvato all’unanimità - ora sono di fronte a noi e dobbiamo cavalcarle. L’elemento che ricomprende molti degli altri è la definizione del ruolo di ANPAS come Rete nazionale, una sfida che era implicita nel tema congressuale “DARE VALORE”. Di fatto una rete nazionale lo siamo sempre stati sin dalla fondazione 115 anni fa; la riforma del Terzo settore ci assegna adesso ruoli più stringenti.

Piano quadriennale

Un aspetto propedeutico, che stiamo già approcciando, è la costruzione di uno standard di qualità per le pubbliche assistenze come disposto dall’ordine del giorno votato al Congresso per definire al meglio le caratteristiche delle Associazioni che appartengono, o vogliono aderire, al nostro Movimento quale ulteriore elemento caratterizzante oltre all’adesione al nostro Codice Etico. Trasparenza e correttezza dovranno essere il marchio distintivo di ANPAS e di tutte le sue Associate. Solo così si potrà andare a testa alta nelle nostre comunità e nelle Istituzioni per offrire il nostro capitale sociale al servizio del Paese. Etica, trasparenza e comunicazione sono infatti tra gli indicatori principali per realizzare una valutazione d’impatto sociale dell’attività delle nostre Associazioni e permetterci di individuare possibilità di sviluppo e crescita e soprattutto differenziare la nostra attività da quella di aziende che possono svolgere i nostri servizi. Solo così potremo dimostrare concretamente ai vari stakeholders istituzionali l’importanza di continuare ad essere presenti nelle nostre comunità.

Per valore sociale si deve intendere un insieme di caratteristiche che distinguono i soggetti del terzo settore da altri soggetti attivi nelle comunità territoriali (ad esempio le imprese, la pubblica amministrazione) e che potenzialmente ci rendono promotori della coesione sociale. Un’importante attività dovrà essere posta per realizzare una valutazione di impatto sociale finalizzata alla verifica degli effetti positivi o meno, previsti o non previsti dei nostri programmi o progetti nel lungo periodo, rispetto non solo ai beneficiari diretti ma anche al contesto territoriale di riferimento. Per poter effettuare una buona valutazione sarà necessario sia recuperare tutte le basi informative possibili sia, e soprattutto, coinvolgere i decisori, gli operatori e, dove possibile, i beneficiari nel processo valutativo. C’è una relazione tra l’identità e gli affidamenti dei servizi aspetto che interessa la maggior parte delle nostre Associate.

Le organizzazioni di volontariato sono destinatarie di norme specifiche in materia di rapporti con gli enti pubblici. Tra queste, particolare rilievo hanno le norme sull’affidamento di servizi, che contribuiscono a configurare un sistema in cui le ODV costituiscono il partner “fiduciario” della pubblica amministrazione nella gestione e fornitura di servizi alla persona, inclusi i servizi sanitari. Al riguardo, il termine “affidamento” di servizi non è casuale, bensì sintomatico di una relazione speciale che si caratterizza per il comune obiettivo di ente affidante (la pubblica amministrazione) ed ente affidatario (le organizzazioni di volontariato). Il sistema degli affidamenti diretti e prioritari alle ODV nell’ambito dei servizi sanitari trova numerose giustificazioni teoriche di natura diversa e, sul versante giuridico, ha ricevuto definitiva legittimazione dal Decreto Leg.vo 117/2018, dalle pronunce della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia dell’Unione europea nelle sentenze del 2014, del 2016 e in una recente del 2019. A breve la Corte di Giustizia dovrà pronunciarsi nuovamente su una questione sollevata direttamente da ANPAS che riguarda il nostro Paese. Il diritto europeo e le iniziative della Commissione europea infatti conoscono e riconoscono lo status speciale e il valore aggiunto delle organizzazioni di volontariato.

Tuttavia in diverse occasioni, come la direttiva sugli appalti pubblici (direttiva 2014/24/UE), tale riconoscimento e, di fatto, l’esatta definizione di cosa debba essere riconosciuto, porta ancora ad una situazione di incertezza giuridica soprattutto nei casi in cui lo spirito della legge può essere chiaramente interpretato a favore delle organizzazioni di volontariato. Dovremo pertanto proseguire l’attività di lobby a livello europeo anche con gli amici di Samaritan International. Cruciale per ANPAS sarà portare avanti un confronto con le istituzioni per garantire la sostenibilità economica e l’autofinanziamento delle attività delle pubbliche assistenze, infatti il meccanismo del rimborso spese e delle rendicontazioni è molto eterogeneo e diverso da regione a regione.

Sull’affidamento dei servizi al volontariato stiamo già lavorando con Misericordie e Croce Rossa ad uno studio scientifico di valutazione dei costi e delle modalità di affidamento con la FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere). Dobbiamo continuare a incidere sui Decreti Delegati della Riforma del Terzo Settore e vigilare sulla sua corretta applicazione nei territori, potenziando la relazione col Governo, col Parlamento e con la Conferenza delle Regioni: l’obiettivo è difendere il ruolo e la storia di servizio alle comunità delle nostre pubbliche assistenze.

Nel corso dell’ultimo Congresso è stato aggiornato il nostro Statuto alle richieste dettate dalla Riforma. La proposta di modifica, approvata dai delegati delle pubbliche assistenze, è stata il frutto di un lavoro condiviso su più livelli con una metodologia che evidenzia il lavoro di squadra e lo sforzo di condivisione attuato durante lo scorso mandato e che si vuole riproporre in questo nuovo mandato che vede l’innesto di nuove forze negli organi direttivi del movimento. Si tratta comunque di una prima manutenzione che dovrà vedere nel prossimo futuro ulteriori sviluppi ed evoluzioni compresa la revisione dei regolamenti, in conseguenza di alcune carenze riscontrate giustappunto nella fase elettorale, ma soprattutto del quadro complessivo che l’attuale situazione politica ci riserverà nel futuro.

Lo sviluppo del movimento, tema cruciale per i Comitati regionali in crescita e per il Sud in particolare, è un impegno assunto collegialmente dalla Presidenza ma che richiederà uno sforzo corale di tutte le strutture ANPAS. Tra le tante sfide, questa è la più complessa. Alcune cose sono state fatte ma molte sono ancora le incognite insite in quello che sarà il ruolo di Rete Associativa Nazionale che la riforma ci prospetta. Ci sono diverse opportunità da cogliere presenti nelle varie note di settore che se realizzate rafforzeranno tutte le associate e in particolare quelle più fragili e/o che svolgono la loro attività in contesti socio ambientali difficili.

Nelle note di settore, che completano e costituiscono il piano quadriennale 2019-2022, possiamo ritrovare una molteplicità di attività su più fronti. Di fatto abbiamo buttato la palla in avanti come nel football americano con il desiderio di recuperarla e rilanciarla ancora più sino al touchdown. Il football è un gioco impegnativo e anche pericoloso, un gioco da affrontare con un approccio sfidante, la stessa attitudine che oggi il contesto esterno ci richiede. Ovviamente riferiremo al Consiglio nazionale gli stati di avanzamento delle attività e, nel caso, ripreciseremo gli obiettivi sulla base della reale evoluzione anche grazie al contributo che arriverà da Commissioni e Gruppi di Lavoro nazionali.

Prendo in prestito quanto dichiarato durante una nostra iniziativa dal sociologo e nostro amico Andrea Volterrani: “Anpas portatore ufficiale di valore sociale” ed è con questa consapevolezza che procederemo nelle attività durante questo quadriennio.

- Fabrizio Pregliasco

 


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