Comunicati stampa

Cinque per mille alla scuola? Meglio una misura ad hoc 

Roma 13 marzo 2015 – Con il varo del Ddl di Riforma della scuola da parte del Consiglio dei Ministri viene approvata anche la misura che estende la possibilità di destinare il 5 per mille agli istituti scolastici. Anpas concorda con il Forum del Terzo Settore nel proporre una modifica di questa misura per promuovere un efficace finanziamento aggiuntivo della Scuola e superare la poco gradevole sensazione che il Governo con una mano tolga ciò che con l’altra dispone a favore del Terzo Settore.

Pur trovandoci davanti ad una Riforma che contiene misure che, da una prima impressione, appaiono interessanti e di sviluppo per il sistema scolastico,  non possiamo non esprimere preoccupazione sull’estensione dell’istituto del 5 per mille alle scuole. Abbiamo sempre considerato la destinazione del 5 per mille, misura nata come dedicata e riservata agli enti di terzo settore, un importante istituto di sussidiarietà fiscale, accogliendo sempre positivamente ogni misura che riguardasse la libera scelta, da parte dei cittadini contribuenti, di destinare parte della propria tassazione. Crediamo però che aggiungere le scuole tra i destinatari del 5 per mille rischierebbe di innescare una sorta di “guerra tra poveri”. Le scuole sono state tra i primi ambiti di attenzione da parte del Premier e crediamo che sarebbe più corretto creare un nuovo meccanismo specifico per la destinazione di parte delle imposte, o più in generale di promozione del finanziamento alla Scuola, piuttosto che allargare la platea dei destinatari del 5 per mille, a parità di risorse. È facile immaginare che i contributi che oggi i genitori versano volontariamente alle scuole verrebbero trasformati nella destinazione del 5 per mille: con il risultato di penalizzare il Terzo Settore e di non fare avere risorse aggiuntive alle scuole.  Va benissimo ed è fondamentale promuovere il sostegno alla Scuola, ma sono necessarie modalità più appropriate per risolvere il problema della carenza di fondi “.

 

 

Esenzione pedaggio ambulanze, Nencini: procedure più snelle e poi esenzione alle associazioni di volontariato

26 febbraio - "Chiederemo alla Società Autostrade, nel nome di una positiva collaborazione, di rendere più snella la modalità di autocertificazione, nella piattaforma web, del transito per quei veicoli per i quali è prevista l'esenzione" ha dichiarato il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Riccardo Nencini che oggi han nuovamente incontrato a Roma, presso il Mit, i rappresentanti nazionali e toscani di Anpas e Misericordie.

L'incontro, avvenuto alla presenza del Direttore della Struttura di vigilanza sulle Concessioni Autostradali, Mauro Coletta, c'è stato aanche a seguito delle problematiche riscontrate durante i soccorsi al casello da parte delle associazioni di volontariato, soprattutto dalle associazioni di Toscana, Liguria e Valle d’Aosta, a causa della nuova procedura di Società autostrade

“L’esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale di cui godono le ambulanze con medico e infermiere a bordo deve essere estesa anche a ai mezzi che hanno “personale volontario formato” perché svolge comunque servizio di 'soccorso in emergenza’” ha proseguito Nencini.


La delegazione Anpas, composta da Fabrizio Pregliasco (presidente Nazionale) e Attilio Farnesi (presidente Anpas Toscana), ha ribadito la necessità della modifica del Codice della Strada e l’urgenza di estendere l’esenzione del pedaggio ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato.

“Consideriamo quella prospettata dal viceministro Nencini una soluzione ponte e attendiamo fiduciosi la modifica del Codice della Strada e di estendere in modo chiaro e definitivo il diritto all’esenzione del pedaggio ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato” ha dichiarato Fabrizio Pregliasco.


Il soccorso non deve pagare pedaggio

 

 

 


12 gennaio 2015, lettera ministro Lupi Esenzione pedaggio autostradale – Disdetta Accordo ANPAS e Autostrade per l’Italia. Incontro Anpas - Ministero dei Trasporti fissato il 16 gennaio

Ill.mo Ministro Lupi, torniamo nuovamente a scriverLe, per conto di ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) e delle 880 associazioni che aderiscono al nostro Movimento, sulla questione della esenzione del pedaggio autostradale per le Organizzazioni di volontariato.

Siamo infatti giunti al temuto momento nel quale le problematiche nell’espletamento del servizio di soccorso da parte delle Associazioni - segnalate con le nostre ripetute comunicazioni (dal 15 marzo al 25 novembre 2014) e con la manifestazione nazionale FERMI TUTTI!, (Roma, 3 aprile 2014) promossa con le Misericordie - stanno arrivando sui territori ed a pagarne le spese sono in primo luogo i cittadini. Quelli stessi cittadini per i quali le nostre Associazioni - grazie ai propri mezzi, alla solidarietà e alla preparazione dei migliaia di volontari formati – si impegnano quotidianamente sui territori per garantirne a tutti il diritto alla salute.
L’ultimo grave episodio accaduto pochi giorni fa in Toscana ha visto un’ambulanza con un paziente a bordo in gravi condizioni bloccata al casello autostradale per alcuni minuti. In situazioni di emergenza anche i più piccoli ritardi possono risultare determinanti per la sorte del paziente trasportato.
Non possiamo quindi far altro che ribadire la nostra insoddisfazione per il sostegno ottenuto dal Governo e l’urgente necessità – espressa anche negli incontri avuti con il Suo Dicastero in questi mesi alla presenza di Autostrade per l’Italia – che si arrivi in tempi rapidi alla approvazione delle modifiche del Codice della Strada.
Come abbiamo più volte segnalato a seguito della definitiva disdetta dell’accordo da parte di Autostrade (2 ottobre 2014) e la predisposizione (unilaterale), di una nuova modalità di rilascio degli apparati telepass, oltre alle ultime disposizioni del Vostro dicastero (vedi circolare del MIT 18 settembre 2014 e nota del 2 ottobre 2014) Anpas ha provveduto ad informare le Associate sulle nuove procedure con le indicazioni e le modalità fornite da Autostrade stessa.
Purtroppo ancora oggi stiamo ricevendo moltissime segnalazioni dalle nostre Pubbliche Assistenze che, pur avendo proceduto con le pratiche iniziali previste, non hanno ancora ricevuto da parte di Autostrade i parametri di accesso alla nuova piattaforma web, elemento fondamentale per l’autocertificazione dei transiti da considerarsi esenti e quindi per la funzionalità del nuovo sistema.
Infine nei giorni scorsi le Autostrade hanno provveduto a disattivare i telepass esenti ancora in dotazione senza però – ribadiamo - aver garantito la piena funzionalità del nuovo  sistema, creando quindi enormi difficoltà nell’espletare i servizi sanitari di emergenza di cui, come nell’episodio ricordato in premessa, ne fanno le spese prima di tutto i cittadini che si trovano in situazioni critiche.
Ribadiamo quindi ancora una volta l’urgente necessità delle modifiche del Codice della Strada per sancire, in modo chiaro e definitivo, il diritto alla esenzione del pedaggio autostradale per le Associazioni di volontariato nelle attività di soccorso sanitario, auspicando un Suo intervento per risolvere le problematiche esposte.
Distinti saluti.
Il Presidente Nazionale
Fabrizio Pregliasco

 

Il soccorso non deve pagare pedaggio

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Nuovo aggiornamento inviato alle Pubbliche Assistenze sulle modalità e la tempistica di attivazione della piattaforma web


La guida pratica per le associazioni di volontariato

La circolare di ANPAS su nuova procedura

Il comunicato stampa della nuova circolare, 2 ottobre 


Il testo della circolare del Ministero del 18 settembre


L'incontro alla IX Commissione trasporti a Montecitorio (1 aprile)

Fermitutti! la pagina della manifestazione

La disdetta di Società autostrade per l'esenzione dei  telepass per i mezzi di soccorso (2 aprile)

Montecitorio - L'incontro con Pierpaolo Vargiu, presidente Commissione Affari Sociali Camera (3 aprile)

Ministero dei Trasporti -il mancato ricevimento della delegazione Anpas al ministero (3 aprile)


Il DOCUMENTO Anpas e Misericordie presentato ai parlamentari ed al Governo (apri pdf)

Il video della giornata: il Giornale Radio Sociale

               

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Fermi tutti a Genova

 

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Rischio idrogeologico: 14mila beni culturali esposti a rischio frane e 28.483 esposti ad alluvioni  

Città sant'angelo

 

Oltre i tre quarti dei siti patrimonio mondiale dell’umanità sono esposti a rischi naturali. Relativamente al rischio idrogeologico, sono quasi 14.000 i Beni Culturali archeologici ed architettonici esposti a rischio da frana, 28.483 i beni esposti ad alluvioni con tempo di ritorno fino a 200 anni e 39.025 quelli esposti ad alluvioni rare ma di estrema intensità con tempo di ritorno fino a 500 anni. Tali dati derivano dall’elaborazione delle seguenti banche dati: Beni Culturali Vincoli In Rete (VIR), curata dall’ISCR; Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI) realizzato dall’ISPRA e dalle Regioni e Province Autonome; mosaicatura delle aree a pericolosità idraulica (D. Lgs. 49/2010 di recepimento della Direttiva Alluvioni) redatte dalle Autorità di Bacino, Regioni e Province Autonome. Dalle elaborazioni emerge che, relativamente alle alluvioni, nel comune di Roma i Beni Culturali immobili esposti a rischio idraulico con tempo di ritorno fino a 500 anni sono 2.204 e l’area inondata comprenderebbe anche il centro storico (Piazza Navona, Piazza del Popolo, Pantheon). Nel comune di Firenze, i beni immobili esposti a rischio idraulico con tempo di ritorno fino a 200 anni risultano 1.145, tra cui la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Per quanto riguarda le frane, numerosi sono i borghi storici interessati da fenomeni di dissesto, quali ad esempio Volterra (PI) con il crollo di una porzione delle mura medievali nel 2014, Civita di Bagnoregio (VT) e Certaldo (FI). Negli ultimi anni diversi borghi sono stati oggetto di interventi di consolidamento e riduzione del rischio idrogeologico.


I beni culturali di composizione calcarea a Roma (architettonici, archeologici, statue e fontane) al momento riportati nella Carta del Rischio del Patrimonio Culturale (ISCR) sono circa 3600, mentre quelli con composizione bronzea sono 60: entrambe le tipologie sono principalmente collocate nel centro della capitale. Nonostante la potenziale aggressività territoriale di Roma sia risultata relativamente bassa, la perdita di superficie - quantificata attraverso la realizzazione di “mappe di danno” - è risultata essere compresa tra 5,2 e 5,9 micron l’anno per il marmo e 0,30 e 0,35 micron l’anno per il bronzo.

Questi alcuni dei dati diffusi il 3 marzo dall’ISPRA e dall’ISCR, che hanno illustrato i loro 15 anni di attività congiunta, in cui hanno messo in comune conoscenze e dati per migliorare le informazioni relative all’impatto dell’ambiente sui beni culturali e per implementare quelle sull’interazione tra le opere d’arte e il territorio in cui esse sono collocate, al fine di programmare le attività di manutenzione di un bene e gli eventuali interventi di restauro.

 

Negli ultimi decenni, il degrado dei materiali esposti all’aperto ha subito un’accelerazione e in generale è stato registrato un incremento della velocità con cui alcuni processi, coinvolti nel degrado, evolvono nel tempo; l’inquinamento atmosferico è risultato un fattore di pressione determinante per le superfici dei monumenti esposti all’aperto. L’impatto delle sostanze inquinanti emesse in atmosfera sui materiali costitutivi dei monumenti è ingente ed irreversibile a causa della mancanza di sistemi di autorigenerazione, che sono invece presenti negli esseri viventi. Non esistono, al momento, valori limite specifici per gli effetti dell’inquinamento atmosferico sui beni di interesse storico - artistico. Sola eccezione, in Italia, sono le opere d’arte esposte all’interno dei musei.

 

Comunicato stampa Ispra 

Il comunicato stampa Ispra

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Anpas esprime solidarietà a Mimmo Nasone, coordinatore di Libera Calabria in seguito alle minacce subìte nei giorni scorsi. Un atto intimidatorio contro il coordinatore di una rete, Libera, della quale Anpas è parte attiva, che ogni giorno lavora per la legalità e la giustizia di cui il nostro paese ha bisogno.

“Siamo al fianco di Mimmo Nasone e di tutti coloro che abbracciano la cultura della legalità e della libera espressione”, dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas.


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Anpas Legalità

 

XIX giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, Latina 22 marzo.

 

 

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