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Anche quest’anno Anpas aderisce all’iniziativa M’illumino di meno lanciata da Caterpillar e Radio2 in occasione, il 26 marzo, della Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili.

Anpas aderisce a m'illumino di meno

 

L’edizione di quest’anno ci invita a riflettere sul “Salto di Specie” e ci proietta verso l’evoluzione ecologica come cambiamento necessario per preservare l’ambiente e il futuro del nostro Pianeta.

Un invito accolto dai giovani Anpas per cambiare il nostro stile di vita è la sfida che abbiamo accettato in questi ultimi mesi per uscire dalla pandemia di Covid-19. Convertire le nostre abitudini quotidiane in scelte ecologiche è quella che dobbiamo portare avanti per salvaguardare l’ambiente. Mobilità sostenibile, risparmio energetico, economia circolare e riduzione degli sprechi alimentari sono solo alcune delle scelte che ognuno di noi può fare, nel proprio quotidiano, per contribuire alla salvaguardia del Pianeta.

Un impegno che riguarda tutta la comunità e promosso dai giovani Anpas nel promuovere stili di vita consapevoli, responsabile e sostenibili.

“M’illumino di meno”, ogni anno, ci ricorda che anche un piccolo gesto come quello di spegnere le luci, se fatto da tutti, può generare un enorme effetto positivo. L’invito di quest’anno, però, è a fare un salto in più, un salto in avanti verso una vera e propria evoluzione green.

Annarrita Scaramuzzi (Gruppo giovani Anpas Basilicata) ha realizzato il logo per l'occasione.

 

Il decalogo di M'illumino di Meno per il risparmio energetico e per uno stile di vita sostenibile

1. spegnere le luci quando non servono.
2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici.
3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria.
4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola.
5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre.
6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria.
7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne.
8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni.
9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni.
10. utilizzare l’automobile il meno possibile, condividerla con chi fa lo stesso tragitto. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti in città.
+1 Pianta un albero o una pianta

 

E inoltre, le indicazioni dell'ISS su gestione e smaltimento di mascherine e guanti monouso provenienti da utilizzo domestico e non domestico.

 

Trasparenza contributi pubblici ricevuti nel 2021: adempimenti per le Organizzazioni di volontariato entro il 30 giugno 2022

L’art.35 del Decreto Crescita (Decreto Legge 34/2019) ha riformulato i commI 125-129 dell’art.1 della Legge 124/2017 in merito alla pubblicazione dell’elenco delle erogazioni pubbliche ricevute nell’anno.

Di seguito elenchiamo alcune indicazioni:

  • Le associazioni sono obbligate alla pubblicazione dei contributi pubblici ricevuti.
  • La pubblicazione riguarda le informazioni relative a sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti sia in denaro che in natura. Sono esclusi solo i contributi aventi carattere generale e quelli aventi natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria.
  • Le somme devono essere indicate per cassa, quindi quelle effettivamente erogate dalle amministrazioni pubbliche nell’anno solare 2021, indipendentemente dall’anno a cui si riferiscono per competenza.
  • La pubblicazione deve avvenire entro il 30 giugno sul sito internet della associazione o su analoghi portali digitali (es. pagina Facebook della associazione).
  • L’obbligo di pubblicazione non sussiste nel caso in cui l’importo dei contributi pubblici erogati alla associazione nella annualità precedente sia inferiore a 10.000 euro (un contributo inferiore a 10.000 euro va comunque dichiarato se la totalità dei contributi pubblici incassati nell’anno supera tale cifra).
  • Per chi non osserva tali obblighi è prevista una sanzione (valida per tutti, anche per le associazioni) pari all’1% dei contributi ricevuti con un importo minimo di € 2.000. Qualora l’Associazione non ottemperi al pagamento e all’obbligo di pubblicazione neanche dopo la contestazione (entro 90 giorni) dovrà restituire l’intera cifra del contributo.
  • Le sanzioni sono irrogate dalle pubbliche amministrazioni che hanno erogato il contributo o dall’amministrazione vigilante o competente in materia.

Invitiamo pertanto tutte le associazioni a pubblicare tutti i contributi pubblici incassati nel 2021 entro il 30 giugno 2022.

Anche quest’anno le Pubbliche Assistenze possono utilizzare l'apposita funzione presente sulla piattaforma BAD di ANPAS (www.anpas.org/geco) che permette di compilare in maniera guidata l’elenco e di procedere contestualmente alla pubblicazione dei dati sul sito di ANPAS. Le associazioni senza portale digitale potranno così adempiere alla prescrizione senza doverne aprire uno proprio.
Le associazioni con sito internet potranno semplicemente esportare il file dalla piattaforma e caricarlo, oltre che sul sito di ANPAS, anche sul proprio.

La circolare n. 6 del 25 giugno 2021 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha parzialmente chiarito che non è necessario conteggiare fra i contributi pubblici ricevuti (e quindi non è necessario pubblicarli sul sito) quelli “aventi carattere generale”, cioè quelli “ricevuti dal beneficiario sulla base di un regime generale, in virtù del quale il contributo viene erogato a tutti i soggetti che soddisfano determinate condizioni”. La circolare esplicita chiaramente ad esempio che il contributo del cinque per mille non sono soggette a questo obbligo.

Andranno indicati gli altri contributi incassati da Enti locali e nazionali, inclusi quelli ricevuti per lo svolgimento di uno specifico progetto da parte dell’associazione.

Devono essere pubblicati anche i “contributi in natura”, ad esempio beni mobili o immobili concessi in comodato dalla pubblica amministrazione (es. un mezzo o la sede).

Di seguito si riporta un esempio di testo da pubblicare:

Si comunica che, ai sensi della Legge n. 124/2017, comma 125-129 dell’art.1 (modificata dal DL 34/2019, art.35) la Associazione denominata _______________ con codice fiscale ____________________ ha ricevuto nell’esercizio 2021 le seguenti erogazioni pubbliche:

Denominazione Ente erogante_______________ somma incassata ______________ data di incasso _______________ causale _____________

Denominazione Ente erogante_______________ somma incassata ______________ data di incasso _______________ causale _____________

Denominazione Ente erogante_______________ somma incassata ______________ data di incasso _______________ causale _____________

 

Art.35 del Decreto Crescita (Decreto Legge 34/2019)

Circolare n. 2/2019 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Circolare n. 6/2021 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

 
 

Inizia in Sardegna il ciclo di incontri con Patrizio Petrucci sulle politiche sociali in Anpas

Si svolgerà sabato 18 marzo alle ore 10 presso la CGIL di Cagliari (viale Monastir, 15/17) l'incontro “LE POLITICHE SOCIALI IN ANPAS: quali opportunità per le pubbliche assistenze” promosso da ANPAS nazionale e dal Comitato Regionale ANPAS Sardegna.

 

Lo spazio sociale al campo Anpas

Gli ultimi anni hanno visto una crescente produzione di leggi e provvedimenti per rispondere alle nuove emergenze sociali del nostro paese (DDL Contro la povertà assoluta, legge sul “dopo di noi”, piano nazionale infanzia). Se in passato avevamo assistito ad un arretramento delle spesa pubblica sulle politiche di welfare (con una crescente frammentazione delle risposte e la delega agli enti locali) le politiche sociali sembrano tornate al centro dell’agenda politica con alcuni importanti cambiamenti: si privilegiano sempre di più interventi preventivi di lunga durata, che vedono coinvolti una pluralità di soggetti, rispetto ad azioni assistenziali/riparative di breve durata. In questo quadro si inserisce anche la riforma del Terzo Settore, recentemente approvata dal Parlamento, oltre alle scelte di finanziamento di molte fondazioni private, bancarie e non. Nei diversi provvedimenti legislativi e nei bandi di investimento rivolti alle politiche sociali viene riconosciuto un ruolo centrale alle diverse organizzazioni di Terzo Settore, tra cui le Associazioni di Volontariato in quanto soggetti in grado di produrre coesione sociale, attrarre nuove risorse e coinvolgere competenze. 

Io Non Rischio alluvione 2016

La Conferenza nazionale di Organizzazione (Genova, 25/27 novembre 2016), ha dedicato a questo tema un gruppo di lavoro specifico partendo da una domanda di fondo: “le politiche sociali per ANPAS possono diventare un ambito di sviluppo per le Pubbliche Assistenze ed il terreno dove stabilire partnership e collaborazioni inedite?”. Per rispondere a questa domanda la Direzione nazionale ha affidato un incarico esplorativa a Patrizio Petrucci (past presidente ANPAS), per un confronto con i territori e le Associazioni. L’incontro, che sarà coordinato da Petrucci, ha l’obiettivo di promuovere riflessione ed attenzione alle emergenze sociali, informare sul mutamento della normativa e dello scenario nel quale opera il terzo settore e mettere in rete le esperienze di intervento sociale che alcune Pubbliche Assistenze Anpas hanno già svolto. 

 

Fondazione 'Volontariato e Partecipazione'' (costituzione) - Patrizio Petrucci

L'abstract dell'intervento di Patrizio Petrucci. La crisi ha lasciato un Paese impoverito nell'economia e nella coesione sociale, nelle relazioni tra le persone, nell'aumento delle forme di intolleranza e della marginalità sociale che ha escluso milioni di cittadini sopratutto giovani. L'imperativo è quello di reinserire nella vita sociale quelle energie sino ad oggi escluse e su questo obiettivo si concentra l'impegno delle Istituzioni, del profit, ma sopratutto del mondo del non profit ed il volontariato è direttamente chiamato in causa.
Non solo in Italia si sta passando da un welfare assistenziale ad uno inclusivo e la recente legge sul terzo settore, compresa l'impresa sociale,è un tassello determinante di questo processo. Per questo assistiamo a un incremento delle normative sul sociale ed un richiamo costante ad innovare le modalità degli interventi partendo da nuove alleanze sopratutto con quel mondo profit che si sta impegnando per una nuova economia sociale.
Abbiamo la necessità di presentare questo nuovo corso alle Pubbliche Assistenze Anpas perché
decidano il loro impegno in questo contesto che interesserà la nostra vita privata e sociale per i prossimi anni.
Lo faremo partendo sia dalle esperienze in atto, per valorizzarle e collegarle per tematiche omogenee, che dalla nostra storia per definire il ruolo Anpas nella ricostruzione sociale del Paese.


Approfondimenti

Report finale gruppo di lavoro sulle Politiche Sociali Conferenza nazionale di Organizzazione

Legge 106 del 6 giugno 2016 “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale. (GU Serie Generale n.141 del 18-6-2016)”

ANPAS 2020: i risultati della ricerca

 

 

Dieci elementi di riflessione del Movimento Europeo in Italia

Abstract di Patrizio Petrucci. Nella dichiarazione per i sessant'anni dai Trattati di Roma un capitolo è dedicato all'Europa Sociale perché favorisca la coesione, lotti contro la disoccupazione, la discriminazione, l'esclusione sociale e la povertà con un richiamo preciso ai giovani. Per la medesima occasione il Pontefice si è rivolto ai leader europei affinché l'Europa ritrovi speranza nella solidarietà: una solidarietà caratterizzata da fatti e gesti concreti che avvicinino al prossimo in qualunque condizione si trovi.
Anche l'Anpas ha aderito alla Dichiarazione cambiamo rotta all'Europa, che rimanda al disegno originario contemplato nel Manifesto di Ventotene di un' Europa vicina ai diritti delle persone e dei popoli.  

Temi presenti negli incontri avviati con le associazioni per conoscere, ed individuare quali siano le potenzialità Anpas sul terreno del sociale: un campo fondamentale che, con diverse forme e interlocutori, dalle Istituzioni, al profit, al terzo settore, sta crescendo nel nostro Paese. La nostra identità di movimento per la solidarietà dovrà misurarsi con questa nuova, e ci auguriamo positiva, fase storica.

Samicontest

 


Dieci elementi di riflessione del Movimento Europeo in Italia

1. La “Dichiarazione di Roma” del 25 marzo, l’avvio dei negoziati per il recesso del Regno Unito dall’Unione europea il 29 marzo con la lettera del Primo Ministro Theresa May e gli orientamenti del Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, le risoluzioni approvate dal Parlamento Europeo in gennaio e febbraio - a cui si collega idealmente la Dichiarazione “Più integrazione europea: la strada da percorrere” sottoscritta da quindici presidenti di parlamenti nazionali - per sfruttare le potenzialità dei Trattati europei, completare l’unione economica e monetaria, rafforzare la dimensione sociale e riformare il sistema europeo in senso sopranazionale, il “Libro Bianco sul futuro dell’Europa” della Commissione europea del 1° marzo segnano l’inizio di una nuova fase nel processo di integrazione europea.

2. Questi avvenimenti si iscrivono in uno scenario politico in cui il vento sovranista sembra perdere di intensità com’è avvenuto a dicembre in Austria, poi nei Paesi Bassi ed ora anche in Bulgaria e in Serbia mentre appaiono le bandiere europee nella campagna elettorale francese - seppure in un quadro dove appaiono per ora forti le spinte nazionaliste - e il confronto politico in Germania avviene fra partiti “per l’Europa” che rappresentano oltre l’80% del corpo elettorale tedesco.

3. Dopo un lungo periodo in cui lo spazio pubblico europeo, la stampa e i media sono stati quasi interamente occupati da movimenti euro-ostili o euro-scettici, le voci di chi vuole “più Europa” stanno crescendo. Il segnale più forte è venuto a Roma dalle manifestazioni popolari di migliaia di persone mobilitate dalle organizzazioni federaliste ed europeiste anche a seguito dell’appello che lanciammo il 5 luglio 2016, a Parigi, Bruxelles, Berlino, Dusseldorf, Dublino, Barcellona e Varsavia in occasione delle celebrazioni dei sessanta anni dai Trattati di Roma come pure dalla mobilitazione di Londra per il remain rispondendo anche a chi – pur dicendosi contro il Brexit – ha di fatto rinunziato a contrastarlo, da iniziative spontanee di cittadine e cittadini europei in molte città dell’Unione (“Pulse for Europe” nato a Francoforte nel novembre 2016), da nuove iniziative della società civile come la Coalizione “Cambiamo rotta all’Europa” e dai risultati dei sondaggi d’opinione dopo il referendum britannico del 23 giugno 2016.

4. La crisi del processo di integrazione europea viene da lontano, preparata dal Trattato di Maastricht che aveva dato la priorità all’economia e non alla politica mentre il mondo stava rapidamente cambiando, e poi acuita dal rifiuto francese e olandese del Trattato-costituzionale. L’Unione europea non era così attrezzata per rispondere al caos nella finanza internazionale innescato nel 2007 dagli Stati Uniti con effetti estesi in tutti i settori vitali della società europea con rischi di disintegrazione tuttora non scongiurati. Sono profonde le diseguaglianze fra paesi membri e all’interno dei paesi membri, la disoccupazione in particolare giovanile e femminile è drammaticamente elevata, intere parti delle nostre società sono a rischio di insopportabili deprivazioni materiali e immateriali, l’Unione e i suoi membri non sono ancora in grado di governare il fenomeno epocale dei flussi crescenti di persone che fuggono dalle guerre, dalla fame e dai disastri ambientali, le cittadine e i cittadini europei sentono che la loro sicurezza non è garantita, la risposta dell’Unione europea ai mutamenti nella politica americana in materia di difesa e di lotta al cambiamento climatico è ancora debole e incerta così come lo sono le relazioni con gli altri attori internazionali (Russia e Cina in primo luogo) e la politica di vicinato con il Mediterraneo, l’Unione europea è silenziosa di fronte alla mancanza di regole nella finanza internazionale e alle violazioni dei diritti fondamentali.

5. Di fronte a questi problemi, l’Unione europea appare come il capro espiatorio cui addossare la responsabilità di problemi nazionali non risolti, di contrapposti egoismi e di crescenti disaccordi fra i governi nazionali. Ne discende la tentazione di cercare soluzioni autonome, si contestano le regole comuni, se ne legittima o giustifica la violazione, si teorizza la contrapposizione, il conflitto come
metodo di lavoro invece del dialogo. Queste tentazioni sono apparse pericolosamente anche in Italia, dove vengono sottovalutati i vantaggi economici e sociali dell’integrazione europea e dove è invece il nostro sistema che non è stato capace di sfruttarli in pieno: l’accesso ai mercati europei delle PMI, il turismo paneuropeo, la protezione contro le pratiche monopolistiche, il miglioramento degli standard qualitativi dei prodotti e della salute, la mobilità di studio e di lavoro per non parlare delle politiche di coesione territoriale e degli effetti positivi della moneta unica.

6. La “Dichiarazione di Roma” contiene un importante messaggio di chiusura alle suggestioni della disintegrazione, un messaggio significativamente sottoscritto da ventisette capi di Stato e di governo oltre che dai leader delle istituzioni europee. Tale messaggio si accompagna all’impegno comune nella lotta alla disoccupazione e alle diseguaglianze, alla condivisione del metodo del multilateralismo e del commercio equo e solidale a livello internazionale, alla lotta al cambiamento climatico, alla necessità di sviluppare la dimensione europea della sicurezza esterna e della difesa, al rispetto delle regole comuni e alla prospettiva del rafforzamento democratico delle istituzioni comuni.

7. Il messaggio venuto dal Campidoglio – lanciato mentre a Roma si svolgevano manifestazioni popolari a favore di un’Europa unita, solidale e democratica, e, perciò, più autorevole sulla scena mondiale e capace di sviluppare un’autentica politica planetaria di pace - deve essere valutato nella sua giusta dimensione. Un messaggio non basta se esso non è accompagnato da impegni concreti e precisi sul contenuto dei progetti, sul metodo e sull’agenda per realizzarli in mancanza dei quali il messaggio rischia di essere rapidamente disatteso e contraddetto come è avvenuto poche ore dopo la sua firma da parte dei paesi del Gruppo di Visegrad e dall’Austria.

8. Il Movimento Europeo condivide e sottoscrive pienamente le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del 22 marzo secondo cui “la riforma dei trattati europei è ormai ineludibile” e del 25 marzo secondo cui occorre aprire “una fase costituente” sapendo che “senza la prospettiva di passi in avanti crescenti si rischia una paralisi fatale impossibile da sostenere”. A nostro avviso questa fase deve porsi come traguardo le elezioni europee nella primavera del 2019, quando il Parlamento europeo dovrà esercitare un ruolo sostanzialmente costituente e dovrà essere superato il vincolo dell’unanimità.  In questo spirito, il Movimento europeo intende iscrivere la sua azione nel terzo scenario indicato dal Libro Bianco della Commissione europea: “those who want more do more” e cioè di un’Europa a cerchi concentrici a partire dall’Eurozona nella prospettiva della trasformazione dell’Unione in una Comunità federale con un vero governo responsabile davanti al Parlamento europeo eletto.

9. Il Movimento europeo è peraltro convinto che sia possibile rispondere inizialmente alle domande delle cittadine e dei cittadini europei - a partire dai trattati esistenti - per gettare le basi di un’effettiva “unione sociale” accompagnata da una “unione della prosperità”, garantire lo sviluppo sostenibile in un’economia fondata su energie rinnovabili e alternative, trasformare il “Meccanismo Europeo di Stabilità” in un vero strumento di bilancio dell’Eurozona, governare i flussi crescenti di immigrazione rispettando i principi dell’accoglienza e della solidarietà e sviluppando un’efficace politica di aiuto allo sviluppo, assicurare la sicurezza interna ed esterna dell’Unione, tutti elementi caratterizzanti di un’autentica Europa politica democratica fondata su una vera cittadinanza europea.

10. Il Movimento europeo, facendo anche appello alle tante organizzazioni che hanno elaborato e condiviso la dichiarazione “Cambiamo rotta all’Europa”, intende contribuire alla redazione di un “Patto dell’Italia per l’Europa” da sottoporre al mondo dell’economia  e del lavoro, alle forze politiche e al mondo della cultura offrendo questo contributo alle altre realtà del Movimento europeo nei paesi membri dell’Unione. Nello stesso tempo, il Movimento Europeo decide di avviare una campagna di sensibilizzazione "l'Europa più vicina a te" per ridurre le distanze tra i cittadini europei e le istituzioni dell'UE e meglio informare i cittadini sui vantaggi della cittadinanza europea.

 

 

E’ venuto a mancare MARCO MUCCIARELLI, professore universitario di Sismologia Applicata presso la Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicata. Dal 2012 direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale.

“Ci ha lasciato un vero amico di Anpas e delle Pubbliche Assistenze – dichiara il Responsabile nazionale Protezione Civile Anpas Carmine Lizza – una persona originale, curiosa ed instancabile. La sua grande capacità di coinvolgimento ha aiutato i volontari delle Pubbliche Assistenze che lo hanno conosciuto a comprendere il loro ruolo non solo nell’emergenza ma anche nella prevenzione”.
“Marco Mucciarelli – ricorda il Presidente nazionale Anpas Fabrizio Pregliasco – è uno di quei rari e preziosi ricercatori che ha saputo condividere le proprie conoscenze e la propria competenza per far crescere il capitale sociale rappresentato dal volontariato del nostro Paese”


Marco Mucciarelli, tra le menti del progetto Io Non Rischio realizzato da ANPAS col Dipartimento nazionale della Protezione Civile, aveva partecipato ai Meeting della Solidarietà Anpas del 2010 (a L’Aquila) e del 2013 (a Bologna), nelle edizioni che hanno fatto seguito ai terremoti in Abruzzo e in Emilia. Una figura apprezzata e conosciuta da moltissimi volontari Anpas per la sue grandissime capacità di divulgatore scientifico e per aver intuito il contributo del volontariato nella prevenzione dai rischi.


"Caro Filippo" - lettera di MARCO MUCCIARELLI a Filippo Pistoreggi, primo presidente Anpas (1904) a centodieci anni dalla fondazione (in occasione del al 52° Congresso delle pubbliche assistenze, 2014)

Intervista a MARCO MUCCIARELLI al 12° Meeting nazionale della Solidarietà (Bologna/Mirandola, 24/26 maggio 2013)

 

 

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