Comunicati stampa

Anpas aderisce alla Campagna in difesa dell’editoria non profit #MenoGiornaliMenoliberi lanciata tra gli altri da Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione, Federazione Italiana Liberi Editori, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Articolo 21, Associazione Nazionale Stampa Online, Unione StampaPeriodica Italiana e sottoscritta anche dal Forum del Terzo Settore.

 
L’obiettivo della campagna è quello di salvaguardare il pluralismo dell’informazione e per una riforma urgente dell’intero settore dell'editoria

“Aderiamo a questa campagna perché l’informazione libera esiste solo con una pluralità di testate e con più editori” dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente nazionale Anpas. “Il diritto all’informazione, a informare e ad essere informati è ciò che spesso il volontariato si è visto negare a favore di logiche di mercato totalmente estranee al bene comune, alla tutela della dignità delle persone e delle comunità. Una biodiversità informativa è ciò che auspichiamo e i tagli che sono già stati fatti all’editoria non sono di certo parte della riforma che auspichiamo e sulla quale siamo pronti a collaborare con le nostre storie, con le nostre narrazioni e con il nostro punto di vista”. 

 meno giornali meno liberi

La campagna:
• fare approvare misure urgenti, tese a salvaguardare le testate di cooperative e associazioni, tutte no profit, che sono a rischio di chiusura a causa dei tagli immotivati del contributo diretto all’editoria;
• richiedere l’avvio immediato di un Tavolo di confronto sull’indispensabile riforma dell’intero sistema dell’informazione (giornali, radio, tv, internet).
Circa 200 testate di giornali, gestite da cooperative e associazioni, tutte no profit, rischiano oggi, se non interverranno il Governo e il Parlamento con misure urgenti e adeguate, la definitiva chiusura.
 Una chiusura che sarebbe di straordinaria gravità per un Paese democratico.
• Senza questi giornali l'informazione italiana sarebbe in mano a pochi grandi gruppi editoriali e in molte Regioni e Comuni rimarrebbe un unico soggetto, monopolista di fatto, dell'informazione locale e regionale;
• Senza questi giornali, impegnati da sempre a narrare e confrontare con voce indipendente esperienze, testimonianze, inchieste connesse a specifiche aree di aggregazione sociale e culturale e ad affrontare con coraggio tematiche di particolare rilevanza a livello nazionale,l'informazione italiana perderebbe una parte indispensabile delle proprie esperienze plurali.
Le conseguenze sociali ed economiche di queste chiusure?
• Perdita di più di 200 voci libere dell’informazione, in tutta Italia;
• perdita di 3.000 posti di lavoro tra giornalisti e poligrafici, con una forte ricaduta negativa per l’indotto (tipografi, giornalai, distributori, trasportatori) e per  le economie locali nel loro complesso;
• 300 milioni in meno di copie di giornali distribuite ogni anno in Italia;
• 500 mila pagine di informazione in meno ogni anno;
• milioni di articoli, post, blog... in meno, ogni anno.
Inoltre, per lo Stato:
• aumento dei costi per gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti;
• minori entrate fiscali. 
Si può dimostrare che, in caso di chiusura di tante testate, i costi per lo Stato sarebbero largamente superiori  al valore delle somme necessarie per adeguare il Fondo per il contributo diretto all’Editoria al fabbisogno effettivo, individuabile per il 2015 in circa 90 milioni di euro.
La Carta fondamentale dei Diritti dell’Unione Europea impegna ogni Paese a promuovere e garantire la libertà di espressione e di informazione:
Lo Stato Italiano risulta oggi, però, agli ultimi posti in Europa per l’investimento pro capite a sostegno del pluralismo dell’informazione. L’investimento attuale è, infatti, pari ad una percentuale irrisoria  del Bilancio dello Stato.
Aderendo a questo appello, rivolto al Parlamento e al Governo, ogni cittadino:
• può dare il proprio contributo alla continuazione di queste esperienze cooperative e non profit. Testate libere da condizionamenti proprietari, gestite, senza fine di lucro e secondo criteri di trasparenza ed efficienza, da gruppi di giornalisti indipendenti, senza alcun apporto di capitale esterno in grado di condizionarne l’attività editoriale;
• può partecipare, tramite il blog www.menogiornalimenoliberi.it, alle proposte in discussione relative ad alcune linee fondamentali da suggerire al Governo e al Parlamento per la Riforma  del settore.

 

Tutte le info sulla campagna http://www.menogiornalimenoliberi.it/

Per firmare la petizione https://www.change.org/p/meno-giornali-meno-liberi-petizione-per-il-governo-e-il-parlamento-italiani

Nuovi standard ospedalieri e meno posti letto. Anpas: il Governo dimentica le ambulanze e il volontariato

17 febbraio 2015 - Nei giorni scorsi è stato trasmesso alla Gazzetta Ufficiale il testo del regolamento sugli standard ospedalieri che ha fissato il nuovo standard dei posti letto per abitante e riclassificati gli ospedali. Come già scritto nella relazione tecnica ai nuovi Lea, sono stati ridotti i posti letto (circa 3000) a un livello non superiore dei 3,7 posti letto per mille abitanti (0,7 per mille per la lungodegenza e riabilitazione).
Anche alla luce della presentazione del documento di revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza di due settimane fa, e di questa ulteriore razionalizzazione dei punti di primo intervento e della diversificazione delle sedi ospedaliere, è preoccupante che il Governo abbia dimenticato l'importanza del trasporto e più in generale della mobilità sociosanitaria che possa rendere possibile la razionalizzazione dei posti letto senza ulteriori disagi ai cittadini.
 

Diminuiscono i posti letto, gli ospedali cambiano funzioni e le distanze si allungano, ma noi che portiamo le persone in ospedale come possiamo tutelarne la salute? Questo non è stato detto", dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. "Non solo chiediamo un incontro con il Ministro e il Governo, ma facciamo appello alle istituzioni più vicine alla cittadinanza e alle unità sanitarie locali affinché venga riconosciuta l'importanza del volontariato che si occupa di trasporto sanitario come snodo imprescindibile della rete del soccorso" continua Pregliasco. "Non è possibile continuare a darci per scontati perché è il vero valore aggiunto per la comunità che da più di cento anni garantisce qualità a costi convenienti per le casse della comunità stessa e che deve essere sostenuto e incentivato.

Come già sottolineato anche dall’ultimo rapporto della FIASO nella recente Analisi comparata dei costi del soccorso sanitario evidenzia l’abbattimento dei costi e la differenza dell’impatto economico a seconda della presenza o meno dell’associazionismo dedicato al soccorso e che ogni risorsa dedicata al volontariato è una forma di investimento all’interno della stessa comunità di riferimento. Rinnoviamo inoltre l'urgenza della necessità della modifica del Codice della Strada e l’urgenza di estendere l’esenzione del pedaggio ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato, come per i mezzi della Croce Rossa Italiana".

Vejentana 2014 - l'esercitazione di Anpas Lazio
 

Relazione: l'affidamento dei servizi di trasporto sanitario, di Alessandra Albanese, professore associato di Diritto Amministrativo Università degli Studi di Firenze (sfoglia)


Tavola rotonda: emergenza 118 e normativa europea


Convegno: l'affidamento dei servizi sociosanitari al volontariato (21 giugno)

 

Immaginate di essere in visita in uno Stato membro dell'UE e di aver bisogno di un'ambulanza, dei vigili del fuoco o della polizia. Sapreste quale numero di emergenza chiamare?

#112Day2015

In una Unione Europea in cui si viaggia sempre di più per lavoro o per piacere, milioni di persone potrebbero trovarsi in tale situazione. Per fortuna, non c'è bisogno di cercare o ricordare i numeri di emergenza funzionanti in ogni Stato membro dell'Unione. Ricordatene solo uno: il 112!

Potete chiamare gratuitamente il 112 per contattare i servizi di emergenza in tutta l'Unione europea, da rete fissa o mobile.

Da qualunque paese dell'Unione Europea, in qualsiasi momento, puoi contattare i servizi di emergenza chiamando il 112, il numero unico europeo di emergenza.

 

Perché il 112?
Sempre più spesso i cittadini europei si spostano in altri paesi dell'Unione Europea, per lavoro o per vacanza. È quindi molto importante disporre di un numero telefonico di emergenza valido in tutta l'Unione Europea. I cittadini dovranno memorizzare un unico numero: il 112.

Alcuni Stati membri (Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Malta e Svezia) hanno adottato il 112 come principale numero di emergenza, mentre nella maggior parte degli altri Stati membri il 112 funziona in parallelo con i numeri di emergenza nazionali (In Italia il 113, 115, 118). Il 112 è inoltre in uso in alcuni paesi non membri dell'Unione Europea (come la Svizzera e il Sudafrica) ed è disponibile in tutto il mondo sulle reti di telefonia mobile (GSM).


Quando chiamare il 112?
Chiamate il 112 per ogni emergenza che richieda l'intervento di un'ambulanza, dei vigili del fuoco o della polizia. Per esempio, potete ricorrere al servizio se siete testimoni di un grave incidente stradale, se notate un edificio in fiamme o se assistete a un tentativo di furto in un'abitazione.

Non chiamate il 112 per ottenere informazioni sul traffico, sul meteo o per informazioni e richieste generiche. Chiamate non necessarie possono sovraccaricare il sistema e mettere a rischio la vita di chi realmente necessita soccorso. Anche le segnalazioni false possono incidere sulla tempestività dei soccorsi.

 

Cosa succede chiamando il 112?
Chiamando il 112 si viene collegati ad un operatore. A seconda dei sistemi nazionali, l'operatore potrà gestire direttamente la richiesta di aiuto oppure trasferirla al servizio di emergenza competente (ambulanza, vigili del fuoco, ecc.). In molti casi gli operatori sono in grado di rispondere in più di una lingua. Fornite il vostro nome, indirizzo e numero di telefono. L'identificazione del richiedente è necessaria soprattutto per evitare che uno stesso incidente sia segnalato due volte. Non riagganciate se chiamate il 112 per errore! Avvertite l'operatore che va tutto bene. Diversamente, potrebbero essere inviati soccorsi per verificare che non ci siano problemi.


Quanto costa chiamare il 112?
Secondo le norme in materia di telecomunicazioni adottate dall'Unione Europea, il 112 deve essere raggiungibile gratuitamente da linee fisse e telefoni cellulari. E' gratuita anche la ricezione di informazioni sul 112 via SMS. 


Posso chiamare il 112 da un telefono cellulare sprovvisto di carta SIM?
Si, ma non in tutti i paesi. A causa del dilagare del fenomeno delle segnalazioni false, alcuni paesi hanno deciso di bloccare le chiamate al 112 da telefoni cellulari sprovvisti di carta SIM.


Se non sono in grado di spiegare all'operatore del 112 dove mi trovo, i servizi di emergenza riusciranno comunque a localizzare approssimativamente la mia posizione? Se sì, in quanto tempo?
Sì, entro 2 secondi. Quando si chiama il 112 in caso di emergenza, le informazioni relative alla localizzazione del chiamante consentono di identificare approssimativamente dove si trova fisicamente la persona che effettua la chiamata.

Emergenza 118, Pregliasco Anpas: il volontariato è una opportunità

12 febbraio - Si è svolto oggi a Roma, presso il ministero della Salute, il Workshop Servizi di Emergenza territoriale 118 organizzato da FIASO (Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere). Una occasione di confronto sulle peculiarità territoriali dei servizi di emergenza e urgenza, dove sono stati coinvolti gli operatori interessati, il mondo del volontariato, le autorità regionali, il ministero della Salute, con l’obiettivo di dare anche avvio alla seconda fase del Laboratorio, che estenderà la ricerca alle Centrali Operative e ai servizi di elisoccorso.
foto Pasquale Pastore 
 
Tra i relatori della tavola rotonda Prospettive di sviluppo dei servizi di emergenza territoriale, anche Fabrizio Pregliasco, Presidente Anpas Nazionale: «Un interessante convegno quello organizzato dai FIASO in cui è stato importante ribadire, da parte nostra, il ruolo del volontariato come una opportunità per l’intero sistema», ha dichiarato Pregliasco. «Il volontariato è la comunità che si organizza, è una leva imprescindibile del capitale sociale  e perpetrato in tutta Italia diventa una rete operativa, capillare, altamente qualificata che garantisce trasparenza e qualità a fianco ai professionisti del soccorso: il tutto è già presente nel principio quello della sussidiarietà sancito dall’articolo 118 della Costituzione. In Italia  le realtà che fanno parte del sistema di emergenza e urgenza hanno una storia sui territori: è in questo senso che le istituzioni devono sfruttare l’opportunità del volontariato anche per ottimizzare tutte le varie parti che concorrono affinché il sistema sia sempre più efficiente e efficace sotto tutti i punti di vista»
 
Alla tavola rotonda hanno preso parte Danilo Bono (Coordinatore Gruppo Tecnico interregionale Emergenza Urgenza, Conferenza delle Regioni e Province autonome), Francesco Enrichens (Esperto AgeNaS Reti Sanitarie e Direttore DEA Città della Salute e della Scienze di Torino), Walter Locatelli (Vice Presidente FIASO), Angela Panuccio (Direzione Generale della Programmazione Sanitaria, Ufficio V, Ministero della Salute), Flavio Ronzi (CRI) e Massimo Garavaglia (Assessore Economia, Crescita e Semplificazione, Regione Lombardia). Hanno partecipato al convegno anche volontari Anpas provenienti da varie realtà territoriali.

 

Foto Pasquale Pastore


 

 

 

Finalmente l'intergruppo del terzo settore a Bruxelles

Roma 9 febbraio 2015 - Un tweet del presidente del gruppo Pse al parlamento europeo Gianni Pittella nei giorni scorsi ha annunciato la creazione dell'intergruppo dell’europarlamento. “Una notizia che Anpas aspettava dallo scorso 22 ottobre, quando era stata ufficialmente depositata la proposta di creazione dell’intergruppo Volontariato e Cittadinanza", commenta Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas e vicepresidente della rete di volontariato europea Samaritan International. “Con quello del Terzo Settore si va a completare, insieme agli intergruppi su giovani, disabilità, diversità, diritti dei bambini, cambiamenti climatici, povertà e diritti umani, diritti LGBT ed Economia Sociale, uno spazio che vuole “promuovere i contatti fra i deputati e la società civile”, come cita espressamente l’art.34 del regolamento del Parlamento europeo. Anche attraverso le reti europee delle quali Anpas fa parte, come Samaritan International, CEV e Alda, avremo finalmente un interlocutori anche nelle istituzioni europee su tematiche e attività che coinvolgono sempre più da vicino la vita sociale ed economica delle nostre associazioni".


Perché è importante l'intergruppo Volontariato e Cittadinanza attiva presso Parlamento Europeo? - il documento

 

- Per avere un punto di contatto ufficiale e permanente su volontariato e la cittadinanza attiva nel Parlamento Europeo e con la Commissione Europea

- Per sostenere il coordinamento dello sviluppo delle politiche sul volontariato e sulla cittadinanza attiva

- Per riconoscere il ruolo e il contributo della società civile per una democrazia attiva

- Per contribuire al buon funzionamento delle organizzazioni della società civile

- Per costruire un dialogo costruttivo civile in Europa.

 

La lista completa dei gruppi interparlamentari a Bruxelles 

Anpas in Europa

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