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Per circa sei mesi, da giugno a dicembre 2015, Paola Tola e Ilaria Lucaroni (ricercatrici SocialHub Coop.), hanno intervistato presidenti e consiglieri di 20 pubbliche assistenze sparse su tutto il territorio nazionale, chiudendo il lavoro con un focus group con i presidenti regionali che si è svolto a Firenze lo scorso dicembre.
L’attività di ricerca aveva come obiettivi specifici:
- descrivere e analizzare percezioni, tendenze e dinamiche presenti nel movimento, con particolare riferimento ai modelli organizzativi e all’identità percepita dai dirigenti
- metterle a confronto con le dimensioni rilevabili all’interno della riforma del Terzo Settore.
Nelle interviste sono state indagate tre dimensioni fondamentali: organizzativa, economica e politica. Quali sono i risultati?
Rispetto alla dimensione organizzativa, è emersa una eterogeneità come dato di sfondo, che si riverbera in scelte strategiche differenti per quanto riguarda ad esempio le
politiche di tesseramento, le forme con cui vengono gestite le attività commerciali (laddove esistono), i rapporti con la pubblica amministrazione. Questa eterogeneità da una parte rappresenta certamente un punto di forza se vista come valorizzazione delle differenze e delle autonomie associative, ma potrebbe rappresentare un pericolo per il mantenimento di una identità unitaria e riconosciuta nel movimento.
Un altro punto emerso riguarda le dinamiche di partecipazione: i luoghi classici come le assemblee sembrano funzionare poco, ma si fa fatica a inventarne di nuovi, che consentano anche alle generazioni più giovani di divenire realmente protagoniste. Dalle interviste è emerso inoltre in alcuni contesti una certa difficoltà nel mantenere legami con i territori che vadano oltre lo svolgersi del servizio di trasporto/emergenza: quello della progettazione sociale e dell’analisi dei bisogni del territorio rimane un ambito ancora tutto da esplorare.
Rispetto alla dimensione economica il dato rilevante riguarda la composizione delle entrate delle associazioni intervistate: le convenzioni per i trasporti ordinari/emergenza rimangono ad oggi la voce determinante, ne consegue una scarsa propensione alla differenziazione delle entrate attraverso strategie di fundraising differenti (ad esempio progettazione sociale e europea, promozione territoriale).
Si sono rivelate molto interessati le narrazioni di quelle associazioni che hanno generato altri soggetti imprenditoriali per riuscire a gestire attività commerciali come ad esempio onoranze funebri o diagnostica. Da questo punto di vista diviene interessante riflettere sui legami che permangono fra l’associazione e le gemmature esterne: come si fa a garantire che il soggetto esterno mantenga inalterati i principi e i valori che guidano l’associazione madre? Economia sociale e volontariato possono coesistere? La scelta concreta di realizzare altre forme imprenditoriali ha nei fatti per alcune Pubbliche superato l’idea di permanere esclusivamente nell’alveo del volontariato “puro” per sposare l’idea di una impresa sociale che riproponga nell’attuazione dei servizi i valori fondanti dell’essere Anpas.
Infine l’ultima dimensione esaminata, quella politica, presenta dei risultati interessanti per tutto il movimento.
Per il momento le associazioni intervistate che hanno dedicato momenti di approfondimento rispetto alle istanze della riforma sono poche. I vincoli e le opportunità legati alla riforma tendono a essere in parte legati al tema dell’identità: le associazioni considerano determinante il mantenimento dei tratti distintivi e dei valori del volontariato. Le aspettative più grosse riguardano però la necessità di un maggiore controllo in un sistema di servizi sanitari che assume sempre più le caratteristiche di un mercato aperto, dove la concorrenza è rappresentata da soggetti facenti parte in maniera formale del terzo settore ma che nei fatti agiscono ai confini della legalità per cercare di “accalappiare” servizi (le cosiddette “false onlus”).
Parallelamente a questo si spera in una riforma che riesca, attraverso una fiscalità di favore e delle definizioni più precise delle attività a dare maggiore chiarezza dal punto di vista normativo e fiscale. Il focus group svolto alla fine delle interviste con alcuni presidenti dei Comitati Regionali ha avvalorato quanto rilevato sui territori, aggiungendo alcune riflessioni più approfondite: bisogna proseguire con forza il percorso del codice etico che serve per chiarire proprio i caratteri importanti ai fini dell’identità a livello locale e regionale; c’è la necessità di confrontarsi in merito alla riforma anche per marcare la nostra vocazione a essere un movimento che nasce “dal basso” ma che può e deve contare molto nei tavoli decisionali a livello nazionale.
In conclusione, alla fine di questo lungo viaggio, molti sono ancora gli interrogativi rispetto alla riforma e al futuro del movimento: occorre inquadrare la legge nascente all’interno di una cornice più ampia dettata dal cambiamento dei sistemi di welfare per come li conosciamo. In questo contesto, il testo di legge non entra nel merito dei percorsi di innovazione sociale o di costruzione di progettualità sui territori: la spinta al cambiamento può arrivare quindi solo dall’interno del movimento stesso. Le pubbliche assistenze Anpas possono trovare nella riforma una nuova occasione di apprendimento e riflessione rispetto al senso complessivo dell’organizzazione.
È importante allora cogliere i segnali che ci sono arrivati attraverso le narrazioni dei territori e trasformarli in possibili sentieri da percorrere:
- un maggiore investimento sui modelli partecipativi
- la ricostruzione del tessuto del territorio fatto di bisogni complessi e reti di relazioni
- il supporto rispetto ad un’economia che sta cambiando e si sta evolvendo, e di conseguenza la riflessione su quali forme di economia sociale siano più coerenti con l’identità di Anpas
- un percorso di condivisione interna che riesca a immaginare il movimento non nell’immediato, ma fra 5-10 anni, dipingendone le caratteristiche irrinunciabili e gli obiettivi condivisi rispetto ai servizi, ai territori, ai volontari.
La posizione di Anpas sul DDL passato alla Camera (18 aprile 2015 – Consiglio Nazionale) – pdf
LA POSIZIONE DI Anpas SUL DDL (28/30 novembre 2015 – Congresso nazionale)
IL CONTRIBUTO DI Anpas E CRI ALLARIFORMA
AGGIORNAMENTI
Cronologia ed azioni svolte da Anpas nazionale prima della definizione del progetto Anpas 2020
Prima della presentazione delle Linee Guida
Inserimento Riforma del Terzo Settore nel Documento FERMI TUTTI (condiviso con Confederazione delle Misericordie D’Italia) – Roma, 3 aprile
13 maggio 2014 Pubblicazione linee guida del governo per la riforma del terzo settore
Dopo la presentazione Linee Guida
Pontassieve, 17/18 maggio 2015
ASSEMBLEA NAZIONALE PRECONGRESSUALE
DIFFUSIONE E DISTRIBUZIONE LINEE GUIDA RIFORMA DEL TERZO SETTORE
RACCOLTA DI CONTRIBUTI DA COMITATI REGIONALI E CONSIGLIO NAZIONALE
DEFINIZIONE POSIZIONE DI Anpas SU LINEE GUIDA e successiva condivisione del documento con la CROCE ROSSA ITALIANA
CONTRIBUTO ALLA DEFINIZIONE DEI DOCUMENTI DEL FORUM DEL TERZO SETTORE E DELLA CNESC
22 agosto 2014 Presentazione da parte del Governo del disegno di legge di Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell’Impresa Sociale e per la disciplina del servizio civile universale (C 2791) (Commissione Affari Sociali della Camera)
Dibattito parlamentare (Commissione Affari Sociali)
Relazione con i Parlamentari
Contributo alla Definizione dei Documenti del Forum del Terzo Settore (attraverso la partecipazione al
Coordinamento e alla Consulta del Volontariato) e della CNESC
Partecipazione al gruppo di lavoro di Anpas Toscana di approfondimento sulla Riforma (insediamento 19 dicembre 2014)
Fiesole, 13/14 settembre 2014
Approfondimento sul DDL alla Conferenza dei Presidenti Regionali e della Direzione nazionale
Firenze, 18 ottobre 2014
Approfondimento sul DDL al Consiglio nazionale
Firenze, 22 ottobre 2014
Approfondimento sul DDL per i dipendenti della Segreteria nazionale e del Comitato Regionale Anpas Toscana
10 novembre 2014 Audizione del Forum del Terzo Settore e della CNESC alla Commissione Affari Sociali della Camera
Roma, 28/30 novembre 2014 CONGRESSO NAZIONALE
DIFFUSIONE E DISTRIBUZIONE DDL e normativa in essere su IIMPRESA SOCIALE con aggiornamento posizione di Anpas
Organizzazione di un GRUPPO DI LAVORO “DDL di Riforma del Terzo Settore: il contributo di Anpas nella realizzazione dei decreti delegati con Gianfranco Marocchi, Idee in Rete e Massimo Novarino, Forum del Terzo Settore. L’istant report del gruppo inserito nel documento finale del Congresso.
22 dicembre 2014 Presentazione di una proposta di legge di modifica della Legge del Volontariato (n. 2791) da parte di Capone, Patriarca, Amato, Carnevali, D’Incecco, Grassi, Mariano, Sbrollini
18 marzo 2015 Conclusione dell’esame degli emendamenti della Commissione Affari Sociali ed approvazione del testo (trasmesso alle Commissioni Bilancio e Tesoro e Affari Costituzionali della Camera – per un parere – e successivamente portato al voto dell’Aula).