Formazione

La formazione in Anpas è un percorso partecipato e etico, che valorizza le conoscenze dei partecipanti, promuove la crescita culturale e consente di svolgere i ruoli con consapevolezza e professionalità

Ad oggi la formazione in Anpas è percepita e vissuta come un percorso in grado di coinvolgere tutti i livelli del movimento: nazionale, regionale, associativo.

La visione formativa, avviata in modo strutturale nel 2012, ha visto in questi anni un moltiplicarsi di orizzonti mantenendo solidi alcuni elementi di base:
la formazione è un percorso partecipato;
come le altre attività e servizi di pubblica assistenza è caratterizzata da una forte dimensione etica;
la formazione tra pari e collaborativa è l’approccio metodologico più adeguato per diffondere e costruire conoscenza e alimentare la crescita culturale dei volontari e delle volontarie;
le attività riconoscono – prima di ogni altra cosa – il valore in termini di conoscenze e competenze dei partecipanti alla formazione, rispettandoli e valorizzandoli;
scopo ultimo della formazione è rendere capace il partecipante di svolgere in modo consapevole, preparato e autonomo il ruolo per cui è stato formato, nel rispetto di tutte le componenti del movimento.

“I Comuni, specialmente i piccoli sono deficienti di personale che possa essere adibito in casi di epidemia e calamità pubbliche. Venendo il bisogno, si reclutano cittadini che generosamente e con entusiasmo si prestano, ma essendo privi di ogni istruzione, non recano quel beneficio, quell’aiuto pratico che si prefiggono.
Le pubbliche assistenze dovrebbero avere una squadra di militi istruiti sul modo di eseguire le disinfezioni, estinguere incendi, costruire lazzaretti ecc., e sempre a disposizione dei sindaci e degli ufficiali sanitari. In tal modo le associazioni di pubblica assistenza potrebbero essere veramente utili a questi pubblici servizi”

I formatori nazionali Anpas

I formatori nazionali Anpas, oltre a possedere la sensibilità culturale, pedagogico/metodologica, la padronanza delle tecniche di base per facilitare l’apprendimento dei singoli e dei gruppi e la produzione di lavori condivisi, dovrebbero avere delle caratteristiche “evolute”, sommate a quelle di base sintetizzabili come segue:

1. sapere

conoscere i ruoli del movimento, gli snodi, le possibili sinergie;
padroneggiare in modo versatile e contestualizzato metodi e tecniche;
essere consapevoli e saper gestire il proprio “benessere” come elemento positivo per sé e per l’esito del progetto cui si collabora;
definire obiettivi intermedi e finali, specialmente nei progetti di ampio respiro, che non riguardino solo gli aspetti di apprendimento, ma si inseriscano nelle azioni del movimento;
utilizzare strumenti digitali.

2. saper fare

saper agire i diversi ruoli;
padroneggiare tutti i momenti della progettazione e dello svolgimento della formazione;
contestualizzare spazi e tempi (esercizio di equilibrio e flessibilità tra programma e contesto);
scrivere, come condizione per dare senso, trasparenza e condivisione ad una storia;
svolgere accuratamente un’autovalutazione e attività di supervisione tra pari.

3. saper essere

• vivere consapevolmente la propria motivazione: legata alle aspettative, al valore riconosciuto all’attività, alla possibilità di raggiungere gli obiettivi fissati;
essere consapevoli del proprio ruolo, esercitarlo in modo autentico sia in aula sia in altri contesti e luoghi;
essere sensibili a talenti e limiti, propri ed altrui;
praticare cura e attenzione al benessere degli altri e di se stessi;
curare gli spazi e l’organizzazione in termini funzionali, estetici, etici;

Il settore formazione svolge, anche, una funzione di servizio trasversale agli altri settori, garantendo attività di coordinamento e supporto di volta in volta concordate con i diversi responsabili, sulla base delle specificità del corso, degli obiettivi formativi, delle caratteristiche dei profili in ingresso e in uscita.

L’attività è volta ad assicurare il corretto funzionamento del sistema, prima, durante e dopo e la coerenza con l’approccio metodologico e la cornice di riferimento; nonché, dove necessario, con la reportistica e rendicontazione necessaria per il finanziamento del corso. I passaggi strutturati, per quanto riguarda questa fase, sono:
la definizione dei profili in ingresso e in uscita;
la costruzione dei Kit, sia ad utilizzo dei formatori di secondo livello, sia per l’archiviazione dei materiali.

La formazione è, nella narrazione dei volontari e volontarie e formatori e formatrici Anpas, «un gruppo che si rimescola creando molteplici configurazioni e in cui gli obiettivi e le idee iniziali si perseguono rimodulandole nelle condizioni reali».

La formazione in Anpas è forza, creatività, futuro, apertura, viaggio, opportunità, condivisione, crescita … è ohana (famiglia nella cultura Hawaiana) un «luogo socialmente abitato in cui nessuno dimentica nessuno, in cui nessuno viene abbandonato». Ancora, la formazione è il «potenziamento di nuove forze e la creazione di energia, la capacità di accogliere le contaminazioni generate dalla diversità». Il senso profondo della formazione nel volontariato di pubblica assistenza sta, secondo i volontari Formatori F2, nella «scelta volontaria di condivisione culturale, sollecitazione di cambiamento e apertura di prospettive».

La formazione è il futuro, la capacità di guardare lontano nel tempo e nello spazio per dare continuità al movimento, con impegno e consapevolezza.

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