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L’esercitazione in Albania del progetto Be Drin raccontata da Gilda, volontaria Anpas
2 luglio. Una cintura del 118, ecco il segno che mi ha individuare il primo compagno di viaggio di questa esperienza.
Aeroporto di Tirana, Omar ed io, in attesa che ci raggiungano due volontari dell’Hungarian Charity Service of Order of Malta (il Cisom Ungherese) e uno della Croce Rossa Italiana. Ore trascorse in aeroporto, raccontandoci quali alterne vicende ci avevano condotto fino a lì (“…tanto, mica sceglieranno proprio me”, ci siamo detti). Nel frattempo, si alternavano i voli e si succedevano i viaggiatori, accolti dai propri cari…
3 luglio “Quando partecipiamo ad una esercitazione siamo colti da uno strano convincimento, in base al quale l’evento per il quale ci stiamo addestrando non potrà accadere. A Scutari, invece, oltre al caldo, i volontari della Q-VEC hanno constatato che gli scenari possono cambiare; dal fronteggiamento dell’afa e del sole, si é passati repentinamente alla pioggia, ed anche abbastanza insistente.
Ci sono i referenti dei singoli scenari, gli osservatori, che giocano il delicato ruolo degli “osservatori”. In verità, non valutatori, ma consiglieri, accompagnatori e facilitatori nell’affrontare i diversi eventi, che si sono avvicendati durante questa giornata. Tante le energie spese dai colleghi albanesi durante ogni fase dell’esercitazione, ciò ripagato anche da un abbraccio, da un sorriso, da un grazie, “ci rivedremo, nel futuro, forse…”
4 luglio – Tante le frasi che affollano il taccuino arancione. “Meglio essersi pentiti per quello che si é fatto, che per quello che non si é fatto’, ‘Il volontariato e la solidarietà sono parte della comunità”,”Imparare cosa sappiamo fare, per farlo insieme”.
Queste, le parole di Marian, referente dell’AKRA Youth Center di Scutari.
Oggi, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con il territorio, di sentire la viva voce del volontariato di Scutari. Abbiamo ascoltato la richiesta di coinvolgimento, organizzazione, informazione alla popolazione, formazione continua. Temi, forse ed ormai, per noi italiani tanto scontati.
Ecco, se penso al nostro Volontariato e alla nostra Protezione Civile, ho realizzato quanti passi sono stati compiuti.
5 luglio – Ultimo giorno, mi addormento con il sottofondo della preghiera, che raggiunge tutti tramite gli altoparlanti della Moschea.
Ultimi attimi trascorsi insieme.
Ripenso all’ansia ed alla preoccupazione, che avevo durante il viaggio di andata e a quante volte mi sia detta “non conosco nessuno, come farò?”
Mi preoccupavo di non essere all’altezza, di non avere abbastanza competenza ed esperienza, che il mio inglese fosse un tantinello arrugginito.
Ecco, sono felice e carica di entusiasmo. Merito delle splendide persone con cui sono venuta in contatto, dell’Albania e di Scutari e di quella strana pazzia di mettersi in gioco.
Gilda Pepe, pubblica assistenza Papa Charlie di Pagani