Anpas incontra Rita Levi Montalcini

anpas montalcini29 ottobre 2009. I volontari della Croce Blu di Carpi si riuniscono in Assemblea. All’ordine del giorno l’elezione dei componenti del Consiglio e l’approvazione del bilancio economico. Ma l’Assemblea deve deliberare anche a chi destinare un terzo degli utili di esercizio relativi al 2008 che, per lo statuto associativo, devono essere utilizzati per progetti di solidarietà. In passato, grazie a questa norma statutaria, sono stati adottati a distanza dodici bambini dal Gambia e sono stati finanziati due pozzi per l’acqua in Burkina Faso. Resta quindi da definire a quale ente o progetto inviare i 10.000 euro relativi al 2008, una piccola cifra ma molto importante per noi perché frutto di tanto lavoro. Dai “giovani della Croce Blu” nasce una proposta che in un primo momento lascia perplessi la maggior parte dei volontari ma comunque propensi a valutare: donare i 10 mila euro ad un istituto di ricerca.

 

Nasce così la difficoltà di individuare un’associazione sicura e con la quale poter realmente creare qualcosa di costruttivo. Il caso vuole che in quei giorni Rita Levi Montalcini, donna che da vari anni rappresenta l’impersonificazione vivente della medicina e della ricerca per il nostro Paese, si trovasse a chiedere un aiuto all’intera Italia: la Fondazione EBRI (European Brain Research Institute), istituto internazionale di ricerca scientifica interamente dedicato allo studio delle neuroscienze, rischiava di essere sfrattata.

È in questo momento che la nostra presidente Gianna Panini propone al Consiglio di fare la nostra donazione all’EBRI; nessuno più di Rita Levi Montalcini poteva darci l’affidabilità e la concretezza che stavamo cercando. E’ così che giovedì 29 ottobre alcuni volontari della Croce Blu di Carpi, il presidente nazionale Fausto Casini e l’Assessora Cinzia Caruso, in rappresentanza del Sindaco di Carpi, finiscono a Roma in visita alla Fondazione EBRI per conoscere lei: Rita Levi Montalcini. Emozionati entriamo silenziosamente nel suo ufficio, ci presentiamo e, uno dopo l’altro, andiamo a stringerle la mano. La prof.ssa Montalcini si preoccupa subito di descriverci tutte le attività dell’EBRI e le tantissime scoperte che ogni giorno vengono fatte nei suoi laboratori. La sua umiltà e la sua riconoscenza nei nostri confronti trasparivano dal suo viso e dalle sue parole. Ma l’illustre scienziata è anche curiosa di conoscere la nostra piccola realtà di pubblica assistenza di un comune che non fa più di 60mila abitanti. Si emoziona quando le doniamo un mazzo di fiori e riempie di domande alcuni noi per conoscerci personalmente. La sua prima curiosità è la motivazione che abbia spinto noi giovani a pensare alla ricerca. La nostra risposta è immediata e sincera: troppe malattie, di cui non si conoscono ancora cause e cure, colpiscono noi giovani. E la ricerca è l’unico mondo in grado di dare delle risposte. Noi volevamo fare qualcosa che fosse significativo per coloro che rappresentano il futuro della società, volevamo far sentire la nostra presenza verso un mondo che troppo spesso viene dimenticato. La prof.ssa Montalcini è rimasta onorata e soddisfatta della nostra risposta; onorata per la scelta della Fondazione EBRI, e soddisfatta che questa idea, ormai realtà, proveniva da ragazzi giovani; gli stessi giovani in cui lei crede e sui quali ripone le sue speranze. La giornata è proseguita con una breve visita tra i laboratori dell’EBRI durante la quale abbiamo modo di vedere con i nostri occhi la passione che ognuno di quei ricercatori mette nel proprio lavoro e l’impegno con il quale portano avanti ogni loro progetto. Tocchiamo con mano l’umiltà di quelle persone che non esitavano a ringraziarci appena gli si presentava l’occasione e, non meno importante, ci accorgiamo quanto per loro sia importante anche un piccolo aiuto. Salutiamo l’EBRI con un sorriso ed un arrivederci. Ancora emozionati prendiamo la via del ritorno consapevoli e felici di aver fatto una buona scelta; onorati di aver incontrato una persona importante quale è la Montalcini e l’entusiasmo dei suoi tanti collaboratori. Consapevoli di aver fatto un piccolo gesto che porterà a grandi cose che è solo l’inizio di un bellissimo viaggio che percorreremo felici al loro fianco.

di Jessica Bellesia, volontaria Croce Blu di Carpi (MO)

da http://www.anpasnazionale.org/Allegati/Newsletter/2009_novembre.pdf

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