23 gennaio – Non è semplice descrivere questi giorni. Non è semplice onorare attraverso le parole la passione dei tanti amici volontari che da subito si sono attivati per dare il loro contributo.

Chi osserva le immagini dei soccorritori impegnati nell’emergenza probabilmente pensa al sacrificio che stiamo facendo in questi momenti, pensa al tempo che stiamo dedicando agli altri.B hè lo inviterei ad indossare quella divisa. Capirebbe che è naturale indossarla, che in casi come questi diventa il prolungamento di se stessi.

Come per il terremoto, così per l’alluvione, tantissimi soccorritori volontari sono venuti immediatamente a dare la propria disponibilità senza che nessuno gli avesse ancora chiesto nulla.

In momenti come questi non ti chiedi quanto tempo stai dedicando agli altri e quanto ne dovresti dedicare a famiglia, fidanzati e fidanzate, amici ecc…, pensi solo che la sede e i mezzi della tua associazione siano gli unici posti nei quali puoi e devi stare, perché c’è bisogno di te.

Non ci interessa dei grazie, delle frasi di compiacimento (anche se qualche volontario purtroppo ne va alla ricerca costante), noi facciamo tutto questo perché vogliamo esserci, vogliamo essere parte di un volontariato organizzato e vorremmo che il nostro lavoro oltre che suscitare ammirazione, portasse la gente ad indossare la nostra divisa.

Questi ultimi due anni ci hanno dimostrato che le pubbliche assistenze sono determinati per affrontare l’emergenza, che sono le prime a muoversi sul territorio e a dare risposte alle persone che hanno bisogno di aiuto già dai primi minuti…

Questi ultimi due anni ci hanno anche dato un’assoluta certezza: che ci siamo stati, ci siamo e ci saremo sempre…qualunque cosa accadrà, anche se ci coinvolgerà direttamente. Noi ci saremo.

 

Marco Bongiorno, volontario Croce Blu San Prospero                          

 

Allertameteo San Prospero

 

 

Rischio idrogeologico: cosa fare


Regione Emilia Romagna

Le immagini dell’intervento dei volontari Anpas

 

 

Torna in alto