Anpas e CNESC rispondono all’editorialista del Corriere della Sera

Leggiamo con dispiacere la polemica innescata su servizio civile e Terzo Settore da Ernesto Galli Della Loggia negli articoli comparsi lunedì 14 e nella risposta che domenica 20 luglio ha dato ad una replica del sottosegretario Luigi Bobba sul Corriere della Sera. Non capiamo l’utilità di una serie di gravi affermazioni, rispetto soprattutto all’utilizzo di finanziamenti pubblici, senza alcun tipo di argomentazione, dove con toni sprezzanti l’autore accusa enti “legati al sottogoverno politico-partitico religioso” di troppa burocrazia.

L’Italia che hanno vissuto quasi quattordicimila ragazzi e ragazze che hanno preso parte ad un progetto di servizio civile in una pubblica assistenza Anpas, senza contare gli obiettori di coscienza, sono “cosa un tantino” diversa (per usare le sue stesse parole) da quella che descrive Ernesto Galli della Loggia e sarebbero ben lieti di raccontargli la loro esperienza di crescita e di formazione così come potrebbero testimoniare tutte le comunità che hanno visto crescere questi ragazzi e vederli agire nelle emergenze così come nella vita quotidiana.

Se imparare a portare assistenza e soccorso a chiunque ne abbia bisogno, se trascorrere una notte in un’associazione sperando che non squilli un telefono, se stringere la mano sul retro di un’ambulanza mentre davanti chi guida fa di tutto per arrivare in tempo in ospedale, se tutto questo è un atto di burocrazia, allora tutti i novantamila volontari Anpas saranno fieri burocrati.

E’ con piacere che, da presidente di un’associazione di volontariato laica, apartitica e aconfessionale che porta soccorso e assistenza a chiunque ne abbia bisogno, invito Ernesto Galli della Loggia in una pubblica assistenza a conoscere quello che è il terzo settore e magari a raccontarlo almeno con cognizione di causa. 
Fabrizio Pregliasco

 


Prendiamo atto con soddisfazione che Galli Della Loggia, nella risposta data il 20 Luglio alla lettera del Sottosegretario Bobba nella sezione Interventi e repliche, muta opinione sul servizio civile, dandone una interpretazione positiva.
Ipotizza però che “un’organizzazione frantumata sul territorio e affidata a centinaia di enti i più diversi” non “sia quella più adatta a incarnare le intenzioni suddette” tanto più perché “molti” sarebbero legati “al sottogoverno politico-partitico religioso”. E prosegue “L’Italia è cosa un tantino diversa dal “Terzo settore”, il “nonprofit” e altre criptiche denominazioni del politichese nostrano che sanno troppo di burocrazia e di finanziamenti pubblici a destinazione ignota”. Sui finanziamenti, almeno in materia di servizio civile, ha già risposto il Sottosegretario Bobba, ma evidentemente Della Loggia non se è accorto.
Invece sulla diversa organizzazione della rete delle organizzazioni, pubbliche e senza scopo di lucro che scelgono di impegnare i giovani sfonda, almeno per la Cnesc, una porta aperta. Sono anni che proponiamo forme di aggregazione fra le organizzazioni accreditate, pubbliche e senza scopo di lucro, consapevoli che per l’erogazione di servizi essenziali alla qualità dell’esperienza (accoglienza dei giovani, formazione, monitoraggio, programmazione degli interventi) piccolo è bello non è il modo giusto. Ci siamo scontrati con la logica di molte istituzioni e di molta classe politica del divide et impera e alcune organizzazioni l’hanno accettata. Ancora oggi ci sono politici e burocrati che spingono ad una ulteriore frantumazione delle reti che le organizzazioni sociali si sono liberamente date e con fatica nei decenni scorsi. E sullo sfondo l’incuria, politica oltre che economica con la quale lo Stato Italiano dal 1972 gestisce il servizio civile. Per la Cnesc queste aggregazioni potrebbero rendere realizzabile un’alleanza fra le missioni che lo Stato Italiano affida al Servizio Civile Universale e la rete, pubblica e senza scopo di lucro, di organizzazioni che vogliono partecipare alla ripresa della società italiana, a cominciare dalla restituzione ai giovani della responsabilità di essere protagonisti, giovani a cui viene riconosciuto un importo economico tale da rendere possibile la partecipazione anche a chi non ha le spalle coperte. Oggi questa alleanza è limitata a poche realtà in gran parte nazionali, in un SCN caduto nel tritacarne dell’applicazione, fra l’altro impropria, del titolo V della Costituzione.
Un’alleanza che non riguarda solo il nonprofit, per il quale Della Loggia usa un incomprensibile e ingiustificabile dileggio se non accompagnato da nomi e cognomi, ma anche tutta la Pubblica Amministrazione che è accreditata al SCN con alcuni Ministeri, Regioni, decine di Province, migliaia di Comuni, decine di ASL, Ospedali, Università.
Ringraziandola per l’ospitalità buone giornate
Licio Palazzini Presidente Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile

 

Si lavora a San Prospero (MO) per ingentilire i cuori

 

“Penso che si debba senz’altro fare credito al governo che le sue intenzioni fossero quelle illustrate dal sottosegretario Bobba.

Io resto convinto però che un’organizzazione frantumata sul territorio e affidata a centinaia di enti i più diversi, molti dei quali legati al sottogoverno politico-partitico religioso non sia quella più adatta a incarnare le intenzioni suddette. L’Italia è cosa un tantino diversa dal “Terzo settore”, il “nonprofit” e altre criptiche denominazioni del politichese nostrano che sanno troppo di burocrazia e di finanziamenti pubblici a destinazione ignota”

– Ernesto Galli della Loggia, domenica 20 luglio – Corriere della Sera


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