Piacenza, 8 maggio 2017 – Si è svolto oggi presso il palazzo della Provincia di Piacenza i responsabili nazionali e regionali di Anpas, il convegno “IL TERREMOTO CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO”, al quale hanno partecipato circa sessanta ragazzi delle scuole superiori di Piacenza.

 

Il terremoto con gli occhi di un bambino

Paola De Micheli, Sottosegretario all’Economia con delega per il terremoto, e quelli di Paola Gazzolo, Assessore Regionale alla Protezione Civile, ha ricordato l’impegno della colonna mobile nazionale durante il terremoto dell’Emilia “che ha dato un apporto fondamentale a un territorio colpito nel cuore come mai prima d’ora”.

Carmine Lizza, Responsabile Nazionale protezione civile Anpas, insieme a Egidio Pelagatti, responsabile operativo nazionale, ha illustrato quali sono i ruoli del volontariato all’interno di un sistema complesso come quello di Protezione Civile, soprattutto durante la gestione di emergenze di ampio raggio come i terremoti o le alluvioni. “All’inizio il compito dei nostri volontari è quello di portare soccorso insieme alle forze dell’ordine e al 118. Successivamente la gestione dell’emergenza passa su un altro piano. Molto spesso si parla di ricostruzione, non solo dal punto di vista degli edifici, ma delle comunità”. È per questo che Anpas, già dal terremoto dell’Aquila, ha organizzato strutture idonee per aiutare le fasce più deboli. “I bambini e la loro serenità sono state da sempre una priorità per il nostro movimento” continua Lizza.

Il terremoto con gli occhi di un bambino

A Mariasilvia Cicconi, responsabile attività sociali protezione civile AnpasAnpas, il compito di spiegare quali traumi emotivi porta un sisma all’interno della vita di un bambino: “Abbiamo portato una struttura molto semplice, una tenda, e l’abbiamo riempita di bambini. A loro abbiamo insegnato come esternare la loro visione attraverso le fotografie. Il risultato è stato molto interessante e oggi è esposto in questa sala”. “Durante la nostra attività cerchiamo di portare non solo il gioco ma anche la routine. Le cose semplici lasciate nella vita quotidiana che il terremoto ha interrotto”. La filastrocca “Penta, Pinta, pin però”, da cui prende ispirazione il progetto, è la formula magica che un Mago Lapone, anche lui volontario ha svelato ai bambini della struttura protetta per l’infanzia del campo di accoglienza di amatrice. Queste sono diventate le parole magiche per raccontare la vita quotidiana del campo di accoglienza attraverso gli scatti dei piccoli: la cucina, la lavanderia, gli spazi comuni, le tende e la mensa, gestiti dai soccorritori Anpas giunti in centro Italia da tutta la nazione. Un campo di accoglienza visto dai loro occhi “un po’ più in su del terremoto”.
Il convegno è poi proseguito con l’intervento di Alberto Silvestri, Sindaco del comune di San Felice sul Panaro. Paolo Rebecchi, coordinatore regionale e provinciale di Anpas, ha illustrato quali sono state le esperienze e le attività dei volontari dell’Emilia-Romagna e quali sono i progetti futuri della colonna mobile della regione. “Grazie a tutti per essere venuti” ha concluso Rebecchi “È per noi un onore aver ospitato i principali attori del volontariato di Protezione Civile Anpas in Emilia-Romagna e i rappresentanti dei comuni che abbiamo sostenuto dopo le calamità negli anni passati. Grazie anche ai volontari che si sono alternati sulle zone del terremoto, alleviando sofferenze i anziani, bambini e adulti”.

Il terremoto con gli occhi di un bambino

I saluti finali sono stati affidati a Oreste Guglielmetti, presidente dell’associazione “Gosso…unico cuore”, che ha permesso l’allestimento della mostra fotografica. Alla sua associazione va anche il merito di aver contribuito all’allestimento della giocheria Anpas: “Ci siamo uniti insieme alle altre associazioni del paese. Questo per noi è stato un grande risultato che ci ha permesso di sentirci ancora più vicini alle popolazioni colpite. Personalmente faccio parte di Anpas da un anno e vedo in ogni occasione la conferma dei sentimenti e dei valori che animano i volontari con la divisa arancione”.


“Penta, pinta, pin, però” è un progetto realizzato con la metodologia photovoice: una metodologia di ricerca-azione che, con la fotografia, consente di attivare i membri della comunità nell’identificare i punti di vista dei bambini e utilizzarli come leva per il cambiamento sociale.

“Penta, pinta, pin, però” è un progetto fotografico itinerante nelle pubbliche assistenze Anpas d’Italia e tra gli enti e le istituzioni che la vorranno ospitare. Le foto scattate dai bambini di Amatrice sono stampate su cartone riciclato Tonki.

Vuoi ospitare la mostra nella tua pubblica assistenza? Invia la richiesta a a.vogliazzo@anpas.org

Penta

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