26 dicembre 2013 – Era addirittura un mese fa quando ci siamo segnati per fare il turno di notte tra Natale e S. Stefano. Natale a parte, il vero evento sarebbe stato che insieme a Massimo e a me, Alessandro, era di turno anche Marco, l’Agostini.

Solo che poi lui non è riuscito a fare il suo secondo turno del 2013 perché, dice, si è sentito male. Crediamo sia una forma di allergia o intolleranza ai turni di emergenza. Comunque, Marco è stato sostituito da Daniele che ha fatto l’autista al suo posto e si vedeva dal tachimetro.

Poi c’era Rachele, detta Lele, che faceva tirocinio, e Valter, il medico del 118, che come me adora la forchetta. “Ceneremo con gli avanzi dei nostri pranzi” ci eravamo detti. Come sarebbe andata la questione gastronomica era già chiaro  alle 20 quando è iniziato il turno e in sala volontari il tavolo era pieno di dolci residui del giorno che si aggiungevano ai nostri avanzi.

La frase più gettonata delle 20 è stata “Io non ceno, ho mangiato come un 

maiale oggi“. Come non detto, naturalmente, e tra il secondo e il terzo servizio abbiamo spolverato tutto con l’aiuto di Elisabetta, la centralinista e di Eleni (con la i, è greca) che ci è venuta a trovare ma si sentiva male e non avrebbe mangiato assolutamente niente finché, poi, ha mangiato praticamente tutto.

Poi c’è stato il terzo servizio con i suoi prodotti naturali che ha interferito con la digestione, ma non entriamo nei dettagli. La fortuna è che a tre servizi ci siamo fermati. Perché in una notte come quella di Natale le cose sono due: o si esce per una maxiemergenza di quelle serie che ti fa ricordare per sempre il Natale del 2013, o si rimane in sede a guardare un film dietro l’altro. Le vie di mezzo sono poco gradite.

Insomma, se uno fa il volontario sul 118 spera sempre che tutti stiano bene, ma soprattutto spera in un’emergenza seria, di quelle dove c’è roba ganza da fare. Poi sul come si possano conciliare le due speranze, nessuno si è mai posto il problema. Comunque noi non ci possiamo lamentare: siamo usciti tre volte su servizi banali, ma solo fino all’una di notte e dopo non ci ha cercato più nessuno (bravi pisani).

Quindi all’una di notte, dopo la pulizia dell’ambulanza conseguente al servizio digestivo, è partito il poltrimento davanti alla TV con una puntata sul fegato della serie “Esplorando il corpo umano“, appositamente scelta per capire cosa stesse 
succedendo dentro di noi in quel momento.

Tutti tranne Massimo, che doveva formattare il suo computer ed era l’unico ad aver tenuto fede all’impegno “Io non ceno…“. Poi è partito Spy Game che fortunatamente è un film già visto, perché il divano concilia troppo bene il sonno. Cosa sia successo dopo non lo so, perché io ho trasferito la mia attività sul letto del dormitorio.

Suppongo che la situazione in sala volontari sia stata la solita di sempre, anche in mia assenza. “Si mette un altro film!” e poi tutti sul divano, appoggiati uno 
sull’altro e caduti in rapida sequenza tra le braccia di Morfeo.

Così lo scenario che si apre a chi la mattina alle 7 viene a dare il cambio è sempre il solito, che sia Natale o Ferragosto: un intrigo di divise arancioni che russano sul divano e un tavolo che mostra chiari segni di un ricco e nutrito banchetto. Tutta vita! 
Poi io sono uscito sbadigliando dal dormitorio alle 8.15 e non c’era più nessuno… ma quella è altra storia!

– Alessandro, pubblica assistenza Pisa

 

 

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