27 dicembre 2013 – Ci sono due particolari situazioni per cui mi emoziono ogni giorno: una è quando mi tiro sù i calzettoni da calcio e l’altra è quando mi tiro sù i pantaloni della divisa. Questa sera il turno è iniziato esattamente come al solito cioè col brivido sulla schiena che saliva di pari passo coi pantaloni.

In Sala militi saluto e faccio gli auguri al turno serale del martedì e salgo in dormitorio con tutta calma: il mio turno inizierà per le 22.30. Tiro fuori le coperte dal mio armadio e mi faccio già il letto in modo tale da trovarmelo pronto al primo segno di cedimento o stanchezza.

 

Scorro la pagina del social network sullo smartphone così giusto per passare il tempo e attendere l’arrivo dei miei “colleghi” visto che sono in anticipo sul mio turno, quando all’improvviso entra dalla porta Lele in “divisa natalizia”. Lo guardo bene e scorgo in lui una cravatta bianca perfettamente intonata alla camicia blu da soccorritore sopra i classici pantaloni fluo: “Lele ma come mai sei vestito così?” e di tutto punto mi risponde che lui per la vigilia si veste sempre elegante perché vuole fornire un servizio elegante.

Il tempo di farsi due risate insieme che parte subito la pastasciuttata della vigilia. Si aggiunge anche Marco e un piatto per un volontario in più non manca mai. Poi ci raggiunge Elisa stracolma di sacchetti, pacchi e pacchetti. Questa sarà una cosa ricorrente all’arrivo dei volontari per il turno della vigilia: sacchetti , doni, regali e una divisa indosso.

Ore 22:30 il dormitorio si sta animando di persone e mancano giusto quei pochi ritardatari per poter iniziare il turno notturno del 24 dicembre.

Per le 22.45 squilla il telefono per un “118” codice Verde,  e così la prima squadra parte con il sorriso nonostante il tempo sia inclemente. Giunti sul posto io e Gian riconosciamo l’etilista nota e quindi il servizio si semplifica notevolmente. La nostra paziente non è in apparente pericolo di vita e riesce comunque a ringraziarci, a modo suo, dopo averla accompagnata al pronto soccorso.

Ritornati in sede dopo aver terminato le check list si sale tutti in dormitorio per poter fare il brindisi di Natale e scartare i regali tra vari colleghi, volontari, amici.

Poco dopo la mezzanotte il rumore dei brindisi và all’unisono con quello dei regali scartati e con quello dei telefonini impazziti per i mille messaggi d’auguri e il tutto proseguirà per almeno venti minuti.

È giunta l’ora della ritirata per molti, ma non per la seconda squadra che deve uscire su un giallo per un caso pediatrico quindi la destinazione sarà l’ospedale Gaslini e di conseguenza il ritorno non prima di un ora.

Io e altri tre rimaniamo in cucina per le consuete chiacchiere da stanchezza giornaliera che non faranno altro che conciliare il sonno. Non abbiamo preparato nessuno piattino coi biscotti e il latte e neanche le carote per la slitta di Babbo Natale: ci perdonerà? Credo di si, anzi: spero di si.

Driin è il telefono che ci sveglia alle 7:30 per il primo servizio di Natale. La terza squadra esce veloce per quest’altra “avventura” natalizia. La mattinata terminerà con un grosso augurio alla squadra montante composta da quattro persone che con profondo spirito di abnegazione decidono di passare il loro Natale “in ta Cruxe”. Neanche il tempo di digerire i suntuosi banchetti di Natale che arriva il messaggino con l’eventuale disponibilità per l’allerta 2 meteo.

Buon Natale… e ora c’è  Santo Stefano!

– Paul, pubblica assistenza Croce Verde Sestri Ponente

 

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