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Volontari e operatori sanitari ma anche madri e padri alla ricerca di un equilibrio tra frustrazione, paura, gioia, tristezza e fatica
Manuela Cascetta , psicologa Anpas, spiega: “La comunicazione non verbale è composta dalla prossemica, dalla mimica, dai gesti e movimenti del corpo, contatto visivo, tatto, apparenza fisica, espressione del volto e ecologia comunicativa”.
Volontari e operatori sanitari ma anche madri e padri alla ricerca di un equilibrio tra frustrazione, paura, gioia, tristezza e fatica.
Operare in emergenza soprattutto in questo particolare momento significa per tanti volontari ed operatori sanitari affrontare, senza negarla, la complessità affettivo-emotiva insita nella relazione con i figli, rompendo equilibri già di per sè delicati.
Come li rappresentano nella loro mente questi genitori, i figli dei tanti volontari del settore sanitario? Spesso come degli eroi, proprio come i personaggi buoni delle fiabe che con coraggio forza e tenacia sconfiggono il male e riescono a far prevalere il buono. Probabilmente questo è l’unico modo disponibile ai più piccoli per tollerare l’assenza del genitore, la mancanza durante la giornata, il vuoto buio e silenzioso.
Diverse richieste di supporto psicologico ci arrivano da volontari impegnati in prima linea in questa emergenza, i quali ci riferiscono che tra i fattori stressanti da sopportare, con il relativo bagaglio emozionale, vi sono: isolamento e frustrazione; stress legato alle preoccupazioni inerenti la malattia, come quella di contrarre in prima persona il virus o che lo contraggano i propri cari e soprattutto i propri figli.
La crisi “genitoriale” che si tende a vivere ha in sé un potenziale: distrugge per ricreare qualcosa di nuovo, in un equilibrio con i propri figli migliore, nel rispetto del tempo passato e del momento presente che si sta vivendo. Affinchè sia davvero così, e che si possa trarre vantaggio dalla crisi, i volontari, nonché genitori, dovrebbero usare bene le proprie risorse, sperimentando e valorizzando le proprie energie di adattamento e flessibilità.
Fondamentale risulta essere la capacità di esprimere le proprie emozioni e condividerle con i propri figli, ascoltarli ed ascoltarsi, evitando così che diventino un tabù nella relazione che potrebbe invece, svolgere una funzione di cura e sostegno, trasformando la crisi e donandosi la possibilità di operare una rinascita, un rinnovamento nella relazione genitori-figli.
Oggi è il tempo di essere resilienti, utilizzando i propri vissuti così da poter elaborare nuove strategie per fronteggiare la crisi riscoprendo la bellezza ancora viva delle relazioni con i propri cari e i propri figli. Scoprire la propria resilienza significa anche percepire e sentire la necessità di avere il bisogno di chiedere aiuto quando i fattori di stress sembrano essere soverchianti e le fragilità profonde e difficili da gestire.
di Manuela Cascetta, Psicologa Anpas
Per i soccorritori e i sanitari che in questo momento di allentamento misto a tensione e attesa vogliono chiedere consiglio, gli psicologi dell’emergenza Anpas sono a disposizione email: consulenzapsicologica@anpas.org
Compilazione questionario proqol al link: https://forms.gle/ChLKony6VsUbrcho6