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Cinque minuti di pausa e cinquantacinque di lavoro. Fare, disfare e rifare. Cinque di pausa e cinquantacinque di lavoro. Per tre giorni.

Sono partiti da Bolzano, hanno smontato sei moduli di un container a Bressanone, li hanno caricati su un camion e li hanno rimontati a Mirandola. Undici paia di mani che hanno segato e ricomposto un tetto, issato pannelli, usato martelli, chiodi e trapani.

Cinque di pausa per tagliare speck, cetrioli e formaggio. E poi ricominciare: infissi, porte e finestre. Sono i volontari della Croce Bianca di Bolzano che hanno ridato una nuova casa ai volontari della Croce Blu di Mirandola, dopo che il terremoto gliela aveva portata via. Fare, disfare e rifare: capita nella vita e capita ai volontari/soccorritori di Mirandola. Gli stessi che tre anni fa, il 6 aprile, erano andati a rifare Villa Sant’Angelo, a L’Aquila. Ora che è capitato a loro, sono arrivati altri volontari/soccorritori di Bolzano. Undici paia di mani sincronizzate. Movimenti perfetti.

Poi cinque minuti di pausa e cinquantacinque di lavoro. Quelli di Mirandola li hanno guardati a bocca aperta : “Fanno impressione. Sembrano dei marziani per come si muovono tutti insieme”, dice Nico. Mentre arrivava a Mirandola con il container, a Norbert sono rimasti impressi i pollici che uscivano fuori dai finestrini delle macchine che sorpassavano il suo camion: “Poi, quando domenica sera abbiamo smontato la vecchia insegna dalla vecchia sede distrutta della Croce Blu e l’abbiamo messa su quella nuova, qualcuno di noi ha anche pianto”.

Cinque di pausa e cinquantacinque di lavoro. Il tempo che ci vuole per fare, disfare e rifare..

Mirandola: l'inaugurazione della sede provvisoria (2012)

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