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25 gennaio 2017. Di solito non sentiamo il bisogno di parlare pubblicamente di adozioni: sono vicende molto intime che toccano la vita di piccole persone con una storia difficile e di adulti che in genere non si sentono degli eroi e non hanno bisogno di sbandierare all’esterno i progressi quotidiani di una vita familiare che si definisce tra le mura domestiche, nell’intimità degli affetti, di giorno in giorno, come tutte le vite familiari appunto.
Ma nel clima di scoraggiamento che ultimamente sta appannando le adozioni internazionali, un clima che sicuramente sta allontanando dal percorso adottivo molte coppie sensibili che avrebbero potuto diventare una insostituibile risorsa per un bambino in attesa della sua “famiglia per sempre”, ci è sembrato importante raccontare anche quello che in genere non fa notizia: i piccoli grandi successi di quando le adozioni vanno bene. E per farlo abbiamo scelto un piccolo, inusuale Paese dell’estremo oriente: Taiwan.
Anpas fa adozioni internazionali con Taiwan dal 2006. Quest’anno festeggiamo dieci anni di assidua collaborazione con questo paese asiatico che, pur essendo impossibilitato a ratificare convenzioni internazionali a causa del suo particolare status internazionale, lavora rispettando le norme della Convenzione dell’Aja sulla tutela dei minori e l’intermediazione in materia di adozioni internazionali, con una trasparenza esemplare e con un’attenzione sia alle famiglie che ai bambini che fa dei percorsi adottivi con Taiwan uno dei nostri fiori all’occhiello.
Sono anche dieci anni che la rappresentanza taiwanese a Roma ci assiste nella legalizzazione dei documenti dei dossier delle coppie e quest’anno, evidentemente, deve aver pensato di fare (e farsi) un bel regalo invitando le famiglie italiane che hanno adottato bambini taiwanesi a festeggiare insieme il 10 ottobre, la Festa nazionale di Taiwan.
Le famiglie che hanno adottato attraverso Anpas a Taiwan hanno formato un’associazione, a cui hanno dato il nome di Itaiwan. Si ritrovano periodicamente per stare insieme e per aiutare i loro figli a mantenere un legame e un senso di appartenenza al paese di origine, a sentirsi italiani senza per forza smettere di sentirsi anche taiwanesi, insomma a sentirsi, come nel nome che si sono scelti, cittadini di “Itaiwan”. L’invito della rappresentanza taiwanese ha costituito un’occasione perfetta per permettere, tanto ai più piccoli (una bimba di 5 anni) come ai più grandicelli (un ragazzo di 15 anni), di sentirsi orgogliosi del loro Paese di origine e orgogliosi dell’attenzione che il loro Paese ha riservato alle famiglie di Itaiwan attraverso i propri rappresentanti in Italia.
“L’anno che è passato” ci hanno scritto le famiglie, “è stato un gran bell’anno per Itaiwan, prima di tutto perché quest’anno molte famiglie si sono unite al nostro gruppo di famiglie adottive, ma anche perché siamo stati invitati dalla rappresentanza taiwanese a Roma”.
All’arrivo alla sede della rappresentanza hanno trovato ad attenderli il Console e il Vice Ambasciatore con le consorti, un folto gruppo di dipendenti, il direttore della scuola di lingua cinese e “un’accoglienza molto molto calorosa”. Il Vice Ambasciatore, nel suo discorso, ha ricordato che nell’adottare i loro figli a Taiwan le famiglie italiane non hanno compiuto solo un gesto d’amore verso quei bambini, ma verso l’intero Paese e che ora fanno anche loro parte integrante della grande famiglia taiwanese.
“Ci hanno fatto sentire parte di una famiglia speciale, la famiglia del popolo di Taiwan” hanno raccontato le famiglie. Dopo un pranzo a base di piatti tipici taiwanesi e uno scambio di doni, tra cui un album confezionato dalle famiglie con tutte le foto dei bambini arrivati da Taiwan, il raduno si è concluso con un invito permanente: d’ora in avanti, ogni anno, i bambini e i genitori di Itaiwan sono invitati a festeggiare la Festa nazionale taiwanese insieme al personale e ai diplomatici della rappresentanza.
Ecco cosa succede quando le adozioni vanno bene, quando nelle adozioni c’è attenzione, rispetto, trasparenza, verso le coppie e verso i bambini. Succede che sono orgogliosi, del loro Paese di origine e di quello di accoglienza, orgogliosi di sé stessi e della loro storia adottiva, orgogliosi di essere Itaiwan. Succede che scrivono all’ente per condividere l’entusiasmo e la soddisfazione, che ci mandano le foto perché gliele pubblichiamo sul nostro sito e che trovano il tempo per mettere insieme uno scritto in inglese per poter condividere questo bel momento anche con l’associazione partner di Anpasa Taiwan che li ha seguiti durante il soggiorno nel paese. Succede che il loro Paese di origine è orgoglioso di loro e grato alle famiglie italiane che li hanno accolti e che li vuole accanto per passare assieme la festa simbolo del Paese.
Ci resta soltanto un piccolo rammarico. Quasi ogni giorno riceviamo segnalazioni da Taiwan di bambini in attesa di adozione, ma quasi sempre dobbiamo rispondere che, purtroppo, non abbiamo coppie disponibili per questo Paese. Perché Taiwan è un Paese piccolo e poco noto? Perché è diventato più difficile aver fiducia nel percorso adottivo? Non lo sappiamo. Sappiamo che purtroppo questi bambini non potranno un domani unirsi ai piccoli amici di Itaiwan se non riusciamo a fare la cosa fondamentale che devono fare gli Enti autorizzati: aiutare i bambini che non ce l’hanno a trovare la loro “famiglia per sempre”