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Le pubbliche assistenze nascono nel 1860 come associazioni di volontariato, libere e laiche.
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L’Anpas è un movimento di volontari che promuove uguaglianza, solidarietà, soccorso, protezione civile, cultura della pace e partecipazione attiva alla comunità.
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Care ragazze, cari ragazzi
per molti di voi sono gli ultimi giorni di servizio civile insieme ai volontari di una pubblica assistenza Anpas. E siamo qui per dirvi GRAZIE per aver trascorso il vostro tempo con noi.
Da oltre un anno siete entrati a far parte di una lunga storia, che si sta trasformando in tradizione, che da più di trent’anni ha permesso a quasi ventisettemila obiettori e oltre quindicimila volontari in Servizio Civile di partecipare, di prendere parte, di imparare e di iniziare a scoprire i propri talenti a disposizione delle proprie comunità.
Quello che abbiamo trascorso insieme è stato un anno di cambiamenti, un anno in cui è cambiato il mondo, l’Europa e in cui è cambiato il quadro normativo di riferimento del servizio civile e di tutto il Terzo Settore. La definitiva apertura all’accesso dei cittadini comunitari e degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia e la scelta della difesa non armata della Patria contenuti nel testo della Riforma hanno posto le prime basi per quello che Alex Langer auspicava più di venti anni fa quando immaginava la creazione di un corpo civile di pace “Agirà portando messaggi da una comunità all’altra. Faciliterà il dialogo all’interno della comunità al fine di far diminuire la densità della disputa. Proverà a rimuovere l’incomprensione, a promuovere i contatti nella locale società civile. Negozierà con le autorità locali e le personalità di spicco. Faciliterà il ritorno dei rifugiati, cercherà di evitare con il dialogo la distruzione delle case, il saccheggio e la persecuzione delle persone. Promuoverà l’educazione e la comunicazione tra le comunità. Combatterà contro i pregiudizi e l’odio. Incoraggerà il mutuo rispetto fra gli individui. Cercherà di restaurare la cultura dell’ascolto reciproco. E la cosa più importante: sfrutterà al massimo le capacità di coloro che nella comunità non sono implicati nel conflitto (gli anziani, le donne, i bambini)”.
In questo anno avete indossato i colori di una pubblica assistenza Anpas e, speriamo, avrete modo di sentirvi parte di una storia di persone che hanno contribuito in modo determinante all’obiezione di coscienza prima e al servizio civile poi. Speriamo di avervi ispirati, coccolati, sgridati, abbracciati, appassionati a sufficienza affinché questo possa essere stato un tempo che ricorderete, in bene, per tutta la vostra vita. Da domani toccherà a voi far fruttare questa esperienza. Il vostro futuro adesso non è da affrontare, ma da vivere con passione ogni giorno, insieme a persone che avete conosciuto in quest’ultimo anno oppure con persone nuove che ancora non conoscete.
In questi giorni ci sono altri più di duemila persone, ragazzi e ragazze, che come voi hanno la vostra stessa opportunità di passare del tempo insieme ai volontari delle pubbliche assistenze Anpas e ci piacerebbe che le vostre testimonianze li aiutassero in questa scelta. Per fare questo ci piace condividere con voi le parole di Massimo Paolicelli, un nostro compagno di viaggio: “Tante gocce possono scalfire la roccia, cerchiamo di scalfire la roccia dell’indifferenza e dell’egoismo e costruiamo un mondo di giustizia, pace e solidarietà”.
Con queste parole vogliamo anche ringraziare anche i tanti volontari che vi hanno accompagnato nel corso di quest’anno, che vi hanno accolto, con i quali avrete condiviso un caffè all’alba o una pizza di notte.
Siamo sicuri di poter parlare a nome di tutta l’Anpas e di potervi ringraziare per questo anno che avete scelto di condividere con noi e magari di vedervi indossare i nostri colori e far parte di questa nostra storia, che poi è quella di tutti.
Ilario Moreschi, vicepresidente Anpas, responsabile Servizio Civile
Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas