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Il ricordo dell’intervento a Stazzema, venti anni dopo l’alluvione, di Alessandro Moni
Ricordo tanti momenti: eravamo a Cardoso già da un po’ di tempo e ad un certo punto cominciò a piovere in modo spaventoso e noi restammo isolati. I fiumi i alzarono e l’acqua veniva giù dalla montagna e le persone erano rimaste bloccate al momento della seconda esondazione e noi eravamo lì con loro. Ricordo la chiesa di Cardoso trasformata in mensa per tutti dove i volontari e i cittadini mangiavano nella pausa pranzo e il prete che diceva: “adesso veramente è la casa del Signore, la casa di tutti”, poi la sera, dopo un giorno di lavoro tornavamo a Ponte Stazzemese. Ricordo che tagliavamo l’erba lungo le strade dove costituiva ostacolo per l’acqua.
Ricordo la domenica quando eravamo costretti a fare da filtro con l’arrivo dei curiosi che andavano a disturbare le persone e il caffè che ci offrivano le persone di Stazzema mentre lavoravamo. Io ho una formazione che viene dagli scout, un modello funzionale di organizzazione e in quel periodo c’era ancora un po’ di improvvisazione, ma fu anche uno stimolo ci ha portati a fare sempre meglio. L’alluvione di Stazzema ci ha insegnato il senso del coordinamento, soprattutto con gli enti locali: ci siamo messi completamente a disposizione del comune di Stazzema, che era il comune più in difficoltà. In alcuni casi i volontari si sono occupati anche di supportare la segreteria del sindaco, del trasporto nelle scuole. Avevamo poche attrezzature, qualche jeep e poco altro, ma siamo riusciti a destreggiarci bene allo stesso. Col Dipartimento di Protezione civile c’era un motto che avevo coniato e che usavano anche loro che era “Anpas risolve”: ogni volta che su un’emergenza c’è stata Anpas e ci siamo stati anche in questa fase. Ricordo moscardini, Galanti: tantissima collaborazione per allestire e gestire il primo COM a Seravezza.
Se dovessi sottolineare una nostra caratteristica è che ogni nostro intervento è durato nel tempo che non si è mai esaurito con la fine dell’emergenza e che il legame con la comunità locale è sempre stata una nostra peculiarità.
È stata una storia vissuta faccia a faccia, fianco a fianco con le persone di Stazzema, una simbiosi completa: tutto è stato fatto con loro. E la cosa più bella è che poi è nata la pubblica assistenza di Stazzema: da una tragedia è nata una risorsa. Dopo essere stata costituita e aver ricevuto l’aiuto da tutta l’Anpas anche dopo la fondazione, infatti, ha poi rigirato tutto ciò che ha ricevuto a chi aveva bisogno: è stata anche in Albania, in Pakistan, ovunque ci fosse bisogno. E questa è una cosa bella: all’indomani di un disastro simile siamo riusciti a mettere in condizione di dare aiuto a chi, prima, aveva avuto bisogno di aiuto.
C’è una foto di una lapide che fu messa dai cittadini sul cimitero di Cardoso che dice: “Nel 1996 in memoria delle vittime dell’alluvione, la solidarietà di tanti e l’impegno el volontariato Anpas ha permesso di sottrae questo luogo alla situazione e restituirlo alla pietà”. Ecco: ci siamo occupati anche di questo.
– Alessandro Moni, 19 giugno 2016