La poesia di  Antonio

A Mirandola, le tende del campo Costa hanno sostituito le case di 300 persone. In apparenza contengonosolo letti dove riposare, in realtà sono “Camere Iperbariche”, dove ognuno liberamente può, nella suaintimità e con i suoi tempi, elaborare in sogno o in veglia, il vissuto personale del terremoto o quelloquotidiano, ricco di problemi e incertezze per il futuro. Sono luoghi sicuri dove si è protetti dalla minacciadi nuove scosse e dove ognuno cerca a modo suo di affrontare la realtà, risalendo lentamente in superficie,dagli abissi della paura e dell’angoscia, dove ci si è ritrovati, svegliandosi improvvisamente la notte del 20 Maggio mentre tutto intorno tremava. In questi piccoli microcosmi blu, ci sono 300 persone con le lorostorie uniche e personali, fatte di speranze infrante, certezze crollate, dubbi, gioie e dolori, unite per casoda un evento tanto terribile quanto naturale. Entrando in questi spazi protetti ci trovi beni personali cheraccontano le persone e che ricordano il loro passato, ma anche nuovi oggetti indispensabili al quotidiano,come lo spazzolino o il bagnoschiuma, che riconducono alla normalità di una casa, in un luogo anormalechiamato tenda. E’ allora che ti accorgi che queste tende sostituiscono veramente le case, riproducendonealmeno due ambienti: sono contemporaneamente camere da letto e luoghi di riunione e intimità dellafamiglia, lontano dagli sguardi e dalle orecchie. Fuori invece, passeggiandoci intorno, puoi incontrarepersone: bambini, adulti o anziani, che incrociano il tuo cammino, ti salutano, scambiano due chiacchere epoi proseguono, ognuno seguendo un sentiero preciso, che li porta in un luogo e verso uno scopo: i bagni,la mensa, il parco giochi, la segreteria, l’infermeria o l’uscita. Se poi ti fermi a pensare un attimo, potrestiimmaginare che ognuno di questi luoghi, che vengono raggiunti e vissuti tutti i giorni, in fondo, altro nonsono che la rappresentazione in scala maggiore di altri ambienti della casa, dove si passano le giornate, tuttiinsieme, con un unico obbiettivo comune: affrontare questo momento e superarlo.
Tra le storie, che come Volontario e come Psicologo del campo Costa, mi capita di ascoltare tutti i giorni, cene sono alcune che mi hanno “colpito e affondato” più di una volta, sommergendomi sempre di emozioni.Una tra queste, parla di un ragazzo di 23 anni e coinvolge almeno altre 3 persone della sua età. Una di lorovive anche insieme al ragazzo, nel campo. Lui si chiama Antonio e ogni giorno si sveglia da circa due mesisotto il telo blu della sua tenda, saluta la sua ragazza e la madre di lei, con cui condivide gli spazi. Si prepara ed esce per andare a lavorare in una pizzeria.

Campo costa di Marco di Gianpietro

E’ giovane, ma la vita spesso non guarda quanti anni hai eAntonio malgrado i pochi anni sulle spalle, dietro di lui ne ha già vissuti molti difficili, nei quali si è misuratocon tanti problemi e ora se ne è aggiunto uno nuovo, che si chiama terremoto. Il terremoto che ti rendeinagibile la casa è anche un terremoto che ti scuote all’interno, rendendo inagibili le emozioni e le sicurezzedelle persone e facendo crollare dentro di noi, i castelli costruiti sulla sabbia, come anche le fortezzecostruite sulla roccia. Antonio ha visto crollare alcuni dei suoi castelli interni e indebolirsi alcune delle suefortezze, ma nonostante tutto va avanti, senza mai perdere la rotta e sapendo sempre molto bene cosa sideve fare e cosa è giusto o sbagliato. Non è cosa da poco da trovarsi in un ragazzo cosi giovane, ed è ancorapiù sorprendente, se poi si viene a sapere che non è tutto. Tra i passi giusti che Antonio ha fatto e hasempre scelto di compiere fino ad oggi, c’è anche quello di decidere di affrontare i suoi problemi e ledifficoltà sempre di petto, senza mai scappare dalle proprie responsabilità. Cosi malgrado tutto, se oltre aiproblemi quotidiani si aggiunge anche il fatto che suo padre per cause di salute non potrà, per un certoperiodo, accudire il fratello costretto su una sedia a rotelle dalla “artrogriposi congenita multipla”, Antonio c’è, e si offre alla famiglia come sostegno, riuscendo a riorganizzare la sua vita e programmare uno spazio eun tempo per raggiungere il fratello che abita lontano, pur di stare con lui. Cosi, prima di tornare in tenda,dopo il lavoro, capita che lo vada a trovare, magari con la sua ragazza e la loro migliore amica, tutte le volteche può, perché le cose da fare per suo fratello sono tante e ci vuole qualcuno che le faccia. Quando Antonio decide di parlarmi meglio del fratello, lo fa con la fierezza che traspare da chi prova un grandeorgoglio per qualcuno che ama. Dalle sue parole e dai suoi racconti capisco il perché e scopro un’altrapersona speciale, vicina ad Antonio, che malgrado la sua disabilità guarda alla vita con coraggio, superando tutte le sfide con la forza, l’ironia e la sensibilità di una persona intelligente, che non si arrende al destino.Capisco meglio il legame che unisce questi fratelli, capisco meglio Antonio e mi rendo conto che anche lasua ragazza e la loro migliore amica, non sono solo un gruppo di ragazzi giovani e uniti che si voglionobene, ma forse significano e rappresentano qualcosa di più, di una semplice amicizia, nel grande e variegatocontesto di questa emergenza. Ne ho la certezza solo quando Antonio decide di farmi leggere una poesiascritta dal fratello, pochi mesi prima del terremoto. La leggo di un fiato e rimango a bocca aperta, poi miaccorgo che alcuni passi sono sottolineati e immagino che siano i preferiti da Antonio e chiedo conferma. Ineffetti ci sono andato vicino, ma non è tutto. Ognuno dei 4 passi sottolineati è il preferito di uno di loro.Allora scopro un progetto di 4 ragazzi, che ora più che mai, sentono il bisogno di sentirsi uniti e per questohanno scelto di farlo attraverso un simbolico tatuaggio. Ognuno di loro ha scelto un pezzo, preso dallapoesia, da scrivere indelebile sulla pelle, per portarlo sempre con se, non solo nel cuore e nella mente, maanche sull’avambraccio, per non doversi dimenticare mai il valore del loro legame, in ogni momento difficiledella vita. Questa storia mi ha fatto riflettere e ora vedo con accresciuto ottimismo al futuro di Mirandoladopo questo terremoto. Se ci sono ragazzi cosi, capaci di queste reazioni, non ci sono e non ci saranno maiterremoti o problemi abbastanza grandi che non si potranno superare. E se come credo, ci sono altri ragazzicosi, in questa comunità, allora le speranze di tornare presto alla normalità sono molte per gli Emiliani ingenerale e per tutti i mirandolesi in particolare, e gli ostacoli di fronte e da scavalcare diventano di colpoinsignificanti e molto più bassi del previsto.

di Kristian Talamonti

 

Su 4 ruote, di Antonio

SE MI VEDI IN GIRO GUARDI PRIMA LA CARROZZINA QUANDO INVECE DOVRESTI NOTARE CHI CI E’ SEDUTO DALLA MATTINA
BENE ORA PUNTA I TUOI OCCHI VERSO I MIEI E PROVA A PENSARE CIO’ CHE VORREI….
VORREI BATTERE UN CINQUE CON UN AMICO MA NON POSSO FARLO, NON MUOVO IL BRACCIO, ALLORA SAI CHE FACCIO?
FACCIAMO TESTA CONTRO TESTA ED UN PROBLEMA LO SCACCIO
VORREI NON DOVER MAI DIRE NON CE LA POSSO FARE
ED OGNI VOLTA CHE MI FERMO A PENSARE MI CONVINCO CHE ANCHE IO HO QUALCOSA DA DARE
SO QUANTO LA MIA VITA PUO’ VALERE E CERCO OGNI GIORNO DI NON CADERE
SORRETTO DAGLI AMICI CHE AMO VEDER FELICI
VADO AVANTI SAPENDO CHE SARANNO LORO A CUCIRMI LE CICATRICI
NON BADO AI PROBLEMI, NON SAREBBE VITA
IO LEI ME LA GODO FINCHE’ NON E’ FINITA.
E MENTRE TU TI CHIEDI PERCHE’ RIDO SEMPRE
IO MI GODO UN ALTRO ATTIMO ALTRIMENTI QUESTO SFUGGE E DOPO CHI LO PRENDE
UNA VITA SU 4 RUOTE RIEMPIENDO GIORNATE VUOTE
GIORNI BELLI DA RICORDARE
ALTRI DA NON AUGURARE
NON SARA’ SEMPLICE STA VITA, ANZI SARA’ COMPLICATA
MA SICURAMENTE NON SPRECHERO’ MAI NEMMENO UNA GIORNATA
I PRIMI 3 ANNI LI HO PASSATI IN OSPEDALE, CON DEI DOTTORI CHE MI VOLEVAN SISTEMARE, MA… NIENTE DA FARE
QUALCUNO PROPOSE A MIO PADRE DI FARMI UNA SIRINGA PER NON FARMI SOFFRIRE,
MA MIO PADRE RISPOSE INIZIA A SCAPPARE O TE NE POTRESTI PENTIRE
IO LUI LO RINGRAZIO
MI HA DATO SPAZIO
MI HA DATO MODO DI GODERMI OGNI MOMENTO
PORTANDO AVANTI OGNI MIO PENSIERO SENZA TENERMELO DENTRO
EH GIA’, UN PASSATO DA CANCELLARE, QUALCUNO DA NON AMARE MA DUE ALI PER VOLARE
CONVINTO CHE SI POSSA FARE PERCHE’ BASTA VOLERLO E COSI E’ SE MI PARE
NON MI VEDRAI MAI STRISCIARE, NEMMENO LO SO FARE
PIUTTOSTO NOTERAI SEMPRE UN SORRISO SUL MIO VISO
PERCHE’ COSI E’ LA MI VITA E COSI HO DECISO
QUINDI RIDI QUANDO MI VEDI GIRARE SU STE 4 RUOTE
E PENSA CHE QUESTA E’ SEMPLICEMENTE UNA MIA DOTE
POI C’E’L’AMORE,GIA’, PERCHE’ ANCHE IO HO UN CUORE
QUESTO SENTIMENTO PER QUALCUNA L’HO PROVATO
MA AIME’ NON SON MAI STATO RICAMBIATO
A 21 ANNI E’ UN PO’ DIFFICILE TROVARE UNA CHE VUOLE STAR CON ME
MA CHISSA’, FORSE UN GIORNO LA TROVERO’ QUELLA CHE SARA’ TUTTO PER ME
SO CHE SARA’ MOLTO DIFFICILE ANCHE SE SON CONVINTO DI AVER TANTO DA DARE
PERCHE’ NON POSSO PENSARE CHE PER ME NON CI SIA MODO DI AMARE
QUEL CHE HO DA DARE NON E’ NULLA DI MATERIALE
MA SICURAMENTE IN AMORE UNO SGUARDO O UNA PAROLA DI PIU’ VALE
E PUO’ FARTI VOLARE, COLMANDO TUTTO ANCHE IL BENE MATERIALE
TROVERO’ UNA DONNACHE MI STARA’ SEMPRE ACCANTO
UNA CHE MI DIRA’ TU PER ME NON SEI UN PESO ANZI DI TE MI VANTO
E LE RISPONDERO’ CHE LEI è LA MIA UNICA RAGIONE DI SORRISO O DI PIANTO
GIA, PERCHE’ ALLORA AVRO’ VINTO
SOLO ALLORA AVRO’ COMPLETATO IL MIO DIPINTO
PER ORA MI ACCONTENTO DEI SORRISI DI VOI RAGAZZE
RIDENDO OGNI VOLTA CHE VI VEDO FAR LE PAZZE
ED ASCOLTANDO OGNI VOSTRA SINGOLA PAROLA
PROVERO’ PIACERE QUANDO NE TROVERO’ UNA CHE VI CONSOLA
UNA VITA SU 4 RUOTE RIEMPIENDO GIORNATE VUOTE
GIORNI BELLI DA RICORDARE
ALTRI DA NON AUGURARE
NON SARA’ SEMPLICE STA VITA, ANZI SARA’ COMPLICATA
MA SICURAMENTE NON SPRECHERO’ MAI NEMMENO UNA GIORNATA

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Come aiutare le pubbliche assistenze Anpas colpite dal sisma


I racconti dei volontari

  
                                           

Le storie di Aldo, dal campo di Mirandola

Il 20 maggio di Valentina

Noi, sciacalli di emozioni, di Rosanna Morelli

Campo Costa Timbuktu, di Alessandro Nassisi

Campo Costa: un laboratorio multiculturale, di Rosanna Morelli

Qui per dare tanto: la settimana di Fabio

Un’antropologa al campo: l’esperienza di Rita

Le emozioni di Michela

La storia di Fabio e Elena

Maria e Andrea dal campo di Novi

La settimana-imbuto di Enzo

Sconcerto d’amore a Mirandola

Il gradino di Nicole

L’isola che non c’è

Tante care cose, di Valentina Tienghi

La struttura protetta del campo di Mirandola

 

La valigia blu di Lidia

Un tetto azzurro come il cielo

Ciao Fiorenzo


Anpas all’Hackathon terremoto (Bologna, 16-17 giugno)


La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


I Gas dei volontari Anpas: un sostegno alle aziende


La cucina del Campo Costa (video)


                                       


Di terremoti, false leggende e info utili (approfondimento)


                           


Anpas a lavoro a poche ore dal sisma


                               

 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


La pagina in inglese

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