“L’Agenda ambientalista per la Ri/Conversione ecologica del Belpaese”

Roma, 16 febbraio 2013 – Insieme ad altre realtà ambientaliste (CAI, FAI, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia,TCI, WWF) Anpas ha aderito all’agenda ambientalista. Un impegno in linea di continuità con l’adesione di Anpas alla strategia Rifiuti Zero (l’adesione è del 2010)

Un nuovo modello economico basato su un’economia verde, un nuovo assetto che consideri come inscindibili le questioni sociali, economiche e ambientali, la valorizzazione dei nostri punti di forza (patrimonio culturale e paesaggistico, biodiversità, produzioni di qualità, competenze) devono costituire il fulcro dell’agenda del futuro Governo.

Con “L’ Agenda ambientalista per la Ri/Conversione ecologica del Belpaese”  vogliamo fornire i dati essenziali per inquadrare la situazione attuale e illustrare proposte dettagliate e concrete per il futuro sostenibile del Paese.  

Dodici sono gli argomenti chiave: New “Green Deal”, la speranza per il futuro dell’Italia;biodiversità, ricchezza della nazione; il patrimonio costituito dai beni culturali; domanda di mobilità e infrastrutture; salute e ambiente nelle scelte industriali; consumo di suolo e governo del territorio; difesa del suolo e adattamento ai cambiamenti climatici; contenuti verdi della filiera agroalimentare; turismo, sostenere le vocazioni del territorio; governare l’ambiente; diritto all’ambiente, tutela costituzionale e penale; andare oltre il PIL, nuovi  indicatori di sostenibilità.

agenda ambientalista

Nel descrivere le 80 proposte per la Ri/Conversione ecologica del Paese, le associazioni ambientaliste fanno riferimento a dati precisi e hanno individuato 28 priorità, tra le quali si segnalano:
• l’esigenza di redigere una Roadmap nazionale di Decarbonizzazione e di uso efficiente delle risorse per i settori di produzione dell’energia elettrica, dei trasporti, dell’industria e dei servizi che sostengano  la Green Economy (nel 2012 il 40% delle assunzioni complessive, pari a 241 mila addetti, di tutte le imprese italiane nell’industria e e nei servizi, sono state in aziende che investono in tecnologie green);

• fissare l’Obiettivo del 100% Rinnovabili procedendo alla chiusura progressiva delle centrali alimentate con combustibili fossili, non costruendo nuove centrali a carbone ed olio combustibile e rinunciando a ogni piano di trivellazioni petrolifere off shore;

• integrare la Strategia nazionale sulla biodiversità (l’Italia è il Paese europeo più ricco di biodiversità) approvata nell’ottobre 2010 con la programmazione nei diversi settori economici

• garantire fondi sufficienti al funzionamento dei parchi terrestri e delle aree marine protette e organizzare la Terza conferenza nazionale delle aree protette;• procedere ad una Programmazione integrata dei beni e delle attività culturali (l’Italia, con  47 siti inclusi nella Lista dei patrimoni dell’umanità vanta il primato mondiale UNESCO), sollecitando la piena collaborazione tra Stato e Regioni prevista dal Titolo V della Costituzione;

• definire un Piano nazionale della mobilità che superi il Primo Programna delle infrastrutture strategiche (lievitato in maniera incontrollata tra il 2001 e il 2012 dai 125,8 miliardi di euro ai circa 375 miliardi di euro attuali) e abbia come priorità l’intervento organico nelle aree urbane, il riequilibrio modale dalla strada alla ferrovia in particolare per le merci e la riduzione delle emissioni di gas serra;

• redigere una Strategia nazionale per gli interventi di bonifica prioritariamente nei 57 Siti di Bonifica Nazionali – SIN sui 2.687 esistenti in Italia, perché offrono anche una opportunità di lavoro, di sviluppo della ricerca scientifica  e di reindustrializzazione.

• elaborare una nuova legge di Governo del territorio, che aggiorni la disciplina urbanistica ferma al 1942  e pervenire ad una normativa sul consumo del suolo (nei prossimi 20 anni si rischia una riconversione urbana delle aree libere in Italia di 75 ettari al giorno) che consenta, anche attraverso meccanismi fiscali, di disincentivare lo sviluppo disordinato fuori delle aree già edificate e di pregio paesaggistico;• definire un Piano pluriennale di adattamento ai cambiamenti climatici, che prevede, secondo il Ministero dell’ambiente,  uno stanziamento complessivo in 20 anni di 41 miliari di euro, e rilanciare i Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) per contrastare il rischio alluvioni e frane/smottamenti (il rischio idrogeologico riguarda l’82%, 6.633, Comuni italiani;

• utilizzare il 50% dei finanziamenti europei della politica Agricola Comune destinate allo sviluppo rurale per misure ambientali, puntando anche a raddoppiare entro il 2018 la Superficie Agricola Utilizzata (che ammonta a circa 13 milioni di ettari che costituiscono il 40% del territorio italiano)  per l’agricoltura biologica e, nel frattempo, ridurre l’impatto dei prodotti chimici quali i pesticidi e impedire la coltivazione di OGM;

• varare un Piano della Qualità per il settore turistico (che nel 2011 a livello internazionale ha prodotto 31 miliardi di euro di entrate, con un saldo commerciale positivo di 10 miliardi di euro), analogo a quello redatto in Francia e in Spagna, che valorizzi i beni culturali e ambientali,

• interrompere i tagli al Bilancio del ministero dell’ambiente, ultimo tra i dicasteri con portafoglio, portando il bilancio dagli attuali 450 milioni di euro (nel 2009 il bilancio del Ministero ammontava a 1,2 miliardi di euro) ad almeno700 milioni di euro per garantire in particolare gli interventi per la difesa del suolo;

• introdurre tra i principi fondamentali della Costituzione la tutela dell’ambiente e garantire un’adeguate tutela penale dell’ambiente con l’individuazione di specifiche fattispecie delittuose, tra cui il disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale radioattivo, associazione a delinquere, anche di stampo mafioso, finalizzata ai crimini ambientali;

• andare oltre al PIL avviando un processo istituzionale che porti all’utilizzo ufficiale dei nuovi Indicatori di progresso e di benessere elaborati nel 2012 da ISTAT e CNEL.
Le associazioni ambientaliste hanno chiesto incontri a tutte le parti politiche in causa e documenteranno su un “Diario elettorale”, pubblicato sui propri Siti WEB, che sono frequentati da milioni di persone, il successo dell’iniziativa e le risposte sui punti salienti delle singole proposte

Agenda ambientalista (la sintesi)

Agenda ambientalista (versione integrale)

  
 


Elezioni – Tutti gli speciali del Giornale Radio Sociale

 

La prima puntata con Giulio Marcon (SEL), Fabio Pipinato (Scelta Civica) e Guido Saccardi (Coopelios)

La seconda puntata con Laura Boldrini (SEL), Flavio Lotti (Rivoluzione Civile) e Carlotta Sami (Amnesty International Italia)

La terza puntata con Filippo Fossati (PD), Bruno Molea (Scelta civica), Alberto Cei (psicologo dello sport)

La quarta puntata in diretta dall’assemblea del Forum del Terzo Settore con Pietro Barbieri, Paola Menetti, Fausto Casini, Licio Palazzini 

La quinta puntata con Gabriella Stramaccioni (Rivoluzione Civile), Rosaria Capacchione (PD), Danilo Chirico (Presidente daSud) 

La sesta puntata con Andrea Olivero (Scelta Civica), Paolo Beni (PD), Giovanni Anversa (giornalista Rai).

 

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