Sono iniziati i lavori per la costruzione del pozzo per i bambini del distretto di Bamako, in Mali. Un progetto che Anpas, insieme a CISV  e l’associazione Ase Mali, anche grazie al finanziamento dell’8 per mille 2014 della Chiesa Valdese (con un contributo di 18.442, 49 euro), promuove per contribuire a migliorare le condizioni di vita dei bambini dell’orfanotrofio Niaber II di Bamako.

Mali - Ecco dove nascerà il pozzo

Attraverso la essa in funzione di un pozzo che fornisce acqua potabile e di un impianto (collegato al pozzo) di produzione dell’energia elettrica a pannelli solari fotovoltaici, contribuiremo al miglioramento delle condizioni di vita, dell’accoglienza e della tutela dei minori in stato di abbandono nel Distretto di Bamako. Oltre duecento infatti i bambini e gli operatori che beneficeranno dell’impianto e del pozzo, oltre alle famiglie del quartiere di Sébéninkoro (che conta circa 300.000 abitanti) e che potranno avere accesso all’acqua attraverso un rubinetto che sarà accessibile dalla popolazione del quartiere.

L’orfanotrofio, dove Ase Mali ospita i minori in attesa di poter essere reinseriti in famiglia, sta affrontando un serio problema di accesso all’acqua potabile, che la Direttrice, Madame Bibi, non esita a definire “un probléme de vie ou de mort”, una questione di vita o di morte: il pozzo da cui attingevano l’acqua per tutte le necessità dei bambini e del personale ha smesso di funzionare (dopo soli 13 mesi dalla sua inaugurazione) e i tecnici chiamati ad esaminare la situazione hanno dato il responso che non è possibile riattivarlo. Inoltre ulteriore problema è rappresentato dalla mancanza di energia elettrica, che è una condizione ormai endemica in Mali e i black out sono all’ordine del giorno.

Nel quartiere dove si trova l’orfanotrofio, la distribuzione dell’energia elettrica è sospesa 5 giorni su 7, a causa di lavori in corso su una strada limitrofa e l’erogazione di energia nei giorni feriali è riservata unicamente al cantiere. Da qui la necessità di scavare un nuovo pozzo e di dotarlo di una pompa elettrica approvvigionata da un impianto di produzione dell’energia elettrica a pannelli solari fotovoltaici.

 

L'orfanotrofio Niaber II

Progetto è stato finanziato anche grazie all’Otto per Mille 2014 della Tavola Valdese.

Otto per mille Valdesi

Altri finanziamenti
· 5 per 1000 Anpas (anno 2011)

· pubblica assistenza Volontari del soccorso Cusio Sud ovest traversata del lago d’Orta edizione 2012, 2013 e 2014

· Le pubbliche assistenze Anpas che hanno acquistato i Biglietti di auguri Anpas 2012, 2013


Per ulteriori informazioni o per partecipare a uno dei nostri progetti, contatta: Ufficio Cooperazione internazionale – referente: Annalisa Bergantini  email: internazionale@anpas.org – tel. +39 06 69202230 -Via Matteo Boiardo, 17 00185 Roma


 


Anpas in Mali

Anpas è ente autorizzato per le adozioni internazionali in Mali dal 10/09/2009. Alcuni progetti dicooperazione sono stati già realizzati, con la collaborazione delle autorità e Ong locali, ed altriinterventi sono in fase di progettazione.
E’ da poco terminato il progetto Torna a sorridere, grazie al quale un’ambulanza è stata inviata in Mali. Il mezzo è a disposizione dell’associazione Cris des meres, che si  occupa del recupero dei bambini di strada e dei minori vittime di violenza e sfruttamento. L’ambulanza è stata messa a disposizione dalla Croce Verde Civitella Roveto e l’invio è realizzato in collaborazione con Cinque Pani Onlus.

Nel 2012, con il progetto “Dona un sorriso ai bambini del Mali” abbiamo sostenuto 200 bambinidell’orfanotrofio Assureme di Bamako, realizzando l’impianto idrico (allaccio all’acquedotto locale,rubinetti e realizzazione di un bagno con sanitari e doccia). L’intervento è stato fatto grazie aicontributi dei biglietti di auguri gente d’Anpas e alla campagna di raccolta fondi.
Dal 2007 Anpas ha collaborato a campagne di raccolta fondi e gemellaggi per realizzare il progettoNiger chiama Po – Per il diritto all’acqua in Mali, volto a garantire l’accesso all’acqua potabile,prevenire la mortalità e morbilità legate a patologie causate da acqua contaminata. Il progetto èstato realizzato incollaborazione con LVIA, una ONG italiana attiva in Mali da molti anni.


Il racconto di Matteo e Barbara e l’appello di Bibi

 

 

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