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Nessuna spiegazione da parte dell’Ares di Latina. Anpas Lazio: “Salvaguardiamo le pubbliche assistenze”

Si può togliere di punto in bianco un servizio ad una associazione di volontariato che èuna vera istituzione nel luogo dove opera? A Sabaudia si può. Così la Croce Azzurra si vede sfuggire il servizio 118 nella postazione di Sonnino Scalo, senza spiegazioni daparte dell’Ares 118 di Latina e con un preavviso pari a zero.

“In questo modo – spiega il presidente della pubblica assistenza Giuseppe Zannino – sono stato costretto a licenziare quei dipendenti che abbiamo dovuto assumere per svolgere al meglio il servizioe a ridimensionare le attività per i volontari”. Una storia amara, che segue la scia diquanto accade a Roma e provincia e evidenzia come le associazioni, nello specifico lepubbliche assistenze dell’Anpas, non sono mai messe al pari degli altri enti e delle altrestrutture. Zannino definisce quanto accaduto con una sola parola: ingiustizia.

A maggior ragione se chi è andato a prendere il servizio 118 nella postazione di Sonnino Scalo nonè un’altra associazione di volontariato, ma una società privata. Nulla di male ovviamente:l’Ares è padrone delle scelte che effettua. Sarebbe però opportuno conoscere lemotivazioni, anche per dare valore e riconoscimento a chi per anni ha svolto tale servizionel migliore dei modi.

Su queste basi poggia la posizione di Anpas Lazio, che si chiedeinoltre “che fine faranno i dipendenti già formati della Croce Azzurra. E’ prassi che il personale dipendente passi – spiega il presidente Angelo Ballacci – alla nuova gestione così come è stato finora garantito agli operatori della Croce Rossa Italiana, auguriamoche lo stesso trattamento sia riservato agli operatori dell’Anpas”. Il tutto per un solo obiettivo: salvaguardare una pubblica assistenza, e, soprattutto, impedire che perl’ennesima volta sia disperso il patrimonio professionale, umano e culturale di tutti i volontari Anpas che con il loro impegno quotidiano garantiscono l’assistenza a tutta lacollettività.

  

 

 

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